9/3/2010 (10:18) - L'AVVOCATO UCCISO A PALERMO

Pista mafiosa per il delitto Fragalà

Per l'ex parlamentare trucidato un sicario vicino a Cosa Nostra

PALERMO

Tra conferme ufficiose e smentite ufficiali un nuovo sospettato entra nell’inchiesta sulla morte del penalista palermitano Enzo Fragalà, massacrato a bastonate davanti al suo studio il 23 febbraio scorso. L’indiziato non sarebbe ancora formalmente iscritto nel registro degli indagati per motivi tecnici, ma i carabinieri, nei giorni scorsi, gli hanno sequestrato un giubbotto e lo scooter per controllare se ci sono tracce del sangue della vittima. L’uomo, 32 anni, alle spalle numerosi precedenti per rapina, non sarebbe organico all’associazione mafiosa, ma recentemente, secondo gli inquirenti, si sarebbe avvicinato al gruppo criminale che sta tentando di prendere il controllo della ’famiglià di Porta Nuova, decimata dopo gli ultimi arresti. E il sospetto è che possano essere state le cosche ad armare la mano del killer, che non aveva mai avuto rapporti con Fragalà e non ne era stato cliente. A portare i carabinieri sulle tracce del rapinatore sarebbe stato un dettagliato anonimo giunto in Procura. Le foto dell’uomo, alto più di un metro e novanta e con una corporatura compatibile con quella dell’assassino, sono state mostrate a uno dei testimoni oculari del delitto; ma il riconoscimento non sarebbe stato risolutivo.

L’indiziato, che avrebbe un alibi per la sera dell’omicidio, non avrebbe ancora ricevuto un avviso di garanzia. Circostanza che induce il procuratore aggiunto Maurizio Scalia, a capo del pool che coordina le indagini, a precisare che non ci sarebbe stata ancora una formale iscrizione nel registro degli indagati. Resta ancora iscritto, invece, nonostante l’esito degli esami fatti dai carabinieri del Ris il commerciante di 50 anni che, nei giorni scorsi, era stato sospettato dell’omicidio. L’uomo, un ex cliente della vittima protagonista di una lite furiosa con il legale a cui rimproverava una difesa inefficace è stato scagionato dalle analisi eseguite sulle scarpe e su una mazza di legno sequestrate nella sua abitazione dai carabinieri. Su entrambi gli oggetti sono state trovate piccole tracce di sangue e sudore che non sarebbero, però, dell’avvocato. «Continuiamo a indagare a tutto campo - precisano gli investigatori - Non ci sono piste privilegiate rispetto ad altre». Nell’elenco dei sospettati, infatti, ci sarebbero altre tre persone legate alla vittima da rapporti professionali.

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