si sta c ostruendo il Partito Unico destrasinistra. Dopo il fascismo sarà la nuova dittatura soft italiana.
la sinistra non potreà mettere mai più piede nel governo
perche' senza "fabbrica"? in fondo ha funzionato cosi' bene... per quale motivo questi "dirigenti" dovrebbero negarsi una nuova infornata di fumo negli occhi? piuttosto si prepari. ho la sensazione che ad ottobre, quando ci sara' la "competizione" per le primarie, rivedremo lo stesso identico spettacolo di 1 anno fa... faremo... aboliremo... rivoluzioneremo... i poveri...... roba surreale...
ha visto il film "deja vu"?
saranno? alle elezioni scorse il futuro PD puntava al 33-35%, prese il 31% e per poco non si riusciva pure a perdere. Poi sono finiti sotto il 30 ed ora tutti li danno al 25 se non sotto. Eppure non un "dirigente" vecchia maniera che sia uno che si sia fatto da parte. Sono tutti ancora li' a giocherellare.
e certo!!!
vuoi che la torre ne sappia più di estewald che è l'unico che, a buon diritto, può dire di avere il polso della situazione?
che ne sa la torre?
che ne sa rutelli con il suo manifesto?
che ne sa fassino che disperatamente cerca sponde a destra e non a manca?
che vuoi ne sappia macaluso?... che afferma:
Il governo non regge più,
il Pd non sa che fare
Ha ragione Paolo Franchi: i «coraggiosi» non hanno coraggio. Ed è forse questa una delle ragioni per cui il centrosinistra di nuovo conio, coniato da Francesco Rutelli e da altri della Margherita, è destinato a provocare nuove lacerazioni nell’Unione. Non solo per le prevedibili reazioni di Rifondazione comunista identificato come partito di vecchio conio, moneta fuori corso, ma per le contrastanti reazioni che si sono verificate tra i costruttori del Pd. L’Unità, con Padellaro prima e Colombo dopo, l’ha severamente disapprovato anche perché nel manifesto rutelliano si afferma che «è finita la lunga stagione in cui la coesione del centrosinistra è stata garantita dall’antagonismo verso Berlusconi». L’Unità ricorda a Rutelli che il Cavaliere è in campo e con la spada sguainata pronto a tornare a Palazzo Chigi e quindi non è finito nulla: la «coesione» antiberlusconiana deve essere operante. Anche se i fatti dicono che non basta per governare e le contraddizioni sono tali per cui la destra è più forte di prima e alle porte del governo.
A Veltroni il manifesto sembra, dico sembra, che non dispiaccia, ma chiedere un chiarimento è inutile. A Scalfari piace Veltroni ma non il «nuovo conio» rutelliano. Fassino in un’ampia intervista all’Unità di mercoledì 11 luglio affermava: «Dobbiamo guardare con attenzione al mutamento di posizione dell’Udc e dobbiamo pensare a una legge elettorale che tenga conto di una diversa articolazione del sistema politico». Era una chiara apertura a Casini e si prefigurava il sistema elettorale tedesco. Fassino, però, sapeva che l’Udc ha sempre detto che non è disponibile ad aggregarsi all’attuale maggioranza e tenere in piedi il governo Prodi. In un’intervista ancora più ampia, sempre sull’Unità, il 13 luglio (due giorni dopo), Fassino parlava di convergenze più ampie «con la Lega per il federalismo fiscale». E aggiungeva: «Intorno alla legge elettorale di tipo tedesco sembrano possibili ampie convergenze». L’Udc è sparita e osserva che «non è chiaro che cosa voglia dire l’espressione centrosinistra di nuovo conio, dato che per la governabilità basta guardare oltre gli orizzonti dell’Unione». Cosa significa? Niente, proprio niente.
La verità è che ci si rende conto - chi più chiaramente, chi confusamente e chi equivocamente - che il governo non regge più e non sanno cosa fare. Non lo sanno quelli del Pd e non lo sanno quelli di Rifondazione che pensano di stare al governo ed essere alternativi al sistema. In un mio articolo sul Riformista indirizzato a Fabio Mussi avevo detto che la situazione che si era creata nel governo imponeva scelte nette e rapide. Lo stesso ragionamento ho fatto a Bertinotti nella conversazione pubblicata su questo giornale. Il tema è questo: l’attuale equilibrio non regge: o si costituisce una consistente area socialista riformista e di governo nell’ambito del Pse per condizionare e competere virtuosamente col Pd, oppure questo partito sarà spinto a convergenze di tipo centrista. Non c’è una “terza via" d’uscita”. Chi si illude che questa scelta lasci più spazio a sinistra puntando sul “tanto peggio, tanto meglio” compie un errore che pagherà non solo la sinistra. L’avvio di una Costituente socialista aperta ha questo senso. Oggi questa appare l’area più debole rispetto al Pd e agli alternativisti. Ma è quella che ha la posizione politica più rispondente all’avvenire della sinistra e agli interessi del Paese. Anche perché le due cose coincidono.
tutte caxxate!!!
rivolgersi ad estewald per informazioni di prima mano...
"quella" sinistra sarebbe bene sparisse per sempre, come è avvenuto in quasi tutto il mondo.
non credo al "Partito Unico destrasinistra", spero piuttosto ad una convergenza delle forze riformiste come in Francia e Germania che possa far andare avanti il paese senza beghe e diktat da secolo scorso.
.
A fool and his money can throw one hell of a party.