Originariamente Scritto da
LeoZaquini
Quando avevo fatto il servitio militare (Alpini, Bigata Orobica), decine di anni fa, mi domandavo come mai tra le diverse forze militari (ognuna con la sua storia, glorie, e miti) non ci fosse quella dei Garibaldini.
Il bersagliere "ha cento penne", l'alpino "ne ha una sola". L'unico che non c'e, e' anche l'unico che ha fatto qualcosa: il garibaldino.
Oggi l'idea di unificare l'Italia puo' sembrare anche strana. Occorre considerare per altro che all'epoca e da trecento anni vari spagnoli francesi ed austriaci, la facevano da padrone. La cosa dava francamente fastidio. Per ottenere l'indipendenza era indispensabile l'unita' (che comunque i piu' seri e convinti la volevano democratica e federalista. Anche Garibaldi).
Ecco la ragione del fatto che tanti (e soprattutto da provincie come Bergamo o Brescia) partivano, lasciando botteghe, officine, cantieri, studi professionistici, impegni "improrogabili" di lavoro, mogli e figli, e si imbarcavano a Quarto, sul "Piemonte" e sul "Lombardo" (il nome dei due battelli).
Con Garibaldi.
Gente qualsiasi, certamente, ma con lo schioppo in spalle.
Dove e' finito questo schioppo?
Me lo domandavo quando facevo l'alpino.
Come mai hanno sciolto e disperso l'arma dei garibaldini?
Garibaldi a Caprerera (arresti domiciliari, di fatto), Bixio morto di colera in malesia (ma cosa ci era andato a fare? Il pirata? . . . ma come mai non gli hanno garantito, un posticino nell'esercito? Non dico l'auto blu)
L'occasione del bicentenario mi pare opportuna per qualche riflessione a cui le caste al potere cercheranno di certo di non indurci: l'aspetto militare.
In sostanza e sintesi: dove e' finito lo schioppo dei nostri avi garibaldini?
Dove sono finiti i garibaldini stessi?
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Ora mi pare che la vita e le imprese di Garibaldi dimostrino alcune leggi (forse generali, magari "universali"!) del vivere e delle societa':
1) I cittadini armati rappresentano una forza difficile da contrastare, da altre forze armate organizzate diversamente (professionisti -funzionari statali - mercenari).
2) I cittadini armati, anche autonomamente (i Garibaldini) e senza gli strumenti della disciplina militare "formale", pongono ricchissimi elementi di riflessione dal punto di vista della democrazia. Infatti una organizzazione militare di quel tipo (come per esempio qui in svizzera, dove risiedo) esige strumenti sofisticati di democrazia. Il popolo armato, anche se solo di armi leggere, da un lato impone strumenti di democrazia dall'altro li esige.
3) Nonostate la efficacia indubitabile di questo strumento, alle "Caste" al potere non va ne' il popolo armato ne' la democrazia (indispensabile per gestirlo).
4) Le caste al potere si affrettano a disarmare i cittadini ed a sciogliere le loro organizzazioni militari "spontanee".
(Ecco come mai non ho potuto prestare il mio servizio mitare presso i "Garibaldini" . . . organizzazione militare vincente, ma sconveniete . . . forse per alcuni: TERRIFICANTE !).
Insomma: con la scusa dei 200 anni di Garibaldi, propongo di discutere delle evidenti e forti relazioni esistenti tra organizzazione militare e forme della democrazia.
(E so bene che a lui piacerebbe molto essere commemorato con questo tipo di riflessione).
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Vivo in svizzera.
So bene che il vicino di casa ha nell'armadio o in cantina un grosso fucile mitragliatore con tanto di proiettili.
E' un cittadino armato. Anche in quanto tale, 'e rispettato.
Da Chiasso a Basilea sono tutti armati.
Le armi leggere sono nelle case, non nelle caserme. Attenzione!
Questa forma di organizzazione militare e' molto "Garibaldina", ed e' infatti democratica: esige la democrazia per esistere.
Anche grazie a queste armi, i cittadini qui vengono ascoltati e rispettati dai politici di qui ben di piu' di quanto lo si sia noi in Italia.