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  1. #1
    Comunista democratico
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    Predefinito Non gettiamo alle ortiche il patrimonio del PRC

    Un soggetto unitario della Sinistra implica nei fatti
    un'inaccettabile rinuncia politicista del nostro percorso

    Non gettiamo alle ortiche il patrimonio del Prc


    Nei mesi che hanno preceduto il voto amministrativo, tutto il Partito, dal corpo militante agli organismi dirigenti, è stato coinvolto nella conferenza di organizzazione, che ha inteso affrontare questioni nodali della nostra modalità di essere e fare partito. Il documento in discussione alla conferenza è stato un documento che ha messo a nudo, crudamente, i nostri punti critici, pur scontando il limite di aver fotografato lo stato del Partito senza indagare fino in fondo le cause che lo hanno determinato.
    Ricordiamo a noi tutte/i che abbiamo affrontato questioni riguardanti la democrazia interna, la democrazia di genere, i processi deleteri di personalizzazione della politica, verticismo, separatezza fra il corpo del partito e i luoghi delle decisioni, la cristallizzazione correntizia.
    Tutte questioni che hanno subito un'accelerazione involutiva dal congresso di Venezia, un congresso a mozioni contrapposte, che ha sancito la prerogativa della gestione del partito appannaggio solo della mozione maggioritaria, ha introdotto pesanti elementi di separatezza, contrapposizione all'interno del partito, e che ha pesantemente contribuito alla disaffezione alla militanza politica.

    A partire da questo stato di cose, dalla conferenza di organizzazione è emersa chiara una direzione operativa che aiutasse il partito a superare tali difficoltà: il rafforzamento del partito, con la conservazione del simbolico ad esso legato.

    Cosa si è verificato di tanto sconvolgente da mettere repentinamente in discussione il risultato di un confronto democratico che ha investito il partito tutto?
    Si è costituito, da una parte, il Partito Democratico, a cui non ha aderito la sinistra Ds che fa capo a Mussi e Angius, e, dall'altra, vi è stato il voto amministrativo!
    Il risultato elettorale negativo del nostro Partito alle elezioni amministrative (veramente inaspettato?!) può trovare diverse chiavi di lettura e può farne scaturire, quindi, ricette risolutive diverse. Si è guardato con allarme soprattutto al risultato elettorale del Nord, perché è stato quello che nel passato ha garantito alle elezioni amministrative percentuali di consenso ritenute positive, mentre i risultati conseguiti al Sud sono sempre stati inferiori, poiché il voto amministrativo è la cartina di tornasole di due processi speculari: l'effettiva capacità di radicamento del partito da una parte, la degenerazione del voto di preferenza (compravendita di voti, clientelismo, pratiche ricattatorie, malaffare…) dall'altra.
    Di fronte a questo risultato c'è chi ha colto l'occasione per parlare di esaurimento della capacità attrattiva del nostro Partito e del simbolico ad esso legato: può aversi nell'arco temporale di un anno un cambiamento tanto repentino nel consenso legato alla causa di cui sopra? Riteniamo questa tesi insostenibile. Allora cosa è successo in questo anno? Piaccia o non piaccia è stato un anno di governo, con tutte le contraddizioni legate alle scelte operate che hanno determinato una non piena condivisione da parte della nostra base, iscritti ed elettorato di riferimento: questione della guerra, precarietà, scalone pensionistico, questione sociale e salariale... Le posizioni moderate dominanti nell'Unione e la nostra impossibilità di operare scelte diverse dall'appoggio al governo hanno determinato sfiducia nel nostro elettorato e demotivazione nel corpo del Partito. In quale direzione andare? Urge dare continuità coerente alla conferenza di organizzazione, rigettando pratiche dirigistiche ancora fortemente presenti ai diversi livelli e coinvolgendo le/i compagne/i e alla ricostruzione del partito su tutto il territorio, dal Nord al Sud, al suo radicamento, alla costruzione di una classe dirigente che abbia un contatto continuo e diretto con il nostro popolo di riferimento e che nel simbolico collettivo non rappresenti il ceto politico che vive nella torre d'avorio e che ha perso la capacità di percepire pienamente cosa significhi vivere di fatica e di stenti. E che allo stesso tempo operi nella direzione della crescita dal basso della cosiddetta "massa critica".
    Solo così facendo si scongiurerà l'ennesima operazione politicista che assembla fra di loro ceti politici e che si presta ad una lettura spietata dell'elettorato in termini di sopravvivenza di apparati.

    Il patrimonio di Rifondazione Comunista non può essere buttato alle ortiche; non si può rinunciare alla politica di genere, al rapporto con le istanze di base, al vivere il governo come mezzo e non come fine.

    L'ipotesi di soggetto unitario implica nei fatti l'inaccettabile rinuncia a questo patrimonio sedimentato. Sposeremmo quindi il governismo "senza se e senza ma" di Sinistra Democratica (Mussi sostiene che il soggetto unitario serve a rafforzare questo bipolarismo!!!), del Pdci (ci ricordiamo, vero, come nasce questo partito?!), dei Verdi?

    Ed il rapporto con i movimenti che fine fa?
    Va sicuramente indagato un terreno di iniziativa politica comune non solo a livello nazionale ma anche sui territori, a partire da alcuni elementi irrinunciabili che attengono alla questione morale, ad una chiara presa di distanza dai trasformismi e conseguenti affarismi, che sia capace di fare della partecipazione un terreno praticato e non solo enunciato, che assuma pienamente la questione di genere, la questione sociale, la scelta fondante dell'anti-capitalismo.

    Questo percorso potrà essere verificato nelle diverse situazioni senza che questo debba significare rinunciare al grande patrimonio di esperienze ed elaborazione che ha rappresentato e rappresenta Rifondazione Comunista.


    Bianca Bracci Torsi (Direzione Nazionale Prc)
    Nori Brambilla Pesce (Staffetta Partigiana)
    Maria Campese (Direzione Nazionale Prc)
    Tina Costa (Staffetta Partigiana, Pres. Cpf Roma)
    Silvia De Bianchi (Coord. Naz. G.C.)
    Rita Ghiglione (Cpn)
    Costanza Pace (Cpn)
    Donella Petrucci (Cng)
    Serena Santilli (Cpn)
    Claudia Valsecchi (Cpn)


    Liberazione 11/07/2007 pag. 9
    Myrddin

  2. #2
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    Citazione Originariamente Scritto da Myrddin-Merlino Visualizza Messaggio
    Un soggetto unitario della Sinistra implica nei fatti
    un'inaccettabile rinuncia politicista del nostro percorso

    Non gettiamo alle ortiche il patrimonio del Prc

    Nei mesi che hanno preceduto il voto amministrativo, tutto il Partito, dal corpo militante agli organismi dirigenti, è stato coinvolto nella conferenza di organizzazione, che ha inteso affrontare questioni nodali della nostra modalità di essere e fare partito. Il documento in discussione alla conferenza è stato un documento che ha messo a nudo, crudamente, i nostri punti critici, pur scontando il limite di aver fotografato lo stato del Partito senza indagare fino in fondo le cause che lo hanno determinato.
    Ricordiamo a noi tutte/i che abbiamo affrontato questioni riguardanti la democrazia interna, la democrazia di genere, i processi deleteri di personalizzazione della politica, verticismo, separatezza fra il corpo del partito e i luoghi delle decisioni, la cristallizzazione correntizia.
    Tutte questioni che hanno subito un'accelerazione involutiva dal congresso di Venezia, un congresso a mozioni contrapposte, che ha sancito la prerogativa della gestione del partito appannaggio solo della mozione maggioritaria, ha introdotto pesanti elementi di separatezza, contrapposizione all'interno del partito, e che ha pesantemente contribuito alla disaffezione alla militanza politica.

    A partire da questo stato di cose, dalla conferenza di organizzazione è emersa chiara una direzione operativa che aiutasse il partito a superare tali difficoltà: il rafforzamento del partito, con la conservazione del simbolico ad esso legato.

    Cosa si è verificato di tanto sconvolgente da mettere repentinamente in discussione il risultato di un confronto democratico che ha investito il partito tutto?
    Si è costituito, da una parte, il Partito Democratico, a cui non ha aderito la sinistra Ds che fa capo a Mussi e Angius, e, dall'altra, vi è stato il voto amministrativo!
    Il risultato elettorale negativo del nostro Partito alle elezioni amministrative (veramente inaspettato?!) può trovare diverse chiavi di lettura e può farne scaturire, quindi, ricette risolutive diverse. Si è guardato con allarme soprattutto al risultato elettorale del Nord, perché è stato quello che nel passato ha garantito alle elezioni amministrative percentuali di consenso ritenute positive, mentre i risultati conseguiti al Sud sono sempre stati inferiori, poiché il voto amministrativo è la cartina di tornasole di due processi speculari: l'effettiva capacità di radicamento del partito da una parte, la degenerazione del voto di preferenza (compravendita di voti, clientelismo, pratiche ricattatorie, malaffare…) dall'altra.
    Di fronte a questo risultato c'è chi ha colto l'occasione per parlare di esaurimento della capacità attrattiva del nostro Partito e del simbolico ad esso legato: può aversi nell'arco temporale di un anno un cambiamento tanto repentino nel consenso legato alla causa di cui sopra? Riteniamo questa tesi insostenibile. Allora cosa è successo in questo anno? Piaccia o non piaccia è stato un anno di governo, con tutte le contraddizioni legate alle scelte operate che hanno determinato una non piena condivisione da parte della nostra base, iscritti ed elettorato di riferimento: questione della guerra, precarietà, scalone pensionistico, questione sociale e salariale... Le posizioni moderate dominanti nell'Unione e la nostra impossibilità di operare scelte diverse dall'appoggio al governo hanno determinato sfiducia nel nostro elettorato e demotivazione nel corpo del Partito. In quale direzione andare? Urge dare continuità coerente alla conferenza di organizzazione, rigettando pratiche dirigistiche ancora fortemente presenti ai diversi livelli e coinvolgendo le/i compagne/i e alla ricostruzione del partito su tutto il territorio, dal Nord al Sud, al suo radicamento, alla costruzione di una classe dirigente che abbia un contatto continuo e diretto con il nostro popolo di riferimento e che nel simbolico collettivo non rappresenti il ceto politico che vive nella torre d'avorio e che ha perso la capacità di percepire pienamente cosa significhi vivere di fatica e di stenti. E che allo stesso tempo operi nella direzione della crescita dal basso della cosiddetta "massa critica".
    Solo così facendo si scongiurerà l'ennesima operazione politicista che assembla fra di loro ceti politici e che si presta ad una lettura spietata dell'elettorato in termini di sopravvivenza di apparati.

    Il patrimonio di Rifondazione Comunista non può essere buttato alle ortiche; non si può rinunciare alla politica di genere, al rapporto con le istanze di base, al vivere il governo come mezzo e non come fine.

    L'ipotesi di soggetto unitario implica nei fatti l'inaccettabile rinuncia a questo patrimonio sedimentato. Sposeremmo quindi il governismo "senza se e senza ma" di Sinistra Democratica (Mussi sostiene che il soggetto unitario serve a rafforzare questo bipolarismo!!!), del Pdci (ci ricordiamo, vero, come nasce questo partito?!), dei Verdi?

    Ed il rapporto con i movimenti che fine fa?
    Va sicuramente indagato un terreno di iniziativa politica comune non solo a livello nazionale ma anche sui territori, a partire da alcuni elementi irrinunciabili che attengono alla questione morale, ad una chiara presa di distanza dai trasformismi e conseguenti affarismi, che sia capace di fare della partecipazione un terreno praticato e non solo enunciato, che assuma pienamente la questione di genere, la questione sociale, la scelta fondante dell'anti-capitalismo.

    Questo percorso potrà essere verificato nelle diverse situazioni senza che questo debba significare rinunciare al grande patrimonio di esperienze ed elaborazione che ha rappresentato e rappresenta Rifondazione Comunista.


    Bianca Bracci Torsi (Direzione Nazionale Prc)
    Nori Brambilla Pesce (Staffetta Partigiana)
    Maria Campese (Direzione Nazionale Prc)
    Tina Costa (Staffetta Partigiana, Pres. Cpf Roma)
    Silvia De Bianchi (Coord. Naz. G.C.)
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    Liberazione 11/07/2007 pag. 9
    allora continuamo(la SINISTRA)ad essere divisi,in micropartiti,che poi nelle decisioni contano ben poco(con il PD poo)...continuamoa farci del male...
    è inutile siamo masochisti,ci piace sempre prenderla in quel posto...

  3. #3
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    Quello che mi chiedo spesso io è: può un partito pseudocomunista portare coscienza di classe? Perchè è da li che tutto nasce...
    Oppure può farlo un partito non di sinistra radicale? O magari lo può fare un partito di destra radicale filofascisa... infondo la coscienza di classe nasce dallo sfruttamento (che fino ad ora c'è sempre stato).
    E se un partito riesce a rimbecillire la gente facendola coesistere con lo sfruttamento facendo in modo che essa (la gente) dia la colpa a qualcosa di generico come "il sistema" "l'euro" o "i comunisti come prodi?"

    Cosa può fare un partito filocomunista di minoranza, o cmq per i lavoratori, malvisto dai lavoratori stessi?

  4. #4
    Comunista democratico
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    Citazione Originariamente Scritto da fgc.adelfia Visualizza Messaggio
    allora continuamo(la SINISTRA)ad essere divisi,in micropartiti,che poi nelle decisioni contano ben poco(con il PD poo)...continuamoa farci del male...
    è inutile siamo masochisti,ci piace sempre prenderla in quel posto...
    No, caro compagno, non capisci.
    L'unità a sinistra è forte se forti sono le forze che lo compongono. Forze annacquate produrranno solo una sinistra annacquata.
    Io sono per l'unità d'azione su punti programmatici precisi: dobbiamo dimostrare alla nostra gente, al popolo della sinistra che siamo capaci di produrre risultati concreti.
    Costruire una scatola vuota nons erve a nessuno,e se tutto fosse così semplice ci saremmo riuniti da tempo.
    Fare la scatola solo perchè c'è il PD è un errore terribile.
    Due scatole vuote?
    Myrddin

  5. #5
    Anticapitalista!
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    Citazione Originariamente Scritto da Myrddin-Merlino Visualizza Messaggio
    No, caro compagno, non capisci.
    L'unità a sinistra è forte se forti sono le forze che lo compongono. Forze annacquate produrranno solo una sinistra annacquata.
    Io sono per l'unità d'azione su punti programmatici precisi: dobbiamo dimostrare alla nostra gente, al popolo della sinistra che siamo capaci di produrre risultati concreti.
    Costruire una scatola vuota nons erve a nessuno,e se tutto fosse così semplice ci saremmo riuniti da tempo.
    Fare la scatola solo perchè c'è il PD è un errore terribile.
    Due scatole vuote?
    uno del Pdci che litiga con un "cugino" grassiano: una comica.

    a parte questo MErlino manco se ci mettessimo insieme potremmo fermare l'ondata di cacca che ha travolto/sta travolgendo/travolgerà quella che per noi era "la rifondazione comunista" e che la trasporterà vero altri lidi.

  6. #6
    Comunista democratico
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    Citazione Originariamente Scritto da Marius Jacob Visualizza Messaggio
    uno del Pdci che litiga con un "cugino" grassiano: una comica.

    a parte questo MErlino manco se ci mettessimo insieme potremmo fermare l'ondata di cacca che ha travolto/sta travolgendo/travolgerà quella che per noi era "la rifondazione comunista" e che la trasporterà vero altri lidi.
    Il catastrofismo è inutile, si deve avere la pazienza di agire e tessere la tela del ragno.
    Myrddin

  7. #7
    Anticapitalista!
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    Citazione Originariamente Scritto da Myrddin-Merlino Visualizza Messaggio
    Il catastrofismo è inutile, si deve avere la pazienza di agire e tessere la tela del ragno.
    secondo me non è catastrofismo è una visione razionale della realtà, poi oh, buona ragnatela.

  8. #8
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    concordo in larga parte con il contenuto di questo testo, scritto, tra le altre cose, da autorevoli compagne come Bianca Bracci Torsi. Tuttavia ,sperando di non risultare eccessivamente polemico, vorrei sollevare una critica sulla scarsa consequenzialità tra i contenti del testo e le prese di posizione dell'area delle compagne che sttoscrivono tale documento.

    Dov'erano le compagne Bracci Torsi, Campese, De Bianchi, quando decine di compagne e compagni sostrenevano la pericolosità del progetto della Sinistra europea come passaggio intermedio proprio nella prospettiva di un superamento della rifondazione comunista (seppur nascosto in soluzioni alla Izquierda Unida), sul piano del suo orizzonte strategico e sul piano (non secondario) dei simboli e delle identità di fondo (infatti il passaggio, come è ormai noto, è servito per lanciare una fantomatica lista unitaria alle prossie elezioni, cioè la scomparsa del simbolo del prc) ?

    Perchè queste compagne, così come Claudio Grassi e tutta l'area "essere Comunisti", hanno per mesi "martellato" strumentalmente, in pubblico ed in privato, sulla necessità di "seguire" il processo di Sinistra Europea addirittura come antidoto allo scioglimento di rifondazione comunista (invitando i propri militanti, fatto noto a chi conosce minimamente il partito, a partecipare all'assemblea costitutiva della SE) quando fatti inequivocabili rendono oggi evidente il contrario ?

    Quando nella stessa assembla costitutiva, oltre le sensibilità differenti (Gianni e Migliore, Ferrero, Giordano, Mantovani), emergeva una fiducia quasi univoca nel progetto e sopratutto nella sua funzione di "ponte" verso un nuovo soggetto politico NON COMUNISTA, dove si trovavano questi compagni/e ? (la sicumera, poi, con la quale il gruppo dirigente di Rifondazione, senza distinguo, da Migliore a Giordano, propone oggi la Lista unitaria alle prossime elezioni, rende evidente l'idea condvisa di fondo di un superamento della rifondazone, d'altra parte obiettivo, questo, storicamente perseguito da Bertinotti e dai suoi fin dalla metà degli anni 90, taciuto per anni ed emerso solo quando i rapporti di forza interni al partito lo hanno consentito)

    Io penso che Grassi e la sua area (e quindi anche Bracci Torsi e le altre compagne che hanno sottoscritto questo testo) debbano davvero rivedere molte cose. Nel complesso, tutta la costruzione, debole e fumosa, che intravedeva in Giordano e in un pezzo della sua maggioranza (addirittura, per un omnto, nel progetto di Sinistra Europea) una sponda politica con la quale costruire una comune gestione del partito, mutandone gli orientamenti di fondo (magari assecondandone alcune spinte, vedi la SE) nella convinzione che il progetto, alternativo alla SE (ma non all'unità della sinistra e soprattutto dei comunisti ) di un partito comunista autonomo e con basi di massa, in questa fase storica, non sia un'ipotesi perseguible ( su questo motivo di fondo, d'altra parte, si è consuata la rottura con l'area dell'Ernesto, rendendo evidenti le divergenze sulle prospettive politiche di medio-lungo termine).

  9. #9
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    Sinceramente non vedo questo patrimonio del PRC...

    Citazione Originariamente Scritto da Myrddin-Merlino Visualizza Messaggio
    Il risultato elettorale negativo del nostro Partito alle elezioni amministrative (veramente inaspettato?!) può trovare diverse chiavi di lettura e può farne scaturire, quindi, ricette risolutive diverse.
    Comunque questa è la parte che più mi ha colpito.
    Inaspettato il crollo del partito???
    Inoltre la chiave di lettura è una sola,che sempre meno credono in questo progetto che di comunista non ha avuto mai niente,nemmeno nella alla sua fondazione.Ora come ora mi fa ribrezzo anche chiamarli socialdemocratici.

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da Krissss Visualizza Messaggio
    Sinceramente non vedo questo patrimonio del PRC...



    Comunque questa è la parte che più mi ha colpito.
    Inaspettato il crollo del partito???
    Inoltre la chiave di lettura è una sola,che sempre meno credono in questo progetto che di comunista non ha avuto mai niente,nemmeno nella alla sua fondazione.Ora come ora mi fa ribrezzo anche chiamarli socialdemocratici.
    A me fa ribrezzo leggere messaggi come questi, di un gradasso da tastiera che non sa neanche capire il significato dell'espressione "veramente inaspettato?!) ", dove il punto interrogativo esclamativo significa giudizio dubitativo.

    Se non sei neppur ein grado di capire quel che leggi, che cazzo giudichi a fare?
    Vai a nasconderti, provocatore.
    Myrddin

 

 
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