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  1. #1
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    Predefinito Garibaldi, organizzazione militare, democrazia

    Quando avevo fatto il servitio militare (Alpini, Bigata Orobica), decine di anni fa, mi domandavo come mai tra le diverse forze militari (ognuna con la sua storia, glorie, e miti) non ci fosse quella dei Garibaldini.
    Il bersagliere "ha cento penne", l'alpino "ne ha una sola". L'unico che non c'e, e' anche l'unico che ha fatto qualcosa: il garibaldino.

    Oggi l'idea di unificare l'Italia puo' sembrare anche strana. Occorre considerare per altro che all'epoca e da trecento anni vari spagnoli francesi ed austriaci, la facevano da padrone. La cosa dava francamente fastidio. Per ottenere l'indipendenza era indispensabile l'unita' (che comunque i piu' seri e convinti la volevano democratica e federalista. Anche Garibaldi).

    Ecco la ragione del fatto che tanti (e soprattutto da provincie come Bergamo o Brescia) partivano, lasciando botteghe, officine, cantieri, studi professionistici, impegni "improrogabili" di lavoro, mogli e figli, e si imbarcavano a Quarto, sul "Piemonte" e sul "Lombardo" (il nome dei due battelli).
    Con Garibaldi.

    Gente qualsiasi, certamente, ma con lo schioppo in spalle.

    Dove e' finito questo schioppo?
    Me lo domandavo quando facevo l'alpino.
    Come mai hanno sciolto e disperso l'arma dei garibaldini?

    Garibaldi a Caprerera (arresti domiciliari, di fatto), Bixio morto di colera in malesia (ma cosa ci era andato a fare? Il pirata? . . . ma come mai non gli hanno garantito, un posticino nell'esercito? Non dico l'auto blu)

    L'occasione del bicentenario mi pare opportuna per qualche riflessione a cui le caste al potere cercheranno di certo di non indurci: l'aspetto militare.

    In sostanza e sintesi: dove e' finito lo schioppo dei nostri avi garibaldini?
    Dove sono finiti i garibaldini stessi?

    = = =

    Ora mi pare che la vita e le imprese di Garibaldi dimostrino alcune leggi (forse generali, magari "universali"!) del vivere e delle societa':

    1) I cittadini armati rappresentano una forza difficile da contrastare, da altre forze armate organizzate diversamente (professionisti -funzionari statali - mercenari).

    2) I cittadini armati, anche autonomamente (i Garibaldini) e senza gli strumenti della disciplina militare "formale", pongono ricchissimi elementi di riflessione dal punto di vista della democrazia. Infatti una organizzazione militare di quel tipo (come per esempio qui in svizzera, dove risiedo) esige strumenti sofisticati di democrazia. Il popolo armato, anche se solo di armi leggere, da un lato impone strumenti di democrazia dall'altro li esige.

    3) Nonostate la efficacia indubitabile di questo strumento, alle "Caste" al potere non va ne' il popolo armato ne' la democrazia (indispensabile per gestirlo).

    4) Le caste al potere si affrettano a disarmare i cittadini ed a sciogliere le loro organizzazioni militari "spontanee".
    (Ecco come mai non ho potuto prestare il mio servizio mitare presso i "Garibaldini" . . . organizzazione militare vincente, ma sconveniete . . . forse per alcuni: TERRIFICANTE !).

    Insomma: con la scusa dei 200 anni di Garibaldi, propongo di discutere delle evidenti e forti relazioni esistenti tra organizzazione militare e forme della democrazia.
    (E so bene che a lui piacerebbe molto essere commemorato con questo tipo di riflessione).

    = = =
    Vivo in svizzera.
    So bene che il vicino di casa ha nell'armadio o in cantina un grosso fucile mitragliatore con tanto di proiettili.

    E' un cittadino armato. Anche in quanto tale, 'e rispettato.
    Da Chiasso a Basilea sono tutti armati.
    Le armi leggere sono nelle case, non nelle caserme. Attenzione!

    Questa forma di organizzazione militare e' molto "Garibaldina", ed e' infatti democratica: esige la democrazia per esistere.

    Anche grazie a queste armi, i cittadini qui vengono ascoltati e rispettati dai politici di qui ben di piu' di quanto lo si sia noi in Italia.

  2. #2
    L'Italia nn esiste
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    io so solo che i garibaldini del nord si sono imbarcati perchè pagati per rompere i coglioni al sud italia.
    poi è ovvio che garibaldi fosse solo uno strumento , un utile idiota nelle mani dei savoia

  3. #3
    l'occasione fa l'uomo italiano
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    non c'è dialogo. Nord da una parte sud dall'altra e muri di otto metri.

  4. #4
    a mia insaputa
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    Citazione Originariamente Scritto da LeoZaquini
    Quando avevo fatto il servitio militare (Alpini, Bigata Orobica), decine di anni fa, mi domandavo come mai tra le diverse forze militari (ognuna con la sua storia, glorie, e miti) non ci fosse quella dei Garibaldini.
    Forse perchè non erano militari...


    Il bersagliere "ha cento penne", l'alpino "ne ha una sola". L'unico che non c'e, e' anche l'unico che ha fatto qualcosa: il garibaldino.
    opinabile.. Mi viene in mente solo il Volturno è anche lì è tutto dire..
    La bibliografia in merito è quasi sterminata..
    Un' organizzazione veramente militare che ha veramente fatto qualcosa in merito?
    Le marine USA e britannica; oppure i carabinieri...
    Cosa? Atti di terrorismo internazionale.


    Oggi l'idea di unificare l'Italia puo' sembrare anche strana. Occorre considerare per altro che all'epoca e da trecento anni vari spagnoli francesi ed austriaci, la facevano da padrone. La cosa dava francamente fastidio. Per ottenere l'indipendenza era indispensabile l'unita' (che comunque i piu' seri e convinti la volevano democratica e federalista. Anche Garibaldi).
    Come possa nascere il "federalismo democratico" da un atto di terrorismo internazionale, proprio non riesco a spiegarmelo..


    Ecco la ragione del fatto che tanti (e soprattutto da provincie come Bergamo o Brescia) partivano, lasciando botteghe, officine, cantieri, studi professionistici, impegni "improrogabili" di lavoro, mogli e figli, e si imbarcavano a Quarto, sul "Piemonte" e sul "Lombardo" (il nome dei due battelli).
    Con Garibaldi.
    Gente qualsiasi, certamente, ma con lo schioppo in spalle.
    Tanti non sono mai partiti..
    Tanti lo hanno mollato ben prima dell'approdo (incagliamento) finale..


    Dove e' finito questo schioppo?
    Me lo domandavo quando facevo l'alpino.
    Come mai hanno sciolto e disperso l'arma dei garibaldini?
    L'arma dei garibaldini?? Cos'è? Un test di ammissione all'asilo? Candid camera..?


    Garibaldi a Caprerera (arresti domiciliari, di fatto), Bixio morto di colera in malesia (ma cosa ci era andato a fare? Il pirata? . . . ma come mai non gli hanno garantito, un posticino nell'esercito? Non dico l'auto blu)
    Perchè erano già malmessi per conto loro.. ?


    L'occasione del bicentenario mi pare opportuna per qualche riflessione a cui le caste al potere cercheranno di certo di non indurci: l'aspetto militare.

    In sostanza e sintesi: dove e' finito lo schioppo dei nostri avi garibaldini?
    Dove sono finiti i garibaldini stessi?
    Sotto terra.. mi pare evidente..


    Ora mi pare che la vita e le imprese di Garibaldi dimostrino alcune leggi (forse generali, magari "universali"!) del vivere e delle societa':

    1) I cittadini armati rappresentano una forza difficile da contrastare, da altre forze armate organizzate diversamente (professionisti -funzionari statali - mercenari).
    indubbiamente.. Si chiama guerriglia, se vogliamo.

    2) I cittadini armati, anche autonomamente (i Garibaldini) e senza gli strumenti della disciplina militare "formale", pongono ricchissimi elementi di riflessione dal punto di vista della democrazia. Infatti una organizzazione militare di quel tipo (come per esempio qui in svizzera, dove risiedo) esige strumenti sofisticati di democrazia. Il popolo armato, anche se solo di armi leggere, da un lato impone strumenti di democrazia dall'altro li esige.
    Primo fra tutti il rispetto vincolante delle opinioni e dei diritti altrui.


    3) Nonostate la efficacia indubitabile di questo strumento, alle "Caste" al potere non va ne' il popolo armato ne' la democrazia (indispensabile per gestirlo).
    Si chiama Stato nazionale uno e indivisibile..


    4) Le caste al potere si affrettano a disarmare i cittadini ed a sciogliere le loro organizzazioni militari "spontanee".
    (Ecco come mai non ho potuto prestare il mio servizio mitare presso i "Garibaldini" . . . organizzazione militare vincente, ma sconveniete . . . forse per alcuni: TERRIFICANTE !).
    Un migliaio di fessi pilotati dai burattiani per fare da testimonial ad un pastrocchio quale fu l'unità, tutto possono essere definiti meno che un'organizzazione militare.
    Meno che mai vincente..
    Quanto al "TERRIFICANTE", il secondo incagliamento rende l'idea di quanto tragicomicamente fantozziana fosse tutta la farsa in corso d'opera..

    Insomma: con la scusa dei 200 anni di Garibaldi, propongo di discutere delle evidenti e forti relazioni esistenti tra organizzazione militare e forme della democrazia.
    (E so bene che a lui piacerebbe molto essere commemorato con questo tipo di riflessione
    QUOTO ogni singola sillaba..

    Vivo in svizzera..[...]...Questa forma di organizzazione militare e' molto "Garibaldina", ed e' infatti democratica: esige la democrazia per esistere.
    Anche grazie a queste armi, i cittadini qui vengono ascoltati e rispettati dai politici di qui ben di piu' di quanto lo si sia noi in Italia.
    L'organizzazzione "militare" svizzera tutto può dirsi fuorchè "garibaldina". Per il semplice motivo che lo svizzero armato difende la sua terra. Non parte per andare ad imporre ad altri le sue ideologie mediante atti di terrorismo.
    Mentre gli svizzeri sono molto più affini a quelle popolazioni che, i garibaldini, li hanno presi a calci nelle palle, vedi i lombardoveneti a Vezza d'Oglio,i tirolesi, Beneventano in sicilia e quant'altro..


    Se vedòm!
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  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da semipadano Visualizza Messaggio
    non c'è dialogo. Nord da una parte sud dall'altra e muri di otto metri.

    appunto, solo che il nord tramite i savoia ha invaso il sud,ed anche alcuni stati del nord ovviamente

  6. #6
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    risposta per LeoZaquini
    Sono comandante di batteria "Ariete" in congedo, con simpatia per gli alpini, iscritto all'ANA come aggregato.
    Talune tue deduzioni (non quelle "garibaldine" ma altre) sono state presentate come interrogativo filosofico a taluni generali in servizio ed in congedo (non italiani ovviamente). Così par di capire da notizie percepite attraverso i mass-media.

    Tu scrivi dalla Svizzera ove vige un sistema di difesa che prevede costituzionalmente meccanismi di richiamo diversi da quelli italiani.

    I meccanismi italiani fin dall'epoca garibaldina, vedono con diffidenza le forze armate di popolo, ipotizzandole come "golpiste" e fasciste per definizione.

    Se in Svizzera le tue perplessità sono legittimate dalla costituzione locale, in Italia le stesse perplessità producono pene da 20 anni in su per "cospirazione" contro lo stato.
    Prova ne sia il "Tanko di S. Marco" che pur impossibilitato a sparare ha prodotto le sembianze di una "cospirazione militare" tanto da produrre condanne lunghissime ai protagonisti.
    Fu poco più che una goliardata, ma lo Stato Italiano interpreta tali azioni come punibili con pene superiori ai 20 anni.

    Logico dunque che nessuno in Italia si sogni minimamente di imbracciare lo schioppo per rivendicare democrazia. E' infatti assiomatico e sancito da accordi nazionali ed internazionali che quella italiana è una democrazia.
    Logico che chi ritenga che questa NON sia una democrazia venga perseguito come "antidemocratico".

    Evidentemente la Svizzera, secondo questo ragionamento, NON è una democrazia e tu risiedi in uno stato "militarista" ed antidemocratico.

    Noi invece, più fortunati, risediamo in uno stato pacifista e democratico, governato da legittimi rappresentanti del popolo liberamente eletti con libere elezioni.
    Dunque non si capisce perchè tu dalla antidemocratica Svizzera ci vieni a suggerire quesiti che puzzano troppo di antidemocratico.

    La nostra, qui in Italia, è una "democrazia delegata". Ciò significa che noi, quando votiamo, deleghiamo altri a rappresentarci e quindi a decidere per noi anche quando eventualmente noi non fossimo d'accordo.
    La nostra è una vera "Democrazia" non come quella Svizzera.

    Speriamo che per sanare questo obrobrio che tu rappresenti, la Svizzera possa essere assorbita dall'Italia diventandone una Regione a statuto ordinario.

    Non sapevo proprio che in Europa ci fosse ancora qualche Stato così medioevale ed arretrato come la Svizzera!
    Strano che i cittadini svizzeri non si siano ancora ribellati!
    Qui in Italia non ci sogniamo assolutamente di ribellarci perchè non siamo mai stati bene come ora.
    Lavoriamo pochissimo, andiamo alle partite, ci divertiamo nelle discoteche, ci droghiamo con quale e quanta droga vogliamo. Abbiamo sessualità multiple (non solo due come in Svizzera) siamo orgogliosi di essere gay e transessuali.
    Partecipiamo a quiz e show televisivi.
    Questa sì che è vera vita. Perchè vui disturbare la nostra quiete ed il nostro sonno con interrogativi capziosi come i tuoi?

    Lasciaci alla nostra pace ed ai nostri spinelli quotidiani, perchè noi siamo contenti così.
    Non vedi come siamo tutti sorridenti sempre?
    ciao

  7. #7
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    Grazie montecristo per essere intervenuto.
    Apprezzo molto la partecipazione di un professinista alla discussione.

    Avrei qualche domanda ed anche qualche precisazione:

    Citazione Originariamente Scritto da montecristo2006 Visualizza Messaggio
    risposta per LeoZaquini
    . . .
    Talune tue deduzioni (non quelle "garibaldine" ma altre) sono state presentate come interrogativo filosofico a taluni generali in servizio ed in congedo (non italiani ovviamente). . . .
    MI piacerebbe sapere piu' in dettaglio quali siano le "altre deduzioni non garibaldine" che sarebbero state oggetto di riflessioni, addirittura "filosofiche".

    Io credo di avere parlato solo di Garibaldi e Garibaldini, e ho voluto fare un legame con il sistema militare svizzero, che prevede cittadini armati.
    = = =

    Su una cosa vedo che mi dai ragione:

    I meccanismi italiani fin dall'epoca garibaldina, vedono con diffidenza le forze armate di popolo, ipotizzandole come "golpiste" e fasciste per definizione.
    Credo sia verissimo. E non solo in Italia.

    Nei momenti cruciali, solo le "armate di popolo" riescono a combinare qualcosa.
    Poi pero' la Casta che si installa al potere provvede a disarmare i cittadini, piu' in fretta e piu' radicalmente che puo'.
    Fino a mettersi nelle mani di "Armate di professionisti" la cui propensione alla disfatta e' sistematicamente comprovada nei millenni.

    Il discutere di Garibaldi non entra nel merito, ed e' persino fuorviante se non si mette in rilievo che lui era a capo di una "armata di popolo" e che questa e' stata poi sciolta.

    Eccezione alla regola (regola generale) e' la Svizzera.
    Non so in quali paesi del mondo viva un sistema di difesa militare come quello svizzero. Credo nessuno
    E ritengo che in nessuno esista un sistema federale spinto come quello svizzero ed un sistema di democrazia diretta come quello Svizzero.

    Nutro il sospetto che le due cose siano legate e che un sistema di difesa cosi democratico da lasciare le armi leggere nelle case dei cittadini esiga un sistema di democrazia proporzionalto.

    E di questo ho proposto di discutere.
    Inoltre possiamo constatare che:

    a) Garibaldi si serviva solo di volontari, non professionisti: gente che chiudeva bottega per qualche tempo ed andava con lui a prestare servizio.

    b) Garibaldi era di idee fortemente democratiche, come in genere lo erano tutti i piu' convindi protagonisti del risorgimento. I quali erano anche in genere fortemente federalisti.

    (Basterebbe questo per giustificare un covinto: W Garibaldi.)


    Logico dunque che nessuno in Italia si sogni minimamente di imbracciare lo schioppo per rivendicare democrazia.
    Qui devo fare una precisazione, in quanto ho come la sensazione di essere stato frainteso: non propongo nemmeno io di "imbracciare lo schioppo per rivendicare democrazia".

    Forse sbaglio, ma per difendere la democrazia (che in Italia 'e assolutamente insufficiente e quel po' che c'e', e' in pericolo) penso serva creare forti movimenti popolari.
    Del tutto democratici. Per esempio: almeno piu' democratici dei partiti (che democratici non sono affatto).

    Ma ritengo giusto che una democrazia debba poi decidere (democraticamente) forme di organizzazione militari democratiche come quelle che vedo qui in Svizzera e come quelle su cui si basava Garibaldi.

    Constato che uno stato (come quello Svizzero per esempio) che concede ai cittadini sia la dichiarazione delle imposte (senza prelievo alla fonte, mai, per nessuno) e le armi leggere nelle case, poi e' piu' democratico di altri.

    Le cose sono evidentemente legate.

    = = =

    E' infatti assiomatico e sancito da accordi nazionali ed internazionali che quella italiana è una democrazia.
    Logico che chi ritenga che questa NON sia una democrazia venga perseguito come "antidemocratico".

    . . .
    Non vedi come siamo tutti sorridenti sempre?
    ciao


    Pensando al mio paese, divento divento sorridente ed allegro anche io.

    Inoltre la tua nozione di "Democrazia assiomatica" e' veramente lucida.

    Ciao.

  8. #8
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    sto leggendo le tue considerazioni che ho copiato in word per analizzarle con più calma.
    la risopsta non sarebbe complicata se non fossimo in "ambiente pubblico".
    le dichiarazioni fatte in un sito seppure specialistico come POL sono pur sempre osservate anche da "addeti ai lavori" in base alle parole chiave che vi compaiono ( una sorta di Echelon).
    dunque penso che con un pò meno fretta ed irruenza inconsapevole potrò darti soddisfazione (secondo il mio modo di capire le cose) senza incorrere nelle ire funeste di osservatori esterni che producono in Italia spiacevoli incovenienti giudiziari.
    quello che tu hai toccato è un tema "che scotta" fin dai tempi di Garibaldi (ma forse fin dai tempi del Triuvirato di Pompeo Cesare e Silla)

    è lo stesso problema che fece sempre tenere le legioni fuori da Roma (salvo i pretoriani) o che, più recentemente, fece trasferire la Legion da Marsiglia in Corsica.

    E' il problema di chi non ha proprio la "coscienza a posto" sotto il profilo democratico.
    E' il problema di quel capoufficio che preferisce circondarsi di imbecilli (per emergere) piuttosto che addestrare uomini validi sotto di sè (potrebbero estrometterlo!!!).
    E' il problema di chi, sapendo di aver raggiunto posizioni di privilegio con l'iganno e la malversazione, teme la concorrenza di eventuali altri malversatori emergenti.

    E' il problema di tutti quei Don Rodrighi che preferiscono circondarsi di servi imbelli per mantenere le proprie posizioni.

    NON è invece il problema di quei Condottieri che vollero circondarsi degli uomini milgiori per poter cambiare la storia.

    E' infatti il problema di questo semplice e banale quesito:

    Meglio essere un "primus inter pares" di un popolo intelligente e preparato, oppure è meglio essere un "geniale" capo di mediocri concittadini offuscati dall'idiozia?

    E qualora i capi fossero delle emerite nullità come si potrebbe rendere ancor peggiore la popolazione per emergere come un genio sul mare dell'idiozia?

    Oggi vediamo che questo ultimo aspetto è applicato consentendo la diffusione capillare della droga o dell'inganno mass-mediatico per devastare anche quei cervelli eventalmente rimasti sani e poter lucrare un comodo potere remunerativo alla faccia degli inconsapevoli.
    ciao ora leggo meglio poi ti rispondo in modo non querelabile...ciao

  9. #9
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    per LeoZaquini

    Ho pensato di essere un po’ “prolisso” per essere esaustivo e soprattutto “non querelabile”.
    Penso utile che tu stampi quest mia risposta e la legga con calma come se fosse un articolo giornalistico od una lunga lettera i un amico.

    Cominciamo così.

    Grazie per il “professionista”!! Se sono un professionista come dici (in realtà sono solo un “buon dilettante”) non potevo non accorgermi che le tue affermazioni iniziali erano volte a suscitare attenzione sul problema della “gente”, sulla sua capacità di “azione”, facendo una similitudine con la vicenda Garibaldina.
    Però…
    - Non è possibile fare similitudini tattiche poiché sono diverse le condizioni storiche e quelle della popolazione. Ai tempi di Garibaldi c’era una “fame nera” e la gente sarebbe andata dappertutto pur di trovare un’occasione di riscatto (tant’è vero che poco più tardi intere popolazioni emigrarono nelle Americhe: “mama mia dammi cento lire che in America voglio andar…!!”
    - Garibaldi aveva maturato il fascino (talora immeritato) del Condottiero, ecco che dunque, secondo quanto ho detto prima “i migliori” (cioè i più intraprendenti) lo seguivano con entusiasmo, in contrapposizione a governanti mediocri, incapaci e privi i fascino.
    - Garibaldi agiva per conto terzi (Inghilterra che voleva lo zolfo siciliano) e non aveva minimamente l’idea di “liberare l’Italia”. Solo le circostanze occasionali generatesi produssero la storia che sappiamo, successivamente alterata a fini “patriottici”.
    - Dunque i Mille seguirono Garibaldi non per liberare l’Italia, ma per “fare il colpaccio” e dare una svolta alla loro propria vita. Furono i successivi e tardivi “Garibaldini di complemento” a diffondere l’idea di un disegno politico.
    - Se gli Inglesi non avessero scucito sterline sonanti per pagare i generali borbonici, Garibaldi non avrebbe avuto successo. I Borboni avevano fatto sgarbi commerciali agli Inglesi (affamati di zolfo per la polvere da sparo). Garibaldi fu utile sicario per i loro interessi. I Savoia ci si ritrovarono quasi per caso e se avessero tenuto conto della valutazione di Cattaneo, non si sarebbero mossi.
    - Dunque l’idea che quella di Garibaldi fosse stata una “armata di popolo che si sollevava” contro il dispotismo è una idea accessoria ed agiografica aggiunta a posteriori ( come spesso nella storia)

    Veniamo allora alle considerazioni successive della tua analisi.

    La tua principale curiosità è questa (se non capisco male) : Quando un popolo è oppresso può sollevarsi in una azione “armata”?
    Secondo quel che dice la storia e secondo quel che dice il Risorgimento ed anche la Resistenza “Sì”.
    Il problema attuale è capire se in questo periodo il popolo è oppresso oppure no e se i nostri governanti possano essere considerati dal popolo come oppressori oppure no.
    Se chiedessimo al popolo potremmo propendere verso l’idea di una effettiva oppressione. Ma questa oppressine sembrerebbe esercitata più dalle cosiddette “lobbies” che dai governanti. Secondo i governanti ovviamente stiamo vivendo nel miglior sistema democratico che potremmo mai sperare (malgrado qualche piccola sbavatura connessa alla democrazia).
    Poiché i governanti affermano di essere i legittimi rappresentanti della democrazia e dl popolo e poiché inoltre essi hanno gli strumenti per reprimere eventuali idee contrarie (reprimere ovviamente non con la forza, ma con la persuasione o con la emarginazione) ecco che la risposta che aspettavi è compiuta!

    Assurdo pensare ad una rivolta di popolo contro governanti legittimi e democratici.
    Si tratterebbe ora di verificare se effettivamente (nella realtà prtica) tali concetti di democrazia e di probità corrispondono al vero…..Ma qui si entra nel difficile perché il popolo come categoria NON è in grado di discernere le sottigliezze ed i bizantinismi del potere e percepisce solo quelle piccole angherie che toccano i singoli e non l’intera comunità.
    Dunque in questo momento il popolo NON percepisce di essere sottoposto ad angherie. I politici, suddivisi in due schieramenti di fondo (governo ed opposizione) tendono a strumentalizzare le proprie azioni non in funzione dell’interesse popolare (inteso come comunità unica) ma in funzione di una macroeconomia che coinvolge interessi identici a destra come a sinistra arrivando a frazionare il popolo in comunità economiche (non etniche come ai tempi di Garibaldi) parcellizzate su singoli problemi ed interessi corporativi di bottega.

    A tale situazione il popolo continua a reagire come nel ‘600 in Lombardia o come anche ai tempi di Garibaldi (“o Franza o Spagna, purchè se magna”).
    In questa visione sgretolata della componente sociale del popolo è evidente che una popolazione armata ed avvezza all’uso dello schioppo avrebbe più propensione per la rapina in banca che per la rivoluzione contro qualcuno..!!
    Inoltre data la ripetizione di flussi migratori interni od esterni, quelle che prima erano comunità locali con caratteristiche proprie ben codificabili, oggi sono una sorta i minestrone etnico senza né sapore né armonia sociale.
    Per cui è inimmaginabile una azione di gruppo da gruppi che non ci sono.

    Veniamo ai partiti.
    Qualche anno fa’ è stata emessa una sentenza (da parte di giudici di questa Repubblica Italiana) che dice sostanzialmente così (perdonami se cito a memoria, quindi con imprecisione): “un partito può avere una organizzazione interna verticistica e non democratica, poiché è una associazione privata. L’importante è che quando questo partito si presenta alle elezioni, segua le leggi ed i regolamenti elettorali che invece sono democratici”.

    Inoltre considera che i partiti in Italia NON hanno veste giuridica (cioè NON esistono). Sono solo associazioni private (come una ipotetica “Associazione per la diffusione delle farfalle del Madagascar” o come una ipotetica “Associazione per lo studio dello zucchero caramellato da budino” o come una ipotetica “Associazione per la degustazione del Refosco dal peduncolo rosso prodotto in Australia”).

    Non mi dilungo, ma credo che il problema della democrazia in Italia sia tutto qui. In Italia NON esiste la Democrazia così come definita sui vocabolari. La nostra democrazia ha subìto una pesante deriva per cui è diventata nei fatti una Oligarchia formata da una molteplicità di oligarchi. Nel frattempo il popolo si è diviso e frazionato al servizio di qualcuno di questi piccolo Oligachetti di periferia ed ecco terminata la mia analisi. A questo punto le risposte ai tuoi dubbi puoi tranquillamente darteli da solo, non ci sarà bisogno di scomodare nessun filosofo ulteriore.

    Commento: in Italia, recentemente siamo passati dai vituperati Gerarchi ai democratici Oligarchi. Questa situazione si ripete nella penisola da secoli. Quali opportunità di cambiamento? Ai posteri l’ardua sentenza!
    Invece per quanto riguarda la Svizzera, conosci l’origine della Svizzera?
    Sai che due colonne basilari dell’economia Svizzera non bancaria (intendo orologi e cioccolato) derivano da migrazioni di Piemontesi perseguitati dagli Oligarchi dei tempi andati per motivi religiosi? Ed analogamente l’afflusso nei territori svizzere di famiglie perseguitate ha prodotto l’attuale ordinamento giuridico svizzero?

    Diciamo che i migliori di noi emigrarono in Svizzera nella notte dei tempi e contribuirono a fare la Svizzera, dimenticandosi di paesi d’origine.
    Nei paesi d’origine sono rimasti coloro che hanno accettato l’ortodossia della Chiesa ed il servilismo vero il potere (venivano tempo addietro definiti “baciapile”, “codini”, “bigotti”) sono rimasti i Vandeani sempre pronti ad essere “deboli con i forti e forti con i deboli”.
    Ovvio che molti si buttarono con Garibaldi…visto che la Svizzera era ormai preclusa, dagli esodi precedenti.
    Ovvia l’idea di fondare anche qui una nostra Svizzera.

    Il problema è che però poi la storia segue percorsi diversi d quelli immaginati e coloro che partirono con Garibaldi per cercare una nuova libertà (soprattutto economica) ci prepararono la schiavitù attuale (dico schiavitù secondo una mia personale valutazione), quella che per tutti è invece alta espressione di democrazia.
    Infine, nulla da eccepire sul personaggio Garibaldi, come nulla da eccepire sul “Prigioniero di Zenda” o su “Zorro” o su “Scaramouche” o sul “Pirata Barbanera” o su “Sandokan”.
    Sono tutti personaggi che ci affascinano per la loro impudenza e per il loro senso di avventura, non a caso i libri di…. Hanno avuto un grande successo ed hanno influenzato la fantasia di intere schiere di giovani.
    Un po’ di più da eccepire sul personaggio politico che consegna il frutto della sua azione ad una manica di imbecilli che trasformano la penisola in un regno da operetta, cominciando meticolosamente a costruire il nostro debito pubblico, lasciandosi truffare dagli speculatori inglesi. (ma questa è un’altre storia…una tragica storia che è il nostro marchio d’infamia).

    Griderei volentieri anch’io W Garibaldi, se Garibaldi fosse stato un personaggio da legenda e non invece un”liberatore” di un territorio a spese di un altro territorio.
    Perché…liberare è una bella cosa, ma metterlo in quel…posto ai propri concittadini è tutta un’altra cosa.

    Un’ultima considerazione cosa ne pensi di una Italia che è stata costruita grazie ad un Garibaldi da una parte ed una Contessa di Castiglione dall’altra.
    Con un papà ed una mamma così e con degli zii come i Savoia di Carlo Alberto, quale tipo di frutto poteva derivarne? Poteva forse derivare un frutto al sapore di cioccolato svizzero o uno al sapore di banana latinoamericana?

    Ti saluto e grazie per l’attenzione.

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da LeoZaquini Visualizza Messaggio
    Quando avevo fatto il servitio militare (Alpini, Bigata Orobica), decine di anni fa, mi domandavo come mai tra le diverse forze militari (ognuna con la sua storia, glorie, e miti) non ci fosse quella dei Garibaldini.
    Il bersagliere "ha cento penne", l'alpino "ne ha una sola". L'unico che non c'e, e' anche l'unico che ha fatto qualcosa: il garibaldino.

    Oggi l'idea di unificare l'Italia puo' sembrare anche strana. Occorre considerare per altro che all'epoca e da trecento anni vari spagnoli francesi ed austriaci, la facevano da padrone. La cosa dava francamente fastidio. Per ottenere l'indipendenza era indispensabile l'unita' (che comunque i piu' seri e convinti la volevano democratica e federalista. Anche Garibaldi).

    Ecco la ragione del fatto che tanti (e soprattutto da provincie come Bergamo o Brescia) partivano, lasciando botteghe, officine, cantieri, studi professionistici, impegni "improrogabili" di lavoro, mogli e figli, e si imbarcavano a Quarto, sul "Piemonte" e sul "Lombardo" (il nome dei due battelli).
    Con Garibaldi.

    Gente qualsiasi, certamente, ma con lo schioppo in spalle.

    Dove e' finito questo schioppo?
    Me lo domandavo quando facevo l'alpino.
    Come mai hanno sciolto e disperso l'arma dei garibaldini?

    Garibaldi a Caprerera (arresti domiciliari, di fatto), Bixio morto di colera in malesia (ma cosa ci era andato a fare? Il pirata? . . . ma come mai non gli hanno garantito, un posticino nell'esercito? Non dico l'auto blu)

    L'occasione del bicentenario mi pare opportuna per qualche riflessione a cui le caste al potere cercheranno di certo di non indurci: l'aspetto militare.

    In sostanza e sintesi: dove e' finito lo schioppo dei nostri avi garibaldini?
    Dove sono finiti i garibaldini stessi?

    = = =

    Ora mi pare che la vita e le imprese di Garibaldi dimostrino alcune leggi (forse generali, magari "universali"!) del vivere e delle societa':

    1) I cittadini armati rappresentano una forza difficile da contrastare, da altre forze armate organizzate diversamente (professionisti -funzionari statali - mercenari).

    2) I cittadini armati, anche autonomamente (i Garibaldini) e senza gli strumenti della disciplina militare "formale", pongono ricchissimi elementi di riflessione dal punto di vista della democrazia. Infatti una organizzazione militare di quel tipo (come per esempio qui in svizzera, dove risiedo) esige strumenti sofisticati di democrazia. Il popolo armato, anche se solo di armi leggere, da un lato impone strumenti di democrazia dall'altro li esige.

    3) Nonostate la efficacia indubitabile di questo strumento, alle "Caste" al potere non va ne' il popolo armato ne' la democrazia (indispensabile per gestirlo).

    4) Le caste al potere si affrettano a disarmare i cittadini ed a sciogliere le loro organizzazioni militari "spontanee".
    (Ecco come mai non ho potuto prestare il mio servizio mitare presso i "Garibaldini" . . . organizzazione militare vincente, ma sconveniete . . . forse per alcuni: TERRIFICANTE !).

    Insomma: con la scusa dei 200 anni di Garibaldi, propongo di discutere delle evidenti e forti relazioni esistenti tra organizzazione militare e forme della democrazia.
    (E so bene che a lui piacerebbe molto essere commemorato con questo tipo di riflessione).

    = = =
    Vivo in svizzera.
    So bene che il vicino di casa ha nell'armadio o in cantina un grosso fucile mitragliatore con tanto di proiettili.

    E' un cittadino armato. Anche in quanto tale, 'e rispettato.
    Da Chiasso a Basilea sono tutti armati.
    Le armi leggere sono nelle case, non nelle caserme. Attenzione!

    Questa forma di organizzazione militare e' molto "Garibaldina", ed e' infatti democratica: esige la democrazia per esistere.

    Anche grazie a queste armi, i cittadini qui vengono ascoltati e rispettati dai politici di qui ben di piu' di quanto lo si sia noi in Italia.
    Beh, forse per tenere in piedi i garibaldini, sarebbe servita la classica controparte, ma ormai i generali prezzolati eran già tutti al soldo degli amici...

    Fa spece comunque che l'argomento di discussione sia spesso il Garibaldo, che tra tutti probabilmente è qulello che ha meno colpa.
    Valtrumplino sicuramente

    Lombardo forse

    Padano..per quel che resta

    Italiano MAI!

 

 
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