Il Consiglio superiore della magistratura è l’organo di governo (non di autogoverno, come dicono loro) dei magistrati, ne stabilisce le carriere, ne sanziona, per la verità assai raramente, i comportamenti ritenuti estranei alla deontologia.
Negli ultimi anni ha censurato centinaia di volte le autorità politiche, compresa la rappresentanza nazionale espressa dal Parlamento, e diceva di farlo a tutela della dignità e dell’autonomia della magistratura.
Ora, però, ha espresso una condanna preventiva nei confronti dei Servizi segreti che sarebbero colpevoli di spionaggio nei confronti di settori della magistratura, e con questo ha leso pesantemente proprio l’indipendenza dei magistrati che dice di difendere.
La vicenda dei dossier del Sismi, infatti, è sottoposta a un procedimento giudiziario, che deve accertare se questi dossier esistono, e, in questo caso, se sono stati compilati illecitamente o per una ragionevole causa di servizio.
L’idea che, in un paese dove tutti spiano tutti, solo alle spie di professione sia proibito farlo è assolutamente paradossale.
Anche l’idea che i magistrati siano esenti da indagini è altrettanto infondata.
A decidere saranno magistrati che, indipendenti da tutto e da tutti, non lo sono però proprio dal Csm.
Per questo la condanna preventiva emessa da questo organismo rischia di condizionare pesantemente i giudici, che potrebbero trovare difficile esprimersi in modo difforme da come hanno già deciso, prima del processo, coloro dai quali dipende la loro carriera.
Giuliano Ferrara su il Foglio
…….avanti….c’è posto!
saluti