Siamo nel 2007 e ancora c’è qualcuno, per la verità poche decine di persone, che reclamano il diritto alla “Sardegna indipendente”. Come idea non c’è male lo ammetto, ma il problema credo che sia prettamente esecutivo. Infatti se la Sardegna decidesse di seccedere all’Italia come farebbe la popolazione sarda a sostentarsi? Lo potrebbe fare dal turismo? O dalla pastorizia? Penso che prima di chiedere ciò in Sardegna si debbano instaurare almeno le condizioni minime per poterlo fare. Abbiamo vissuto grandi emergenze come la lingua blu ed abbiamo visto quanto è stato provvidenziale l’aiuto dell’Italia nei confronti della nostra regione. Abbiamo anche a che fare quotidianamente i conti con una malattia presente nell’isola chiamata anemia mediterranea e sappiamo che senza l’aiuto “dell’altra nazione” così come la chiamano gli indipendentisti molte persone non sarebbero più qui a causa di una sanità già di per sè inadeguata. Mi chiedo ancora, se in Sardegna dovesse esserci un emergenza sanitaria, come la si affronterebbe se la Sardegna decidesse di isolarsi? Se poi pensiamo anche che più della metà dell’energia elettrica che l’Italia produce la compra dalla Francia, noi da chi l’acquisteremo? Con quali fondi? E’ fin troppo facile da parte dei vari leader sardi fare delle belle comunicazioni d’intenti e fare i lavaggi del cervello ai ragazzini con storie del tipo ”la Sardegna è sempre stata indipendente nella storia”. Vorrei chiedere a questi signori se la storia della Sardegna la conoscono veramente appieno. Vorrei chiedergli se sanno che prima l’Italia non esisteva e se oggi siamo parte integrante della nazione italica è perché lo hanno deciso i nostri avi e non come predicano loro storie di presunte violenze da parte dei nostri connazionali dopo il termine del Regno di Sardegna. E’ ora di finirla con queste storielline stupide e dannose e sarebbe ora invece di adoperarsi per il meglio non solo di tutta la Sardegna ma anche della nostra patria, l’Italia.