Originariamente Scritto da
danny78
COMUNICATO STAMPA
Finanziaria. Cremaschi (Fiom): “A Roma l’Irpef locale e l’aumento dei contributi tagliano 200 euro all’anno su un salario di 20.000 euro. Il Governo intervenga”
Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom-Cgil, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione.
“Sulle buste paga dei lavoratori si sta accumulando un carico che, in molti casi, annullerà totalmente i vantaggi che dovrebbero derivare dalle misure della Finanziaria sull’Irpef e attenuerà anche quelli relativi alle detrazioni e agli assegni familiari.”
“A Roma, ad esempio, l’aumento dell’Irpef comunale dello 0,3% e quello regionale dello 0,5%, portano un aggravio Irpef dello 0,8%. Se a questo si aggiunge l’aumento dei contributi previdenziali dello 0,3% si giunge all’1,1%. Per un reddito di 20.000 euro (operaio turnista di III livello) sono oltre 200 euro in meno all’anno in busta paga. Se non ci sono carichi familiari rilevanti si rischia una vera e propria decurtazione dei salari, con una busta paga di gennaio più leggera di quella di dicembre. Se a questo si aggiungono l’aumento delle tasse sull’auto, la revisione degli indici catastali, le tasse sulla nettezza urbana, i ticket sanitari e l’aumento di altre imposte, sono altri 280 euro, secondo le associazioni dei consumatori, che pesano per ogni famiglia. E’ quindi indispensabile che il Governo faccia una ricognizione precisa su quanto sta avvenendo sull’Irpef locale e sulle tassazioni, perché alla fine, come si usa dire, rispetto alla busta paga dei lavoratori è la somma che fa il totale.”
http://www.fiom.cgil.it/stampa/2007/c_150107.htm
--------
La busta paga di un padre di quattro figli Famiglie numerose, mazzata Irpef in Lazio Alessandro Spalvieri: «Mi sono trovato un aumento del 61% rispetto al 2006: ben oltre le previsioni. E' costituzionale?»
MILANO - La brutta sorpresa della nuova busta paga per le famiglie numerose. Lo stipendio a fine mese è importante un po' per tutti (almeno per tutte le persone normali che lavorano). Con quattro figli e una moglie diventa quasi indispensabile. Vitale, verrebbe da dire se non fosse retorico.
Oggi insieme alla busta è arrivata anche una sorpresa di cui Alessandro Spalvieri, romano, faceva volentieri a meno. La cifra in addizionale Irpef da sborsare in comode rate alla regione Lazio ammonta a 540 euro. L'anno scorso era di 340. «Ben oltre il 61% della precedente gabella del 2006 - dice Spalvieri - un aumento incredibile. E' costituzionale un aumento di una tassa del 61%?»
Impiegato all'Acea, la municipalizzata di Roma, 47 anni, una moglie e quattro figli (di 14, 12, 10 e 3 anni), oggi Spalvieri ha saputo quanto dovrà pagare di addizionale Irpef per tutto l'anno. «Una famiglia come la mia, con quattro figli nel Lazio si trova un aumento medio del 60%. Le famiglie numerose con Tremonti avevano le deduzioni fiscali che valevano anche per le addizionali regionali. Ora invece con la nuova riforma sono state abolite le deduzioni fiscali e quindi il monte da cui viene prelevata l'Irpef è più alto perché non è più al netto delle deduzioni ma è esattamente uguale al lordo. Avendo levato le deduzioni pago le tasse su tutti i miei redditi: 50mila euro l'anno. Questa riforma ha provocato un duplice aumento: da parte delle regioni e da parte dello stato».
«Le domande che mi vengono sono queste - prosegue Spalvieri - Presidente Marrazzo, il mio reddito vale per me stesso o diviso sei? Se vale diviso sei perché non devo essere oggetto di tutte le esenzioni compreso la sanità? Se un pensionato ha 15mila euro l'anno di reddito è esente per quanto rigurda la sanità. Noi invece siamo sei e con 50mila euro di reddito paghiamo tutto. Non si tiene conto del quoziente del reddito per le esenzioni. Mentre lo Stato giustamente riconosce detrazioni per figli e moglie a carico, perché la Regione non la riconosce allo stesso modo? Perché lo Stato fa le detrazioni e le Regioni no? L'Irpef mi è passato dallo 0.9% al 1.4% per cento: mentre prima con Tremonti pagavo l'addizionale Irpef al netto delle deduzioni fiscali, ovvero su 28mila euro, ora le pago su tutto, ovvero 50mila».
Al di là delle risposte tecniche, resta la certezza della busta paga. Numeri e soldi. E la busta di Spalvieri va esattamente nella direzione opposta di tutti quelli (e sono tanti) che in un Paese a crescita zero dicono tutti i giorni che occorre tornare a fare figli e investire in politiche per la famiglia.
Iacopo Gori
31 gennaio 2007
corriere.it