Kosovo, niente voto all'Onu
Pristina annuncia l'indipendenza
La questione torna al gruppo di contatto e così si aggira il veto russo
Il premier kosovaro Ceku: «Il 28 novembre la dichiarazione unilaterale»
Ogni giorno che passa il Kosovo torna a essere un oggetto di scontro e scambio tra l'Occidente e la Russia. L'Unione europea e gli Stati Uniti hanno ieri fatto un nuovo passo che non sarà gradito alla diplomazia di Mosca. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu non voterà sul Kosovo e la questione dello status futuro della provincia serba torna alla discussione del Gruppo di Contatto.
Europa e Stati Uniti hanno dichiarato impossibile l'approvazione di una risoluzione nel Palazzo di Vetro, dove la Russia aveva minacciato di porre il veto. «Siamo dispiaciuti di fronte all'impossibilità di approvare una risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, tuttavia porteremo avanti il dialogo sul testo», ha detto l'ambasciatore francese Jean-Marc De La Sabliere in un incontro dopo la riunione del Consiglio, aggiungendo che l'Occidente è pronto ad accelerare i negoziati tramite il Gruppo di Contatto sul Kosovo. «Andremo a colloqui su una nuova risoluzione all'interno del Gruppo di Contatto e con le parti». La prossima riunione del Gruppo è prevista per il 25 luglio, a Vienna.
Pristina, però, non sembra voler aspettare e ha annunciato che dichiarerà unilateralmente l'indipendenza dalla Serbia il prossimo 28 novembre. Una data particolare che segna il giorno dell'indipendenza dell'Albania, celebrata anche dalla maggioranza albanese della provincia serba. La dichiarazione, rilasciata dal primo ministro kosovaro, Agim Ceku, è l'ennesimo atto di una tra le più controverse questioni diplomatiche attuali.
Di fronte alla paralisi delle Nazioni Unite, determinata dalla minaccia russa di veto alla risoluzione che porterebbe all'autonomia, Ceku ha proposto la mossa unilaterale al presidente Fatmir Sejdiu e ai leader dell'opposizione.
Il primo ministro ha anche spiegato che il parlamento del Kosovo potrebbe approvare la risoluzione indipendentista dopo il suo ritorno da Washington, dove lunedì è atteso per incontrare il Segretario di Stato, signora Condoleezza Rice.
Mosca, pur rendendo vani gli sforzi dell'Occidente per l'indipendenza della provincia, si mostra aperta al dialogo. Il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, si è recato oggi a Berlino per affrontare la questione con il collega tedesco Frank-Walter Steinmeier. «Pensiamo che sia necessario», ha detto Lavrov, «portare avanti il dialogo sul Kosovo. Riteniamo che possa essere molto utile». Lavrov sembra non voler alzare altra polvere in un momento estremamente delicato per i rapporti tra Russia e Ue dopo l'espulsione reciproca di diplomatici tra Mosca e Londra.
Più chiaro sulla questione è stato l'ambasciatore russo all'Onu, Vitaly Ciurkin che ha dichiarato che se il Kosovo dichiarerà unilateralmente l'indipendenza l'intera area dei Balcani vivrà un pericoloso momento di instabilità. Ciurkin ha spiegato che la Russia non ha accettato la proposta degli Stati Uniti e dell'Europa al Consiglio di Sicurezza dell'Onu perchè era una soluzione che avrebbe danneggiato «il diritto internazionale e gli stessi Balcani». La Russia ha sempre appoggiato la Serbia nel rifiutare l'indipendenza del Kosovo per difendere «il principio di integrità territoriale, uno dei concetti fondamentali alla base delle Nazioni Unite». Mosca, però, «continuerà a partecipare alle consultazioni sul Kosovo, a cominciare da quelle del gruppo di contatto sui Balcani, in programma la prossima settimana a Vienna», dove «esporremo chiaramente la nostra posizione» ha detto Ciurkin.
L'ipotesi diplomatica più quotata è adesso un prolungamento dei negoziati per altri 120 giorni. Il Gruppo di Contatto (Usa, Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia e Russia) ne parlerà la prossima settimana nella capitale austriaca.
r.e.
Liberazione
21/07/2007