Compagne e ai Compagni
Ai Circoli PRC
Ai rappresentanti politici ed istituzionali ad ogni livello
A Liberazione
Scopro dai giornali l’attacco portato al mio circolo e a me dai dirigenti ai vari livelli del mio partito e quel che provo non è più rabbia, solo tristezza. Tristezza per l’autolesionismo con cui qualcuno tenta di amputare via i vecchi, fedeli compagni per sostituirli con le protesi dei nuovi amici.
Ma poi ritorna l’indignazione, se ripenso alle ragioni per le quali Rifondazione Comunista era nata: la volontà di mettere insieme, concretamente, senza negare la ricchezza delle diversità, storie e provenienze molteplici, ma con il comun denominatore dell’antagonismo alla guerra, allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e sulla natura, al dominio del capitale e del mercato sui territori e sul mondo.
Poi è partita l’avventura governativa, fino all’epilogo, con l’entrata esplicita di nostri rappresentanti al governo e alla presidenza della Camera : un passo a cui molti di noi erano contrari, ma che venne fatto digerire ai più con la giustificazione di provare ad incidere dall’interno su un sistema altrimenti inespugnabile. Così si andò all’attacco muniti di “paletti” programmatici che caddero strada facendo, senza neanche far rumore , sugli spessi tappeti delle stanze del potere. Da antagonisti al sistema a succubi del “governo amico”, fino a votare i crediti di guerra, insieme ai dodici famigerati punti che, in un colpo solo, hanno spazzato via le promesse elettorali, e vanificato le speranze di molti in un mondo diverso davvero possibile e praticabile anche a livello istituzionale.
Perché la trasformazione sia completa, restano però alcuni fastidiosi inciampi: quella classe operaia che non è ancora disposta a vivere di precariato o a morire usurata nelle fabbriche del capitale e nei cantieri delle grandi opere; e quei territori e quelle popolazioni che mai accetteranno di diventare popoli di troppo e invivibili corridoi per le merci e le guerre del mercato globale; e quanti pensano che “liberazione” non sia solo il titolo di un giornale sempre più spento, ma pratica quotidiana di affrancamento sociale, messaggio e legame concreto tra gli oppressi di tutto il mondo.
Ecco i nostri punti di riferimento in una battaglia che continueremo e intensificheremo, alla quale Compagne e Compagni , vi chiamiamo esplicitamente: non facciamoci liquidare da dirigenze inette e arroganti, che non ci rappresentano e ci isolano dal corpo vivo delle lotte, abbandonandoci nelle mani del partito trasversale degli affari, quello sì sempre uguale a se stesso, inalberi esso l’arroganza aperta di Berlusconi o la finta bonomia di Prodi.
Se non vogliamo trovarci modificati transgenicamente, dobbiamo reagire subito, uscendo dal silenzio e coordinandoci, prima che un congresso-farsa spazzi via, insieme alle storie individuali di noi tutti, anche la memoria collettiva che diede agli sfruttati speranza e forza di ribellarsi agli sfruttatori.
Ringraziamo i tanti compagni che ci hanno dato appoggio e solidarietà.
Al segretario provinciale, diretto firmatario dell’anatema contro di noi, e a coloro che a livello regionale e nazionale lo hanno ispirato, una sola risposta: rimandiamo ai mittenti le accuse di fariseismo nonché di “debolezza politica e progettuale pericolosa”, che farebbe passare la logica del”tanto peggio tanto meglio”: è l’asfissìa del palazzo che ottunde in loro il senso della vita vera, del reale bene comune, portando al tanto peggio per i lavoratori e gli oppressi e al tanto meglio per gli oppressori.
Ecco, la tristezza è passata, torna a fiammeggiare una sana arrabbiatura. Un abbraccio.
Nicoletta Dosio, segretaria del Circolo PRC di Bussoleno-Valle di Susa
Tav, Prc scarica i comitati
Gianni Favaro, segretario di Rifondazione: «Chi denigra gli amministratori o il suo portavoce lo fa per lacerare il movimento»
MAURIZIO TROPEANO
TORINO
«Chi, attraverso i mezzi d’informazione o attraverso documenti o volantini critica, denigra la conferenza dei sindaci o il suo portavoce lo fa con l’intento di dividere e lacerare il movimento»,. Rifondazione comunista scarica la segretaria della sezione di Bussoleno e nel braccio di ferro tra conferenza dei sindaci e comitati spontanei si schiera, decisamente, a fianco dei primi cittadini e del loro portavoce, Antonio Ferrentino, presidente della comunità Montana della Bassa Valle e della loro scelta di continuare il dialogo con il governo e il lavoro all’interno dell’Osservatorio.
Il comunicato lo firma il segretario provinciale, Gianni Favaro, ma è stato condiviso con i massimi vertici regionali e nazionali del partito. Una presa di posizione che acquista un significato politico particolare nel giorno un cui al sindaco di Venaus, Nilo Durbiano, è arrivata una lettera con minacce e insulti. La frattura tra i sindaci e i comitati si è accentuata dopo il volantino della sezione Prc di Bussoleno che attacca il documento della conferenza dei sindaci. La loro scelta è paragonata a «Ponzio Pilato che se ne lavò le mani e Cristo finì sulla croce». Il questo caso a finire sulla croce sarebbero gli abitanti della Valsusa condannati dal passaggio della Torino-Lione. Dosio contesta il fatto che in quel documento «il no ora e sempre a qualsiasi ipotesi di tunnel e di tracciato compare una frase da Azzeccagarbugli».
Per Favaro, invece, non è così e spiega che «posizioni “farisee” esteticamente pure e dure nascondono in realtà una debolezza politica e progettuale molto pericolosa: tanto peggio tanto meglio». Rifondazione di Torino non ha cambiato idea sull’inutilità dell’opera e si ribadisce la contrarietà alla Tav ma si giudica molto positivo il fatto «che l’Osservatorio abbia assunto la tesi, che le amministrazioni locali sostenevano inascoltate da anni, della pericolosità del progetto per la salute degli abitanti».
L’intervento di Rifondazione rafforza la posizione dei sindaci e il percorso da loro scelto nel confronto con il governo: partecipazione all’Osservatorio e convocazione di un tavolo politico dopo la conclusione dell’esame del terzo punto. La scelta di presentare un dossier per chiedere i finanziamenti all’Ue è fatta in modo autonomo dal governo e non impegna gli amministratori. Intanto ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Fabio Gobbo, dopo la visita alla discenderia di Modane ha spiegato che «il governo assicura la disponibilità economica a coprire la spesa per la realizzazione della Tav».