Gentile coi gentili
Buon compleanno
san Paolo e grazie
per questi duemila anni
di compagnia. Ti hanno
dipinto come un sessuofobo,
un misogino, un
omofobo e ultimamente
anche come un epilettico
(Christopher Hitchens in “Dio non è
grande”, raccolta di facezie pubblicata
da Einaudi) e invece tu sei colui che ha
portato la gentilezza ai gentili, insieme a
Cristo per le strade del mondo. Bella l’idea
di Papa Benedetto di festeggiare il
tuo bimillenario, visto che sei nato fra il
7 e il 10, e anche la vaghezza anagrafica
ti si addice, siccome tu passi per formalista
e zelante ma sei l’esatto contrario.
“La circoncisione non conta nulla
e la non circoncisione non conta
nulla”. Puntiglioso l’uomo che
nella prima lettera ai Corinzi
ha scritto questo? Semmai risulti
un tantinello facile, lassista,
almeno al palato di chi
è cresciuto nutrendosi di
Vecchio Testamento. Ma gli
altri, gli irreligiosi, ti avranno
mai letto? Impossibile,
perché devono usarti come capro
espiatorio. Molti non hanno
il coraggio di attaccare direttamente
Gesù (metti che sia davvero
il Figlio di Dio) e allora si gettano sul
suo braccio secolare, senz’ombra di dubbio
soltanto un uomo. Per loro non è essenziale
colpire Cristo, che si può sempre
depotenziare ghettizzandolo nell’alto
dei cieli, è essenziale colpire il cristianesimo,
che invece rompe le scatole
quaggiù. Cristo si esprime per metafore
e parabole, che ignoranti e maliziosi
possono interpretare in variopinti modi,
mentre tu sei un uomo pratico dall’eloquio
semplice, che non lascia margine agli strumentalizzatori.
Ermanno Olmi non ti
dedicherebbe un film nemmeno se campasse
cent’anni (eventualità che gli auguriamo
di cuore, affinché abbia il tempo di
ravvedersi). Le parti del Nuovo Testamento
di cui sei autore si leggono senza pericolo
di mal di testa, sarebbe bello che nell’estate
che avanza di libri di Gianrico Carofiglio
in classifica ce ne fossero soltanto
due, e il terzo lasciasse il posto alla raccolta
delle tue Lettere: ai Romani, ai Corinzi,
ai Tessalonicesi… Sarebbe innanzitutto,
a cominciare dai titoli, una lezione
di geostoria: Roma, Corinto e Tessalonica
(Salonicco) sono più o meno al loro posto,
Filippi è ridotta in rovina ma pur sempre
entro i confini della Grecia, mentre la Galazia,
Efeso e Colosse sono state spazzate
via dalla violenza turco-islamica (vogliono
entrare in Europa? Consentano il ricostituirsi
di quelle comunità cristiane e in
Europa ci saranno di diritto, senza bisogno
del visto d’ingresso di Bruxelles). A
distinguere occidente e oriente è anche il
famoso passaggio sulla sodomia: “Gli uomini,
lasciando il rapporto naturale con la
donna, si sono accesi di passione gli uni
per gli altri, ricevendo così in se stessi la
punizione che s’addiceva al loro traviamento”.
Gli antipaolini non fanno caso
che descrivere l’omosessualità come autopunizione
esclude la necessità di una pena
ulteriore, inflitta dall’esterno, che invece
è prevista dalla sharia sebbene nella
solita anarchia interpretativa che contraddistingue
quella religione priva di
un’autorità suprema: in alcuni paesi islamici
i sodomiti meritano di essere lapidati,
in altri solo frustati (con cento colpi, come
espressamente previsto dal Corano).
La condanna a morte vige in sette paesi
con in prima fila le guide del sunnismo e
dello sciismo, Arabia Saudita e Iran, dove
recentemente hanno impiccato anche due
omosessuali minorenni.
L’Europa non sarebbe l’Europa, sarebbe
solo un’espressione geografica e non
meriterebbe di sopravvivere al prossimo
naufragio dell’ideologia europeista, senza
il realismo di san Paolo. “I desideri della
carne sono in rivolta contro Dio, perché
non si sottomettono alla sua legge e neanche
lo potrebbero” scrivi nella Lettera ai
Romani. Ti hanno chiamato l’apostolo delle
genti per la tua spinta inclusiva, perché
l’impossibile lo hai chiesto a te stesso, non
agli altri uomini. “Se non sanno vivere in
continenza, si sposino; è meglio sposarsi
che ardere”. Hanno sete? Che bevano il vino,
non gli può fare che bene. Hanno fame?
Che mangino quello che trovano perché
“tutto ciò che è stato creato da Dio è
buono e nulla è da scartarsi, quando lo si
prende con rendimento di grazie”. Nulla
di ciò che hai scritto è da scartarsi, Saulo
ebreo che sulla strada di Damasco cadesti
da cavallo diventando Paolo cristiano
quindi universale, e che un 29 giugno ti facesti
decapitare alle Tre Fontane affinché
il tuo sangue rendesse indelebile Romani
10, 12: “Non c’è distinzione fra giudeo e
greco. Chiunque invocherà il nome del Signore
sarà salvato”.
Camillo Langone