Non ho uno stipendio, quindi 0 x 2 = 0, quindi gnente cambierebbe...
Chiaramente se i miei soldi e ciò che mi viene passato raddoppiassero, il mio benessere aumenterebbe, ma non vedo perchè aprire un sondaggio in merito.
Non ho uno stipendio, quindi 0 x 2 = 0, quindi gnente cambierebbe...
Chiaramente se i miei soldi e ciò che mi viene passato raddoppiassero, il mio benessere aumenterebbe, ma non vedo perchè aprire un sondaggio in merito.
Invece volevo farvi una domanda (mi risponda chi lo sa): c'è in Italia un salario orario minimo sotto il quale non si può andare? qualcosa simile alla minimum wage americana? e se c'è, a quanto ammonta?
oggettivamente, e in generale, piu' hai denaro da spendere e piu' il benessere aumenta.. ma soggettivamente, ognuno di noi ha la sua percezione del benessere.. e' non sempre e' direttamentre proporzionale al reddito... si vedono ricchi depressi e impiegati felici.. non c'e' una legge uguale per tutti.. almeno secondo me..
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Io la vedo così: c'è un minimo, soprattutto composto da risparmi e relativi interessi, che consente, a seconda del numero di membri di una famiglia, di sopravvivere in qualche modo fino alla pensione, senza intaccare sussidi statali (in Paesi civili). Per esempio: 50 anni, sposato, 1 figlio di 15 anni. Il minimo si aggira sui 300.000 Euro, dato che mancano 10 anni alla pensione ed altrettanti all' indipendenza economica del figlio. 300.000 x 4% = 12.000 all' anno (non bastano per sopravvivere decentemente, ma, tenendo conto del' erosione, arrivano ad assicurare 20.000 Euro/anno fino ai 60 anni).
Questo importo (o uno diverso, secondo le modalità del calcolo) dovrebbe essere esentasse, come pure le spese da sostenere per raggiungerlo. Quello che lo supera, dovrebbe essere tassato per la sola parte eccedente con una progressione seria, arrivando a per esempio 60% per redditi superiori a 150.000 Euro/anno, sempre per una famiglia della stessa composizione. Per redditi oltre i 500.000 Euro/anno, la tassa dovrebbe essere 80% per la sola parte eccedente. Ciò renderebbe possibile una rinuncia alla presenza sul mercato del lavoro di persone (in genere alti dirigenti), che non hanno nessun bisogno di arricchirsi ulteriormente. Permetterebbe come conseguenza l' ascesa di nuovi talenti, senza raccomandazioni o legami famigliari, che altrimenti sono costretti a vegetare nel sottobosco degli stages non pagati o di posizioni aziendali inferiori alla loro capacità professionale innovativa.
NBo n sono assolutamente per un "salario unico" dall'ingegnere al manovale, non sono comunista, ma mi rendo conto che non si può sacrificare il futuro digiovani all' avidità dei vecchi.
Quindi pensate che lo stato che riduce il vostro stipendio del 50 % circa diminuisce il vostro benessere. Questa è la deduzione logica.
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