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  1. #1
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    I DS rinfacciano a Di Pietro la candidatura: "potrebbe starsene zitto..."

    Se leggete il Corriere di oggi vi divertite: il DS Latorre (uno dei furbetti insieme a Fassino, D'Alema e altri tre deputati di Forza Italia) rinfaccia a Di Pietro la candidatura nel Mugello nel 1997.

    In pratica chiede favori in cambio di favori. E fa il paio con le intimidazioni di Mastella (che più o meno suonano così: "D'Alema e Napolitano sono furibondi con Di Pietro, Prodi gli chieda di dimettersi")

    Fanno le vittime solo perchè Di Pietro ha chiesto che si facciano processare, come normali cittadini, per ripulire la loro immagine e quella della maggioranza di Governo. E loro reagiscono così....

    E' colpa mia se mi vengono dei leggerissimi sospetti?

  2. #2
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    ahahah, si, e' vero; ma nota bene: trattasi di Latorre, uno dei piu' inciucisti, pugliese e dalemiano; ho sentito lodi sperticate, nei suoi confronti, da parte dle bibliofilo di forza italia.

    ah, e poi c'e' questo:

    Intercettazioni, il no di Berlusconi
    "In Aula pronti a votare contro"



    ROMA - "In Aula sulle intercettazioni voteremo no". Per Silvio Berlusconi bisogna negare l'autorizzazione a utilizzare le intercettazioni riguardanti le scalate ad Antonveneta, Unipol e Rcs. "Noi - ha spiegato ieri notte l'ex presidente del Consiglio al termine di una cena con i deputati azzurri - abbiamo dei principi che restano fermi, che sono sempre quelli, indipendentemente dalle persone che sono coinvolte".

    www.repubblica.it
    eh certo, ci sono anche altre intercettazioni..

    quindi se i ds dicono no, si fregano, ancor piu', con le loro stesse mani e se si dice si' occorre dire si' anche a quelle fra cuffaro e berlusconi.

  3. #3
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    impossibile non notare l'arroganza di certi ds.
    questi signori erano comunisti una volta, ora, nel giro di pochi anni, inciuciano con berlusconi, rivalutano la figura di craxi, si fondono in un unico partito con i democristiani e si comportano come dei bananas qualsiasi attaccando la magistratura e chi sta dalla parte della magistratura.
    pietosi.

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da Gastones Visualizza Messaggio
    ROMA - "In Aula sulle intercettazioni voteremo no". Per Silvio Berlusconi bisogna negare l'autorizzazione a utilizzare le intercettazioni riguardanti le scalate ad Antonveneta, Unipol e Rcs. "Noi - ha spiegato ieri notte l'ex presidente del Consiglio al termine di una cena con i deputati azzurri - abbiamo dei principi che restano fermi, che sono sempre quelli, indipendentemente dalle persone che sono coinvolte".
    inutile ricordare quali siano i "loro" principi...

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da matrix82ct Visualizza Messaggio
    impossibile non notare l'arroganza di certi ds.
    questi signori erano comunisti una volta, ora, nel giro di pochi anni, inciuciano con berlusconi, rivalutano la figura di craxi, si fondono in un unico partito con i democristiani e si comportano come dei bananas qualsiasi attaccando la magistratura e chi sta dalla parte della magistratura.
    pietosi.
    Non mi pare abbiano attaccato la magistratura, come ha fatto tante volte Berlusconi.
    Semmai si sono lamentati delle parole usate dalla Forleo, che ha calcato parecchio la mano in merito ad una richiesta di autorizzazione all'uso delle intercettazioni peraltro del tutto legittima.

    Troppa spettacolarizzazione su una questione che finora ha mostrato di avere scarsa o nessuna rilevanza penale.

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da avv.deldiavolo Visualizza Messaggio
    Se leggete il Corriere di oggi vi divertite: il DS Latorre (uno dei furbetti insieme a Fassino, D'Alema e altri tre deputati di Forza Italia) rinfaccia a Di Pietro la candidatura nel Mugello nel 1997.

    In pratica chiede favori in cambio di favori. E fa il paio con le intimidazioni di Mastella (che più o meno suonano così: "D'Alema e Napolitano sono furibondi con Di Pietro, Prodi gli chieda di dimettersi")

    Fanno le vittime solo perchè Di Pietro ha chiesto che si facciano processare, come normali cittadini, per ripulire la loro immagine e quella della maggioranza di Governo. E loro reagiscono così....

    E' colpa mia se mi vengono dei leggerissimi sospetti?
    Ho ascoltato più volte Di Pietro in questi giorni in dibattiti tv e ho tratto l'impressione che stia apporfittando di una situazione del genere per farsi pubblicità e farsi paladino della legalità e della giustizia.

    Insomma, un atteggiamento perlomeno populista.....

    Latorre mi pare dica solo che, a fronte di sospetti e accuse che coinvolgevano Di Pietro, i DS lo difesero, non si comportarono da sciacalli per apparire difensori della legalità a tutti i costi.
    Oggi Di Pietro, a fronte di intercettazioni pubbliche, note da tempo, finora di nessun valore penale, ci specula sopra per convenienza politica.
    Tutto qui.


    Comunque l'articolo del Corriere su Latorre è questo:

    Passato e presente L'amarezza di Latorre: «Di Pietro ingrato» Il dalemiano: «Nel '97 aiutammo l'ex-pm». Dieci anni fa nella sua casa il magistrato incontrò l'attuale vicepremier

    ROMA — «La gratitudine in politica non esiste», e certo non è facile per Nicola Latorre nascondere l'amarezza dietro il sorriso tirato con cui accoglie i compagni di partito che vanno a esprimergli solidarietà: «La gratitudine è un segno di lealtà, è riconoscere i meriti anche di chi la pensa in modo diverso da te». Non si capisce se a bruciare di più sia l'offensiva della magistratura di Milano sul caso Unipol, o «le ripetute offese» subite da Tonino Di Pietro. Ecco chi è «l'ingrato», ecco a chi si riferisce il dirigente dei Ds, all'ex pm, che accolse giusto dieci anni fa nella propria casa romana al Testaccio, per un incontro con Massimo D'Alema che doveva restare riservato. L'incontro invece divenne pubblico, costringendolo «a dormire per tre notti in albergo, pur di sfuggire all'assedio dei giornalisti. E nonostante questo non ho mai chiesto il risarcimento danni». Allora, era il 14 luglio del '97, finì la leggenda accreditata da D'Alema, che si vantava di esser «l'unico politico a non aver mai incontrato il dottor Di Pietro». In realtà i due si erano già visti, a casa di Antonio Bargone, altro fedelissimo dalemiano. Era stato un colloquio difficile, durante il quale il segretario del Pds aveva usato tutto il suo sarcasmo, rovesciando sull'interlocutore parole di fuoco sulla gestione di Mani Pulite. Ma l'appuntamento di quella sera d'estate aveva un altro scopo.
    PARTI ROVESCIATE - Rispetto a oggi, le parti erano rovesciate: l'ex pm si era dimesso otto mesi prima da ministro dei Lavori Pubblici del governo Prodi, perché indagato dalla procura di Brescia sul «caso Pacini ». «Allora fu lui — ricorda Latorre agli amici — che chiese di incontrare Massimo per avere una mano d'aiuto ». Le cronache del tempo raccontano che Di Pietro si sfogò con D'Alema: «Mi sento solo e assediato. Mi stanno accerchiando con accuse infamanti». Da quella vicenda giudiziaria «Tonino » sarebbe uscito indenne, ma in quella fase fu D'Alema a offrirgli una mano, candidandolo nel collegio del Mugello «malgrado il partito in Toscana fosse contrario». Latorre non vuol parlare con i giornalisti di questa storia, però nei suoi colloqui riservati mette in risalto quale abissale differenza ci sia «tra un garantista come D'Alema», e l'ex toga milanese. Allora, quando Di Pietro si dimise da ministro, il segretario del Pds gli espresse pubblica solidarietà, aggiungendo che «non doveva cedere ai sospetti». Oggi invece è come se Di Pietro impastasse con i sospetti le sue dichiarazioni su D'Alema. «Sul piano umano, Massimo lo considera sgradevole », rivela Clemente Mastella che l'altro ieri ha avuto modo di parlare con il ministro degli Esteri: «Non ci si comporta come un corvo dinnanzi alle difficoltà altrui. Il fatto che Di Pietro sia pronto a mettere la mano sul fuoco solo per Piero Fassino è una vergogna. Si atteggia a pubblico ministero, si scaglia contro il Colle... Napolitano è furibondo». Dieci anni dopo i ruoli si sono rovesciati. Per il resto non sembra cambiato nulla. Allora D'Alema difendeva l'attuale ministro delle Infrastrutture dicendo che «la lotta politica sembra ormai un'arena dove si affrontano poteri impazziti, procure della Repubblica, servizi segreti». «E quando la Guardia di Finanza perquisì la casa di Di Pietro — ha rammentato Latorre ad alcuni compagni — Massimo fu uno dei pochi a dettare una dichiarazione in suo sostegno. Oggi Di Pietro non parla mai a sostegno di D'Alema, anzi... Dice un detto pugliese: "Fai bene e scordati, fai male e pensaci"». Sebbene anche il vicecapogruppo dell'Ulivo sia al centro delle attenzioni giudiziarie sul caso Unipol, i suoi pensieri preoccupati sono tutti per «Massimo». E se davvero sui Ds si starebbe abbattendo la nemesi politica di Tangentopoli, Latorre ripete agli amici che colpirebbe la persona sbagliata: «Io c'ero a palazzo Chigi, quando D'Alema era premier e Bettino Craxi stava per morire ad Hammamet. Massimo si prodigò per il suo rientro ma fu fermato. E pur avendo una visione politica diversa, mai, mai gli ho sentito pronunciare giudizi morali contro il leader del Psi. Massimo era e resta un garantista».
    Francesco Vendrami
    26 luglio 2007

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da paterfamilias Visualizza Messaggio
    te ne accorgi solo ora che il buon tonino è un populista?



    che ineleganza...
    No di sicuro, già un anno fa ai tempi dell'indulto era piuttosto evidente.
    Ma avevo sospetti già molti anni fa, seguendo la sua campagna elettorale. E' un tribuno, non cattivo ma un po troppo parolaio per i miei gusti.

  8. #8
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    tonino è uno tosto....ma nel caso specifico, gli elementi di accusa sono alquanto blandi.

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da Curioso Visualizza Messaggio
    Non mi pare abbiano attaccato la magistratura, come ha fatto tante volte Berlusconi.

    Dai, Curioso, è fin troppo evidente che esistano da tempo degli accordi e dei patti sotterranei tra Forza Italia e i DS, e francamente la cosa è rivoltante.

  10. #10
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    A me Di Pietro non è simpatico, ma I DS dovrebbero stare zitti, e lasciare che la magistratura faccia il suo corso.
    Davide Zerillo

 

 
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