ROMA - Vincenzo Visco e Giovanni Sernicola. Nell'archivio illegale allestito dal Sismi di Nicolò Pollari in via Nazionale, i nomi del viceministro dell'Economia e del capo della sua segreteria galleggiano, come quelli di altri "obiettivi" del Servizio, in tre anonimi fogli formato A4. Nessun riferimento di tempo o di luogo. Nessuna indicazione del contesto. Dunque, di quali attenzioni furono oggetto? E quando? E come? Soprattutto, esiste una traccia di queste attenzioni?


Chiedere a Pio Pompa è tempo perso. Per quel poco che ha fatto sapere, "l'orecchio di Pollari", addetto e custode del lavoro sporco del Servizio, indagato per peculato insieme al generale dalla Procura di Roma, oggi pomeriggio, a meno di improvvise folgorazioni, ha intenzione di accomodarsi nell'ufficio del pubblico ministero Pietro Saviotti (dove è stato invitato a presentarsi) per congedarsi con la rapida scena muta di chi sceglie di avvalersi della "facoltà di non rispondere". Più utile, forse, bussare in viale Angelico 163.


Il palazzo ospita la sede di "Nens" (Nuova Economia e nuova società), il centro studi fondato nel luglio del 2001, dopo la vittoria elettorale del centro-destra, da Vincenzo Visco, Pierluigi Bersani e, appunto, Giovanni Sernicola, che ne è da allora il direttore. Il laboratorio di chi, uscito sconfitto dalle elezioni, si preparava allora alla "traversata del deserto" cercando di non disperdere le intelligenze e le competenze di una stagione appena conclusa. A "Nens" non hanno dimenticato un giorno di gennaio del 2006. Lunedì 29, per l'esattezza. Quella mattina, agli occhi della segretaria che come sempre apre gli uffici si offre uno spettacolo minaccioso. L'appartamento è stato "visitato" da ladri a dir poco particolari. Hanno portato via un personal computer di nessun valore commerciale, ma in cui è contenuto l'archivio dei lavori e dei contatti dell'Associazione. Soprattutto, si sono dedicati a smurare - con dei picconi, o forse addirittura con un martello pneumatico - due casseforti a incasso. Una di piccole dimensioni, l'altra di un qualche ingombro, essendo alta almeno un metro e larga una cinquantina di centimetri. In quelle casseforti - ricordano oggi a "Nens" - non c'era nulla di segreto. Qualche inutile scartoffia di ufficio, qualche contratto di fornitura (elettricità, telefono). Ma a chi doveva portarle via, evidentemente, non era stato chiesto di guardarci dentro.


Singolare anche il modo in cui le due casseforti lasciano l'appartamento. I "ladri" le calano dalla finestra dell'appartamento che affaccia sulla strada al secondo piano, imbracandole con le funi avvolgibili delle serrande. Evidentemente, nella più assoluta tranquillità. I vicini - una coppia di anziani - diranno di aver sentito dei forti rumori nella notte tra il sabato 27 e la domenica 28 gennaio. E se il loro ricordo è esatto, la circostanza aggiunge un altro significativo dettaglio sulla assoluta confidenza con cui i "visitatori" si muovono. Viale Angelico è una strada molto frequentata del quartiere Mazzini. E un sabato di gennaio non è esattamente come un sabato di agosto. La libertà nel fare rumore con picconi o quant'altro, di trafficare dalla finestra con due casseforti, presuppone che se qualcuno del palazzo si fosse affacciato o avesse chiesto conto, chi era al lavoro avesse avuto argomenti persuasivi per rassicurarlo o comunque consigliargli di rimettersi a dormire.


Insomma, davvero uno strano "furto". Ai dirigenti di "Nens" che lo denunciano alla polizia la mattina del 29 gennaio, fanno spallucce, come se si trattasse della routine di qualche zingaro o del lavoro con i fiocchi di qualche bene informato topo d'appartamento. Peccato che nel palazzo che ospita i suoi uffici, anche i sassi sappiano che nelle stanze di "Nens" non è, né può essere custodito, alcun tesoro. In contanti o in attrezzature (tra il 2001 e il 2006 il centro studi fattura circa 300 mila euro l'anno di ricavi, del tutto assorbiti dalla copertura delle spese). Peccato che tutti sappiano che quell'associazione è soltanto un porto di mare animato da una rete di qualificatissimi volontari (economisti, dirigenti pubblici, professori universitari) che, per cinque anni, hanno né più e né meno monitorato con attenzione i conti pubblici del governo di centro-destra. Peccato che, a fine gennaio del 2006, la campagna elettorale che di lì a due mesi consegnerà il Paese al centro-sinistra stia entrando nella fase cruciale.


Da ingenui insomma pensare che chi fruga nell'appartamento di viale Angelico, cerchi davvero denaro o gioielli. Anche se venire a capo dell'effrazione non sembra in cima alle preoccupazioni di nessuno. Del resto, la "visita" non appare esattamente un fulmine a ciel sereno. Il direttore di "Nens", Giovanni Sernicola, è un uomo che si è guadagnato molti nemici e grande attenzione nel mondo fangoso dei nostri spioni. Non solo e non tanto per essere stato capo della segreteria e consigliere dei rapporti con il Parlamento di Visco nel periodo in cui è stato alle Finanze con il primo governo di centro-sinistra. Ma per la sua storia professionale, per le sue competenze, per la sua "memoria". Prima di diventare l'ombra di Visco, Sernicola ha infatti lavorato per vent'anni come funzionario della Camera dei deputati, "dove - racconta chi con lui ha condiviso quel periodo - quale addetto agli "uffici di verbalizzazione" ha avuto accesso e alle trascrizioni dei lavori di tutte le più importanti commissioni di inchiesta, dalla Lockheed in poi".


Quando smurano le casseforti della suo centro studi "Nens", il sottobosco che per cinque anni il centro-destra ha mobilitato per processare l'allora opposizione gli si è già manifestato almeno in un'occasione. Nei mesi della costruzione della bufala di "Telekom Serbia" lo ha avvicinato Maurizio Rizzo, piccolo imprenditore nel settore della telefonia e uomo vicinissimo al deputato di An Italo Bocchino, sollecitandolo e promettendogli informazioni su opachi intrecci in quel di San Marino (la piazza finanziaria dove, nella ricostruzione di cartapesta confezionata dalla destra, si voleva fossero transitate le tangenti per il centro-sinistra). L'esca non funziona. Ma di Sernicola, evidentemente, nessuno si dimentica perché è la porta di accesso a Vincenzo Visco (tornerà a guidarne la segreteria nella primavera del 2006). E Visco, come dimostreranno i fatti, è un osso che non deve essere mollato.


(3 luglio 2007)




sarebbe appena il caso di ricordare in mano a chi un certo "opportuno" de-cretino che, durante la scorsa legislatura, ha messo l'associazione a delinquere con autorizzazione di Stato altrimenti nota come "servizi segreti"........