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  1. #21
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    Citazione Originariamente Scritto da Bastiacciu vivu Visualizza Messaggio
    Sul sito di FN continua a non esserci un cazzo.
    Perchè bisogna occuparsi di affari di "altri"...
    Comunque FN continua per la sua strada e aspetterà l'evoluzione degli
    eventi.
    NIHIL DIFFICILE VOLENTI

  2. #22
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    FN deve dire chiaramente se approva o meno quello che fa la Floriani, senza mezze parole o discorsi ambigui come quelli sulla CdL. O la si manda a fanculo e sicontinua da soli oppure si continua a dare il culo in cambio del nulla e con sputtamnamento al seguito. Io non ci sto più. Se non ci sarà chiarezza trarrò le mie conseguenze.

  3. #23
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    La chiarezza in Fn manca da quando è morto Massimino, dubito che ritorni oggi...

  4. #24
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    Citazione Originariamente Scritto da thule1919 Visualizza Messaggio

    Tratto da www.ladestra.info

    «Dimenticata la lite su mio nonno, mi ha convinta con una lettera»
    Alessandra Mussolini (Lapresse)
    ROMA - Onorevole Alessandra Mussolini, gira una strana voce.
    «Senta, nella politica italiana ne girano così tante che…».
    Ma questa riguarda lei.
    «Ah sì?».
    Sì. Dicono che lei abbia fatto la pace con Gianfranco Fini.
    «Eh…»
    È vero o no?
    «Vede, poiché io e Gianfranco siamo entrambi del Capricorno, è chiaro che noi non ci limitiamo a fare pace. Di più. Tra noi, come dire? scoppia la pace».
    Insomma, la voce era giusta. Vi siete ritrovati.
    «Diciamo che, politicamente, abbiamo ritrovato un’intesa assai profonda».
    Com’è successo?
    «Vede, per spiegarlo, dovrei raccontare un fatto piuttosto privato e…».
    Se può…
    «Dobbiamo tornare indietro di un anno e mezzo, al febbraio del 2006, quando morì mio padre Romano. Ebbene, in quei giorni tremendi, Gianfranco mi scrisse una lettera».
    Prosegua, onorevole.
    «Una lettera speciale. Sono stata dodici anni dentro An e so, per certo, che Gianfranco non ne scrive. Mai. Per me, però, fece un’eccezione. Tra l’altro, è una lettera di quelle che si usava scrivere un tempo. Scritta a mano, con la penna. E dentro…».
    Dentro?
    «Beh, toccò dei punti che… ecco, direi che quelle parole di Gianfranco hanno lavorato, negli ultimi mesi, nel mio cuore e nella mia mente. In più, ci aggiunga poi i militanti».
    Che fanno i militanti?
    «Ogni volta che ne incontro uno, dopo un po’ è lì che mi dice: forza, Alessandra, con Gianfranco dovete tornare a fare un fronte comune ».
    Che fronte sarà?
    «Le dico: sia chiaro che io resto con il mio piccolo, potente partito di Azione sociale. Poi però ammetto di aver apprezzato molto alcuni ragionamenti fatti, recentemente, da Gianfranco ».
    Tipo?
    «Mi piacciono le sue posizioni sulla droga, sull’immigrazione, sulla sicurezza. Mi piace questa sua idea di una federazione del centrodestra. Ela lealtà che dimostra a Silvio Berlusconi. In più, poi, mi piace, anche e soprattutto, la battaglia che sta facendo per il referendum sulla legge elettorale».
    Lei è favorevole?
    «Assolutamente sì».
    Lei litigò con Fini e uscì da An nel novembre del 2003.
    «Quando Gianfranco, in Israele, disse cose brutte nei confronti di mio nonno».
    Fini prese le distanze dalla Repubblica di Salò e dal fascismo, rivedendo, sostanzialmente, il giudizio su Benito Mussolini. Suo nonno, appunto.
    «Io reagii d’istinto. Con la pancia. E andai via sbattendo la porta».
    Pochi mesi dopo, fondò il suo partito.
    «Alle europee fui subito eletta eurodeputata, incarico che ancora ricopro. Poi, con il cartello di Alternativa sociale, alle regionale del 2005 ci presentammo, fuori dai poli, in tutta Italia. Io, nel Lazio, addirittura mi candidai alla presidenza e perciò…».
    Arriviamo al cosiddetto Laziogate.
    «Arriviamo a Storace. Faccia subito i nomi e i cognomi».
    Francesco Storace.
    «Ecco, appunto. È accusato di hackeraggio informatico ai miei danni, e quello, mi creda, pensavo potesse essere il punto più basso mai raggiunto da Storace. Invece…».
    S’è dimesso da An.
    «No, non s’è dimesso e basta: non la faccia così facile. Non se ne è andato dal partito per un motivo qualsiasi, non ha agito d’istinto, come me».
    Storace dice che…
    «Mi dia retta: si è fatto i suoi bei calcoli, ha agito a freddo, è stato lucido, cinico. Lui sì che ha tradito».
    Storace è al suo bacino di voti, che mira, onorevole Mussolini.
    «Ah ah ah!…ma dove va? Si schianterà. Politicamente farà un tonfo che lo sentiranno pure… Senta, io Storace lo conosco bene».
    Racconti.
    «Nel 1992, quando entrai nel Msi, Fini me lo mise dietro come addetto stampa. Quindi, come dire, io l’ho visto crescere, Starace…».
    Storace.
    «Sì, certo: perché, scusi, come ho detto? Comunque, poi di strada ne ha fatta. Borbottava e lavorava, lavorava e borbottava. Faceva le sue correnti e però grazie ad An è diventato presidente della Regione Lazio, e poi ministro per la Salute, e poi ancora, un anno fa, Fini ha voluto che fosse addirittura capolista di An al Senato… E lui, Storace, come ripaga? Mah, dal punto di vista umano, davvero una vergogna».
    Onorevole Mussolini, ora che si riavvicina politicamente ad An, qual è il rapporto con gli altri leader? Ad esempio, i rapporti con Alemanno come sono?
    «Diciamo che mi fa piacere abbia preso, per tempo, le distanze da Storace».
    Gasparri?
    «Senta, facciamo prima: lei vuol sapere il nome di uno che non sopporto? ».
    Beh…
    «Selva, Gustavo Selva. La bravata di farsi trasportare a bordo di un’ambulanza per arrivare prima negli studi di una televisione è uno schifo. Scriva così: una schifo ».
    E con le donne di An? Con la Santanché, con la Perina, con…
    «Guardi, quando ero in Parlamento, io sono sempre andata d’accordo con tutte le donne della politica italiana. Insieme abbiamo fatto mille battaglie per tutelare la figura femminile ».
    Lei passa per essere una molto attenta ai problemi delle donne. Suo nonno Benito, invece, pensava che le donne dovessero soltanto cucinare, fare figli e…
    «Eh…».
    Cosa?
    «Erano altri tempi, forza».
    Fini le ha detto che vuole candidarsi a fare il sindaco di Roma?
    «No. Ma per me Fini sarebbe un candidato ideale».
    E lei, onorevole? A cosa intende candidarsi?
    «Prima o poi bisognerà rieleggere il sindaco di Napoli…».
    CAZZO CHE NOTIZIONA!!!! E CHI SE LO ASPETTAVA????

  5. #25
    Amerigo Dumini
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    Predefinito Nessuna presa di distanze da parte di Fiore, Rauti e Rossi?

    Ma Azione Sociale non fa parte di Alternativa Sociale che, recentemente, ha cambiato nome e che comprende Forza Nuova, MIS con Rauti ed i Volontari Nazionali? Bè, questa coalizioncina s'è dissolta come neve al sole?
    Nessuna presa di distanze da parte di Fiore, Rauti e Rossi?

  6. #26
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  7. #27
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  8. #28
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    Predefinito chissà che ne pensa la Mussolini di Alemanno...

    Articolo tratto da La Stampa del 12 - 07 - 2007

    QUEST’ESTATE VADO IN UN KIBBUTZ
    Che cosa unisce il leader della destra sociale Gianni Alemanno a Tony Negri, «cattivo maestro» dell’Autonomia operaia, filosofo marxista, intellettuale radical e provocatorio apprezzato in Francia e negli Stati Uniti? La storia li divide ma li accomuna la passione trasversale per i kibbutzim, le cooperative agricole autogestite che hanno tenuto a battesimo lo Stato d’Israele e oggi rappresentano il tre per cento della popolazione. L’ex ministro dell’agricoltura di Alleanza Nazionale se n’è invaghito due anni fa durante una visita ufficiale in Terra Santa («la ricerca dell’identità, il rapporto con il territorio e il rispetto delle origini erano già patrimonio dei movimenti di destra degli anni Settanta»): a ottobre tornerà con una decina dei suoi ragazzi per uno scambio culturale promosso dalla fondazione Nuova Italia. Per l’autore di «Empire» invece, si tratta di un vecchio amore: «Sono diventato comunista in Israele nel kibbutz Nahshonim, vicino Petah Tikva», ha raccontato Toni Negri la settimana scorsa, ospite dell’Istituto Spinoza di Gerusalemme. Al tempo aveva vent’anni, studiava «Il Capitale», la rivoluzione era la cifra del mondo: molte cose sono cambiate da allora ma non il piacere di trascorrere una settimana in kibbutz. Mentre la gauche israeliana, dall’ex presidente del parlamento Avrahm Burg al fondatore di «Peace Now» Dror Etkes, celebra il requiem del sionismo socialista del secolo scorso, le ali estreme della politica italiana scoprono o riscoprono l’esperienza pionieristica e comunitaria dei padri fondatori d’Israele. Nessuno dei duecentosettanta kibbutzim disseminati nel Paese è più «l’impresa sociale basata sull’economia redistributiva» dell’ideale collettivista che lo animava ieri. La proprietà privata è un tabù ormai superato: l’ultima a capitolare in ordine di tempo è stata la cooperativa di Ha’on, sul lago di Tiberiade, venduta un paio di giorni fa a un esterno per essere trasformata in un residence. Eppure, ogni anno, soprattutto d’estate, dai sei ai diecimila giovani italiani, europei, americani, australiani, sognatori oppure no, vengono a lavorare in kibbutz per qualche mese. Ci sono anche «volontari» più maturi, che di solito si fermano un po’ meno. La tensione della Seconda Intifada aveva ridotto notevolmente la richiesta, ma dal 2005 il flusso è ripreso a pieno ritmo e le prenotazioni superano di gran lunga la disponibilità. Che cosa trovano gli stranieri nel kibbutz che non seduce più come un tempo gli israeliani? L’esperienza della vita in comune non basta a spiegare una lista di ospiti che comprende migliaia di diciottenni adrenalinici, politici di destra e di sinistra orfani d’ideali, ma anche attrici note come Debra Winger e Sigourney Weaver, il cantante Simon Le Bon dei Duran Duran, il comico americano Jerry Seinfeld. Nei kibbutzim di oggi c’è di tutto. Vacanze alternative da otto ore di lavoro al giorno in serra, relax in piscina, sofisticati centri di bellezza, seminari d’utopia. Con 700 schekel, circa 130 euro, si vive una settimana in bed&breakfast a Ha Nasi nel Golan, le alture siriane occupate da Israele dopo la guerra del ‘67: passeggiate tra boschi e antiche rovine, degustazioni di vino Yarden e la vertigine di esplorare una terra che già domani potrebbe essere altra, ridefinita da confini diversi, moneta di scambio per la pace con Damasco.
    Sempre a nord, nella Galilea occidentale, a pochi chilometri dalla frontiera libanese, c’è la comunità agricola di Mitzpe Hilla, dove Noam Shalil e la moglie gestiscono un piccolo agriturismo in attesa che Hamas rilasci il figlio, il soldato Gilad, rapito a Gaza oltre un anno fa. A Mizra invece, una comunità di duecento famiglie tra Nazareth e Afula, una delle prime insediate negli anni Venti, s’incontra una delle mille contraddizioni d’Israele: accanto ai vialetti da campus americano, le biciclette, la spa, la mensa a base dei prodotti coltivati in loco, c’è un’enorme fattoria di maiali e un supermercato specializzato in salami suini, bacon, costarelle e bistecche non kosher, per un totale di 150 tonnellate di carne al mese. Una sfida alla volontà rabbinica? Tutt’altro. Nel pieno rispetto delle regole gastronomiche della Torah il kibbutz Mizra alleva i maiali su una piattaforma di legno in modo che non tocchino il suolo ebraico e non violino la legge nazionale. Lavorativa o rilassante che sia, il boom della vacanza in kibbutz risponde più al desiderio di una parentesi di nostalgia che a un trend modaiolo. Per gli stranieri che arrivano - Gianni Alemanno, Tony Negri, uno studente idealista e spiantato o Debra Winger - come per gli israeliani che li ospitano, fingendo d’essere i pionieri di un secolo fa, lontani dai muri e dai conflitti permanenti. C’è un sito internet in inglese (www.kibbutzreloaded.com) dove chi si è incontrato lì, nella comunità agricola, può ritrovarsi a distanza. Perché tutti in kibbutz condividono l’esperienza e si chiamano per nome quasi che la semplicità fosse naturale. Poi, al termine del soggiorno, una settimana o due anni, svaniscono nella meoria, come qualcosa perduto molto tempo prima.

    FRANCESCA PACI - CORRISPONDENTE DA GERUSALEMME


    Copyright ©2007 La Stampa

  9. #29
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    potente partito?

  10. #30
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    Citazione Originariamente Scritto da delmo Visualizza Messaggio
    ...
    Finiscila!No?
    Ma a chi volete prendere in giro,ti ricordo che il tuo capo ogni 3x2 fa
    comunicati in favore dell'alleanza cidiellina ed ora non vede
    l'ora di rietrare a pièmani nel "grande partito dei trombati aennini"...

    Contento tu...

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