LUCIA ANNUNZIATA Il direttore del Manifesto, Gabriele Polo, sostiene che il colloquio con il funzionario Usa da me raccolto e pubblicato due giorni fa su questo giornale «sparge fango su chi non può rispondere e ricicla falsità palesi».
Mi sembra che registri invece almeno quattro nuovi elementi. 1) L'esistenza di un gruppo di lavoro presso l'ambasciata Usa in Iraq sugli ostaggi. Di tale gruppo si è spesso favoleggiato ma ora ne conosciamo il nome, la data di fondazione e i metodi di lavoro. 2) Proprio l'esistenza di questo gruppo di lavoro ci conferma che esisteva a Baghdad una ufficiale via di comunicazione e collaborazione fra americani e italiani sulla questione ostaggi: dettaglio non secondario anche per chi volesse stabilire - come è il caso di Polo - la colpevolezza degli americani. 3) È vero che l'intervista ripropone la stessa versione sempre data dagli Usa - e sarebbe stato strano il contrario. Di rilevante c'è che viene data oggi da un funzionario molto dentro alla storia dei rapimenti: l'entrata in campo di un nuovo testimone non è forse di interesse anche per chi segue il processo? 4) In Italia sono in corso due processi contro gli Stati Uniti: Calipari e Abu Omar. L’intervista di due giorni fa è un segnale di umori e tensioni - dato a poche settimane dal cambio del capo del Sismi italiano, generale Pollari. Non è anche questo un «fatto» rilevante?
Fin qui la difesa dell'intervista. Passiamo al fango. La signora Calipari e Giuliana Sgrena - il cui dolore è l'unica vera realtà in un complicato gioco di rifrazioni - hanno sempre detto che il modo per difendere la memoria di Calipari è trovare la verità. Ma la verità è tutta da cercare in campo americano? Uno dei protagonisti centrali di questa storia, il generale Pollari, è sotto accusa per aver condotto il Sismi in varie ambigue operazioni, fondate su doppi e tripli giochi, al servizio di specifici interessi politici. Invece sulla liberazione di Giuliana Sgrena non dovremmo avere dubbi? E se Calipari fosse stato mandato in una operazione mal pensata e peggio coordinata? Calipari non sarebbe per questo meno eroe: ai miei occhi lo sarebbe, casomai, di più. Capisco bene il debito di gratitudine che il Manifesto ha nei confronti del Sismi di Pollari e del governo Berlusconi per la liberazione di Sgrena, ma la gratitudine è un povero sostituto se davvero si vuole la verità.
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