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  1. #11
    x il Socialismo Mondiale
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    Predefinito Rif: Cina, capitalismo o socialismo ?

    Citazione Originariamente Scritto da Comunardo Visualizza Messaggio
    In Urss c'è stata una rivoluzione che ha portato il partito comunista al potere e sotto la sua direzione c'è stata la statalizzazione (integrale) dei mezzi di produzione. Da questa prima fase necessaria non si è passati mai alla socializzazione (e quindi alla democratizzazione),
    Secondo voi la fase della statalizzazione dei mezzi di produzione è necessaria? Secondo me no, perché l'attuale sviluppo delle forze produttive è già più che sufficiente per realizzare la società socialista (da ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i propri bisogni).
    Il mercato favorisce la stupidità per favorire il consumismo e i profitti, e i politici di professione si adeguano in una spirale verso il basso.
    Che cos'è il Socialismo

  2. #12
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    Predefinito Rif: Cina, capitalismo o socialismo ?

    Se non fosse necessaria la centralizzazione della produzione-distribuzione allora sarebbe da buttare tutto Marx; la sua dialettica parla chiaro (certo bisognerebbe studiarla). Si da il caso che il socialismo non nasca per grazia di Dio dal nulla, ma sia un rovesciamento violento di un modo di produzione antecedente detto capitalismo che ha costruito a sua difesa possenti apparati di oppressione; ed i padroni dovrebbero lasciarci vincere perchè siamo più belli e sexy? No perchè a questa baggianata si riduce l'ipotesi anarchica (perchè è la scempiaggine anarchica dello stato che si abolisce e non che deperisce) per cui lo stato non è necessario nel socialismo (in questo modo dimostrando totalmente di confondere socialismo con comunismo); e di grazia come si metterebbero a tacere i padroni se non con una dittatura?

  3. #13
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    Predefinito Rif: Cina, capitalismo o socialismo ?

    Sembra di sentire uno dei discorsi preregistrati di lotta comunista.

    In attesa del "vero" socialismo, in opposizione a quello "sedicente", mi tengo volentieri il capitalismo di stato cinese.

    Buona rivoluzione mondiale a chi rimane in ascolto.

  4. #14
    PIANIFICAZIONE TOTALE
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    Predefinito Rif: Cina, capitalismo o socialismo ?

    Citazione Originariamente Scritto da Palvesario Visualizza Messaggio
    Sembra di sentire uno dei discorsi preregistrati di lotta comunista.

    In attesa del "vero" socialismo, in opposizione a quello "sedicente", mi tengo volentieri il capitalismo di stato cinese.

    Buona rivoluzione mondiale a chi rimane in ascolto.
    :giagia:

  5. #15
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    Predefinito Rif: Cina, capitalismo o socialismo ?

    Che ignoranza supermondiale. Lotta Comunista dice proprio il contrario; questo dimostra quanto parli per dar fiato alle trombe. Lotta Comunista non si è mai schierata nella Sinistra Comunista perchè non ne riconosce il proprio percorso storico (almeno studia la storia non dico mondiale, ma italiana del comunismo prima di dire queste fesserie). Continui a blabblare di cose che ignori attaccandoti a stupidi termini "vero" e "sedicente" come fossero totem da sbandierare per demolire discorsi altrui, con ciò dimostrando ulteriormente che dietro alle ciancie di pretesa analisi stanno proprio dalla tua parte i dogmi e le religioni metafisiche.
    L'importante è sapere da che parte si sta. Tu stai dalla parte dei padroni cinesi che tengono alla frusta i propri lavoratori per quale yuan donato in premio (la classica posizione del culattone col culo degli altri, in versione ultramoderna, chicchettosa di chi è affascinato dall'orientalismo); io sto dalla parte dei lavoratori di qualsiasi latitudine (sfruttati da mandarini in doppiopetto, da yuppi americani, da cafoni italiani ... non mi importa un cazzo). Dov'è la analisi del sistema sociale cinese? Azzerata di fronte alla pretesa supremazia del capitalismo di stato rispetto al capitalismo privato; che tenerezza questa stupidità. Il capitalismo di stato novità del 2000, ecco la superanalisi dei superasini palvesari. No lo Stato fiorentino del '400 non interveniva per salvaguardare i banchieri di fronte ai crolli, no .... Venezia come Stato non ha prestato all'Olanda ingenti somme di denaro, no ... lo Stato inglese non ha difeso le proprie compagnie di pirati impegnate nella guerra contro i galeoni spagnoli, no ... Ma per favore.
    Ultima modifica di Eric Draven; 13-03-10 alle 17:01

  6. #16
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    Predefinito Rif: Cina, capitalismo o socialismo ?

    Citazione Originariamente Scritto da Terraeamore Visualizza Messaggio
    Non parlavo della disquisizione rispetto a quanto dice l'autore della Cina, ma sulla definizione di economia di mercato ed economia con mercato. Sulla Cina francamente non sono in grado di esprimere un giudizio completo, sono abbstanza convinto che si tratti di un modo di produzione misto inedito. Tu che ne pensi Palvesario?
    Per me la Cina è un'economia con mercato. Il modo di produzione è misto, con una crescita continua di cooperative e aziende nazionali da qui a 15 anni.

  7. #17
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    Predefinito Rif: Cina, capitalismo o socialismo ?

    Citazione Originariamente Scritto da Matteo Visualizza Messaggio
    Se non fosse necessaria la centralizzazione della produzione-distribuzione allora sarebbe da buttare tutto Marx; la sua dialettica parla chiaro (certo bisognerebbe studiarla). Si da il caso che il socialismo non nasca per grazia di Dio dal nulla, ma sia un rovesciamento violento di un modo di produzione antecedente detto capitalismo che ha costruito a sua difesa possenti apparati di oppressione; ed i padroni dovrebbero lasciarci vincere perchè siamo più belli e sexy?
    Anche perché quest'ultimo enunciato rimane discretamente opinabile.

    Citazione Originariamente Scritto da Matteo Visualizza Messaggio
    L'importante è sapere da che parte si sta. Tu stai dalla parte dei padroni cinesi che tengono alla frusta i propri lavoratori per quale yuan donato in premio (la classica posizione del culattone col culo degli altri, in versione ultramoderna, chicchettosa di chi è affascinato dall'orientalismo)
    Ora può anche darsi che creda a quello che dice e si mobiliti volontariamente senza ricevere in cambio un solo yuan; ma in caso contrario, perché non dovrebbe fare quello che gli conviene?
    Ultima modifica di Lord Kitchener; 13-03-10 alle 16:06

  8. #18
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    Predefinito Rif: Cina, capitalismo o socialismo ?

    Economia (quale?) con mercato (quale?); bell'analisi quelle del tipo x + y = z, 3 belle incognite che possono diventare quello che si vuole; complimentoni.
    Crescita continua di cooperative e aziende nazionali? Microsoft? Ah no Toyota, ah no aspetta FIAT, o forse Tata? Eh beh questo sì che è socialismo; il socialismo degli Agnelli come a suo tempo c'era il socialismo dei Fanfani e dei Moro. Queste cretinerie fanno invidia a quelle degli anni '50 del '900 che esaltavano il Gosplan stalinista. Ignoranza totale della storia. In Cina rifaranno presto un bel Fanfani-Case e i Palvesari Uniti di Tutti i Paesi lo chiameranno: piano abitativo d'edilizia popolare (dimentichi delle merdate novecentesche che hanno costruito tuguri più sporchi di stalle o porcilaie oggi ancora in attesa di ristrutturazione ed in gestione all'ALER); poi ci saranno aziende nazionalizzate che falliranno (questo è il capitalismo, rivoluzione costante dei metodi di produzione, niente di nuovo sotto il Sole Rosso) e inventeranno una bella GEPI (con tanto di holding di nullatenenti che si intascheranno superprofitti speculando sul debito pubblico); avranno la loro bella fabbrichetta nazionale che produce automobili per il sciur Brambilla dagli occhi a mandorla che potrà sgasare sereno in giro per il paese (braccio fuori dal finestrino e musica tamarra a manetta; tutto il mondo è paese) che prima o poi sarà inghiottita dai debiti e allora via con la smobilitazione (mi ricorda la storia dell'Autobianchi, dell'Innocenti-Auto, dell'Alfa ... sarò vecchio io); si faranno la loro bella ENEL per la corrente popolare pagata salatissima e la loro bella ENICHEM coi loro bellissimi Porto Marghera (cancro incluso s'intende, full optional sempre) e le loro belle ILVA e FINSIDER con gli splendidi Piombino, Gioia Tauro e Brindisi (qui è tutto chiavi in mano: minerali di ferro sui balconi delle case a 2 metri dall'altoforno stile Cornigliano Genova o Bagnoli Napoli); e come dimenticare la formidabile Ansaldo Nucleare e la ENEL Nucleare, con i bucolici Caorso e Trino Vercellese o il fantastico Montalto di Castro (pattumiere per scorie comprese, a meno di non usare il Fiume Giallo e Azzurro come discarica). Sembra la storia dell'Italia Prima Repubblica sta Cina dei miracoli.

  9. #19
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    Predefinito Rif: Cina, capitalismo o socialismo ?

    "Solo nella comunità diventa dunque possibile la libertà personale" Marx-Engels

    SIAMO UNA PICCOLA SQUADRA DI APPOGGIO CRITICO AL PARTITO COMUNISTA CINESE ED ALLA CINA POPOLARE

    La Cina Rossa


    Fidel Castro, 2007: “Per tutti quelli che, come noi credono nel socialismo, quello che la Cina sta facendo rappresenta una speranza. Non è azzardato affermare che il futuro del socialismo nei prossimi decenni dipenderà in larga misura da quello che la Cina saprà realizzare”.

    A nostro giudizio Fidel Castro ha pienamente ragione, sia nella valutazione sull’importanza della Cina per il mondo attuale che nel suo essere una “speranza” per la causa del socialismo mondiale.

    Tuttavia un’ampia maggioranza della sinistra antagonista occidentale e italiana esprime ancora oggi, alla fine del 2008, un atteggiamento di ostilità più o meno acceso verso la Repubblica Popolare Cinese ed il partito comunista cinese (P.C.C.), anche e soprattutto perché la complessa ed articolata formazione economico-sociale cinese viene considerata a torto come capitalistica e/o capitalistica di stato, almeno nelle sue linee essenziali.

    In aggiunta a ciò, la questione tibetana (interpretata secondo la versione fornita dai mass-media occidentali e dall’ex-feudatario Dalai Lama), la presunta assenza dei diritti dei lavoratori cinesi nei posti di lavoro, la reale, ma sovrastimata presenza di sacche di povertà in alcune aree rurali cinesi ed i notevoli problemi ambientali, acuiscono ulteriormente la diffidenza-ostilità espressa da larga parte della sinistra anti capitalista occidentale nei confronti della Cina contemporanea.

    Anche se sono presenti in Italia alcune eccezioni all’atteggiamento generale “anti-P.C.C.” (pensiamo a buona parte del PdCI ed all’area dell’Ernesto, in primo luogo), rimane purtroppo fuori discussione il fatto che attualmente una netta maggioranza della sinistra più radicale, reale o presunta tale, stia aderendo inconsapevolmente alla posizione espressa -tra gli altri- da Padoa Schioppa, il quale nell’agosto del 2005 ha dichiarato che la Cina ha ottenuto reali successi macro economici proprio perché è diventata capitalista ed ha “cambiato pelle” rispetto agli anni sessanta-settanta.

    Come piccolo gruppo di compagni di Milano, andiamo volutamente controcorrente e riteniamo invece in base a numerosi combinati “fatti testardi” (Lenin) si possa affermare che:

    * - l’egemonia contrastata all’interno della complessa ed articolata formazione economico-sociale cinesi sia esercitata anche attualmente dai rapporti di produzione-distribuzione socialisti (statali e cooperativi), da una “linea rossa” socio produttiva collettivistica che tuttora prevale sulla minoritaria e subordinata “linea nera” incarnata dal capitalismo autoctono-internazionale operante nel gigantesco paese asiatico.
    * - la direzione attuale del P.C.C. e la maggioranza degli iscritti al partito non vogliano in alcun modo rinunciare agli obiettivi socialisti e collettivisti ed abbiano come loro stella polare in campo politico-sociale le “quattro bandiere” enunciate da Deng Xiaoping nel marzo del 1979: la via socialista, il marxismo leninismo, il pensiero di Mao Zedong e la dittatura democratica del popolo sotto la giuda ed egemonia del partito.
    * - la direzione attuale del P.C.C e la grande maggioranza degli iscritti al partito, pur avendo accettato come parte integrante della “NEP cinese” la presenza nel paese di un forte settore capitalistico (autoctono- straniero), stiano operando concretamente affinché il settore socialista (statale cooperativo) rimanga egemone e centrale nella complessa formazione economico-sociale cinese.
    * - la NEP cinese abbia determinato un enorme e progressivo miglioramento nelle condizioni materiali di vita e di consumo della quasi totalità dei produttori diretti del paese partendo dal 1977 fino ad arrivare ai nostri giorni.
    * - la Cina sia già diventata da alcuni anni la seconda potenza economica mondiale e che possa superare sul piano quantitativo-globale gli stessi Stati Uniti nel giro di pochi anni.
    * - la Repubblica Popolare Cinese svolga tutt’ora sulla scena mondiale un innegabile ruolo antimperialista seppur in modo cauto e prudente, non sfruttando alcun paese al mondo e rappresentando un notevole contrappeso multilaterale per il più potente ed aggressivo imperialismo del pianeta, quello statunitense.

    Nel titolo iniziale parlavamo del nostro appoggio critico al partito comunista ed al governo cinese (anche se ovviamente totale ed incondizionato rispetto ad ogni tipo di attacco e minaccia proveniente dall’esterno, di natura politico o militare, economica o propagandistica). Solidarietà ed appoggio critico perche vediamo con chiarezza sia i lati negativi che contraddistinguono la realtà e la dinamica cinese del XXI secolo che i pericoli che corrono attualmente il potere economico del partito comunista e la “linea rossa” socio produttiva di cui sopra, elementi negativi e pericoli del resto in larga parte analizzati e denunciati dalla stessa direzione comunista: corruzione di una parte di quadri politici, notevole disuguaglianze sociali e differenziazioni tra le varie regioni del paese, un alto (anche se in decremento) tasso di infortuni sul lavoro, quindici milioni circa (circa l’1% della popolazione) con gravi problemi nel procurarsi cibo e vestiti a sufficienza, notevole potenza economica raggiunta dal capitalismo autoctono-straniero in Cina, seri problemi ambientali ecc.

    Sono elementi materiali indiscutibili e contraddizioni reali, ma a nostro avviso in via di graduale riduzione ed in ogni caso secondari rispetto alle enormi conquiste raggiunte dal popolo cinese negli ultimi 3 decenni, partendo da una base materiale culturale di partenza dal 1977 che era decisamente di basso livello sotto quasi tutti gli aspetti.

    Cercheremo di utilizzare l’insieme dei “fatti testardi” che riteniamo confermino le tesi generali sovrapposte, non dimenticando l’espressione dei lati negativi dell’attuale realtà cinese, utilizzando anche le notizie ed informazioni via via fornite dai mass-media cinesi per avere una “campana” alternativa all’azione capillare di disinformazione svolta dagli organismi di informazione occidentali, ivi compresi molto spesso quelli della sinistra antagonista (Manifesto in testa): riteniamo che un minimo di contro-informazione e contro-analisi possa aiutare a far cambiare almeno in parte le opinioni sulla Cina attuale ad una sezione consistente della sinistra italiana, a molti compagni in buona fede spesso privi delle informazioni di base più elementari sulla situazione concreta e dinamica reale della Cina socialista di un paese che conta più di un miliardo e trecento milioni di persone e costituisce attualmente più di 1/5 della popolazione mondiale.
    Muntzer il Sopravvissuto

  10. #20
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    Predefinito Rif: Cina, capitalismo o socialismo ?

    Armatevi e partite. Il potere dei più buoni esige sempre questo genere di contadinotti tutti focolare e caserma. Chi ha scritto questo articolo è privo delle più elementari nozioni di svariate materie; un miscuglio di luoghi comuni sulla sinistra (quei simpaticoni del Manifesto non sono mai stati comunisti, al massimo proudhoniani), sul socialismo, sulle più basilari tesi marxiste (liberissimi di trattarlo da fesso Marx, io me lo auguro sempre di più, ma da qui a strapazzarla si scivola proprio in basso): dove mai Marx ha sostenuto che il ca-pi-ta-lis-mo (non so-cia-lis-mo. Magari sillabando gli asini capiranno) non aumenta il tenore di vita di milioni di lavoratori? Dove, mi si riportino queste tesi e poi tacerò per sempre. Marx dice ben altro nella teoria della miseria crescente, è molto diversa la cosa (non è una questione di contabilità, è un questione sociale: la miseria sta in proporzione inversa alla produzione di ricchezza al polo capitalistico); il salario può aumentare, anzi Marx dice proprio che deve aumentare, il problema è di classe, non di singoli, brutti asinacci stile diritti universali dell'uomo (borghese).

 

 
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