Catrame al Poetto.
Interrogazione di quattro parlamentari sardi.
Il Partito sardo d’azione si divide
«Mezzi inadeguati contro l’inquinamento»
Individuare tempestivamente le responsabilità e prevenire «l’inquinamento da idrocarburi» nel porto di Cagliari. E pretendere anche dalla Saras misure di sicurezza più efficaci contro le possibili perdite da parte di petroliere che arrivano a rifornire la raffineria di Sarroch. A chiederlo sono quattro parlamentari del centrosinistra in un’interrogazione urgente al ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraio Scanio, presentata da Emanuele Sanna (Ds) e firmata anche da Giorgio Carta, Paolo Fadda e Amalia Schirru. I deputati chiedono al ministro di chiarire quali siano le cause del «grave inquinamento da idrocarburi che ha interessato le spiagge del Golfo di Cagliari», posto che quei tratti di mare sono «attraversati da un intenso traffico di navi che trasportano il petrolio grezzo verso la raffineria Saras», e che l’episodio dei giorni scorsi rischia di compromettere «un ecosistema costiero e lagunare di straordinario valore ambientale e naturalistico».
Le giustificazioni addotte dalla Capitaneria di porto, secondo i quattro parlamentari sardi, sono «del tutto inadeguate», anche «per individuare e sanzionare con necessario rigore i responsabili». Tanto più, aggiunge Emanuele Sanna, «che è assurdo, al giorno d’oggi, non riuscire a individuare i responsabili e le cause dell’inquinamento, con i mezzi moderni, compreso l’uso del satellite». Un aspetto sul quale interviene anche Claudia Zuncheddu, consigliere comunale del Psd’Az a Cagliari, che richiama l’attenzione sulla necessità di utilizzare le tecnologie satellitari messe a punto dall’Università di Cagliari.
E chiede anche che la Saras si assuma «le sue responsabilità, promuovendo analisi sui residui di catrame rinvenuti sulle spiagge del Cagliaritano e garantendo il risanamento ambientale».
«Sarà anche vero che la Saras è estranea», ribadisce Emanuele Sanna, «ma da ex assessore dell’Ambiente so che la tutela del territorio e del mare, in quell’area, può essere migliorata, nonostante la difesa dei sindacati».
LA POLEMICA. Intanto, la vicenda dell’inquinamento del Golfo di Cagliari scatena anche una polemica interna al Psd’Az. Lunedì, infatti, il leader sardista Efisio Trincas aveva puntato il dito contro la Saras, proponendo misure drastiche per porre fine al passaggio delle navi cariche di petrolio al largo delle coste meridionali dell’isola. «Rivediamo la possibilità di smantellare progressivamente la Saras», ha affermato Trincas, «valutiamo i costi/benefici e gli oneri relativi ai gravi danni ambientali e alla salute che si stanno verificando nelle coste della Sardegna». Il segretario dei Quattro Mori ha poi proposto di far pagare alla Saras i danni ambientali causati dalle petroliere. Parole che hanno scatenato la reazione delle sezioni del Psd’Az di Sarroch, Pula, Teulada e Capoterra (Cagliari): «La Saras è patrimonio della Sardegna, della nostra comunità e dei lavoratori», hanno affermato ieri. «L’opinione di Efisio Trincas è stata assunta in totale solitudine, senza che conosca la realtà dei fatti. La salute ambientale del golfo di Cagliari è per i sardisti obiettivo primario». A questo punto è arrivata la retromarcia di Efisio Trincas: «La richiesta di chiudere la Saras «voleva essere un’utile provocazione al fine di promuovere una sensibilità che sino ad oggi sembra essere mancata», ha precisato il segretario del Psd’Az, che ha anche aggiunto di non aver «alcuna posizione pregiudiziale» sulla Saras.
SARAS. L’azienda ribadisce che «nel 2006 nel golfo di Cagliari hanno circolato 4.800 navi, di cui 778 (il 16,21%) hanno interessato l’attività di Saras». ( g. d.)