10 luglio 2007

Le bombe intelligenti sui civili

La teoria del bombardamento a tappeto sulle popolazioni civili nasce, bontà nostra, da una intuizione di un aviatore italiano; l'idea, sorta alla fine della prima guerra mondiale, era quella che devastando le città, ammazzando i civili, si minava la resistenza dell'esercito avversario facendo sì che le popolazioni civili, stanche di essere ammazzate in modo indiscriminato, sempre più si opponessero alla continuazione della guerra.

In Spagna, in Etiopia e poi, di seguito, durante tutto l'arco del secondo conflitto mondiale, la guerra si combattè non solo lungo la linea del fronte, ma soprattutto nelle retrovie, si distruggevano i complessi industriali dell'avversario, le sue linee di comunicazione e di rifornimento, ma anche bombardando le abitazioni civili per affossare il morale delle popolazioni.

Il giochetto non sempre riuscì, i tedeschi non riuscirono ad aver gioco degli inglesi nonostante le devastazioni subite dalla città di Londra, e gli americani dovettero usare l'atomica per piegare la resistenza giapponese (i bombardamenti convenzionali non erano stati sufficienti).

La teoria ora come ora non è cambiata. Anche nei conflitti moderni l'arma del terrore viene puntata sulle popolazioni civili, e gli americani, evidentemente, in questo sono maestri; nelle ultime guerre, infatti, non sono affatto rare le denunce di massacri perpetrati dagli aviatori a stelle e strisce: in Serbia, durante l'arco di dieci anni in Iraq (ove hanno usato anche il fosforo bianco), e ultimamente anche in Afghanistan.

In questi giorni infatti si sono levate le proteste persino del governo fantoccio che gli americani hanno posto al comando di quel martoriato paese: nella provincia di Farah è stato denunciato il massacro di 108 civili, soprattutto donne e bambini, causate dalle bombe che gli aerei NATO hanno sganciato direttamente sulla città.

A poco valgono, evidentemente, le smentite o le affermazioni tipo : “non sono 108 le vittime, ma 30!!!” intanto perchè anche se fossero “solo” 30 comunque ci sarebbe la prova che gli americani qualche bombetta sulle case l'hanno sganciata ed, in secondo luogo, ormai sono troppe le voci, sono innumerevoli le fonti, sono migliaia le testimonianze che, da ogni parte del globo, accusano il terrorismo americano.

Delle due l'una

Una importante industria di guerra italiana, la Oto Melara, sta sviluppando un proiettile da cannone in grado di colpire con enorme precisione un bersaglio a 120 km di distanza dalla bocca di fuoco. Stiamo parlando di una industria italiana.

Gli americani, che le armi di precisione le utilizzano da tempo e che nel settore, ovviamente, sono all'avanguardia, hanno la capacità di guidare le bombe sganciate da un aereo con precisione chirurgica. Queste armi, ormai, hanno raggiunto un tale livello di produzione per cui il loro costo di acquisto è andato sempre in calando permettendone un vasto uso (e non più in casi eccezionali come accadeva ai tempi del primo conflitto iraqueno) da parte delle principali aviazioni.

Sottolineiamo che quando parliamo di “armi di precisione” non intendiamo solo gli armamenti di un caccia, ma anche quelli di un cannone di artiglieria o di un lancia razzi.

Concludendo: o tutto quello che abbiamo scritto è assolutamente falso (si tratta di notizie di propaganda nemica, peraltro pubblicate normalmente dai mezzi di informazione occidentali che proprio avversi non sono...) e le armi moderne non sono così affidabili e precise, per cui l'errore è ammissibile oppure, ed è quello che crediamo noi, la vecchia teoria, di cui parlavamo, secondo la quale le guerre si vincono anche terrorizzando la popolazione è ancora in voga.


Le armi di precisione servono semplicemente ad evitare gli sprechi di munizioni: se durante il secondo conflitto mondiale per colpire una fabbrica servivano, diciamo, trenta bombardieri che sganciavano a tappeto tonnellate di esplosivo colpendo un po' alla rinfusa, ora basta un solo aereo e una sola bomba per centrare il bersaglio, il problema è che il bersaglio, come cinquanta anni fa, a volte è la centrale idroelettrica a volte è il mercato pieno di massaie intente a fare la spesa.

M.R. della redazione esteri de “Il Buio”