Considerazioni su che cos'è un terrorista

Seguendo i programmi sul Medio Oriente della CNN e della BBC che guidano l'informazione internazionale, mi sto rendendo conto che si incomincia a dare grandissima importanza a Hassan Nasrallah, terrorista , capo di Hezbollah. Lo intervistano ogni giorno, gli chiedono opinioni politiche, lo onorano e lui, il terrorista, diventa ogni giorno più grasso, borioso e altero e disumano.

Questo rispetto nei confronti di Nasrallah ricorda da vicino l'atteggiamento del mondo per l'altro terrorista, Arafat e mi riferisco agli anni 70 quando Arafat era solo il capo dellâ OLP ricercato per terrorismo, sulla cui kefiah pendeva un mandato di cattura internazionale ovviamente mai eseguito. Stessa pubblicità, stessa importanza, stesso rispetto, stessa boria e stessa, sua, disumanità. Arafat ha ricevuto il premio Nobel per la pace.

Nasrallah è stato proposto per il premio Nobel per la pace. Il mondo adora i terroristi, se arabi li adora di più. Recentemente è stato consegnato il Premio Nobel per la pace al presidente della Corea del sud per aver fatto la pace con la Corea del nord. Peroâ il presidente della Corea del sud non ha fatto la pace da solo, aveva per forza un partner, cioè il presidente della Corea del Nord (non chiedetemi i nomi). Allora per quale motivo il Premio Nobel non è stato dato a entrambi? Perché il presidente della Corea del Nord era un terrorista e ai terroristi non si danno i premi Nobel, nemmeno se pentiti. Questa è stata la motivazione al rifiuto del Comitato del Nobel.

Allora una domanda mi esce spontanea dal cuore : perchè Arafat si è beccato il Nobel? La risposta mi esce dallo stomaco: Ma perché è un terrorista arabo e l'altro, poveretto è solo un coreano qualsiasi. A chi fa paura la Corea?

Si è concluso il summit del Cairo, Arafat ne è uscito leggermente con le ossa rotte perchè Mubarak non vuole la guerra e non la vuole nemmeno Abdallah e forse nemmeno Bashar Assad. Forse questi presidenti-re-dittatori non vorrebbero neppure l'intifada perchè temono che le manifestazioni oceaniche pro palestinesi che si svolgono nei loro paesi possano destabilizzare le loro dittature. Ai dittatori non fa mai piacere vedere troppa gente per le strade a meno che non gridi "Viva Mubarak, Viva Abdallah, Viva Assad" ma questi, cioè i loro sudditi gridano solo " a morte Israele" e potrebbe essere pericoloso. Un domani, se propriamente preparati, incanalati e pagati potrebbero gridare sempre "a morte Israele" ma anche "Abbasso Mubarak, Abdallah, Assad" se questi tre fossero un pò troppo teneri col comune nemico sionista.

Gli arabi hanno detto ad Arafat " noi vogliamo fare a Israele tutto il male possibile ma non vogliamo la guerra!" e probabilmente il Premio Nobel per la pace è rimasto deluso. Il summit del Cairo dunque si è concluso, Israele è stato condannato per "barbarie", le nazioni del mondo sono state diffidate dallo spostare le loro ambasciate a Gerusalemme, pena boicottaggio e terrorismo. Arafat si è beccato altri soldi , miliardi di dollari, da non usare, come i miliardi di dollari che riceve da tutto il mondo, per migliorare la vita del suo popolo ma per l'intifada che ha da continuare. Fino a quando e perché?

E fino a quando il popolo di Israele di cui nessuno parla, mai porterà pazienza? Tutti parlano della frustrazione dei palestinesi. E gli israeliani non sono frustrati? La paura, la preoccupazione, non voler andare in autobus, evitare luoghi chiusi e affollati, guardarsi sempre alle spalle, evitare le pallottole che ti sparano in casa, portare un giorno si e uno no I propri figli nei rifugi, tornare a casa in autobus e vedere una bomba che arriva, I propri figli soldati rapiti dai terroristi, altri figli soldati sbranati dai barbari e gettati dalla finestra per essere ridotti a poltiglia da altri barbari che aspettavano con la bava alla bocca.

Ron Arad, per cui abbiamo tutti messo alla finestra un palloncino azzurro, sparito da 14 anni e lui, Nasrallah, proposto per il premio Nobel che dice a uno spaventato giornalista della CNN "Nessuno saprà se i rapiti stanno bene o no. Perchè devo dirlo? E certamente non gratis". La sofferenza è di tutti , non solo dei palestinesi. Ma perché nessuno riconosce mai la sofferenza e la frustrazione del popolo di Israele che vuole la pace, che voleva la pace anche quando Arafat ha fatto scoppiare la rivolta nei territori.

Una pace che arriverà perché deve arrivare ma soltanto quando l'Europa e Clinton smetteranno di fare danni.

Deborah Fait

http://www.morasha.it/israele/noraim13.html