"Posso sbagliare ma, nella mia responsabilità politica, ritengo che Salvatore Cuffaro sia una persona perbene e dunque lo candideremo alle elezioni” (Pierferdinando Casini, presidente della Camera, dopo il rinvio a giudizio di Cuffaro da parte del Tribunale di Palermo per favoreggiamento alla mafia, 7 febbraio 2006).
“Non sono garantista a intermittenza o secondo le convenienze. Sarà la magistratura a spiegarci se e come Visco ha sbagliato. Il mio parere è che dovrebbe dimettersi per ragioni che sono tutte politiche. Ad esempio per la stretta sugli studi di settore e per l'introduzione degli indici di normalità economica che hanno messo in ginocchio intere categorie di contribuenti dalle piccole e medie imprese agli artigiani e ai commercianti, e che sono del tutto sballati” (Pier Ferdinando Casini, leader Udc, Asca, 29 giugno 2007).
Quindi, uno che e' rinviato a giudizio per favoreggiamento alla mafia, non solo non si deve dimettere ma deve essere ulteriormente premiato con la candidatura;
Uno che e' indagato (nemmeno rinviato a giudizio) per abuso d'ufficio si deve dimettere, sebben si dica che lo debba fare per ragioni politiche.
Le ragioni politiche pero' non han suggerito a Casini di chiedere le dimissioni di cuffaro perche' le ragioni politiche valide sono quelle che tornano utili alla sua parte.
Ecco, questo doppio standard, molto benevolo nei confronti dei reati di mafia, e molto esigente sebbene con copertura politica su personaggi di altri schieramenti, mi dicono molto dell'ipocrisia del personaggio e per questo ritengo non sia credibile.