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    Arrow il primo e il secondo libro del fascista

    I N D I C E


    PREFAZIONE

    DATE STORICHE DELLA RIVOLUZIONE

    IL DUCE

    LA RIVOLUZIONE FASCISTA
    L'interventismo
    La guerra mondiale
    Il dopoguerra
    I Fasci di combattimento
    Lo squadrismo
    Il programma fascista
    La fondazione del P.N.F.
    La conquista del potere

    IL PARTITO
    Natura e scopi
    Gerarchie e inquadramento
    Disciplina
    Amministrazione
    Doveri degli iscritti al P.N.F.
    Il Partito Fascista Albanese

    LE ORGANIZZAZIONI DEL P.N.F. E LE ORGANIZZAZIONI DIPENDENTI
    I G.U.F.
    La Gioventù Italiana dei Littorio
    I Fasci femminili
    L'Associazione fascista della Scuola
    Le Associazioni fasciste del Pubblico impiego dei Ferrovieri dello Stato, dei Postelegrafonici degli Addetti alle Aziende industriali dello Stato
    L' O.N.D.
    L' U.N.U.C.I.
    Il C.O.N.I.
    La L.N.I.

    LA MILIZIA

    IL REGIME
    Il Gran Consiglio

    LO STATO CORPORATIVO
    La Carta del Lavoro
    I Sindacati e le Confederazioni
    Le Corporazioni
    La Camera dei Fasci e delle Corporazioni

    L'AUTARCHIA


    La specie umana e le razze umane
    L'arianesimo e la popolazione italiana
    La supremazia della razza ariana
    La difesa della razza
    La nazione e la razza
    Il pensiero del DUCE sulla razza
    Che cosa ha fatto il Fascismo per la razza
    Il Fascismo e gli ebrei
    Le leggi fasciste sulla razza
    Ebrei stranieri
    Matrimoni misti
    Fondamento della legislazione razziale fascista
    Chi è ebreo?
    Limitazioni ed esclusioni
    Discriminazioni
    Razza e Impero
    Che cosa devo sapere sulla razza


    «««««««««



    PREFAZIONE

    Il "Libro del Fascista" è un manuale a tutti accessibile che contiene quanto è indispensabile conoscere circa la nostra Rivoluzione, il Partito, il Regime, lo Stato mussoliniano.
    Vi sono, difatti, riassunti in brevi capitoli, sotto forma di domande e risposte formulate con tutta praticità e chiarezza, gli aspetti morali, politici, sociali, organizzativi del Fascismo e vi è data notizia dei princìpi, istituti e ordinamenti su cui oggi è basata l'Italia, nella sua nuova grandezza.
    Ogni Italiano deve vivere consapevolmente nel tempo fascista, e l'ignoranza di tali basi della nostra esistenza di Nazione è inammissibile; perciò si è voluto offrire ai Fascisti e ai giovani della G.I.L. questa semplice guida, necessaria per la cultura dello spirito come per i quotidiani rapporti dell'esistenza.


    DATE STORICHE DELLA RIVOLUZIONE

    15 novembre 1914
    Inizia le pubblicazioni il “Popolo d'Italia".
    23 marzo 1919
    Fondazione dei Fasci italiani di combattimento.
    7 Ottobre 1920
    Incontro del DUCE con D'Annunzio a Fiume.
    7 novembre 1921
    Congresso nazionale di Roma: i Fasci italiani di combattimento si organizzano e si costituiscono in Partito Nazionale Fascista.
    20-Settembre 1922
    Discorso di Udine. Il DUCE afferma la volontà fascista di assumere il governo dell'Italia e di fare di Roma « il cuore pulsante, lo spirito alacre dell'Italia imperiale ».
    24 settembre 1922
    Discorso di Cremona. Il DUCE proclama: « Noi vogliamo che l'Italia diventi fascista... E' dalle rive del Piave che noi abbiamo iniziato la marcia che non può fermarsi fino a quando non abbia raggiunto la mèta suprema: Roma ».
    4 Ottobre 1922
    Discorso al Gruppo fascista "Amatore Sciesa" di Milano. Il DUCE
    preannuncia la conquista fascista dello Stato; « Domani, è assai probabile, è quasi certo, tutta la impalcatura formidabile di uno Stato moderno sarà sulle nostre spalle ».
    24 ottobre 1922
    Congresso del P.N.F. a Napoli. Il DUCE afferma: « Noi VOgliamo diventare Stato ». - Il DUCE preannuncia che la democrazia - forma politica del secolo diciannovesimo - è superata e che un altro regime politico governerà la società nazionale del secolo ventesimo.
    28 ottobre 1922
    Marcia su Roma. (N.D.R. inizia il calendario fascista, i cui anni, in cifra romana, vengono indicati dopo la data internazionale preceduti dal segno ~ oppure - )
    31 ottobre 1922~I
    Il DUCE forma il Governo fascista.
    13 gennaio 1923~I
    Istituzione del Gran Consiglio del Fascismo.
    1° febbraio 1923~I
    Fondazione della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.
    15 maggio 1923~I
    Il Gran Consiglio del Fascismo definisce caratteri nazionali e sociali del sindacalismo fascista.
    3 gennaio 1925~III
    Discorso del DUCE: le forze ostili al Regime sono definitivamente espulse dalla vita nazionale.
    1° maggio 1925~III
    Fondazione dell'Opera Nazionale Dopolavoro.
    20 novembre 1925~III
    Legge sulle associazioni segrete.
    24 dicembre 1925~IV
    Legge sulle attribuzioni e prerogative del Capo del Governo.
    31 dicembre 1925~IV
    Legge sulla stampa periodica.
    31 gennaio 1926~IV
    Legge sulla facoltà del potere esecutivo di emanare norme giuridiche.
    3 aprile 1926~IV
    Legge sulla disciplina giuridica dei rapporti collettivi di lavoro, principio e fondamento dello Stato corporativo.
    18 agosto 1926~IV
    Discorso di Pesaro. Il DUCE dichiara: « Il Fascismo non è soltanto un partito, è un regime, non è soltanto un regìme ma una fede, non è soltanto una fede ma religione che sta conquistando le masse lavoratrici del popolo italiano.
    9 novembre 1926~V
    La Camera fascista dichiara decaduti dal mandato parlamentare i deputati aventinisti.
    25 novembre-1926~v
    Legge sui provvedimenti per la difesa dello Stato.
    21 aprile 1927~V
    Promulgazione della Carta del Lavoro
    26 maggio 1927~V
    Discorso detto "dell'Ascensione". Il DUCE enuncia la politica sociale del Regime e in particolar modo imposta la battaglia demografica per una razza prolifica e sana.
    9 dicembre 1928~VII
    Il Gran Consiglio - organo supremo del P.N.F. diviene organo costituzionale dello Stato. - Riconoscimento giuridico-istituzionale del P.N.F.
    11 febbraio 1929~VII
    Conciliazione tra l'Italia e la Santa Sede.
    10 marzo 1929~VII
    Prima Assemblea Quinquennale del Regime: il Gran Rapporto » del DUCE allo « Stato Maggiore della Nazione ».
    24 marzo 1929~VII
    Il plebiscito fascista esprime l'unità morale del popolo italiano sotto i segni del Littorio.
    14 novembre 1933~XII
    Il DUCE definisce il carattere, le funzioni e i compiti delle Corporazioni fasciste.
    13 gennaio 1934~XII
    Il DUCE presenta la legge sulle Corporazioni, base dello Stato, corporativo.
    10 novembre 1934~XIII
    Discorso del DUCE all'Assemblea generale delle Corporazioni. Le Corporazioni fasciste « iniziano la loro vita effettiva e operante ».
    18 dicembre 1934~XIII
    Il DUCE inaugura la nuova provincia di Littoria e ricorda al popolo che « è l'aratro che traccia il solco, ma è la spada che lo difende ».
    8 settembre 1935~XIII
    Delineandosi nel conflitto con l'Etiopia il tentativo straniero di tagliare la strada all'Italia, il DUCE annuncia al popolo: "Noi tireremo diritto".
    2 ottobre 1935~XIII
    Prima mobilitazione nazionale del popolo italiano. Oltre venti milioni di Italiani ascoltano la voce del DUCE, il quale - alla vigilia dell'avanzata militare nel territorio etiopico - afferma che è giunta l'ora di regolare i conti e proclama che l'Italia è pronta e decisa per qualsiasi evento.
    18 novembre 1935~XIV
    Inizio dell'assedio economico, decretato contro l'Italia dalla Società delle Nazioni. Tutta l'Italia si copre di bandiere e si stringe attorno al DUCE nella ferrea volontà di resistenza e di vittoria.
    18 dicembre 1935~XIV
    “Giornata della fede." Le spose e i capi di famiglia italiani offrono alla Patria l'anello matrimoniale.
    5 maggio 1936~XIV
    Seconda adunata nazionale del popolo italiano. Il DUCE annuncia che le nostre truppe vittoriose sono entrate in Addis Abeba, che la guerra d'Etiopia è finita, che l'Etiopia è italiana.
    8 maggio 1936~XIV
    Adunata in Roma delle rappresentanze delle donne italiane, Ad esse il DUCE esprime la gratitudine della Patria per il loro magnifico contegno nel conflitto italo-etiopico e nella resistenza all'assedio economico.
    9 maggio 1936~XIV
    Terza adunata nazionale del popolo italiano. Fondazione - dell'Impero. Il DUCE annuncia che per decisione del Gran Consiglio del Fascismo « i territori e le genti che appartenevano all'Impero d'Etiopia sono posti sotto la sovranità piena e intera del Regno d'Italia » e che « il titolo d'Imperatore d'Etiopia viene assunto per sé e per i suoi successori dal Re d'Italia ».
    15 luglio 1936~XlV
    La Società delle Nazioni abolisce le sanzioni. Il DUCE ne dà l'annuncio al popolo con le seguenti parole: « Oggi 15 luglio dell'anno quattordicesimo, sugli spalti del sanzionismo mondiale è stata innalzata la bandiera bianca ».
    30 agosto 1936~XIV
    Gran rapporto del DUCE alle Forze armate e al popolo dell'Irpinia in Avellino. La consegna: « Bisogna essere forti, bisogna essere sempre più forti, bisogna essere talmente forti da poter fronteggiare tutte le eventualità e guardare negli occhi fermamente qualunque destino ».
    29 ottobre 1937~XVI
    Passaggio alle dipendenze del P.N.F. di tutte le organizzazioni giovanili e istituzione della Gioventù Italiana del Littorio.
    11 dicembre 1937~XVI
    Quarta adunata nazionale del popolo italiano. Il DUCE annuncia che ìl Gran Consiglio del Fascismo ha deciso l'immediata uscita dell'Italia dalla Società delle Nazioni.
    30 marzo 1938~XVI
    Discorso del DUCE al Senato. Il DUCE delinea il quadro della potenza militare italiana e annuncia che, in una eventuale guerra, guiderà Egli stesso le Forze armate della Patria.
    30 marzo 1938~XVI
    E' creato il grado di Primo Maresciallo dell'Impero. Tale grado è conferito alla Maestà del Re Imperatore e a Benito Mussolini, Duce del Fascismo.
    18 settembre 1938~XVI
    Il DUCE, parlando al popolo triestino, precisa che il problema della razza, in Italia, è in relazione con la conquista dell'Impero, « poiché la storia ci insegna che gli imperi si conquistano con le armi, ma si tengono col prestigio, e per il prestigio occorre una chiara, severa coscienza razziale che stabilisca non soltanto delle differenze, ma delle superiorità nettissime ».
    20 settembre 1938~XVI
    Il DUCE parla al popolo di Udine nel sedicesimo anniversario del discorso annunciatore della marcia su Roma, e riassume i risultati di sedici anni di regime fascista: « L'Italia oggi è un popolo fieramente in piedi; l'Italia oggi è uno Stato, l'Italia è un Impero ».
    26 settembre 1938~XVI
    Discorso di Verona. Il DUCE fa il punto della situazione europea, diventata gravissima per il tentativo di negare il diritto di autodecisione ai popoli forzatamente inclusi nell'artificioso Stato cecoslovacco, rivolge un monito a coloro che volessero precipitare il mondo nella guerra e proclama che l'Italia vuole « l'Europa della giustizia per tutti e della riconciliazione fra i popoli ».
    28 settembre 1938~XVI
    L'Europa è alla vigilia della guerra, cui sospingono oscure forze di distruzione, rappresentate dall'antifascismo internazionale. Francia e Inghilterra hanno già mobilitato, il 1° ottobre la Germania
    occuperà i territori tedeschi usurpati dalla Cecoslovacchìa. Prontamente rispondendo a un estremo appello del Primo Ministro inglese, sollecitato dal governo francese a invocare l'intervento di Benito Mussolini, il DUCE ottiene da Adolfo Hitler la convocazione di un convegno fra le quattro grandi Potenze occidentali, Italia, Germania, Francia, Inghilterra, per risolvere pacificamente la crisi.
    30 settembre 1938~XVI
    Sulle basi stabilite dal DUCE, che ha regolato e diretto le discussioni, Italia, Germania, Francia, Inghilterra firmano a Monaco di Baviera un accordo che salva la pace, rendendo giustizia alle nazionalità arbitrariamente assoggettate al governo di Praga. Nonostante qualche livido tentativo di occultamento, il mondo riconosce nel DUCE colui che ha evitato all'umanità una grave crisi.
    6 ottobre 1938~XVI
    Il Gran Consiglio del Fascismo stabilisce i fondamentali principi e provvedimenti per la difesa della razza.
    7 Ottobre 1938~XVI
    Il Gran Consiglio del Fascismo delibera la riforma del Consiglio nazionale delle Corporazioni e la creazione della Camera dei Fasci e delle Corporazioni.
    1936-38
    Le Camicie Nere italiane accorrono in Spagna a combattere contro il bolscevismo e riaffermano fulgidamente la tradizione militare italiana, coprendosi di gloria nelle battaglie di Malaga, Guadalajara, Santander, Bilbao,Tortosa, Albentosa. Batracas.
    4, novembre 1938~XVII
    Il DUCE nel Ventennale della Vittoria, ha ordinato che la Associazione nazionale dei mutilati ed invalidi di guerra e l'Associazione nazionale combattenti passino, in accoglimento del loro voto, alle dipendenze del Direttorio nazionale del Partito perché continui ad essere vivo ed operante nel popolo italiano lo spirito guerriero da cui il Fascismo trae impulso e certezza per tutte le sue vittorie. Il DUCE ha inoltre disposto che i presidenti delle due Associazioni entrino a far parte dei Consiglio nazionale del P.N.F.
    23 marzo 1939~XVII
    Apertura della Camera dei Fasci e delle Corporazioni
    13 aprile 1939~XVI1
    Le forze armate italiane hanno occupato, a cominciare dal 7 aprile, l'Albania, per assicurarvi l'ordine e la tutela dei nostri interessi. Il giorno 12 una una assemblea costituente, riunita a Tirana, ha offerto la corona al Re d'Italia, Imperatore d'Etiopia. Il Gran Consiglio del Fascismo, presa cognizione del voto solenne, saluta lo storico evento, dichiarando che l'Italia fascista è in grado di garantire al popolo albanese l'ordine, il rispetto d'ogni fede religiosa, il progresso, la giustizia, la pace.
    10 giugno 1940~XVIII
    Il DUCE annuncia la guerra contro le democrazie plutocratiche, a fianco della Germania nazionalsocialista, e assume il comando delle forze armate.
    24 giugno 1940~XVIII
    I rappresentanti della Francia invasa dal tedeschi e sconfitta dalle forze italiane sulle Alpi firmano nei pressi di Roma l'armistizio alle condizioni dettate dal DUCE.
    Luglio 1940~XVIII
    La Romania scuote la dominazione ebraico-massonica e si avvia verso un ordinamento fascista, nell'orbita dell'Asse.
    27 settembre 1940~XVIII
    Firma del patto di alleanza fra Italia, Germania e Giappone.
    4 ottobre 1940~XVIII
    Incontro fra il DUCE e il Fűhrer al Brennero;
    28 ottobre 1940~XIX
    Il DUCE e il Fűhrer s'incontrano a Firenze. - Le nostre forze entrano in azione contro la Grecia, asservita dalla sua classe dominante all'Inghilterra.
    18 novembre 1940~XIX
    Rapporto del DUCE ai Gerarchi provinciali del fascismo. Il DUCE inchioda le potenze cosiddette democratiche alla loro responsabilità, precisa il contributo dell'Italia alla guerra e afferma che tutte le rivendicazioni italiane saranno soddisfatte.
    20 novembre 1940~XIX
    Adesione dell'Ungheria al Patto Tripartito fra Italia, Germania e Giappone.
    24 novembre 1940~XIX
    Adesione della Slovacchia
    20 gennaio 1941~XIX
    Nuovo incontro del DUCE col Fűhrer.
    13 febbraio 1941~XIX
    Incontro fra il DUCE e il Caudillo a Bordighera.
    23 febbraio 1941~XIX
    Rapporto del DUCE alle Gerarchie della Federazione dei Fasci di combattimento dell'Urbe. Il DUCE conferma la volontà dell'Italia di condurre la guerra, in perfetta solidarietà con la Germania, fino all'annientamento del nemico.
    1° marzo 1941~XIX
    Adesione della Bulgaria al Patto Tripartito.
    Aprile 1941~XIX
    In seguito al tradimento della Jugoslavia che, subito dopo avere aderito al Patto Tripartito, si getta dalla parte degli inglesi, le forze dell'Asse, in soli dodici giorni di guerra, frantumano l'organismo militare e statale jugoslavo. La Croazia proclama la propria indipendenza, subito riconosciuta dall'Italia e dalla Germania.
    Maggio 1941~XIX
    Operando in perfetta armonia, le forze dell'Asse schiacciano la Grecia e mettono in rovinosa fuga le forze imperiali britanniche avventuratesi nel territorio ellenico.
    - La provincia ex-jugoslava di Lubiana è annessa al Regno d'Italia.
    - Delimitati i confini fra l'Italia e il nuovo Stato croato, vengono costituite e annesse al Regno d'Italia le province di Spalato e Cattaro in Dalmazia; il Principe Aimone di Savoia-Aosta, Duca di Spoleto, è designato Re di Croazia.


    I° L I B R O

    IL DUCE

    D. Quale è il significato del nome "DUCE"?
    R. DUCE viene dal latino Dux che deriva da duco e significa "Colui che conduce": il Condottiero.

    D. Chi è il DUCE?
    R. Il DUCE, Benito Mussolini, è il creatore del Fascismo, il rinnovatore della società civile, il Capo del popolo italiano, il fondatore dell'impero.

    D. Perché il DUCE è il creatore del Fascismo?
    R. Perché Egli fondò i Fasci di combattimento e perché si deve a Lui la
    Rivoluzione fascista e la dottrina del Fascismo.

    D. Quali sono le attribuzioni del DUCE?
    R. Il DUCE è Presidente del Gran Consiglio del Fascismo, Capo del Governo, Capo del P.N.F., Primo Maresciallo dell'Impero, Comandante generale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.

    D. Quali sono i poteri dei Capo dei Governo?
    R. Il Capo del Governo è Primo Ministro, propone al Re la nomina e la revoca dei Ministri e ne dirige e coordina l'opera; nessun oggetto può essere proposto ai lavori del Senato del Regno e della Camera dei Fasci e delle Corporazioni senza la di Lui adesione. Egli promuove, dirige, coordina, approva tutte le attivitá del Regime in ogni campo politico, sociale, eco
    nomico e rende obbligatorie con suoi decreti le ordinanze corporative.

    D. Quale è la sua responsabilità?
    R. La Legge del 24 dicembre 1925~XV lo rende responsabile dell'indirizzo generale politico del Governo. Egli perciò governa effettivamente la Nazione ed è il dirigente supremo della vita nazionale.

    D. Perché il DUCE è il rinnovatore della società?
    R. Perché promovendo e dirigendo la Rivoluzione fascista, ha conferito un nuovo ordine e un nuovo scopo alla vita sociale.

    D. Il DUCE è soltanto il rinnovatore della vita italiana?
    R. No, perché salvando l'Italia dal disordine e insegnando una nuova norma di vita rivolta alla elevazione dell'individuo nella collettività, mediante una pratica disciplinata e costante del dovere sociale, il DUCE ha offerto a tutti i popoli un esempio che già, in varia forma e misura, viene seguito nel mondo.

    D. Perché il DUCE è il Capo del popolo italiano?
    R. Perché Egli ha identificato il popolo con la Patria, lo ha chiamato a partecipare alla vita dello Stato e lo dirige sulla via della propria elevazione morale e materiale.

    D. Perché il DUCE è il fondatore dell'Impero?
    R. Perché condusse e vinse, contro il divieto di una coalizione di cinquantadue Stati, la più grande guerra coloniale che la sto
    ria ricordi; guerra che Egli intuì, volle, e diresse per il prestigio, la grandezza, la vita della Patria fascista. Attraverso questa guerra e la conquista dell'Etiopia, l'Italia ha avuto il suo Impero di civiltà e di lavoro.

    D. Che cosa vuole il DUCE per il popolo italiano?
    R. Vuole migliorarlo moralmente e materialmente, garantendogli il massimo di lavoro e il massimo del benessere; e vuole che, attraverso l'educazione e l'organizzazione politica, sindacale, sportiva, morale del Fascismo, diventi sempre più consapevole dei suoi fini, della sua missione nel mondo.

    D. Perché il DUCE è Capo della Milizia?
    R. Il DUCE è Capo della M.V.S.N. non solo perché così dispongono le leggi dello Stato, ma perché la Milizia, da Lui fondata, esprime la volontà popolare di difendere e sviluppare la Rivoluzione fascista, da Lui promossa e condotta.

    D. Quale è, dunque, la differenza fra il DUCE e i capi dei governi detti liberali e democratici?
    R. In regime liberale o democratico, il capo del governo è l'esponente di interessi di partito e viene scelto secondo il beneplacito del parlamento, che può sempre determinarne la caduta; invece il DUCE, Condottiero della Rivoluzione fascista e del popolo italiano, rappresenta, anche come Capo del Governo, la intera Nazione, che è ai suoi ordini nella disciplina fascista e nella fede della Patria.


    LA RIVOLUZIONE FASCISTA

    L'INTERVENTISMO

    D. Quale è l'origine della Rivoluzione fascista?
    R. Il primo movimento rivoluzionario contro il parlamentarismo e contro i negatori della Patria si svolse sul finire dei 1914 e nei primi mesi del 1915 per condurre il popolo italiano all'intervento nella Guerra europea, con lo scopo di integrare l'unità della Patria, di portare l'Italia alla rinascita e di dare una nuova, virile coscienza alla Nazione. L'intervento preparò il Fascismo e annunciò la Marcia su Roma.

    D. Quale carattere ebbe il movimento interventistico?
    R. Il movimento interventistico fu come il preludio del Fascismo, perché raggruppò uomini di ogni provenienza e prese subito posizione contro il parlamento che, nella sua maggioranza, era per la neutralità.

    D. Quali furono gli organi essenziali dell'agitazione per l'intervento?
    R. Gli organi essenziali dell'agitazione per l'intervento furono il giornale quotidiano "Il Popolo d'Italia" fondato da Mussolini il 15 novembre 1914 e ì Fasci d'Azione interventistica che anticiparono i Fasci di combattimento.

    D. Che programma avevano i Fasci d'Azione interventistica?
    R. Essi si proponevano di creare lo stato d'animo per imporre la guerra.

    LA GUERRA MONDIALE

    D. Quando intervenne l'Italia nella Grande Guerra?
    R. L'Italia intervenne nella Grande Guerra il 24 maggio 1915.

    D. Quando, finì la guerra?
    R. La guerra finì in conseguenza della Vittoria italiana, con l'Armistizio del 4 novembre 1918.

    D. L'idea rivoluzionaria che aveva animato l'interventismo, come si manifestò nel corso della guerra?
    R. Nel corso della guerra le ragioni ideali dell'intervento furono consacrate e illuminate dalla presenza nelle trincee di coloro che avevano guidato il popolo all'intervento fra cui Benito Mussolini, combattente e ferito; dal sacrificio eroico di Filippo Corridoni, dal valore di tanti altri volontari; dal martirio di Cesare Battisti, apostolo della grande riscossa nazionale italiana; dal martirio di Fabio Filzi, di Damiano Chiesa, di Nazario Sauro e da innumerevoli episodi di fede, di devozione alla Patria, da parte dei sostenitori dell'intervento.

    D. Quali furono i risultati rivoluzionari della guerra?
    R. La guerra liquidò il secolo delle false democrazie, perché dalle file dei combattenti e dalla generale aspirazione della umanità verso una sorte migliore, sorse, col DUCE, l'assertore di un nuovo ordine politico e sociale non più basato sul giuoco di artificiose maggioranze parlamentari, e su un erroneo concetto della libertà che poneva a contrasto le singole classi e apriva la via a tutti gli egoismi ma basato sull'autorità dello Stato, che rappresenta il popolo intero e lo conduce alla consapevolezza della sua dignità e dei suoi doveri.

    IL DOPOGUERRA

    D. Come si presentò la situazione dell'Italia, dopo la vittoria?
    R. La debolezza e la mancanza di un ideale nei governi di quel tempo e la corruzione dell'ambiente politico, oltre a sottrarre al popolo italiano alcuni frutti materiali della vittoria, impedirono che lo stesso popolo si mantenesse compatto di fede e di volontà. Perciò la propaganda bolscevica poté dilagare, determinando gravissimi disordini, che trascinarono la Patria sull'orlo della rovina.

    D. A che cosa mirava l'azione bolscevica?
    R. L'azione bolscevica mirava a rinnegare il valore e il sangue con cui la vittoria era stata ottenuta, ad alimentare l'odio di classe ed a trasportare in Italia la barbarie rossa.

    I FASCI DI COMBATTIMENTO

    D. Chi reagì contro questo disegno?
    R. Fu ancora Benito Mussolini a rappresentare la genuina coscienza nazionale. Egli chiamò a raccolta quanti sentivano la necessità di salvare la Patria e fondò i Fasci di combattimento.

    D. Quando furono fondati i Fasci di combattimento?
    R. I Fasci di combattimento furono fondati a Milano, in Piazza San Sepolcro, il 23 marzo 1919.

    D. A chi spetta, il brevetto di sansepolcrista
    R. Il brevetto di sansepolcrista spetta a tutti i fascisti, regolarmente iscritti, che parteciparono all'adunata di Piazza San Sepolcro, o che ad essa furono rappresentati o mandarono adesione scritta.

    D. Quali forze erano aggruppate nei Fasci di combattimento?
    R. Nei Fasci di combattimento si adunavano Italiani di ogni ceto fedeli alla Patria e decisi a lottare contro coloro che la negavano o ne minavano l'unità e la potenza.

    D. Che cosa si proponevano, in sostanza, i Fasci di combattimento?
    R. I Fasci di combattimento si proponevano di lottare per la rivendicazione della vittoria, contro gli imperialismi stranieri che soffocavano il buon diritto italiano, e contro il disordine interno che dilaniava la Patria, mirando al benessere del popolo intero in un regime di giustizia sociale.

    D. Che cosa fu, dunque, il Fascismo fin dalle origini?
    R. Fu una volontà di dare all'Italia un ordine e una potenza che assicurassero al popolo italiano il suo posto al sole e lo mettessero in marcia sulle vie di un nuovo impero.

    LO SQUADRISMO

    D. Che cosa si deve intendere per "squadrismo"?
    R. I Fasci di combattimento, moltiplicandosi con notevole rapidità in molte parti d'Italia, costituirono delle "squadre d'azione”, per opporsi direttamente alle violenze e sopraffazioni dei sovversivi, tollerate quasi sempre dalle autorità dello Stato.

    D. Quale era l'inquadramento delle squadre d'azione?
    R. Era un inquadramento di tipo militare, in formazione ternaria, composta di prìncipi e triari, denominazioni romane indicanti truppe di prima e di seconda linea.

    D. Quale fu il carattere dell'azione squadristica?
    R. Il carattere dell'azione squadristica fu l'impeto, lo spirito di sacrificio, il disprezzo del pericolo. Nei continui scontri con gli avversari, nelle imboscate, negli agguati che questi rinnovavano con crudele accanimento, schiere di squadristi caddero gridando la loro fede nel DUCE e nell'Italia.

    D. A chi spetta il distintivo di squadrista?
    R. Il distintivo di squadrista spetta a tutti i fascisti, regolarmente iscritti, che fecero parte delle Squadre d'azione e ai Legionari che parteciparono in armi ai combattimenti delle "Cinque giornate” di Fiume o alle altre azioni fiumane.

    IL PROGRAMMA FASCISTA

    D. Dove e quando avvenne la prima adunata nazionale dei Fasci italiani di combattimento?
    R. La prima adunata nazionale dei Fasci italiani di combattimento avvenne a Firenze nell'ottobre del 1919.

    D. Che cosa fu affermato nella prima adunata nazionale dei Fasci di combattimento?
    R. Nella prima adunata nazionale dei Fasci di combattimento, il DUCE affermò: “Noi difendiamo la Nazione, il popolo nel suo complesso, vogliamo la fortuna morale e materiale del popolo.

    D. Dove e quando avvennero le altre maggiori adunate e i congressi nazionali dei Fasci di combattimento?
    R. A Roma, a Udine, a Napoli.

    LA FONDAZIONE DEL P.N.F.

    D. Che cosa fu deciso nel congresso di Roma?
    R. Nel congresso di Roma del novembre 1921 i Fasci italiani di combattimento costituirono il Partito Nazionale Fascista.

    D. Perché fu presa questa decisione?
    R. Per mettere a disposizione dell'idea fascista un partito così solidamente inquadrato e disciplinato da potere al momento opportuno trasmutarsi in un esercito capace di agire anche sul terreno della violenza, sia per attaccare, sia per difendersi.

    D. Che cosa fu affermato nell'adunata di Udine?
    R. Il DUCE affermò la volontà fascista di governare l'Italia e di fare di Roma il cuore pulsante, lo spirito alacre dell'Italia imperiale.

    D. Quale fu l'azione con cui il Fascismo mostrò più decisamente di volersi impadronire del governo del Paese?
    R. Fu l'azione fascista effettuata a Trento e a Bolzano, tipico atto insurrezionale di forze armate contro i poteri costituiti dello Stato.

    D. Quando avvenne e che cosa rappresentò il congresso di Napoli?
    R. Il congresso di Napoli del 24 ottobre 1922 rappresentò la prima tappa della Marcia su Roma. Il DUCE proclamò ancora una volta la necessità per il popolo italiano di liberare la sua vita politica e spirituale dalle incrostazioni parassitarie di un passato che uccideva il suo avvenire.

    LA CONQUISTA DEL POTERE

    D. Quale fu lo sbocco della Rivoluzione fascista?
    R. La Rivoluzione fascista sboccò nella conquista del potere mediante l'insurrezione.

    D. Quando avvenne la conquista fascista del potere?
    R. La conquista fascista del potere avvenne con la Marcia su Roma, effettuata, agli ordini del DUCE, da un esercito di Camicie Nere.

    D. Quale fu la parola d'ordine del movimento insurrezionale?
    R. La parola d'ordine del movimento insurrezionale fascista fu: salvare la Patria e condurla alle sue mète imperiali.

    D. Quale, fu la consegna data dal DUCE al Fascismo, subito dopo la vittoria delta Rivoluzione?
    R. Il DUCE, il 31 ottobre 1922, dette al Fascismo la seguente consegna: L'opera nostra comincia oggi. Abbiamo demolito, bisogna costruire.

    D. Che cosa era stato demolito?
    R. Era stato demolito il vecchio regime liberale e democratico schiavo dei partiti e del parlamento; il vecchio costume politico e sociale che portava alla corruzione e alla decadenza.

    D. Che cosa bisognava costruire?
    R. Bisognava costruire, sulla base dello Stato fascista, la nuova Italia conscia della propria nobiltà e del proprio diritto, decisa ad assicurare la potenza e la prosperità del popolo nell'ordine e nella giustizia.

    D. Come si può dunque definire la Marcia su Roma?
    R. La Marcia su Roma fu una rivolta politica contro governi fiacchi e incapaci, che avevano lasciato decadere l'autorità dello Stato e minacciavano di arrestare l'Italia sulla via del suo maggiore sviluppo.

    D. Quale fu la portata storica della Rivoluzione fascista?
    R. La portata storica della Rivoluzione fascista fu di rinnovare il popolo italiano rendendolo unito, concorde, disciplinato per la grandezza e la potenza imperiale della Patria.

    D. A chi spetta il brevetto della Marcia su Roma?
    R. Il brevetto della Marcia su Roma spetta ai Fascisti che marciarono sulla Capitale, a quelli che occuparono con la forza i punti vitali nelle varie province e agli altri che, senza parteciparvi direttamente, furono però mobilitati in armi per la Marcia.


    IL PARTITO

    NATURA E SCOPI

    D. Quale è l'origine del P.N.F.?
    R. il P.N.F. ha la sua origine storica, come la Rivoluzione fascista con la quale esso si identifica, nell'insurrezione interventistica del 1915.

    D. Quando e dove fu organizzato il P.N.F.?
    R. Il P.N.F. fu organizzato in Roma il 7 novembre 1921 per inquadrare tutta l'azione dei Fasci italiani di combattimento.

    D. Che cosa è il P.N.F.?
    R. Il P.N.F. è una milizia civile volontaria agli ordini del DUCE, al servizio dello Stato fascista.

    D. Quale è il suo obbiettivo?
    R. Realizzare la grandezza imperiale del popolo italiano.

    D. Quali sono i suoi compiti specifici?
    R. I compiti del P.N.F. sono la difesa e il potenziamento della Rivoluzione fascista; l'educazione politica degli Italiani. E’ inoltre affidato al P.N.F. il compito della mobilitazione civile dei minori dai 14 ai 18 anni e delle donne, per ogni esigenza della Nazione.

    D. Quale è l'emblema del P.N.F.?
    R. L'emblema del P.N.F. è il Fascio littorio.

    D. Quali sono le insegne del P.N.F.?
    R. Le insegne del P.N.F. sono costituite dal labaro del Direttorio nazionale e dai gagliardetti della Colonna celere A. O.

    D. Quale è la posizione del P.N.F. nello Stato fascista?
    R. Il Partito è al centro dello Stato di cui è organo e istituzione permanente.

    D. Quali sono i princìpi su cui si basa il P.N.F.?
    R. Devozione al DUCE e fedeltà alla causa della Rivoluzione fascista, disciplina assoluta, responsabilità individuale e collettiva per i compiti da perseguire, disinteresse, spirito di sacrificio.

    D. Come è costituito il P.N.F.?
    R. Il P.N.F. è costituito dai Fasci di combattimento i quali sono inquadrati, nelle province del Regno, nei Governi del l'Impero, nelle province della Libia e nel possedimento italiano delle Isole dell'Egeo, in Federazioni dì Fasci di combattimento. A capo di ciascuna Federazione di Fasci di combattimento è un Segretario federale. Nella Federazione i Fasci sono raggruppati in zone.

    GERARCHIE E INQUADRAMENTO

    D. Chi è il Capo del P.N.F.?
    R. Il Capo del P.N.F. è il DUCE.

    D. Chi regge il P.N.F.?
    R. Il P.N.F. è retto da un Segretario che è Ministro Segretario di Stato, viene nominato e revocato con Decreto Reale, su proposta del DUCE, ed è responsabile verso il DUCE degli atti e dei provvedimenti del Partito.

    D. Quale è l'organo centrale del P.N.F.?
    R. L'organo centrale del P.N.F. è il Direttorio Nazionale, presieduto dal Segretario del P.N.F., e costituito da tre Vice Segretari, da quattro componenti di diritto nelle persone dei Ministri per le Corporazioni e per la Cultura popolare, del Sottosegretario di Stato all'Interno, del Capo di Stato Maggiore della M. V. S. N., e da altri sette componenti. Con decreto del DUCE, a richiesta del Segretario del P.N.F., il numero dei vice-segretari può essere elevato a quattro.

    D. Quali funzioni ha il Direttorio nazionale del P.N.F.?
    R. Il Direttorio nazionale esercita funzioni consultive ed esecutive, secondo le direttive dei Segretario del P.N.F.

    D. Che cosa è il Consiglio nazionale del P.N.F.?
    R. Il Consiglio nazionale, presieduto dal Segretario del P.N.F., è costituito dal Direttorio nazionale del P.N.F.; dagli Ispettori del P.N.F.; dai Segretari federali preposti alle Federazioni dei Fasci di combattimento e dai Segretari federali "comandati" con incarichi speciali; dal Segretario, dal vice-Segretario e da due Ispettori dei Fasci italiani all'estero; dai Fiduciari nazionali delle Associazioni fasciste della scuola, del pubblico impiego, dei ferrovieri, dei postelegrafonici e degli addetti alle aziende industriali dello Stato, dal Presidente dell'Associazione nazionale mutilati ed invalidi di guerra; dal Presidente dell'Associazione fascista famiglie Caduti e dell'Associazione mutilati e feriti per la Rivoluzione; dal Presidente dell'Associazione nazionale combattenti; dai Presidenti delle Confederazioni fasciste dei datori di lavoro e dei lavoratori e dal Presidente della Confederazione fascista dei professionisti e degli artisti. Ne fa parte anche il Segretario del Partito Fascista Albanese. Il Consiglio nazionale esercita funzioni consultive, su iniziativa dei Segretario del P.N.F., che lo convoca e ne fissa l'ordine del giorno.

    D. Quali sono i Gerarchi del Partito?
    R. 1° il Segretario del P.N.F.;
    2° i Componenti il Direttorio nazionale del P.N.F.;
    3° gli Ispettori del P.N.F.;
    4° i Segretari federali preposti alle Federazioni dei Fasci di combattimento ed i Segretari federali "comandati" con incarichi speciali;
    5° i Componenti i Direttori federali;
    6° gli Ispettori federali preposti alle zone e gli Ispettori federali "comandati" per compiti particolari;
    7° i Segretari politici preposti ai Fasci di combattimento ed i Segretari politici "comandati" per compiti particolari;
    8° i Componenti i Direttori dei Fasci di combattimento.
    9° i Fiduciari dei Gruppi rionali fascisti;
    10° i Componenti le Consulte dei Gruppi rionali fascisti;
    11° i Capi settore;
    12° i Capi nucleo.

    D. Quali sono le attribuzioni del Segretario del Partito?
    R. Il Segretario del P.N.F. è Segretario del Gran Consiglio del Fascismo, fa parte della Commissione suprema di difesa, del Consiglio Nazionale delle Corporazioni, del Comitato corporativo centrale e del Consiglio nazionale dell'educazione delle scienze e delle arti; è Segretario dei Gruppi dei Fascisti universitari; è Comandante generale della G.I.L.. Ha alle sue dirette dipendenze: l'Associazione fascista famiglie Caduti mutilati e feriti per la Rivoluzione; i Gruppi dei Fascisti universitari; la Gioventù Italiana del Littorio; i Fasci femminili con le dipendenti Sezioni massaie rurali, operaie e lavoranti a domicilio; le Associazioni dei P.N.F.; l'Opera Nazionale Dopolavoro; l'Unione Nazionale Ufficiali in congedo d'Italia; il Comitato Olimpionico Nazionale Italiano; la Lega Navale Italiana; l’Unione nazionale fascista del Senato; l'Istituto nazionale di cultura fascista; l'Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra; l'Associazione nazionale combattenti; l'Associazione nazionale famiglie Caduti in guerra; il Gruppo delle Medaglie d'oro al valor militare d'Italia; l'Istituto del Nastro azzurro fra combattenti decorati al valor militare; la Legione Volontari d'Italia; la Legione garibaldina; i Reparti arditi d'Italia, i Reparti d'Arma; l'Associazione mussulmana dei Littorio; il Comitato nazionale forestale.

    D. Quali sono le funzioni del Segretario del P.N.F.?
    R. Il Segretario del P.N.F. rappresenta il Partito a tutti gli effetti; propone al DUCE la nomina e la revoca dei Componenti, non di diritto, il Direttorio nazionale del P.N.F., degli Ispettori del P.N.F., dei Segretari federali che sono preposti alle Federazioni dei Fasci di combattimento o "comandati" con incarichi speciali, dei Dirigenti nazionali delle Organizzazioni dipendenti dal P.N.F. e dei Commissari straordinari presso le Federazioni dei Fasci di combattimento. Nomina e revoca i componenti i Direttori federali e i Gerarchi centrali e provinciali delle Organizzazioni del P.N.F., i dirigenti dell'Unione nazionale fascista del Senato, i revisori della contabilità del P.N.F. Designa al DUCE il presidente e i vice-presidenti dell'Istituto nazionale di cultura fascista, al Ministro per le Corporazioni i rappresentanti del P.N.F. nelle Corporazioni e i presidenti di Sezione dei Consigli provinciali delle Corporazioni, al Ministro per l'Africa Italiana i vice-presidenti delle Consulte corporative, al Ministro per l'Interno i rappresentanti del P.N.F. nelle Giunte provinciali amministrative, al Ministro di Grazia e Giustizia i rappresentanti nella Commissione centrale e nelle Commissioni distrettuali per la disciplina dell'esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica. Ha facoltà di costituire e sciogliere i Fasci di combattimento; indirizza l'attività del Direttorio nazionale, lo convoca e lo presiede; convoca e presiede il Consiglio nazionale del P.N.F.; emana regolamenti e norme per il funzionamento degli Organi, delle Organizzazioni del P.N.F. e degli Enti dipendenti dal P.N.F.; mantiene il collegamento fra il P.N.F. e gli Organi dello Stato; esercita un controllo politico sulle Organizzazioni dei Regime e sul conferimento ai fascisti di cariche e di incarichi di carattere politico; ha facoltà di convocare a rapporto i Gerarchi e le camicie nere del P.N.F. e gli iscritti alle Organizzazioni dipendenti dal P.N.F.; ha facoltà di annullare o modificare i provvedimenti delle dipendenti Gerarchie, nei riguardi delle quali ha potere di sostituzione; ha facoltà di esonerare dalle cariche e dagli incarichi di Partito i Gerarchi dipendenti.

    D. Quali sono le funzioni e attribuzioni del Segretario della Federazione dei Fasci di combattimento?
    R. Il Segretario federale attua le direttive ed esegue gli ordini del Segretario del P.N.F.. Nell'ambito della provincia promuove e controlla l'attività dei-Fasci di combattimento e delle Organizzazioni dipendenti dal P.N.F.; controlla le Organizzazioni del Regime e il conferimento ai fascisti delle cariche e degli incarichi. Mantiene il collegamento con gli uffici periferici dello Stato e con i rappresentanti degli Enti pubblici locali; è Comandante federale della G.I.L.; è Segretario politico del Fascio di combattimento del capoluogo; fa parte del Comitato di presidenza del Consiglio provinciale delle Corporazioni e del Comitato dell'Opera universitaria nelle città sedi di Università; convoca e presiede il Direttorio federale, i rapporti dei gerarchi della provincia, dei fascisti e degli iscritti alle Organizzazioni dipendenti dal P.N.F. nella provincia; dirige i corsi di preparazione politica per i giovani; propone al Segretario del P.N.F. la nomina e la revoca dei componenti il Direttorio federale, fra i quali designa i vice-segretari federali; dei gerarchi provinciali delle Organizzazioni del P.N.F. e delle Associazioni dipendenti; nomina e revoca gli Ispettori federali che sono preposti alle zone o “comandati" per compiti particolari, i Segretari politici che sono preposti ai Fasci di combattimento della provincia o "comandati" per compiti particolari, i componenti dei relativi Direttori, i Fiduciari dei Gruppi rionali fascisti e i componenti delle relative Consulte, i capi-settore e i capi-nucleo; esercita il controllo sulla gestione patrimoniale e finanziaria della Federazione ed ha alle sue dipendenze un Capo dei servizi amministrativi federali; ha facoltà di sciogliere i Direttori dei Fasci di combattimento e le Consulte dei Gruppi rionali fascisti e di procedere alla nomina di Commissari incaricati di reggerli in via temporanea; promuove e regola l'attività sportiva delle Organizzazioni competenti in relazione alle direttive segnate dal C.0.N.I.. I Gerarchi provinciali delle Organizzazioni dei P.N.F. e degli enti dipendenti dal P.N.F. sono subordinati al Segretario federale, che rappresenta il P.N.F. nella provincia a tutti gli effetti.

    D. Da chi è costituito il Direttorio della Federazione dei Fasci di combattimento?
    R. Il Direttorio della Federazione dei Fasci di combattimento è costituito da due vice-segretari federali e da altri nove componenti che sono: il vice comandante federale della G.I.L., il segretario del Gruppo dei fascisti universitari, l'ufficiale in s.p.e, della M.V.S.N. più elevato in grado nella provincia, il Presidente del Dopolavoro provinciale, il presidente della sezione dell'Istituto nazionale di cultura fascista, il presidente del Comitato provinciale del Comitato olimpionico nazionale italiano, un componente per il controllo delle attività amministrative e patrimoniali della Federazione, due componenti da prescegliersi di regola tra gli ispettori federali e i segretari politici che abbiano dato prova di spiccata capacità organizzativa. Il Segretario del P.N.F. ha facoltà di elevare sino a quattro il numero dei vice-segretari federali. Quando se ne ravvisi l'opportunità i Segretari federali inviteranno, di volta in volta, a partecipare alle riunioni del Direttorio federale ed a riferire sugli argomenti di competenza i dirigenti delle Organizzazioni e degli Enti sindacali, corporativi, economici e assistenziali della provincia.

    D. Quali funzioni esercita il Direttorio della Federazione dei Fasci di combattimento?
    R. Il Direttorio della Federazione dei Fasci di combattimento esercita funzioni consultive ed esecutive sulle direttive del Segretario federale.

    D. Da chi è retto il Fascio di combattimento?
    R. Il Fascio di combattimento è retto dal Segretario politico, assistito da un Direttorio.

    D. Quali sono le funzioni e attribuzioni del Segretario politico del Fascio di combattimento?
    R. Il Segretario politico del Fascio di combattimento attua le direttive ed esegue gli ordini del Segretario federale; promuove e controlla l'attività delle organizzazioni del Partito e del Regime e il conferimento ai Fascisti di cariche ed incarichi nell'ambito del proprio territorio; mantiene il collegamento con gli organi statali e con gli enti pubblici locali; propone al Segretario federale la nomina e la revoca dei componenti il Direttorio del Fascio di combattimento fra i quali designa il vice-segretario politico, dei Fiduciari dei Gruppi rionali fascisti, dei componenti le relative Consulte, dei capi-settore e dei capi-nucleo; convoca e presiede il Direttorio del Fascio di combattimento e i rapporti dei Fascisti; propone al Segretario federale l'istituzione dei Gruppi rionali fascisti e ha facoltà di costituire e sciogliere settori e nuclei; designa i suoi rappresentanti presso il comitato dell'Ente comunale di assistenza; ha la gestione patrimoniale e finanziaria del Fascio di combattimento.

    D. Da chi è costituito il Direttorio del Fascio di combattimento?
    R. Il Direttorio del Fascio di combattimento è costituito da un vice-segretario politico e da altri sei componenti. Nei capoluoghi di provincia gli altri componenti del Direttorio sono sette. Il Segretario del P.N.F. ha facoltà di elevarne il numero a nove.

    D. Quali funzioni esercita il Direttorio del Fascio di combattimento?
    R. Il Direttorio del Fascio di combattimento esercita funzioni consultive ed esecutive sulle direttive del Segretario politico.

    D. Che cosa sono i Gruppi rionali fascisti?
    R. Sono Sezioni del Fascio di combattimento, nei centri con popolazione numerosa. Il Gruppo rionale è organizzato in Settori e Nuclei.

    D. Da chi è retto un Gruppo rionale fascista?
    R. Da un Fiduciario, assistito da una Consulta di cinque componenti.

    D. Quali sono le funzioni del Fiduciario del Gruppo rionale fascista?
    R. il Fiduciario del Gruppo rionale fascista attua le direttive ed esegue gli ordini del Segretario del fascio di combattimento al quale designa un vice-fiduciario scelto fra i componenti la Consulta del Gruppo.

    D. Quali funzioni esercita la Consulta del Gruppo rionale fascista?
    R. La Consulta del Gruppo rionale fascista esercita funzioni consultive ed esecutive sulle direttive del Fiduciario.

    D. Quale è l'organizzazione di un Gruppo rionale fascista?
    R. Ciascun Gruppo rionale fascista è diviso in settori, e i settori sono divisi in nuclei, per il miglior inquadramento dei gregari.

    D. Che cosa debbono conoscere i Segretari dei Fasci di combattimento e i Fiduciari, circa i gregari posti alle loro dipendenze?
    R. Debbono conoscere i precedenti politici e morali, nonché i mezzi di vita di ciascun gregario.

    DISCIPLINA

    D. Che cosa è la disciplina fascista?

    R. E' la volontà, negli iscritti al P.N.F., di vivere e di operare secondo i principi del Fascismo, a servizio della Rivoluzione.

    D. Come viene controllata la disciplina?
    R. Una Corte Centrale di disciplina - presieduta da un vice-Segretario del P.N.F. e costituita da cinque componenti e da un segretario nominati dal Segretario del P.N.F. - è istituita presso la Direzione del P.N.F.. Presso ogni Federazione di Fasci di combattimento è istituita una Commissione federale di disciplina, presieduta da un vice-segretario federale e formata da sei componenti effettivi, quattro supplenti e un segretario, estranei al Direttorio federale. Analoghe commissioni, costituite da un presidente e due componenti sono istituite presso ogni Fascio di combattimento e ogni Gruppo rionale fascista e vengono nominate dal Segretario federale, su proposta del Segretario del Fascio di combattimento, sempre fra estranei al Direttorio del Fascio o alla Consulta del Gruppo rionale fascista.

    D. Quali sono le punizioni disciplinari previste dallo statuto. del P.N.F.?
    R. Le punizioni disciplinari previste dallo statuto del P.N.F. sono: la deplorazione, la sospensione a tempo determinato (che va da un mese a un anno), la sospensione a tempo indeterminato, il ritiro della tessera, la radiazione, l'espulsione.

    D. In quali casi vengono inflitte la deplorazione e la sospensione a tempo determinato o indeterminato?
    R. Nei casi di mancanze lievi che non ledano la figura morale del Fascista.

    D. In quali casi viene ritirata la tessera?
    R. La tessera viene ritirata al Fascista che incorra in gravi mancanze disciplinari e che si renda immeritevole di militare nei ranghi del P.N.F..

    D. A chi è inflitta la radiazione?
    R. La radiazione è inflitta al Fascista che abbia compiuto azioni o riportato condanne che ledano la sua figura morale.

    D. A chi è inflitta l'espulsione dal Partito?
    R. L'espulsione dal Partito è inflitta a coloro che, venendo meno al giuramento prestato, si rendono traditori della Causa della Rivoluzione fascista.

    D. Quale è l'effetto dell'espulsione dal Partito?
    R. L'espulso è messo al bando dalla vita pubblica.

    D. Quale è l'effetto del ritiro della tessera, della radiazione e della sospensione?
    R. Il Fascista al quale vengano inflitte simili punizioni deve cessare da ogni attività politica.

    D. Come e da chi vengono presi i provvedimenti disciplinari?
    R. Il Segretario del P.N.F. è competente ad infliggere direttamente tutte le punizioni previste; egli può deferire particolari casi alle Commissioni federali di disciplina, o alla Corte Centrale. Soltanto al Segretario del P.N.F. è data facoltà di prendere provvedimenti disciplinari nei riguardi dei Senatori e dei Consiglieri Nazionali. Il Segretario federale è competente a infliggere, su proposta della Commissione federale di disciplina, il provvedimento della deplorazione e sospensione, e direttamente, nei casi urgenti, tutte le altre punizioni, salvo la radiazione e l'espulsione: quando però adotta, in tali casi, il provvedimento del ritiro della tessera egli deve trasmettere gli atti e le decisioni motivate al Segretario del P.N.F., a cui spetta, in definitiva, la conferma del provvedimento. La Commissione federale di disciplina è competente, nei casi che le vengono deferiti dal Segretario federale, a proporre la deplorazione e la sospensione, sia a tempo determinato che a tempo indeterminato. Le Commissioni di disciplina istituite presso i Fasci di combattimento e presso i Gruppi rionali fascisti sono competenti ad esaminare i casi loro deferiti dal Segretario politico, o dal Fiduciario del Gruppo rionale, o dal Segretario federale, al quale ultimo dovranno essere trasmessi i risultati degli accertamenti per le decisioni.

    D. Il Fascista punito può ricorrere contro il provvedimento?
    R. Per i provvedimenti disciplinari inflitti dal Segretario federale è ammesso il ricorso al Segretario del P.N.F. Ma i provvedimenti, nonostante il ricorso, sono immediatamente esecutivi. Il Segretario del P.N.F. ha facoltà di riesaminare la posizione dei fascisti puniti e può revocare o modificare i provvedimenti disciplinari adottati. Il Segretario federale può, da parte sua, determinare la cessazione, la modificazione o la revoca dei provvedimenti disciplinari di sua competenza, o avanzare motivate proposte al Segretario del P.N.F. negli altri casi.

    AMMINISTRAZIONE

    D. Come è amministrato il P.N.F.?
    R. Il Segretario del P.N.F. segna l'indirizzo amministrativo ed esercita il controllo sulla gestione patrimoniale e finanziaria del P.N.F. Nomina un Capo dei servizi amministrativi - posto alle dirette dipendenze di un vice Segretario del P.N.F. - scelto tra i funzionari del Ministero delle Finanze, che applica le sue direttive, segue l'andamento amministrativo delle Federazioni provinciali e dei Fasci di combattimento ed è responsabile della amministrazione del P.N.F. Il controllo sulla contabilità del P.N.F. è devoluto a un collegio di revisori dei conti, costituito da tre componenti effettivi e due supplenti nominati dal Segretario del P.N.F. all'infuori dei componenti il Direttorio Nazionale. I revisori devono presentare la loro relazione collegiale al Segretario del P.N.F. ogni anno.

    DOVERI DEGLI ISCRITTI AL P.N.F.

    D. Quale è la condizione necessaria per l'appartenenza al P.N.F.?
    R. Condizione necessaria per l'appartenenza al P.N.F. è la cittadinanza italiana. Non possono essere iscritti al P.N.F. i cittadini italiani che, a norma delle disposizioni di legge, sono considerati di razza ebraica. Sono iscritti al Partito, con la data del 12 settembre 1919 i legionari fiumani, già iscritti con minore anzianità al 4 dicembre 1939~XVIII, e con anzianità del 24 dicembre 1920 gli altri legionari non ancora entrati nel P.N.F. all'epoca predetta o che ne facciano domanda; nonché, sempre a loro domanda e con la data 3 marzo 1925, tutti gli ex-combattenti iscritti, a loro domanda, dopo il 4 dicembre 1939~XVIII, o precedentemente con anzianità minore. La tessera del P.N.F. viene rilasciata a titolo d'onore agli iscritti che siano grandi invalidi di guerra, mutilati e invalidi per la Rivoluzione, grandi decorati di guerra, grandi mutilati di guerra con assegno di superinvalidità, genitori con sette o più figli a carico, genitori, vedove, orfani e sorelle nubili dei Caduti in A.0. e dei Caduti in Spagna, operai e contadini dichiarati grandi invalidi del lavoro.

    D. Quale è il giuramento che viene prestato al momento di entrare nel P.N.F.?
    R. Il giuramento è il seguente: Nel nome di Dio e dell'Italia, giuro di eseguire gli ordini del DUCE e di servire con tutte le mie forze e, se è necessario, col mio sangue, la causa della Rivoluzione fascista.

    D. Quale è la costante direttiva morale del Fascista?
    R. Il Fascista comprende la vita come dovere, elevazione, conquista e deve avere sempre presente il comando del Duce: Credere, obbedire, combattere.

    D. Quale impegno assumono i Fascisti?
    R. I Fascisti assumono l'impegno di essere i migliori cittadini, i più dotati di senso di responsabilità e di dovere, i primi cittadini quando si tratti di lavoro, di disciplina, di sacrificio. Essi debbono sempre considerarsi dei soldati della Rivoluzione pronti a difenderla ovunque, col sangue, con la vita.

    D. Che cosa offre il Regime ai Fascisti?
    R. Il Fascismo non promette né onori, né cariche, né guadagni, ma il dovere e il combattimento.

    D. Quale è il motto dell'autentico Fascista?
    R. Il motto dell'autentico Fascista è questo: Non adagiarsi mai nel fatto compiuto, non sostare, se non per il breve, necessario riposo e quindi riprendere immediatamente la marcia in avanti.

    D. Che cosa risulta, nel campo spirituale, dalla pratica di tutti i doveri fascisti?
    R. Risulta quella che può chiamarsi la Mistica fascista, ossia una concezione totalitaria del dovere spinta fino al sacrificio.

    IL PARTITO FASCISTA ALBANESE

    D. Che cosa è il Partito fascista albanese?
    R. Il Partito fascista albanese è una organizzazione avente idealità e finalità comuni con quelle del P.N.F.. Esso è stato costituito in seguito all'unione dell'Albania all'Italia. Il Partito fascista è il partito unico d'Albania; ha per emblema il Fascio Littorio e persegue la formazione politica degli Albanesi, per il raggiungimento d'una sempre più alta giustizia sociale, secondo i principi della Rivoluzione fascista. L'iscrizione al P.F.A. è equiparata a quella al P.N.F. Non possono esservi ammessi gli ebrei.

    D. Come, è organizzato il P.F.A.?
    R. Il P.F.A. è retto da un Segretario nominato e revocato dal Luogotenente Generale di S.M. il Re Imperatore in Albania, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri albanese, sentito il segretario del P.N.F.. Al Segretario del P.F.A. spettano il titolo e le funzioni di Ministro Segretario di Stato; egli fa parte del Governo albanese, della Camera dei Fasci e delle Corporazioni, e riceve le direttive e gli ordini del DUCE dal Segretario del P.N.F.

    D. Da chi è rappresentato il Segretario del P.N.F. in Albania?
    R. Il Segretario del P.N.F. è rappresentato in Albania da un Ispettore del P.N.F. coadiuvato da un segretario federale e da un ispettore federale del P.N.F.

    D. Quale è il giuramento che viene prestato all'atto dell'ammissione nel P.F.A.?
    R. Il giuramento è il seguente: Giuro di eseguire gli ordini del DUCE Fondatore dell'Impero e creatore della nuova Albania e di servire con tutte le mie forze e, se è necessario, col mio sangue. la causa della Rivoluzione fascista.

    LE ORGANIZZAZIONI DEL P.N.F.
    E LE ORGANIZZAZIONI DIPENDENTI

    D. Quali sono le Organizzazioni del P.N.F.?
    R. Sono Organizzazioni del P.N.F.: i Gruppi dei fascisti universitari; la Gioventù Italiana del Littorio, i Fasci femminili con le sezioni dipendenti: massaie rurali, operaie e lavoranti a domicilio; l'Associazione fascista della scuola; l'Associazione fascista del pubblico impiego; l'Associazione fascista dei ferrovieri dello Stato; l'Associazione fascista dei postelegrafonici; l'Associazione fascista degli addetti alle Aziende industriali dello Stato.

    I G.U.F.

    D. Quando sorsero i Gruppi Universitari Fascisti?
    R. Il movimento fascista universitario sorse contemporaneamente ai Fasci di combattimento e si inquadrò nel 1921 nei G.U.F.

    D. Quale è il loro scopo?
    R. Inquadrare la gioventù studiosa per educarla secondo la dottrina del Fascismo.

    D. Chi può appartenere ai G.U.F.?
    R. a) chiunque, dai 18 ai 21 anni, provenendo dalla Gioventù Italiana del Littorio, sia iscritto ad una Università o ad un Istituto superiore o ad una Accademia militare o all'Accademia fascista della G.I.L.;
    b) dai 21 ai 28 anni l'iscritto ad una Università o ad un Istituto superiore o ad una Accademia, militare o all'Accademia fascista della G.I.L. che appartenga al P.N.F.;
    c) sino al 28° anno di età il laureato o l'ufficiale proveniente da un'Accademia militare o dall'Accademia fascista della G.I.L., iscritto al P.N.F.;
    d) dai 21 ai 28 anni, l'iscritto al P.N.F., in possesso del diploma di un Istituto medio superiore o dell'Accademia fascista della G.I.L.
    Appartengono anche ai G.U.F. i giovani albanesi iscritti presso le Università e gli Istituti superiori dei Regno.

    D. Da chi dipendono i G.U.F.?
    R. I G.U.F. dipendono direttamente dal Segretario del Partito, il quale ne è il segretario ed è coadiuvato da un vice-segretario dei G.U.F. che fa parte del Direttorio nazionale del P.N.F.

    D. Come sono organizzati i G.U.F.?
    R. In ogni capoluogo di provincia è costituito un G.U.F. che ha il compito di inquadrare gli studenti universitari i laureati e i diplomati, e dirigerne l'attività politica, culturale, assistenziale e sportiva. Presso i G.U.F., nelle località ove siano studenti albanesi, è istituita una Sezione per questi studenti.

    D. Da chi sono retti i G.U.F.?
    R. Ciascun G.U.F. è retto da un Segretario coadiuvato dal Direttorio, costituito da un vice-segretario e da sette componenti. Il Segretario ha alle sue dipendenze un Fiduciario albanese, per la Sezione studenti albanesi, ove essa esista.

    D. Da chi è nominato il Segretario del G.U.F.?
    R. Il Segretario del G.U.F. è nominato dal Segretario del P.N.F., su proposta del Segretario federale, di intesa con il Rettore dell'Università, nelle sedi universitarie. Egli fa parte del Direttorio della Federazione dei Fasci di combattimento.

    D. Da chi dipendono, per l'attività e la disciplina i Fascisti universitari?
    R. Dipendono dal Segretario del G.U.F. della sede di Università presso cui sono iscritti, durante il periodo in cui vi risiedono per motivi di studio; nel rimanente periodo dell'anno dipendono dal Segretario del G.U.F. della provincia in cui hanno domicilio.

    D. Che cosa sono i Nuclei universitari Fascisti?
    R. Sono gruppi di almeno quindici fascisti universitari che possono essere costituiti in ogni centro, alle dipendenze di un Fiduciario, il quale è nominato dal Segretario federale su proposta del Segretario del G.U.F. e fa parte del Direttorio del Fascio di combattimento locale.

    D. Quale è l'organizzazione femminile dei G.U.F.?
    R. Presso ogni G.U.F. è costituita una Sezione femminile, retta da una Fiduciaria, che viene nominata dal Segretario del G.U.F., di intesa con la Fiduciaria, provinciale della Federazione dei Fasci femminili. Ne fanno parte le studentesse, universitarie, le laureate e le diplomate fino al 28° anno di età.

    D. Quali altre Sezioni sono costituite presso i G.U.F.?
    R. La Sezione laureati e diplomati e la Sezione studenti stranieri.

    D. A che cosa tendono le Sezioni femminili dei G.U.F.?
    R. Le Sezioni femminili dei G.U.F. tendono ad affinare le virtù spirituali, intellettuali e fisiche della gioventù studiosa femminile, preparandola ai compiti che il Fascismo attribuisce alla donna italiana.

    D. Quale opera svolgono le Sezioni laureati e diplomati?
    R. Svolgono opera di assistenza e di tutela verso i propri iscritti nei primi anni della loro vita professionale.

    D. Quale è lo scopo delle Sezioni studenti stranieri?
    R. Rendere partecipi i giovani stranieri che compiono i loro studi in Italia, della vita dei G.U.F., contribuendo a una intesa spirituale fra la gioventù studiosa dei vari Paesi.

    D. Dove e come sono costituiti i G.U.F. all'estero?
    R. Un gruppo di Fascisti universitari all'estero può essere costituito in ogni centro estero di studi, ove risiedano almeno dieci giovani studiosi italiani o figli di Italiani, i quali abbiano i requisiti necessari per l'iscrizione ai G.U.F.

    D. Quale è lo scopo dei G.U.F. all'estero?
    R. I G.U.F. all'estero hanno lo scopo di educare moralmente e fisicamente, secondo la dottrina fascista, e di assistere i giovani studiosi italiani o figli d'italiani, che frequentano gli Istituti stranieri o italiani o che comunque trovansi all'estero; di diffondere fra l'elemento studentesco e intellettuale straniero la cultura italiana, e di far conoscere i principi e gli scopi del Fascismo.

    D. Quali sono le principali attività dei G.U.F.?
    R. L'attività politico-culturale, l'attività sportiva e l'attività assistenziale. L'attività politico-culturale, che tende alla preparazione e alla selezione dei giovani, si effettua attraverso la Scuola di Mistica fascista "Sandro Italico Mussolini", i Corsi di preparazione politica per i giovani, i Prelittoriali e i Littoriali della cultura, dell'arte e del lavoro, il Teatro sperimentale ed i Teatri dei G.U.F., le Sezioni cinematografiche, (cine-Guf) le Sezioni radiofoniche e la Stampa universitaria. L'attività sportiva si svolge ogni anno attraverso gli Agonali, i Littoriali dello sport e le Settimane alpinistiche e marinare. L'attività assistenziale viene effettuata attraverso le Case e le Mense dello studente, gli Ambulatori medici e gli Uffici dispense.

    D. Come avviene il passaggio dei Fascisti universitari nelle file del P.N.F.?
    R. Attraverso la Leva fascista.

    LA GIOVENTÙ ITALIANA DEL LITTORIO

    D. Come è costituita l'organizzazione giovanile fascista?
    R. Le forze giovanili del Regime sono organizzate in modo unitario e totalitario nella "Gioventù Italiana del Littorio", istituita in seno al P.N.F. alle dirette dipendenze del Segretario del Partito, che ne è il Comandante generale.

    D. Quale è il motto della Gioventù Italiana del Littorio?
    R. Credere ~ Obbedire ~ Combattere.

    D. Come è composta la Gioventù Italiana del Littorio?
    R. Appartengono alla Gioventù Italiana del Littorio i giovani d'ambo i sessi dai 6 ai 21 anni.

    D. In quali categorie sono organizzati?
    R. Organizzazione maschile: Giovani Fascisti, Avanguardisti Moschettieri, Balilla Moschettieri, Balilla, Figli della Lupa.
    Organizzazione femminile: Giovani Fasciste, Giovani Italiane, Piccole Italiane.

    D. Quali sono i compiti che la Gioventù Italiana del Littorio svolge a favore dei giovani?
    R. 1. La preparazione spirituale, sportiva e premilitare;
    2. l'insegnamento dell'educazione fisica nelle scuole elementari e medie, secondo i programmi da esse predisposti di intesa col Ministro dell'Educazione nazionale;
    3. l'istituzione e il funzionamento di corsi, scuole, collegi, accademie, aventi attinenza con le finalità della Gioventù Italiana del Littorio;
    4. l'assistenza svolta essenzialmente attraverso i campi, le colonie climatiche, il Patronato scolastico o con altri mezzi disposti dal Segretario del Partito Nazionale Fascista;
    5. l'organizzazione di viaggi e crociere.
    La Gioventù Italiana del Littorio ha inoltre la facoltà di istituire o di promuovere l'istituzione di borse di studio e di provvedere alla loro assegnazione.
    Alla Gioventù Italiana del Littorio spetta anche la vigilanza e il controllo su tutte le colonie climatiche e istituzioni affini, da chiunque fondate o gestite.

    D. Come effettua la G.I.L. la preparazione militare dei giovani?
    R. L'istruzione premilitare è impartita con carattere continuativo a tutti i giovani dall'anno in cui compiono l'ottavo anno di età alla chiamata alle armi; il che consente ad essi, venuto il tempo dell'obbligo di leva, di entrare a far parte delle Forze Armate dello Stato con il necessario allenamento fisico e spirituale. Tale Istruzione comprende due periodi:
    il 1° con inizio nell'anno in cui si compie l'ottavo anno di età e fino all'anno in cui si compie il diciottesimo;
    il 2° dall'anno in cui si compie il diciottesimo anno di età fino alla chiamata alle armi.
    L'istruzione premilitare si svolge sotto la direzione dei Comandi Federali della G.I.L. o dei Comandi della G.I.L. di Fascio.

    D. Quale è l'età per l'appartenenza alle diverse categorie della G.I.L.?
    R. Giovani Fascisti dai 18 ai 21 anni; Avanguardisti Moschettieri dai 14 ai 18; Balilla Moschettieri dagli 11 ai 14; Balilla dagli 8 agli 11; Figli della Lupa fino agli anni 8; Giovani Fasciste dai 18 ai 21 anni; Giovani Italiane dai 14 ai 18; Piccole Italiane dagli 8 ai 14.

    D. Quali sono le gerarchie della G.I.L.?
    R. Immediatamente dopo il Comandante generale, Segretario del P.N.F., vengono i vice-Comandanti generali, il Capo di Stato maggiore, due sotto Capi di Stato maggiore; la Ispettrice generale della G.I.L. per le Organizzazioni femminili; il Capo dei servizi amministrativi.
    Ai fini di coordinare i programmi di attività della G.I.L. con l'azione dei Ministeri competenti nei settori educativo, sanitario e premilitare è stata istituita, in seno alla G.I.L., la Consulta composta del Ministro dell'Educazione Nazionale, dei Sottosegretari di Stato per l'Interno, per la Guerra, per la Marina e per l'Aeronautica, del Capo di Stato Maggiore della M.V.S.N., della rappresentante dei Fasci femminili, nonché del Comandante generale e dei vice-Comandanti generali della G.I.L. componenti di diritto.

    D. Quale è l'inquadramento provinciale della G.I.L.?
    R. In ogni provincia il Segretario federale è il Comandante federale della G.I.L.. Da lui dipendono un vice Comandante federale, un Capo di stato maggiore, un Comitato dei revisori, una Commissione provinciale scuola G.I.L.
    Dal Vice Comandante federale dipendono, a loro volta, gli Ispettori dei reparti balilla, avanguardisti, giovani fascisti; l'ufficio militare (leva di terra di mare - dell'aria); l'Ispettrice federale dalla quale dipendono le Ispettrici dei reparti figli della lupa - piccole italiane - giovani italiane - giovani fasciste.
    Il Capo di Stato maggiore ha alle sue dipendenze un Comandante dei reparti maschili, una Comandante dei reparti femminili, un capo ufficio preparazione politica, professionale e propaganda, un capo ufficio assistenza e sanità, un capo ufficio ginnico-sportivo, un capo ufficio rapporti scuola G.I.L., un capo ufficio tendopoli-logistico e manifestazioni, un capo ufficio amministrazione. Il Vice Comandante federale è componente del Direttorio federale, il Comandante dei reparti maschili è ispettore federale, la Comandante dei reparti femminili è collaboratrice a disposizione della Fiduciaria provinciale dei Fasci femminili.

    D. Quale è l'inquadramento comunale della G.I.L.?
    R. In ciascun comune, il Segretario politico del Fascio di combattimento è Comandante della G.I.L. ed ha alle sue dipendenze un vice-Comandante membro del Direttorio del Fascio di Combattimento e i comandanti dei reparti maschili e dei reparti femminili di Fascio.
    Analogo inquadramento esiste presso ciascun Gruppo rionale fascista, il cui Comandante della G.I.L. fa parte della Consulta.

    D. Quale è l'inquadramento provinciale femminile della G.I.L.?
    R. In ogni provincia la Fiduciaria provinciale della Federazione dei Fasci femminili è Ispettrice federale della G.I.L. dalla quale dipendono le ispettrici dei reparti Giovani Fasciste, Giovani Italiane, Piccole Italiane e figli della Lupa, oltre alle Caposezioni delle attività femminili.

    D. Quale è l'inquadramento comunale femminile della G.I.L.?
    R. In ogni comune la Segretaria del Fascio femminile è Ispettrice della G.I.L., ed ha ai suoi ordini una vice-ispettrice e quattro capi-gruppo, rispettivamente per le Giovani Fasciste, le Giovani Italiane, le Piccole Italiane e i Figli della Lupa.

    D. Come sono inquadrati i Giovani Fascisti?
    R. I Giovani Fascisti sono inquadrati in gruppi di battaglioni, battaglioni,
    compagnie, plotoni e squadre.

    D. A chi è affidato l'inquadramento dei Giovani Fascisti?
    R. E' affidato a ufficiali della M.V.S.N. (ruolo G.I.L.). Inoltre sono assegnati a ciascun Comando federale degli ufficiali superiori dell'Esercito, per l'organizzazione militare dei Giovani Fascisti e per la premilitare generale e specializzata.

    D. Come vengono addestrati i Giovani Fascisti?
    R. Con esercitazioni premilitari, ginniche, sportive, con gite ed escursioni, con la frequenza dei poligoni di tiro, e con la partecipazione ai campi estivi e invernali. I Giovani Fascisti possono anche esser chiamati a concorrere a servizi militari territoriali di presidio e di ordine pubblico, previ accordi con le autorità competenti.

    D. Che cosa sono i reparti celeri di Giovani Fascisti?
    R. Sono reparti nei quali i Giovani Fascisti eseguiscono speciali istruzioni,
    facendo uso di biciclette, cavalli e automezzi.

    D. Che cosa è la disciplina dei Giovani Fascisti?
    R. La disciplina è l'abito morale per cui il Giovane Fascista esegue in ogni momento e dovunque con intelligenza e letizia, anche e sopratutto quando costa sacrificio e rinuncia, gli ordini di coloro che sono investiti di funzioni di comando.

    D. Quando, il Giovane Fascista, riceve la tessera del P.N.F.?
    R. Al compimento del 21o anno di età il Giovane Fascista entra nel Partito, al momento in cui ha dimostrato di possedere tutti i requisiti del cittadino soldato dell'Era fascista.

    D. Quale è il dovere del Giovane Fascista?
    R. Il Giovane Fascista offre se stesso alla Rivoluzione fascista, tempera tutti gli entusiasmi in ferrea disciplina, perfeziona la propria posizione morale, sociale, politica, irrobustisce il corpo e lo spirito, ama l'ardimento, sprezza il pericolo, serve con fede con passione e con letizia la causa del fascismo.

    D. Come sono inquadrati gli Avanguardisti?
    R. Gli Avanguardisti sono inquadrati in gruppi di battaglioni, battaglioni, compagnie, plotoni e squadre.

    D. A chi è affidato l'inquadramento degli Avanguardisti?
    R. L'inquadramento degli Avanguardisti è affidato, per esigenze di carattere organizzativo, a ufficiali della M.V.S.N., a capi centuria e cadetti (ruolo G.I.L.).

    D. Come vengono addestrati gli Avanguardisti?
    R. L'addestramento degli Avanguardisti comprende l'educazione fisica, impartita nella scuola, l'addestramento premilitare e sportivo, le esercitazioni collettive e i campi.

    D. In quali categorie sono raggruppati gli Avanguardisti?
    R. Dai 14 ai 18 anni l'Avanguardista è moschettiere, oppure entra nelle Sezioni speciali: preavieri, marinari, mitraglieri, sciatori, motociclisti, ciclisti, cavalleggeri.

    D. Come sono inquadrati i Balilla?
    R. I Balilla sono inquadrati, come gli Avanguardisti e i Giovani Fascisti, in gruppi di battaglioni, battaglioni, compagnie, plotoni e squadre agli ordini di ufficiali che appartengono alla M.V.S.N. (ruolo G.I.L.),

    D. Come vengono addestrati i Balilla?
    R. L'addestramento dei Balilla si compie nella scuola, per la educazione fisica, e con esercitazioni periodiche, oltre i campi e le colonie estive. L'assistenza religiosa e l'assistenza igienico-sanitaria concorrono a sviluppare nei Balilla, come nelle altre categorie della G.I.L., doti morali e fisiche necessarie al suo armonico sviluppo.

    D. Come sono divisi i Balilla?
    R. Appartengono ai Balilla i ragazzi dagli 8 agli 11 anni, ai Moschettieri dagli 11 ai 14 anni.

    D. Come sono inquadrate le Giovani Fasciste?
    R. Le Giovani Fasciste, oltre all'inquadramento in gruppi dì coorti, coorti, centurie, manipoli e squadre, sono inquadrate a seconda delle attività che svolgono nei seguenti gruppi: sportivo, culturale artistico ricreativo, economia domestica, avviamento professionale, giovani massaie rurali,, coloniale, giovani operate.

    D. Quale è lo scopo dell'organizzazione delle Giovani Fasciste?
    R. Lo scopo dell'organizzazione delle Giovani Fasciste è di rinsaldare in esse la fede fascista e di prepararle alla missione che il Partito assegna alla donna, anche nel territorio dell'Impero.

    D. Quale è l'organismo che, nell'ambito del Partito e della G.I.L. raggruppa le attività educative dirette a creare la coscienza e la capacità delle future spose e madri?
    R. Questo organismo è costituito dai Corsi di preparazione domestica che sono affidati alla G.I.L. e il cui centro nazionale direttivo è presieduto dal Segretario del P.N.F.. Vice-presidente è un vice-Comandante generale della G.I.L.. Componenti, l'Ispettrice per i Fasci femminili, l'Ispettrice delle Scuole superiori del P.N.F., l'Ispettrice per la Sezione Operaie e lavoranti a domicilio e le Massaie rurali, l'Ispettrice per la Maternità e l'Infanzia, il rappresentante dell'O.N.D.

    D. Dove si svolgono i corsi di preparazione domestica?
    R. I corsi di preparazione domestica si svolgono in tutti i Comuni e le Frazioni d'Italia.
    D. Quando la Giovane Fascista passa nel Fascio femminile?
    R. La Giovane fascista, al momento del matrimonio, viene iscritta fra le Donne Fasciste; così come la Giovane Fascista che, compiuti i 21 anni ne faccia domanda. In mancanza della domanda, la Giovane Fascista potrà rimanere iscritta alla G.I.L. fino ai 25 anni.

    D. Come sono inquadrate le Piccole e le Giovani Italiane?
    R. Le Piccole e le Giovani Italiane sono inquadrate in gruppi di coorti, coorti, centurie, manipoli e squadre, al comando, ordinariamente, di insegnanti che abbiano frequentato gli appositi corsi.

    D. Come vengono preparate le Piccole e le Giovani Italiane?
    R. Le Piccole e le Giovani Italiane vengono preparate ai doveri propri della donna con esercitazioni ginnico-sportive, attività artistiche, ricreative e con l'assistenza igienico-sanitaria e spirituale, particolarmente indirizzata al culto delle virtù familiari e al compimento della missione domestica.

    D. Come sono inquadrati i Figli della Lupa?
    R. I Figli della Lupa sono inquadrati in gruppi di coorti, coorti, centurie, manipoli e squadre.

    D. Quale è l'indirizzo educativo dei Figli della Lupa?
    R. I Figli della Lupa costituiscono una organizzazione infantile che prepara i fanciulli a entrare nei successivi ranghi dell'organizzazione giovanile fascista con tutti i benefici di una larga assistenza spirituale e igienico-sanitaria.

    D. Da quale giuramento sono vincolati gli iscritti alla G.I.L.
    R. Il giuramento è il seguente: Nel nome di Dio e dell'Italia, giuro di eseguire gli ordini del DUCE e di servire con tutte le mie forze e, se è necessario, col mio sangue, la causa della Rivoluzione fascista.

    D. Come si effettua il passaggio di categoria nella G.I.L.?
    R. Il passaggio si effettua attraverso la Leva fascista.

    D. Quando avviene la Leva fascista?
    R. La Leva fascista viene effettuata ogni anno.

    D. In che cosa consiste la Leva fascista?
    R. La Leva fascista consiste nel passaggio dei Figli della Lupa nelle file dei Balilla; di questi nelle file degli Avanguardisti e degli Avanguardisti nelle file dei Giovani Fascisti, nonché, nel passaggio di questi ultimi nel P.N.F. e nella M.V.S.N.. Al tempo stesso le Piccole Italiane passano nelle file delle Giovani Italiane, le Giovani Italiane passano nelle file delle Giovani Fasciste e queste ultime nelle file delle Donne Fasciste.

    I FASCI FEMMINILI

    D. Da chi sono composti i Fasci femminili?
    R. I Fasci femminili sono composti da donne italiane di sicura fede fascista e di buona condotta morale che abbiano compiuto il 21° anno di età. Le donne fasciste hanno gli obblighi di coloro che militano nel P.N.F. e devono osservare la disciplina, stabilita dallo statuto del P.N.F.

    D. Quale è il compito dei Fasci femminili?
    R. I Fasci femminili hanno il compito di divulgare e tenere desta l'idea fascista anche fuori dell'ambito della famiglia, di migliorare la preparazione spirituale e culturale della donna italiana, di concorrere ad attuare tutte le attività assistenziali del Regime, di svolgere negli ambienti femminili azione di propaganda per la difesa ed il potenziamento della razza, di collaborare con le organizzazioni sindacali ed economiche per l'autarchia della Nazione.

    D. Quale è l'organo centrale dei Fasci femminili?
    R. L'organo centrale dei Fasci femminili è la "Consulta". La Consulta Centrale dei Fasci femminili è presieduta dal Segretario del P.N.F. ed è composta delle Ispettrici Nazionali dei P.N.F., della Ispettrice della G.I.L., della Ispettrice dei G.U.F. e della Commissaria Nazionale dell'Associazione Donne Artiste e Laureate. Di essa fanno parte di diritto un vice-Segretario del P.N.F., un Ispettore ed un Federale designati dal Segretario del Partito. Il compito della Consulta Centrale dei Fasci femminili è quello di indirizzare e coordinare tutta l'attività delle organizzazioni femminili del Partito.

    D. Come sono organizzati i Fasci femminili?
    R. Il Fascio femminile è istituito presso ciascun Fascio di Combattimento ed è retto da una Segretaria. I Fasci femminili di ciascuna provincia sono inquadrati nelle Federazioni provinciali dei Fasci femminili rette da Fiduciarie nominate dal Segretario del Partito. Una Consulta provinciale, presieduta dal Segretario Federale, ha il compito di coordinare e di dare un indirizzo unitario a tutte le attività femminili delle singole province.

    D. Quale è l'ordine gerarchico delle organizzazioni femminili?
    R. L'ordine gerarchico delle organizzazioni femminili è il seguente:
    - Ispettrici delle organizzazioni femminili;
    - Fiduciaria della Federazione dei Fasci femminili;
    - Vice-fiduciaria della Federazione dei Fasci femminili;
    - Collaboratrici Federali;
    - Segretaria provinciale della Sezione massaie rurali; Segretaria provinciale della Sezione operaie e lavoranti a domicilio; Segretaria provinciale per la preparazione della donna alla vita coloniale;
    - Vice Segretaria del Fascio femminile del capoluogo;
    - Ispettrici Federali;
    - Segretaria di Fascio femminile; Segretaria di Gruppo rionale femminile;
    - Vice-segretaria di Fascio femminile; Vicesegretaria di Gruppo rionale femminile;
    - Collaboratrici di Fascio o di Gruppo rionale femminile;
    - Segretaria Sezione Massaie rurali; Segretaria Sezione operaie e lavoranti a domicilio;
    - Visitatrici di settore;
    - Visitatrici di Nucleo; Capo nucleo massaie rurali;
    - Visitatrici.

    D. Quali sono le funzioni delle Ispettrici dei P.N.F.?
    R. Le Ispettrici delle organizzazioni femminili del P.N.F. sono nominate dal Segretario del Partito, fanno parte della Consulta centrale dei Fasci femminili, ed assolvono gli incarichi che loro affida il Segretario dei P.N.F.

    D. Quali sono le funzioni della Fiduciaria della Federazione dei Fasci femminili?
    R. La Fiduciaria della Federazione dei Fasci femminili sovrintende alla costituzione ed al funzionamento dei Fasci femminili della provincia, dei quali nomina le segretarie; regge il Fascio femminile del capoluogo ed è responsabile verso il Segretario Federale dell'attività di tutte le organizzazioni femminili del P.N.F. della provincia.

    D. Quali sono le funzioni della Segretaria del Fascio femminile?
    R. La Segretaria del Fascio femminile, d'intesa col Segretario del Fascio di Combattimento, provvede allo svolgimento delle attività organizzative, assistenziali e di propaganda, secondo le direttive impartite dalla Fiduciaria della Federazione dei Fasci femminili verso la quale è responsabile.

    D. Chi sono le "Visitatrici Fasciste"?
    R. Sono donne fasciste di particolare attitudine, che in ciascun settore e nucleo del Fascio di Combattimento a cui appartengono, visitano le famiglie bisognose a scopo di assistenza morale e materiale, con speciale cura per ciò che riguarda la maternità ed infanzia, riferendo periodicamente alla Segretaria del Fascio dalla quale dipendono.

    D. Chi sono le massaie rurali?
    R. Le massaie rurali costituiscono una organizzazione fascista che fa capo ai Fasci femminili. Di tale organizzazione fanno parte le donne che risiedono abitualmente in Comuni a carattere rurale, che appartengano a famiglie di proprietari coltivatori diretti, coloni e mezzadri, operai agricoli, che abbiano l'età richiesta per l'ammissione ai Fasci femminili.

    D. Come è composta, l'organizzazione massaie rurali?
    R. L'organizzazione massaie rurali è composta delle Sezioni di mas saie rurali organizzate dai Fasci femminili. Presso ogni Federazione dei Fasci femminili è costituita una sezione provinciale massaie rurali a cui sovraintende una Segretaria provinciale" alle dirette dipendenze della Fiduciaria dei Fasci femminili. Presso ogni Fascio femminile è costituita una Sezione massaie rurali. Tale Sezione dipende dalla Segretaria del Fascio che si avvale dell'opera di una Segretaria d'ella Sezione M.R.

    D. Quale è lo scopo delle Sezioni massaie rurali?
    R. Le Sezioni massaie rurali si propongono: di promuovere, secondo le finalità fasciste, l'educazione e l'istruzione delle donne della campagna, facendole oggetto di assistenza morale, sociale e tecnica; migliorare l'arredamento e l'igiene delle case rurali; favorire l'allevamento igienico della prole; far apprezzare tutti i vantaggi della vita dei campi. per contrastare, come il fascismo vuole, le dannose tendenze all'urbanesimo; incrementare, ai fini dell'autarchia economica, l'attività produttiva delle massaie rurali.

    D. Quali donne fasciste sono inquadrate nella Sezione operaie lavoranti a domicilio?
    R. La Sezione operaie e lavoranti a domicilio inquadra le donne operaie, dipendenti da stabilimenti, da fabbriche o da manifatture varie; le lavoranti a domicilio autonome e per conto di terzi e le appartenenti a famiglie operaie, che abbiano l'età richiesta per l'ammissione ai Fasci femminili.

    D. Quali sono gli scopi della Sezione operaie e lavoranti a domicilio?
    R. La Sezione operaie e lavoranti a domicilio si propone di:
    a) promuovere la propaganda fascista ed educativa presso le operaie, assecondando il miglioramento delle loro capacità professionali e domestiche;
    b) curare l'assistenza morale e sociale delle operaie, con specifico riguardo alle loro attività femminili;
    c) facilitare, a mezzo degli uffici competenti, il collocamento delle operaie e delle addette ai servizi familiari iscritte alla Sezione, l'esercizio del lavoro a domicilio per incarico di terzi e l'applicazione di tutte le provvidenze assistenziali e assicurative istituite dal Regime per la donna lavoratrice.

    D. Com'è composta l'organizzazione delle operaie e lavoranti a domicilio?
    R. Presso ogni Federazione dei Fasci femminili è costituita, alle dipendenze della Fiduciaria, una Sezione provinciale operaie e lavoranti a domicilio a cui sovraintende una Segretaria provinciale. Possono inoltre essere costituite Sezioni di operaie e lavoranti a domicilio presso i Fasci femminili in quelle località della provincia che abbiano notevole sviluppo industriale o artigiano. Tali Sezioni dipendono dalla Segretaria del Fascio che si avvale dell'opera di una segretaria della Sezione O.L.D.

    L'ASSOCIAZIONE FASCISTA DELLA SCUOLA

    D. Come è costituita la A.F.S.?
    R. La A.F.S. organizza in distinte sezioni tutti gli insegnanti universitari, medi, elementari e il personale addetto alle Belle Arti e alle Biblioteche. Essa è diretta da un Fiduciario Nazionale nominato dal Segretario del P.N.F. Alle sue dipendenze è un vice-Fiduciario Nazionale, per ciascuna sezione. Anche i vice-Fiduciari Nazionali sono nominati dal Segretario del P.N.F.. La organizzazione provinciale dell'A.F.S. è così costituita: Sezione professori universitari, in ogni città sede di Università o di Istituto superiore, presieduta da un Fiduciario nominato dal Segretario del P.N.F.; Sezione assistenti universitari, organizzata come la precedente; Sezione scuola media per i capi e gli insegnanti titolari, incaricati, supplenti e pensionati di Istituti d'istruzione media governativi e pareggiati; Sezione scuola elementare, per il personale ispettivo, direttivo, insegnante di tutte le scuole primarie; Sezione Belle Arti e Biblioteche, per il personale impiegato in questo campo o già pensionato. A capo di ciascuna Sezione provinciale è un Fiduciario. Nei capoluoghi di provincia i Fiduciari delle singole Sezioni si riuniscono in un Direttorio, presieduto dal Fiduciario della Sezione dell'ordine di studi più elevato. Dove manca il Fiduciario della Sezione universitaria a capo dei Direttorio sarà il Fiduciario della Sezione media.

    LE ASSOCIAZIONI FASCISTE DEL PUBBLICO IMPIEGO DEI FERROVIERI DELLO STATO, DEI POSTELEGRAFONICI, DEGLI ADDETTI ALLE AZIENDE INDUSTRIALI DELLO STATO

    D. Chi può iscriversi all'Associazione fascista del pubblico impiego?
    R. Possono iscriversi all'Associazione fascista del pubblico impiego i dipendenti dello Stato, delle province, dei comuni, delle istituzioni pubbliche e di beneficenza, i dipendenti degli enti parastatali e assimilati, i pensionati di tutte queste categorie. Inoltre una speciale Sezione inquadra i medici condotti.

    D. Chi può iscriversi all'Associazione fascista dei Ferrovieri dello Stato?
    R. Possono iscriversi i ferrovieri dipendenti dalle FF.SS., gli assuntori e i pensionati delle FF.SS.

    D. Chi può iscriversi all'Associazione fascista dei postelegrafonici?
    R. Possono iscriversi i dipendenti delle Amministrazioni delle poste e dei telegrafi e dell'Azienda dello Stato per i servizi telefonici, sia di ruolo che a contratto o avventizi, i ricevitori, i gerenti, i supplenti, gli agenti rurali e i pensionati.

    D. Chi può iscriversi all'Associazione fascista degli addetti alle Aziende industriali dello Stato?
    R. Possono iscriversi: il personale di ruolo dell'Amministrazione autonoma dei monopoli e il personale dell'Istituto poligrafico dello Stato, i magazzinieri del monopolio e gli addetti ai banchi lotto; gli operai di ruolo di tutte le Aziende dello Stato con ordinamento autonomo (escluse le ferrovie, le poste, i telegrafi e i telefoni); gli operai di ruolo e non di ruolo dipendenti da Amministrazioni statali e i pensionati.

    D. Chi è a capo delle Associazioni fasciste del pubblico impiego, dei ferrovieri dello Stato, dei postelegrafonici, e delle Aziende industriali dello Stato?
    R. Un Fiduciario nazionale, che il Segretario del Partito nomina per ciascuna di esse, presi gli ordini dal DUCE. Inoltre il Segretario del P.N.F. nomina un Více-Fiduciario Nazionale per ciascuna sezione delle singole Associazioni.

    D. Hanno queste Associazioni carattere sindacale?
    R. No, perché la legge fascista vieta l'organizzazione sindacale dei dipendenti dello Stato.

    D. Hanno funzioni assistenziali verso gli iscritti?
    R. Tutte le Associazioni fasciste svolgono assistenza morale e materiale verso gli iscritti e le loro famiglie mediante Istituti di educazione, Istituti di previdenza, colonie estive, borse di studio ecc. oltre a rappresentarli e tutelarli nei loro rapporti con le Amministrazioni centrali.

    D. E' volontaria l'iscrizione alle suddette Associazioni?
    R. L'iscrizione alle Associazioni fasciste è volontaria ma per gli iscritti al P.N.F. è obbligatoria. Nessuno può essere iscritto qualora i suoi precedenti politici non corrispondano ai più ovvii requisiti di moralità politica e privata.

    D. Quali fini raggiunge il P.N.F. attraverso le suddette Associazioni?
    R. Attraverso le Associazioni fasciste il P.N.F., oltre a svolgere azione di disciplina, di educazione, di propaganda, crea l'atmosfera di ordine morale e di consapevolezza politica nella quale funzionano, ai fini della Rivoluzione fascista, i grandi congegni e servizi della vita nazionale.

    D. Quali sono le organizzazioni che dipendono direttamente dal P.N.F.?
    R. Dipendono direttamente dal P.N.F. l'Associazione fascista famiglie Caduti-mutilati e feriti per la Rivoluzione, l'Opera Nazionale Dopolavoro, l'Unione Nazionale Ufficiali in congedo d'Italia, il Comitato Olimpionico Nazionale Italiano, la Lega Navale Italiana, l'Unione Nazionale fascista del Senato, l'Istituto Nazionale di cultura fascista, l'Associazione Nazionale mutilati e invalidi di guerra, l'Associazione Nazionale combattenti, l'Associazione Nazionale famiglie Caduti in guerra, il Gruppo delle Medaglie d'oro al valor militare d'Italia, l'Istituto del Nastro azzurro fra combattenti decorati al valor militare, la Legione volontari d'Italia, la Legione garibaldina, i Reparti Arditi d'Italia, i Reparti d'Arma, l'Associazione mussulmana del Littorio, il Comitato Nazionale forestale.

    D. Quando fu fondata l'Associazione fascista famiglie Caduti, mutilati e feriti per la Rivoluzione?
    R. Nel giugno 1924-II; in seguito venne divisa in due Associazioni, riunite in ultimo nell'attuale organismo.

    D. Quali scopi ha?
    R. Tener vivo ed alto il ricordo dei Caduti fascisti e del sacrificio dei mutilati e feriti per la Causa nazionale, assistere moralmente e materialmente le famiglie dei Caduti, con particolare riguardo agli orfani e alle necessità di lavoro degli iscritti. Presso ogni Federazione di Fasci di combattimento è istituita una Sezione dell'Associazione fascista famiglie-Caduti mutilati e feriti per la Rivoluzione.

    L'O.N.D.

    D. Quando fu fondata l'O.N.D.?
    R. L'Opera Nazionale Dopolavoro fu fondata il 10 maggio 1925.

    D. Quali sono i suoi scopi?
    R. Gli scopi dell'O.N.D. sono: promuovere il sano e proficuo impiego delle ore libere dei lavoratori intellettuali e manuali con istituzioni e iniziative dirette a sviluppare le loro capacità morali, fisiche, intellettuali nel clima spirituale della Rivoluzione fascista; controllare, coordinare, dirigere l'attività di tutti gli altri organismi e istituzioni diretti al fine anzidetto.

    D. Da chi è presieduta l'O.N.D.?
    R. L'O.N.D. è presieduta da un presidente, nominato dal DUCE su proposta del Segretario del P.N.F., di concerto con il Ministro delle Corporazioni.

    D. Quale è la sua organizzazione?
    R. L'O. N. C. ha sede in Roma ed ha un Direttorio Nazionale composto, oltre del Presidente che lo convoca e ne dirige i lavori, dei Presidenti delle Confederazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori, del Presidente della Confederazione professionisti e artisti, di un rappresentante delle Forze armate, degli Enti pubblici e dell'Ente della Cooperazione. In ciascun capoluogo di provincia v'è un Presidente provinciale nominato dal Presidente dell'O.N.D. su proposta del Segretario federale e assistito da un Direttorio composto dei segretari delle Unioni dei datori di lavoro e dei lavoratori, di un rappresentante dell'Unione provinciale professionisti e artisti, di un rappresentante delle Forze armate, degli Enti locali e del Consiglio provinciale delle Corporazioni. Dal Dopolavoro provinciale dipendono i Dopolavori comunali, rionali, aziendali, rurali.

    D. Quali sono le attività essenziali dell'O.N.D.?
    R. L'O.N.D. che opera in collegamento con le organizzazioni sindacali, svolge, in collaborazione con l'Istituto nazionale di cultura fascista, propaganda educativa fra le masse; cura la diffusione della cultura popolare, con speciale riguardo alla istruzione professionale; l'educazione fisica mediante l'escursionismo, lo sport, i giuochi popolari; l'educazione artistica; l'assistenza igienico-sanitaria, morale, sociale, economica; lo sviluppo delle piccole industrie domestiche e in genere ogni sana attività ricreativa.

    L'U.N.U.C.I.

    D. Che cosa è l'Unione Nazionale Ufficiali in congedo d'Italia?
    R. E' un ente che mantiene gli ufficiali in congedo spiritualmente, moralmente e tecnicamente preparati ai doveri che loro incombono in pace ed in guerra. Ispirandosi all'opera e alle direttive del Regime fascista provvede in special modo: all'addestramento e alla cultura tecnico-militare degli ufficiali in congedo, tenendo continuo contatto coi Ministeri militari; a conservare ed elevare negli ufficiali in congedo le doti di carattere che sono essenziali per l'esercizio del comando, e cioè il senso della disciplina e lo spirito di cameratismo; a mantenere il contatto con i Reparti d'Arma, per doveroso senso di attaccamento alle masse dei soldati e per farle concorrere all'addestramento post-militare; a diffondere in ogni circostanza, soprattutto con l'esempio collettivo e individuale, i sentimenti e le energie che si rivolgono all'onore e alle fortune della Patria fascista; a svolgere opera cameratesca verso gli ufficiali in congedo circa ogni loro legittima aspirazione nel campo del lavoro e nelle morali soddisfazioni.

    D. Quando fu definitivamente costituita la U.N.U.C.I.?
    R. La U.N.U.C.I. fu definitivamente costituita il 18 giugno 1926-IV.

    D. Quale è il carattere della U.N.U.C.I.?
    R. La U.N.U.C.I. è un' organismo tipicamente militare.

    D. Chi fa parte della U.N.U.C.I.?
    R. Hanno obbligo di iscrizione alla U.N.U.C.I. gli ufficiali del Regio Esercito fuori organico (salvo quelli destinati alle organizzazioni giovanili fasciste e tutti gli ufficiali delle Forze armate dello Stato, in aspettativa per riduzione di quadri senza richiamo ed in congedo (complemento, ausiliaria, congedo provvisorio, riserva) di qualsiasi grado e in qualunque posizione si trovino, salvo i sacerdoti. Possono esservi iscritti a domanda i sacerdoti effettivamente rivestiti del grado di ufficiale, gli ufficiali in congedo assoluto, quelli appartenenti alla Croce Rossa Italiana, al Sovrano Ordine di Malta, ed i cappellani militari in congedo (ruolo ausiliario e ruolo di riserva). L'U.N.U.C.I. è retta da un Presidente e da due vice-presidenti, scelti fra gli ufficiali generali, in rappresentanza dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica.

    IL C.O.N.I.

    D. Che cosa è il Comitato olimpionico nazionale italiano?
    R. Il C.O.N.I., fondato nel 1934-XII, è un organismo che inquadra le attività sportive nazionali con unità di indirizzo tecnico e in stretto collegamento con la G.I.L., i G.U.F. e l'O.N.D.

    D. Quali sono le attribuzioni del C.O.N.I.?
    R. Il C.O.N.I., in collegamento con la G.I.L., con i G.U.F. e con l'O.N.D., controlla le discipline sportive per l'addestramento dei futuri campioni, in modo che i giovani siano razionalmente guidati verso il miglioramento fisico agonistico indispensabile al maggior vigore della razza e che contribuisce alla formazione dell'ottimo soldato. E' suo scopo operare il perfezionamento giovanile negli sport essenziali dal punto di vista olimpionico e dal punto di vista della preparazione militare; promuove lo sviluppo della funzione ricreativa dello sport, dirige le forze selezionate dello sport fascista, perché affermino sempre più, nelle competizioni nazionali e internazionali, l'audacia spirituale il valore fisico e la genialità combattiva degli Italiani; tutela e incrementa, d'accordo con le pubbliche amministrazioni, il vasto patrimonio degli stadi e degli impianti sportivi, indirizzando a un unico fine i mezzi e le iniziative.

    D. Da chi è presieduto il C.O.N.I.?
    R. Il C.O.N.I. è presieduto da un Presidente nominato dal DUCE su proposta del Segretario del P.N.F.. Ha un Segretario generale nominato dal Segretario del Partito e un Consiglio nazionale formato dai Presidenti delle Federazioni sportive italiane, dai rappresentanti in Italia del Comitato internazionale olimpionico, e dai rappresentanti dei Ministeri interessati allo sport. In ogni provincia è un Comitato provinciale del C.O.N.I. con un Presidente e un Direttorio.

    L.N.I.

    D. Che cosa è la Lega Navale Italiana?
    R. La L.N.I., fondata nel 1907, è una istituzione con finalità di interesse pubblico, dichiarata dal Regime unico organo nazionale di propaganda marinara".

    D. Quale è la missione della L.N.I.?
    R. La L.N.I. ha la missione di sviluppare la mentalità e lo spirito marinaro degli Italiani. Esalta nel popolo le glorie marinare dell'Italia e diffonde la conoscenza delle nostre necessità marittime sul piano dell'Impero. Organizza crociere di professionisti, studenti, operai: opera, nel campo sportivo, in collegamento con le Federazioni motonautica, della vela, canottaggio e nuoto; è in collegamento con l'O.N.D. e con le organizzazioni pre-marinare e post-marinare per far conoscere la Marina da guerra e mercantile; integra tutte le attività sportive marinare, svolge propaganda culturale per la volgarizzazione dei problemi marittimi mettendo in evidenza come le sorti della Nazione dipendano dalla efficienza della Marina stessa, e delle industrie marittime.

    D. Da chi è presieduta la L.N.I.
    R. La L.N.I. è presieduta da un Presidente nominato dal DUCE su proposta del Segretario del P.N.F.

    D. Come è organizzata la L.N.I.?
    R. La L.N.I. è costituita dalla Sede centrale, in Roma, da Sedi provinciali dirette da un Fiduciario, da Sezioni e Delegazioni in tutta Italia e nelle Colonie.

    D. Chi è iscritto all'Unione nazionale fascista del Senato?
    R. All'Unione nazionale fascista del Senato che ha sede in Roma sono iscritti i senatori tesserati nel P.N.F.

    D. Come è retta l'Unione nazionale fascista del Senato?
    R. L'Unione nazionale fascista del Senato è retta da un triumvirato (un Presidente e due componenti) nominato dal Segretario del P.N.F.

    D. Che cosa è l'Istituto nazionale di cultura fascista?
    R. L'Istituto nazionale di cultura fascista, che fu eretto in ente morale il 6 agosto 1926-IV e ha sede in Roma, è l'organo attraverso il quale il Partito, artefice della Rivoluzione, sviluppa, elabora e precisa la dottrina del Fascismo e attua, anche nel campi della cultura, la sua funzione di centro motore di tutta la vita nazionale. L'I.N.C.F. cura la divulgazione del pensiero fascista con tutti i mezzi che si rivelano di volta in volta più appropriati; coordina inoltre e disciplina, intorno al Partito e in collegamento organico con tutti i Ministeri e gli Enti interessati, lo svolgimento delle varie attività culturali e propagandistiche. Alle sue dipendenze è l'Istituto per gli studi corporativi e autarchici. Presso la presidenza centrale dell'I.N.C.F. è costituita una Consulta di studi e propaganda militare composta di un rappresentante designato da ciascuno dei Ministeri della Guerra, della Marina e dell'Aeronautica, di un rappresentante del Comando Generale della M.V.S.N. e di un Segretario permanente.

    D. Come è inquadrato l'Istituto nazionale di cultura fascista?
    R. L'I.N.C.F. è sottoposto all'alta vigilanza del DUCE, che nomina, su proposta del Segretario del P.N.F., il Presidente. Vicepresidenti dell'I.N.C.F. sono il Fiduciario nazionale dell'A.F.S. e il vicesegretario dei G.U.F.

    D. Chi può essere socio dell'I.N.C.F.?
    R. Possono essere soci dell'I.N.C.F. enti, associazioni e privati. Gli enti culturali che non dipendono da altre organizzazioni a carattere nazionale, debbono federarsi con l'Istituto stesso. Nei capoluoghi di provincia vengono costituite sezioni dell'Istituto, le quali debbono svolgere la loro attività in stretta collaborazione con le Federazioni dei Fasci di combattimento.

    D. Da chi è retto e amministrato l'I.N.C.F.?
    R. L'I.N.C.F. è retto e amministrato da un Consiglio di amministrazione, composto dal Presidente, dai vicepresidenti e da quattordici consiglieri, nominati, questi ultimi, dal Segretario del P.N.F.. Ne fanno parte il Fiduciario nazionale dell'A.F.S., il vice-segretario dei G.U.F., il Presidente della Confederazione fascista dei professionisti e artisti, il vice-presidente della Corporazione delle professioni e delle arti, i rappresentanti dei Ministeri degli affari esteri, della Educazione nazionale, delle Corporazioni, della Cultura popolare, e quattro Fascisti che si siano distinti nel campo della cultura.

    D. Che cosa è la Legione Volontari d'Italia?
    R. La Legione Volontari d'Italia, che porta il nome di «Giulio Cesare», è un organismo a carattere militare che raccoglie, in una viva compagine di fede e di energie, coloro che spontaneamente invocarono e combatterono le guerre nazionali.

    D. Chi può far parte della Legione Volontari d'Italia?
    R. Possono farne parte tutti gli Italiani regnicoli o residenti all'estero, che si siano volontariamente arruolati per combattere ed abbiano effettivamente combattuto nella prima guerra d'Africa, nella guerra italoturca e nelle successive campagne libiche, nella guerra mondiale, nelle guerre d'Etiopia e di Spagna, nella guerra dell'Asse; possono anche farne parte i fascisti feriti per la Causa nazionale.

    D. Che cosa è la Legione garibaldina?
    R. La Legione garibaldina è una organizzazione che coltiva la grande tradizione garibaldina cominciata nel Risorgimento.

    D. Chi può far parte della Legione Garibaldina?
    R. Possono far parte della Legione Garibaldina tutti coloro che combatterono agli ordini dei generale Giuseppe Garibaldi e quanti, seguendo la gloriosa tradizione, successivamente combatterono volontari, conservando la cittadinanza italiana, in difesa della libertà e indipendenza di altri popoli. Possono anche farne parte coloro che si arruolarono volontari per la guerra ítalo-austriaca nella Brigata "Alpi" e i cittadini stranieri che abbiano militato nelle file garibaldine in qualunque campagna.

    D. Che cosa sono i Reparti Arditi d'Italia?
    R. I Reparti Arditi d'Italia costituiscono una organizzazione a carattere militare che concorre a tener vivo nella coscienza del popolo italiano il culto del valore e dell'ardimento e a sviluppare ed esaltare le virtù guerriere della stirpe; inoltre essa assiste i propri iscritti e ne cura la coesione spirituale.

    D. Chi può essere iscritto nei Reparti Arditi d'Italia?
    R. Può essere iscritto nei Reparti Arditi d'Italia ogni cittadino italiano che abbia servito in reparti d'assalto.

    D. Che cosa sono i Reparti d'Arma?
    R. Sono organismi costituiti per tener vivo lo spirito di corpo e le caratteristiche delle singole Armi, favorendo il cameratismo con tutte le Forze armate della Nazione.

    D. Quali sono, in particolare, gli scopi dei Reparti d'Arma?
    R. Cementare i vincoli di cameratismo fra tutti gli appartenenti a una stessa Arma di qualsiasi grado e condizione non in S.P.E., riunire e illustrare i fasti e le glorie delle singole Armi, raccogliendo le testimonianze delle gesta compiute e le memorie dei Caduti, per tenerne alto e imperituro il ricordo.

    D. Chi può iscriversi ai Reparti d'Arma?
    R. Possono iscriversi ai Reparti d'Arma gli ufficiali, sottufficiali e soldati che abbiano comunque appartenuto per almeno sei mesi a una delle Armi componenti il Regio Esercito o che abbiano adempiuto in una determinata Arma l'intero obbligo di leva. L'iscrizione ai Reparti d'Arma è assolutamente volontaria.

    D. Come sono denominati i Reparti d'Arma?
    R. I Reparti d'Arma sono così denominati: Gruppi Marinai d'Italia - Legione Carabinieri d'Italia - Reggimento Granatieri di Sardegna - Reggimento Fanti d'Italia - Reggimento Bersaglieri « Alessandro Lamarmora», 10° Reggimento Alpini Reggimento Cavalieri d'Italia - Reggimento Artiglieri d'Italia «Damiano Chiesa» - Reggimento Genio «Mario Fiori», Legione Finanzieri d'Italia. In ognuno di questi Reparti è formato un Gruppo sottufficiali.

    D. Che cosa è l'Associazione mussulmana del Littorio?
    R. E' una associazione alla quale sono iscritti i nativi mussulmani delle provincie della Libia che abbiano acquistato la cittadinanza speciale loro concessa dal Regime.

    D. Quale è lo scopo dell'Associazione mussulmana del Littorio?
    R. Scopo dell'Associazione mussulmana del Littorio è lo svolgimento di attività di carattere dopolavoristico - sportivo - culturale.

    D. Da chi dipende l'Associazione mussulmana del Littorio?
    R. L'Associazione mussulmana del Littorio è alle dipendenze del Segretario del P.N.F.

    D. Come è organizzata l'Associazione mussulmana del Littorio?
    R. Presso ciascuna Federazione dei Fasci di combattimento della Libia è costituita una Sezione provinciale e presso ciascun Fascio di combattimento è costituito un Gruppo dell'Associazione.

    D. Chi sono i dirigenti di questa Associazione?
    R. I dirigenti dell'Associazione mussulmana del Littorio sono il Fiduciario centrale, il Fiduciario di Sezione e il Fiduciario di Gruppo. Il Fiduciario centrale è l'Ispettore del P.N.F. per la Libia. Il Fiduciario provinciale è il Segretario federale, che ha alle sue dipendenze un vice-fiduciario mussulmano, che abbia acquistata la cittadinanza speciale. Il Fiduciario di Gruppo è un mussulmano, in possesso di tale cittadinanza.

    D. Che cos'è il Comitato nazionale forestale?
    R. E' un'organizzazione di propaganda creata il 3o aprile 1928-VI. Ne fu primo presidente Arnaldo Mussolini.

    D. Quale è lo scopo del Comitato nazionale forestale?
    R. Il Comitato ha lo scopo di far conoscere con la propaganda nelle scuole, nelle organizzazioni fasciste e nel popolo la particolare importanza dei boschi e delle foreste del nostro Paese e quindi la necessità di tutelarli ed accrescerli.

    D. Da chi è retto il Comitato nazionale forestale?
    R. Il Comitato è retto da un Presidente assistito da un Segretario generale ed è alle dipendenze del Segretario del Partito Nazionale Fascista.

    D. Come è organizzato il Comitato nazionale forestale?
    R. Il Comitato ha una organizzazione provinciale con Sezioni rette da un delegato e inquadrate nelle Federazioni dei Fasci di combattimento.

    LA MILIZIA

    D. Che cosa è la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale?
    R. La M.V.S.N. è la guardia armata della Rivoluzione.

    D. Quando fu fondata la M.V.S.N.?
    R. La M.V.S.N. fu fondata dal DUCE con deliberazione del Gran Consiglio del Fascismo, il 10 febbraio 1923-II.

    D. Da che cosa derivò la M.V.S.N.?
    R. La M.V.S.N. derivò dalle disciolte squadre di azione della Rivoluzione fascista.

    D. Quale è la posizione della M.V.S.N. nello Stato fascista?
    R. La M.V.S.N. fa parte delle Forze armate dello Stato e 1 presta giuramento di fedeltà al Re.

    D. Chi è il Comandante generale della M.V.S.N.?
    R. Comandante generale della M.V.S.N. è il DUCE.

    D. Quali compiti sono affidati alla M.V.S.N.?
    R. I compiti affidati alla M.V.S.N. sono: politici, educativi, militari.
    Politici: concorso nei servizi di ordine pubblico e di pubblica sicurezza; reparti speciali in servizio di frontiera.
    Educativi: istruzione dei reparti della G. L L. e dei reparti universitari; addestramento postmilitare e sportivo.
    Militari: Battaglioni Camicie Nere, Milizia per la difesa contraerea territoriale e da costa. Reparti coloniali. La M.V.S.N. ha combattuto gloriosamente in Libia, in Etiopia, nella Spagna e nella grande guerra di liberazione contro le plutocrazie.

    D. Che cosa è l'addestramento postmilitare affidato alla M.V.S.N.?
    R. Mediante l'addestramento postmilitare la M.V.S.N. coltiva negli Italiani che abbiano prestato servizio militare, e fino al compimento del 32° anno di età, le doti e le attitudini del soldato, tenendoli pronti di spirito e di membra a ogni nuovo appello della Patria.

    D. Quale è l'ordinamento della M.V.S.N.?
    R. Un capo di Stato maggiore regge il Comando generale in Roma. Da esso dipendono: quattordici Comandi di Zona Camicie Nere, retti ciascuno da un Luogotenente Generale; trentadue Comandi di Gruppo battaglioni d'assalto Camicie Nere, retti ciascuno da un Console generale; centotrentatre Comandi di legione Milizia ordinaria, retti da Consoli o da Primi Seniori; cinque coortii autonome; una legione Mutilati; un Comando reparti permanenti, in Italia. Un Comando superiore dell'A.O.L. ed un Comando Gruppo Legioni della Libia, nell'Impero.

    D. Come si suddivide la legione?
    R. La legione si suddivide in battaglioni e coorti complementi.

    D. Da chi sono comandati il battaglione e la coorte complementi?
    R. Il battaglione e la coorte complementi sono comandati da un Seniore.

    D. Come si suddividono il battaglione e la coorte complementi?
    R. Il battaglione e la coorte complementi si suddividono in compagnie e centurie.

    D. Da chi sono comandate la compagnia e la centuria?
    R. La compagnia e la centuria sono comandate da un Centurione.

    D. Come si suddividono la compagnia e la centuria?
    R. La compagnia e la centuria si suddividono in plotoni e manipoli.

    D. Da chi sono comandati il plotone e il manipolo?
    R. Il plotone e il manipolo sono comandati da un Capomanipolo.

    D. Come si suddividono il plotone e il manipolo?
    R. Il plotone e il manipolo si suddividono in squadre, al comando di un Caposquadra.

    D. Quali sono le Milizie speciali?
    R. Le Milizie speciali sono: Milizia ferroviaria, Milizia portuaria, Milizia postelegrafonica, Milizia forestale, Milizia della Strada.

    D. Quali sono le specialità della M.V.S.N.
    R. Sono le Milizie Contraerei ed Artiglieria marittima, la Confinaria, la Universitaria, il Reparto Moschettieri del DUCE.

    D. Come si entra nella M.V.S.N.?
    R. Per arruolamento volontario.

    D. Quale è il requisito indispensabile per l'arruolamento nella M.V.S.N.?
    R. L'iscrizione al P.N.F.

    D. Come avviene il reclutamento?
    R. Il reclutamento avviene, attraverso la Leva fascista, tra i Giovani Fascisti che compiono il 20° anno di età e che posseggono l'idoneità fisica e morale.

    D. Qual'è il decalogo del milite fascista?
    R. Il decalogo è il seguente:
    Ricorda che i Caduti per la Rivoluzione e per l'Impero precedono le tue colonne.
    Un camerata è per te un fratello: vive con te, pensa con te, lo avrai al lato nella battaglia.
    L'Italia si serve dovunque, sempre, con ogni mezzo: col lavoro e col sangue. Il nemico del Fascismo è il tuo nemico: non dargli quartiere.
    La disciplina è il sole degli eserciti: essa prepara e illumina la vittoria.
    Se tu vai all'assalto con decisione, hai già la vittoria nel pugno.
    L'obbedienza consapevole e totale è la virtù del legionario.
    Non ci sono cose grandi o piccole: c'è il dovere.
    La Rivoluzione fascista ha contato e conta sulle baionette dei suoi legionari.
    Mussolini ha sempre ragione.

    D. Quale è la parola d'ordine delle Camicie Nere?
    R. Durare: con fedeltà, disciplina, con dedizione assoluta.

    D. Quale è il motto delle Camicie Nere?
    R. Vincere o morire, agli ordini del DUCE, per la Patria, e il Fascismo.


    IL REGIME

    D. Che cosa è nato dalla Rivoluzione fascista?
    R. Dalla Rivoluzione fascista è nato il Regime fascista.

    D. Che cosa si deve intendere per Regime fascista?
    R. Si deve intendere l'insieme delle riforme e delle istituzioni con cui la Rivoluzione delle Camicie Nere ha rinnovato l'Italia negli ordinamenti e nella vita nazionale, preparandone il sicuro avvenire.

    D. Quali sono le basi del Regime fascista?
    R. Le basi dei Regime fascista sono l'autorità, l'ordine, la giustizia.

    D. Come si concreta il Regime fascista?
    R. Il Regime fascista si concreta nel clima sociale e morale e nel principio di autorità per cui lo Stato, che è il popolo organizzato in un sistema di gerarchie, abbraccia l'insieme della vita nazionale, in ogni suo aspetto politico, economico, spirituale, morale.

    D. Che cosa è dunque lo Stato fascista?
    R. E' la sintesi suprema ed equilibratrice di tutte le forze e di tutti gli interessi della collettività nazionale.

    D. Quale è la formula fascista della vita nazionale?
    R. Tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla contro lo Stato.

    D. Quale è la conseguenza di questa nuovi concezione dello Stato?
    R. La conseguenza è che nel Regime fascista l'unità di tutte le classi, l'unità politica, sociale morale del popolo italiano si realizza nello Stato e soltanto nello Stato fascista.

    D. Perché il Regime fascista crea lo Stato forte?
    R. Perché è solo lo Stato che dà un'anima ai popoli.

    D. Perché il Regime fascista crea lo Stato totalitario?
    R. Perché lo Stato è il popolo stesso ed è l'insostituibile garanzia della sua unità e indipendenza, il custode e il trasmettitore del suo spirito, il garante della sua sicurezza, interna ed esterna.

    D. Perché, in Regime fascista, lo Stato diventa autoritario?
    R. Perché lo Stato è l'autorità suprema in cui tutto si accentra e si armonizza: individui e gruppi, passato e futuro, spirito e materia.

    D. Il Fascismo è antidemocratico?
    R. li Fascismo è una democrazia organizzata, centralizzata, autoritaria, nella quale i diritti del popolo sono riconosciuti, tutelati, armonizzati.

    D. Si esaurisce il Regime nello Stato?
    R. No, perché il Regime è il suscitatore di tutte quelle energie spirituali e pratiche, che, mentre confluiscono nello Stato, assicurandone la forza e l'organico funzionamento, alimentano una nuova coscienza collettiva e trasformano la vita, innalzandola verso superiori finalità.

    D. Che cosa dunque ha creato il Regime fascista, oltre a creare lo Stato forte, autoritario, totalitario?
    R. Il Regime ha creato un modo di vita.

    D. Quale è?
    R. Il coraggio prima di tutto; l'intrepidezza, l'amore del rischio, l'essere sempre pronti a osare nella vita individuale come nella vita collettiva, ad aborrire tutto ciò che è sedentario, l'orgoglio in ogni ora della giornata di sentirsi Italiani, la disciplina del lavoro, il rispetto per l'autorità.

    D . Il Fascismo è un fenomeno esclusivamente italiano?
    R. Il Fascismo, in quanto idea, dottrina, realizzazione, è universale, perché è in grado di dire a tutte le genti civili la parola della verità senza la quale gli uomini non sono liberi; la parola della giustizia senza la quale non vi può essere pace duratura nel mondo; e perché è il suscitatore e il creatore di una nuova civiltà.

    IL GRAN CONSIGLIO

    D. Che cosa è il Gran Consiglio del Fascismo?
    R. Il Gran Consiglio del Fascismo è l'organo supremo costituzionale che coordina e integra tutte le attività del Regime.

    D. Da chi è presieduto il Gran Consiglio?
    R. Il Gran Consiglio è presieduto di diritto dal DUCE. Egli lo convoca quando lo crede necessario, fissandone l'ordine del giorno.

    D. Chi è il segretario del Gran Consiglio?
    R. Segretario del Gran Consiglio è il Segretario del P.N.F., che può essere delegato dal DUCE a convocare e presiedere l'alto consesso in sua assenza od impedimento.

    D. Chi sono i membri dei Gran Consiglio?
    R. Sono membri a vita del Gran Consiglio i Quadrumviri della Marcia su Roma; sono membri del Gran Consiglio, a cagione delle loro funzioni e per tutta la durata di queste: il Presidente del Senato del Regno e il Presidente della Camera dei Fasci e delle Corporazioni; i Ministri Segretari di Stato per gli Affari esteri e per l'Interno, il Segretario del P.N.F. Ministro Segretario di Stato, i Ministri Segretari di Stato per la Grazia e Giustizia, per le Finanze, per l'Educazione nazionale, per l'Agricoltura e le Foreste, per le Corporazioni e per la Cultura popolare; il Presidente della Reale Accademia d'Italia; il Comandante generale della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale; il Presidente del Tribunale speciale per la difesa dello Stato; i Presidenti delle Confederazioni fasciste degli industriali e degli agricoltori, e dei lavoratori dell'industria e dell'agricoltura; possono, con decreto del Capo del Governo, essere nominati membri del Gran Consiglio del Fascismo per la durata di un triennio, e con facoltà di conferma, coloro che hanno, quali membri del Governo, o Segretari del P.N.F. dopo il 1922, o per altri titoli, benemeritato della Nazione o della Causa della Rivoluzione fascista. Con le stesse forme la nomina può essere in ogni tempo revocata.

    D. Quali sono le materie su cui delibera il Gran Consiglio?
    R. Il Gran Consiglio delibera sugli statuti, gli ordinamenti e le direttive politiche del P.N.F..

    D. Su quali questioni deve essere sentito il parere del Gran Consiglio?
    R. Il parere del Gran Consiglio deve essere sentito su ogni questione politica, economica e sociale di interesse nazionale, sulla quale sia interrogato dal DUCE e su tutte le questioni di carattere costituzionale e perciò anche su quanto riguarda la successione al Trono, la composizione e il funzionamento dello stesso Gran Consiglio, del Senato, della Camera; le attribuzioni e le prerogative del Capo dei Governo, le facoltà del potere esecutivo, l'ordinamento sindacale e corporativo, i rapporti fra lo Stato e la Chiesa, i trattati internazionali che importino variazioni al territorio dello Stato e ai territori dell'Africa Italiana, ovvero rinuncia all'acquisto di territori.

    D. Quali altri compiti specifici ha il Gran Consiglio?
    R. Inoltre il Gran Consiglio, su proposta del DUCE, forma e tiene aggiornata la lista dei nomi da presentare alla Corona per la nomina, in caso di vacanza, dei di lui successore; e, ferme restando le attribuzioni e prerogative del Duce, forma altresì e tiene aggiornata la lista delle persone che, sempre in caso di vacanza, esso reputa idonee ad assumere funzioni di Governo.


    LO STATO CORPORATIVO

    D. Che cosa è lo Stato corporativo?
    R. Lo Stato corporativo è uno Stato in cui tutte le classi hanno il loro posto, tutte le classi trovano il loro riconoscimento, tutte le classi trovano la loro protezione.

    LA CARTA DEL LAVORO

    D. Che cosa è la Carta del Lavoro?
    R. E' un documento fondamentale della Rivoluzione fascista, in quanto stabilisce i diritti e i doveri di tutte le forze della produzione.

    D. Quando e come fu emanata la Carta del Lavoro?
    R. La Carta del Lavoro fu emanata per voto del Gran Consiglio del Fascismo, il 21 aprile 1927-V.

    D. Come è definita dalla Carta del Lavoro la Nazione italiana?
    R. La Carta del Lavoro dice che: « La Nazione italiana è un organismo avente fini, vita e mezzi d'azione superiori a quelli degli individui divisi o raggruppati che la compongono. E' una unità morale ed economica, che si realizza integralmente nello Stato fascista.

    D. Che cosa è il lavoro in Regime fascista, secondo la Carta?
    R. Il lavoro, sotto tutte le forme organizzative ed esecutive, intellettuali, tecniche, manuali, è un dovere sociale.

    D. Che cosa prevede e sancisce in modo specifico la Carta del Lavoro?
    R. La Carta del Lavoro prevede l'organizzazione sindacale o professionale, il riconoscimento legale dei Sindacati, i contratti collettivi di lavoro, la composizione o il regolamento delle controversie del lavoro nell'uguaglianza giuridica fra i datori di lavoro e i lavoratori; le Corporazioni e i loro compiti; l'intervento dello Stato, in determinati casi, nella produzione economica; le regole di corresponsione del salario, il riposo settimanale e annuale dei lavoratori, le indennità di licenziamento o decesso; la prevenzione e la liquidazione degli infortuni, lo sviluppo della previdenza e dell'assistenza sociale, dell'educazione e dell'istruzione professionale.

    I SINDACATI E LE CONFEDERAZIONI

    D. Quando sorse il movimento sindacale fascista?
    R. Nel 1921.

    D. Che cosa è un Sindacato?
    R. E' la riunione dei datori di lavoro o dei lavoratori di una medesima categoria.

    D. Quale funzione ha il Sindacato fascista?
    R. Il Sindacato fascista ha una funzione educativa, assistenziale e sociale, diretta essenzialmente a formare la coscienza del produttore.

    D. Quale è la legge fondamentale del sindacalismo fascista?
    R. la legge del 3 aprile 1926-IV sulla disciplina giuridica dei rapporti collettivi del lavoro.

    D. L'organizzazione sindacale o professionale è libera?
    R. Sì, ma solo il Sindacato legalmente riconosciuto e sottoposto al controllo dello Stato ha il diritto di rappresentare tutta la categoria di datori di lavoro e di lavoratori per cui è costituito, siano o non siano iscritti.

    D. Dunque le decisioni e regolamentazioni di un Sindacato fanno obbligo o diritto anche ai datori di lavoro e ai lavoratori della medesima categoria che non vi sono iscritti?
    R. Sì.

    D. Quale è l'obbligo essenziale delle associazioni sindacali o professionali?
    R. E' quello di regolare, mediante contratti collettivi i rapporti di lavoro fra le categorie di datori di lavoro e di lavoratori che esse rappresentano.

    D. Su quale principio si basa l'azione del Sindacato fascista?
    R. Sul principio della collaborazione fra le classi.

    D. Che cosa intende il Fascismo per collaborazione di classe?
    R. Per il Fascismo la collaborazione di classe non è un legame unilaterale, ma un preciso dovere - prima morale e sociale, che legale - al quale bisogna che indistintamente sottostiano tutti gli elementi della produzione.

    D. Possono costituire associazioni sindacali i dipendenti dello Stato?
    R. No, e di conseguenza essi sono organizzati. nelle Associazioni fasciste.

    D. Può una associazione sindacale di datori di lavoro o di lavoratori proclamare la serrata o lo sciopero?
    R. No, perché la serrata e lo sciopero sono vietati. Le controversie debbono essere composte in sede sindacale, o portate, se il tentativo di. conciliazione fallisce, dinanzi alla Magistratura del lavoro.

    D. Quale è l'ordinamento sindacale fascista?
    R. L'ordinamento sindacale fascista va dai Sindacati comunali e provinciali ai Sindacati nazionali. i Sindacati compongono le Federazioni, ciascuna delle quali corrisponde a un ramo di produzione o di attività professionale, e le Federazioni a loro volta compongono le Confederazioni.

    D. Quante e quali sono le Confederazioni fasciste?
    R. Le Confederazioni fasciste sono 9, e cioè: Confederazione fascista degli agricoltori, Confederazione fascista dei lavoratori dell'agricoltura, Confederazione fascista degli industriali, Confederazione fascista dei lavoratori dell'industria, Confederazione fascista dei commercianti, Confederazione fascista dei lavoratori del commercio, Confederazione fascista delle aziende del credito e delle assicurazioni, Confederazione fascista dei lavoratori delle aziende del credito e delle assicurazioni, Confederazione fascista dei professionisti e artisti.

    D. Che cosa sono le Unioni provinciali dei Sindacati?
    R. Sono gli uffici periferici delle Confederazioni e hanno il compito di coordinare l'azione dei Sindacati di categoria.

    D. Quali sono i requisiti individuali per l'iscrizione a un Sindacato regolarmente riconosciuto?
    R. Possono chiedere l'iscrizione i cittadini italiani, o coloro che risiedono da almeno 10 anni nel Regno. i quali abbiano compiuto i 18 anni di età e siano di buona condotta morale e politica dal punto di vista nazionale.

    D. Può essere riconosciuta più di una associazione sindacale, per ciascuna categoria di datori di lavoro o di lavoratori?
    R. No.

    D. Come è dato il riconoscimento legale alle associazioni sindacali?
    R. Il riconoscimento è dato per Regio Decreto, su proposta del Ministro competente, sentito il Comitato corporativo centrale.

    D. Quale è la mèta del sindacalismo fascista?
    R. Il sindacalismo fascista, attraverso la collaborazione di classe, sbocca nella Corporazione, che tale collaborazione deve rendere sistematica e armonica, salvaguardando la proprietà, ma elevandola a funzione sociale, rispettando l'iniziativa individuale, ma nell'ambito della vita e dell'economia della Nazione.

    LE CORPORAZIONI

    D. Che cosa è una Corporazione?
    R. E' un organo dello Stato che collega in una comune gerarchia le rappresentanze sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori di uno o più rami o cicli di produzione, per stabilire nell'interesse nazionale, una sicura collaborazione di forze produttive, nel proprio seno e rispetto alle altre Corporazioni.

    D. Che cosa dunque si realizza nella Corporazione?
    R. Nella Corporazione si realizza l'unità economica nei suoi diversi elementi: capitale, lavoro, tecnica.

    D. Quali, sono gli scopi della Corporazione?
    R. All'interno, una organizzazione che raccorci con gradualità e inflessibilità le distanze tra le possibilità massime e quelle minime della vita, cioè una più alta giustizia sociale. Di fronte all'esterno aumentare senza sosta la potenza globale della Nazione per i fini della sua espansione nel mondo.

    D. Come vengono istituite le Corporazioni?
    R. Le Corporazioni vengono istituite con decreto del DUCE su proposta del Ministro per le Corporazioni, sentito il Comitato corporativo centrale.

    D. A chi spetta la presidenza di ciascuna Corporazione?
    R. Al DUCE (legge 14 gennaio 1937-XV, n. 157), o, in sua vece, al Ministro per le Corporazioni.

    D. Come è composta la Corporazione?
    R. Ciascuna Corporazione è composta di un Consiglio, di Cui fanno parte consiglieri effettivi nominati dal P.N.F., dalle Associazioni Professionali e dall'Ente Nazionale Fascista della Cooperazione. Del Consiglio fanno anche parte consiglieri aggregati, aventi voto deliberativo. Il numero dei consiglieri effettivi e aggregati è legalmente stabilito per ciascuna Corporazione.

    D. Quali sono i compiti e le attribuzioni e poteri della Corporazione?
    R. La Corporazione elabora norme generali sulle condizioni del lavoro; concilia le controversie collettive fra le associazioni sindacali che collega; promuove, incoraggia tutte le iniziative intese a coordinare e meglio organizzare la produzione; regola con norme obbligatorie il tirocinio o garzonato del lavoro; dà parere facoltativo od obbligatorio, alle Amministrazioni pubbliche sulle materie riguardanti il lavoro; determina norme giuridiche in materia economica, specialmente nel senso di stabilire tariffe di servizi e di consumi; infine elabora norme per il regolamento collettivo di rapporti economici e per la disciplina unitaria della produzione.

    D. Quante sono le Corporazioni istituite?
    R. Sono 22 e cioè: cereali, orto-floro-frutticoltura, viti-vinicola, olearia, bietole e zucchero, zootecnia e pesca, legno, prodotti tessili, metallurgia e meccanica, chimica, abbigliamento, carta e stampa, costruzioni edili, acqua-gas-elettricità, industrie estrattive, vetro e ceramica, previdenza e credito, professioni e arti, mare e aria, comunicazioni interne, spettacolo , ospitalità.

    D. Che cosa è il Consiglio nazionale delle Corporazioni?
    R. E' l'organo che nell'ordinamento sindacale-corporativo rappresenta la totalità degli interessi economici nazionali e coordina il settore economico a quello politico nell'ambito dello Stato.

    D. Da chi è presieduto il Consiglio nazionale delle Corporazioni.
    R. Il Consiglio nazionale delle Corporazioni è presieduto dal DUCE.

    D. Come è composto Il Consiglio Nazionale, delle Corporazioni?
    R. Il Consiglio Nazionale delle Corporazioni è composto dei membri del Comitato Corporativo Centrale e dei consiglieri effettivi dei Consigli delle Corporazioni.

    D. Quale è l'organo che coordina le funzioni e le attività delle Corporazioni?
    R. il Comitato Corporativo Centrale.

    D. Da chi è presieduto e come è composto il Comitato corporativo centrale?
    R. Il Comitato corporativo centrale, presieduto dal DUCE, è composto dei Ministri e dei Sottosegretari di Stato, dei Vicesegretari del P.N.F., dei rappresentanti del P.N.F. in seno alle Corporazioni, con funzione di vicepresidenti; dei Presidenti delle Confederazioni sindacali dei datori di lavoro, dei lavoratori e dei liberi esercenti una professione o un'arte e del Presidente dell'Ente Nazionale Fascista della Cooperazione.

    D. Quali sono i compiti del Comitato corporativo centrale?
    R. Il Comitato corporativo centrale coordina il funzionamento delle Corporazioni ed approva le norme da esse elaborate, dà parere sulle questioni interessanti Corporazioni diverse o associazioni sindacali appartenenti a Corporazioni diverse e su ogni altra materia che dal Ministro per le Corporazioni gli sia sottoposta.

    D. Che cosa è l'Assemblea Generale delle Corporazioni?
    R. L'Assemblea Generale delle Corporazioni è la riunione dei membri del Consiglio Nazionale delle Corporazioni e dei Consiglieri aggregati ai consigli delle singole corporazioni, e viene convocata dal DUCE per impartire direttive alla azione sindacale rispetto ai problemi della produzione e ai fini dell'ordinamento corporativo.

    D. Quali sono i compiti e le funzioni del Ministero delle Corporazioni?
    R. Il Ministero delle Corporazioni comprende tutti i servizi concernenti il controllo delle associazioni professionali, la conoscenza scientifica e popolare dei principi informatori dell'ordinamento corporativo, l'inquadramento corporativo dell'industria, del commercio, della politica economica in generale, del lavoro,~ della assistenza e previdenza sociale e della proprietà intellettuale. Organizza, coordina, controlla la disciplina giuridica dei rapporti collettivi di lavoro, disimpegna le funzioni di segreteria delle Corporazioni e del Comitato corporativo centrale.

    LA CAMERA DEI FASCI E DELLE CORPORAZIONI

    D. Che cos’è la Camera dei Fasci e delle Corporazioni?
    R. La Camera dei Fasci e delle Corporazioni è una assemblea nazionale che sostituisce, con ordinamento fascista, e senza forme elettoralistiche, la soppressa Camera dei Deputati.

    D. Quale è i1 compito della Camera dei Fasci e delle Corporazioni?
    R. La Camera dei Fasci e delle Corporazioni ha il compito di collaborare col Governo per la formazione delle leggi.

    D. In chi risiede il potere legislativo, dopo la effettiva soppressione del sistema parlamentare?
    R. Il potere legislativo risiede nel Governo, col quale collaborano la Camera dei Fasci e delle Corporazioni e il Senato del Regno.

    D. Da chi è formata la Camera dei Fasci e delle Corporazioni?
    R. La Camera dei Fasci e delle Corporazioni è formata dai componenti del Consiglio Nazionale dei P.N.F. e dai componenti del Consiglio Nazionale delle Corporazioni, eccettuati i senatori e gli accademici d'Italia. Ne fanno parte di diritto i membri del Gran Consiglio del Fascismo.

    D. Quale titolo hanno i membri della Camera dei Fasci e delle Corporazioni?
    R. I membri della Camera dei Fasci e delle Corporazioni hanno il titolo di Consiglieri Nazionali, e la loro qualità viene riconosciuta con decreto del DUCE.

    D. Quando decadono dalla carica i Consiglieri Nazionali?
    R. I Consiglieri Nazionali decadono dalla carica quando cessano di far parte del Consiglio Nazionale del P.N.F., o del Consiglio Nazionale delle Corporazioni o del Gran Consiglio del Fascismo.

    D. Come sono nominati il Presidente e i vice-Presidenti della Camera dei Fasci e delle Corporazioni?
    R. Il Presidente e i vice-Presidenti della Camera dei Fasci e delle Corporazioni sono nominati con decreto reale.

    D. Come funziona la Camera dei Fasci e delle Corporazioni?
    R. La Camera dei Fasci e delle Corporazioni funziona mediante l'assemblea plenaria, che discute i disegni di legge di carattere costituzionale e di maggiore importanza o interesse; e mediante apposite commissioni legislative per tutti gli altri oggetti che ad esse vengano deferiti. Il Senato del Regno funziona in modo analogo.

    D. Come avvengono le votazioni nella Camera dei Fasci e delle Corporazioni?
    R. Coerentemente col costume fascista, che si basa sulla responsabilità singola e collettiva, le votazioni hanno luogo sempre in modo palese.

    D. Quale è la portata morale e storica della creazione della Camera dei Fasci e delle Corporazioni?
    R. Con la Camera dei Fasci e delle Corporazioni il Regime fascista elimina completamente e definitivamente dalla vita italiana il parlamentarismo d'origine democratica e straniera.

    L'AUTARCHIA

    D. Che cosa significa la parola autarchia?
    R. Significa reggersi, governarsi da sé.

    D. Quale significato assume la parola autarchia nel campo economico? R. Nel campo economico autarchia significa bastare a se stessi, ossia produrre in Patria quanto è necessario per l'esistenza del popolo e per la difesa dello Stato, nonché per la conquista dei mercati esteri.

    D. Quale è insomma lo scopo dell'autarchia?
    R. Scopo dell'autarchia è il raggiungimento della indipendenza economica, per sottrarre il Paese ad ogni influenza straniera.

    D. Con quali mezzi il Regime fascista prepara l'autarchia dell'Italia?
    R. Il Regime fascista prepara l'autarchia dell'Italia con la valorizzazione agricola, mineraria e industriale del Paese e dell'Impero fascista.

    D. Quali sono gli aspetti essenziali di questa valorizzazione?
    R. Aspetti essenziali della valorizzazione del Paese e dell'Impero fascista sono la bonifica integrale, la colonizzazione, la battaglia del grano, la politica forestale, le ricerche minerarie, 1'utilizzazione di prodotti italiani, agricoli e industriali, da sostituire nell'uso e nel consumo ai similari stranieri, la politica finanziaria e monetaria, la difesa del prodotto nazionale e la lotta contro gli sprechi.

    D. Quali sono gli organi direttivi creati dal Regime per la battaglia autarchica?
    R. Gli organi direttivi creati da Regime per la battaglia autarchica sono la Commissione suprema per l'autarchia e il Comitato interministeriale per l'autarchia.

    D. Da chi sono presieduti questi organi?
    R. Dal DUCE.

    D. Quale è la funzione del Partito rispetto all'autarchia?
    R. Il Partito, con l'insieme della sua azione, sviluppa e approfondisce la coscienza autarchica nel popolo italiano, sprona, assiste, coordina le iniziative e gli sforzi che si rivolgono al conseguimento della vittoria autarchica, e, per mezzo del suo Segretario, interviene nelle deliberazioni degli organi direttivi di cui sopra.

    D. Il programma autarchico del Regime si esaurisce nel campo economico?
    R. No. Il Regime vuole l'assoluta indipendenza dell'Italia in tutti i campi, e perciò indirizza all'autarchia, ossia al completo affrancamento da ogni influsso straniero, la vita spirituale, culturale, sociale del popolo italiano nell'arte, nella letteratura e nel costume.



    II° L I B R O


    LA SPECIE UMANA E LE RAZZE UMANE

    La specie umana è unica, discendendo - secondo l'ammissione oramai quasi generale - da una sola coppia di antichissimi genitori (monogenesi).

    Come dal tronco si dipartono i rami, così nella specie umana si distinguono le razze.

    Quando in genere si parla di razza, si allude a una realtà biologica, ossia a un gruppo umano, i cui individui presentano un insieme di caratteri simili, come il colore della pelle, la forma del cranio, il tipo della capigliatura ecc.

    La razza è costituita e delimitata dalla eredità costante di quei caratteri, che la distinguono da tutte le altre.

    Però oltre a ereditare i caratteri fisici, o biologici, si ereditano, nella razza, anche i caratteri morali, ossia quell'insieme di istinti, di inclinazioni, di attitudini, di doti che compongono la personalità umana.

    Gli scienziati non sono d'accordo circa il numero e la denominazione delle razze umane.

    Il sistema più semplice e più chiaro è quello sintetico, che classifica l'umanità nelle razze bianca, gialla, nera; oppure europoide, mongoloide, negroide. Ciascuna di queste grandi razze, o categorie, si divide in un numero variabile, difficilmente accertabile, di sottorazze, non sempre ben distinguibili fra loro. E' anche ammessa l'esistenza di razze secondarie.

    La classificazione tripartita - ossia quella che riduce a tre le razze umane principali - corrisponde in modo generale col testo della Bibbia, che fa risalire il popolamento della Terra alla divisione e dispersione della discendenza di Noè, nelle famiglie di Sem, Cam, Jafet.

    Le differenze fisiche e spirituali esistenti fra le razze principali, fra le razze. secondarie e fra le diverse stirpi di una medesima razza, sono dovute a un considerevole numero di fattori, non tutti conosciuti.

    L'evidente inferiorità di alcune razze, e specialmente di quella che si è convenuto di chiamare negroide, viene attribuita a una decadenza progressiva nel corso di lunghissimi periodi di tempo. Altri, scienziati attribuiscono tale inferiorità a un arresto di sviluppo.

    Basti comunque constatare che esistono attualmente profondissime differenze fra le razze umane, nonostante la loro comune origine.

    L'ARIANESIMO E LA POPOLAZIONE ITALIANA

    Si è convenuto di chiamare ariane quelle stirpi di razza bianca che, discendendo da una famiglia etnica pura e nobilissima, parlano linguaggi derivanti da una lingua madre comune e appaiono legate nello sviluppo storico della civiltà.

    I popoli europei, compresi quelli che si sono trasferiti su altri continenti, vengono considerati come appartenenti quasi tutti alla razza ariana.

    La primitiva popolazione italiana si può considerare nativa del nostro suolo, che ne rivela le tracce fin dalle lontanissime epoche preistoriche. Con questa popolazione autoctona si unirono poi per gruppi, in tempi successivi, genti di razza bianca venute dal mare o attraverso i valichi alpini.

    L'unità della razza italiana fu realizzata in pieno da Roma, che sorse provvidenzialmente come il nucleo attorno al quale si sarebbe organizzata la nostra civiltà.

    Roma poté assolvere questa funzione, perché i suoi abitanti erano lavoratori e guerrieri, come li descrive Virgilio: « Noi, dura razza, appena i figli son nati li tuffiamo nei fiumi per indurirli all'aspro gelo delle onde. Fanciulli, essi vegliano in caccia e battono le selve: e loro trastulli sono ammaestrare cavalli e scagliare frecce con l'arco. Cresciuti, contenti del poco, temperati dagli stenti, domano col ferro i campi, e, in guerra, abbattono le mura nemiche. Ogni età si consuma sul ferro: con l'asta di guerra pungiamo il fianco dei giovenchi: neppure la vecchiezza può infiacchire le forze dell'animo, né diminuire il vigore: anche la canizie copriamo con l'elmo ».

    Nell'espandersi dell'Impero Romano, e dopo la sua caduta, altre genti, sempre di razza bianca e di origine prevalentemente nordica, vennero in Italia, entrarono nell'orbita della civiltà romana e nell'unità razziale della nazione.

    LA SUPREMAZIA DELLA RAZZA ARIANA

    La storia documenta che in tutti i tempi i popoli di maggior civiltà sono stati quelli della nostra razza.

    La civiltà attuale, in tutto ciò che ha di solido e di elevato, è opera di stirpi ariane.

    Anche altre stirpi hanno saputo raggiungere, in vari tempi, notevoli livelli di progresso civile. E' nota l'antichissima, raffinata civiltà dei cinesi, ma nell'epoca contemporanea i popoli di razza gialla, o mongoloidi, che son riusciti a conservarsi indipendenti e giungere alla potenza, sono quelli che hanno adottato le forme e i mezzi della civiltà europea, che è esclusivamente ariana.

    La razza a cui noi apparteniamo è alla testa del mondo.

    Altre razze in ogni tempo l'hanno assalita, tentando di sommergerla, o di arrestarla, o di minarla, ma essa è uscita sempre vittoriosa dagli urti, dalle invasioni, dalle insidie e ha esteso ovunque il proprio dominio.

    Appartengono alla nostra razza i massimi campioni del genere umano.

    A questa razza sono dovute le più alte creazioni artistiche e letterarie, le massime invenzioni e scoperte scientifiche, le leggi fondamentali dell'esistenza sociale.

    Questa dominazione civile dei popoli europei, che si è convenuto di indicare complessivamente come ariani, è continua e costante.
    Soltanto la civiltà ariana instancabilmente progredisce e si rinnova con una meravigliosa varietà di tipi, di realizzazioni, che si continuano e si completano a vicenda.

    Il bacino del Mediterraneo è stato ed è tuttora l'orizzonte dei massimi splendori di questa continuità del primato ariano, con la Grecia, con Roma, col Rinascimento, col Fascismo. E' naturale che l'Italia, posta al centro del Mediterraneo, sia anche - oggi come nel passato - un vivo, inestinguibile focolare di irradiazione della più pura tradizione ariana.

    LA DIFESA DELLA RAZZA

    La storia rivela un destino di giovinezza e di forza perenne degli ariani.

    Ma il destino può essere mutato, in bene o in male, dagli individui, dai popoli dalle razze.

    La razza ariana presenta, qua e là, situazioni di periodo o di decadenza.

    Alcune nazioni di origine ariana accusano una progressiva sterilità, perdono il senso della razza e non esitano a chiamare nel loro seno il sangue estraneo.

    La razza va difesa nel senso fisico e nel senso spirituale, perché possa conservare la sua purezza e la sua capacità di ascesa e di dominio.

    La prima essenziale difesa della razza consiste nell'impedire ogni connubio e ogni incrocio con genti di origine diversa.

    Ma la difesa del sangue non basta. La razza ariana deve respingere ogni sorta di contaminazioni morali e intellettuali, ossia tutte quelle teorie e ideologie, tutti quei sistemi filosofici, politici, sociali, economici, tutte quelle espressioni artistiche, letterarie o sedicenti scientifiche, tutti quei costumi che sono in contrasto con la sua tradizione e la sua indole.

    La difesa della razza deve essere attiva. Se nel passato sono avvenuti miscugli nell'ordine fisico, e cedimenti nell'ordine morale, essi vanno eliminati.

    I miscugli o incroci si eliminano coll'impedire che si rinnovino e si moltiplichino, sì che, nel ciclo di alcune generazioni, gli elementi estranei scompaiano per consunzione dal nostro sangue, sempre più diluendosi e perdendo la capacità genetica.

    Nell'ordine etico il ristabilimento della purità razziale si ottiene con l'educazione e con gli ordinamenti che regolano la vita individuale e sociale, in modo da conformarla a quelli che sono i caratteri genuini e le necessità superiori della razza.

    La razza è quantità e qualità.

    La potenza, cioè l'energia vitale di una razza, consiste nel numero degli individui che ad essa appartengono e nelle loro doti spirituali e fisiche.

    Rientrano perciò nella difesa della razza - e sono basi del suo avvenire - la custodia della religione tradizionale, della famiglia, delle virtù domestiche; il culto della maternità, la tutela dei fanciulli, la loro preparazione alla vita come produttori e come soldati, lo sviluppo dello spirito guerriero, la lotta contro l'immoralità e contro le malattie sociali, la divulgazione delle norme igieniche fondamentali, la diffusione della cultura e tutte quelle iniziative e quegli istituti che mirano a portare nell'esistenza popolare il benessere, la salute, la serenità, la gioia.

    LA NAZIONE E LA RAZZA

    S'intende per nazione il complesso di quegli individui di una stessa razza, che, essendosi stabilito su un determinato territorio, vi ha svolto la sua vita storica, politica e spirituale, realizzando una unità d'intenti e di azione, superiore per energia e per durata a ogni possibilità di disgregazione.

    Se sul territorio di una nazione vivono individui di razza diversa da quella della grande maggioranza, essi non appartengono alla nazione che li ospita.

    Ciascuna nazione, pur restando attaccata alla razza a cui appartiene, ha un carattere proprio che deve religiosamente custodire. « Ogni popolo, ogni Stato » precisa il DUCE « ha la sua storia e le sue intime, originalissime sorgenti, dalle quali derivano le qualità della stirpe e della razza. »

    Il popolo è la nazione, quando è compatto nello spirito e nel sangue e possiede una chiara coscienza nazionale, ossia il sentimento dell'unità e quello del dovere e dell'interesse comune.
    Il culto della nazionalità si identifica col sentimento della Patria.

    L'amore di Patria è anche un atto di fedeltà alla razza, perché chi ama veramente la propria Patria vorrà che in essa si mantenga pura l'eredità dello spirito e del sangue.


    IL PENSIERO DEL DUCE SULLA RAZZA

    Siccome la vita della nazione è vita della razza a cui essa appartiene, la Rivoluzione fascista appare, fin da principio, come un movimento di difesa e innalzamento della razza.
    Ciò fu chiaramente affermato dal DUCE il 3 aprile 1921, con le seguenti parole: « Come è nato questo Fascismo, attorno al quale è così vasto strepito di passioni, di simpatie, di odii, di rancori e di incomprensioni? Non è nato soltanto dalla mia mente e dal mio cuore, non è nato solamente da quella riunione che nel marzo 1919 noi tenemmo in una piccola sala di Milano. E' nato da un profondo, perenne bisogno di questa nostra stirpe ariana e mediterranea, che a un dato momento si è sentita minacciata, nelle ragioni essenziali dell'esistenza.»

    La Rivoluzione fascista nacque e si svolse per impedire la decadenza della nazione italiana e restituirla alla sua pienezza e alla sua forza, eliminando ogni causa di disfacimento, e, in modo speciale, sottraendola all'influenza nociva di sistemi politici e di indirizzi economici e sociali contrari alla sua eredità di sangue e di spirito.

    Proponendosi il fine di portare l'unità della nazione italiana al suo massimo grado di efficienza, la Rivoluzione fascista fin dal primo momento della sua azione ha rafforzato e purificato con un'opera incessante il fondamento razziale dal quale la nazione italiana sorge.

    Il pensiero del DUCE sulla razza esprime questo costante indirizzo della Rivoluzione fascista, da lui creata e condotta.

    L'idea e il culto della razza appaiono di continuo nel pensiero del DUCE, come motivi fondamentali della sua azione.

    In una gravissima ora di guerra - 2 novembre 1917 - il DUCE espresse la sua fede nella grande eredità morale degli Italiani: « Il dolore ci percuote ma non ci abbatte. Qui si rivela la nobiltà della nostra stirpe. Tutta l'Italia oggi è un cuore solo. Tutto si riduce alla nostra qualità fondamentale e gloriosa di Italiani ».

    Il 16 febbraio 1921 - in un periodo torbido - il DUCE gridava al popolo di Trieste: « In cinquant'anni di vita l'Italia ha realizzato progressi meravigliosi. Prima di tutto c'è un dato di fatto: ed è la vitalità della nostra stirpe, della nostra razza... Primo pilastro fondamentale dell'azione fascista è l'italianità, cioè: noi siamo orgogliosi di essere Italiani, noi intendiamo, anche andando in Siberia, di gridare ad alta voce: "Siamo Italiani". Ora noi rivendichiamo l'onore di essere Italiani, perché nella nostra, penisola, meravigliosa e adorabile, benché ci siano degli abitatori non sempre adorabili, si è svolta la storia più prodigiosa e meravigliosa del genere umano ».

    Il 16 febbraio 1921 il DUCE insisteva: « Dobbiamo avere l'orgoglio della nostra razza e della nostra storia ».

    Il 7 novembre 1921 il DUCE dava una consegna: « Il Fascismo si preoccupi del problema della razza; i Fascisti devono preoccuparsi della salute della razza con la quale si fa la storia ».

    Il 21 aprile 1922 il DUCE scriveva: « Celebrare il Natale di Roma significa celebrare il nostro tipo di civiltà, significa esaltare la nostra storia e la nostra razza, significa poggiare fermamente sul passato per meglio lanciarsi verso l'avvenire ».

    Il 28 maggio 1922 il DUCE diceva ai rurali: « Non tutto ciò che fiorisce e quasi esplode in questa specie di primavera della razza è destinato a rimanere, lo sappiamo: ma sappiamo anche che taluni capovolgimenti spirituali lasciano tracce profonde ».

    Quando il DUCE parla di razza, generalmente egli si riferisce al popolo italiano, costituito in nazione, e difatti questo popolo è così puro di sangue e compatto di spirito da costituire una tipica espressione della razza ariana.

    « L'Italia » afferma il DUCE il 8 marzo 1934-XII « ha il privilegio di essere la nazione più nettamente individuata dal punto di vista geografico. La più compattamente omogenea dal punto di vista etnico, linguistico, morale. »

    Esiste, cioè, una razza italiana, in quanto il popolo italiano, nella sua unità di nazione, ha saputo conservare le prerogative della origine ariana, e svilupparle secondo il proprio genio, per modo da assumere nel corso dei secoli un inconfondibile volto, fra le stirpi affini.

    Già nel primo anno dell'Era fascista, cominciata il 28 ottobre 1922, sono frequenti i richiami del DUCE all'eccellenza della razza a cui apparteniamo.

    L'8 gennaio 1923-I, Egli scolpisce la certezza che la rinascita italiana è dovuta al ritrovamento delle virtù razziali: « L'eclissi della nostra stirpe si squarcia nel 1915 e tutte le virtù sopite, non spente, della razza balzano al primo piano e ci danno la vittoria immortale ».

    28 gennaio 1923-I:
    « lo dichiaro che prima di amare i francesi, gli inglesi, gli ottentotti amo gli Italiani, amo cioè coloro che sono della mia stessa razza, che parlano la mia stessa lingua, che hanno i miei costumi, che hanno la mia medesima storia. »

    6 febbraio 1923-I:
    « Fra i popoli, nonostante le predicazioni, nonostante gli idealismi, rispettabili, ci sono dei dati di fatto che si chiamano razza, che si chiamano sviluppo, che si chiamano grandezza e decadenza dei popoli e che conducono a dei contrasti, i quali spesso si risolvono attraverso la forza delle armi. »

    11 marzo 1923-I:
    «Roma, testimonianza e documento imperituro della vitalità della nostra razza. »

    2 aprile 1923-I:
    « Il problema dell'espansione italiana nel mondo è un problema di vita o di morte per la razza italiana.
    « Io sento tutto il fermento potentissimo di vita che agita la nuova generazione della stirpe italiana, Voi certamente avrete meditato qualche volta su questo che si potrebbe chiamare un prodigio nella storia del genere umano: non si fa della retorica se si dice che il popolo italiano è il popolo immortale che trova sempre una primavera per le sue speranze, per la sua passione, per la sua grandezza.»

    21 aprile 1923-I:
    «Vorrei richiamare la vostra attenzione sul prodigio di questo rinnovarsi della nostra razza, che balza in piedi all'annuncio del cimento, si batte e vince. »

    4 giugno 1923-I:
    « Altri popoli invidierebbero e invidiano questa nazione proletaria, prolifica e intelligente, saggia, laboriosa, serrata in una piccola e divina penisola, troppo angusta ormai per la nostra, razza. »

    11 giugno 1923-I:
    « Voi (i Sardi) siete dei virgulti superbi di questa razza italiana, che era grande quando gli altri non erano ancora nati; di questa razza italiana che ha dato tre volte la sua civiltà al mondo attonito o rimbarbarito; di questa razza italiana che noi vogliamo prendere, sagomare, forgiare per tutte le battaglie necessarie nella disciplina, nel lavoro, nella fede. »

    12 giugno 1923-I:
    « Essendo il Fascismo un movimento irresistibile di rinnovazione della razza, doveva fatalmente toccare e conquistare questa Isola [la Sardegna].»

    18 giugno 1923-I:
    « Il Fascismo rappresenta il prodigio della razza italiana, che si ritrova, si riscatta, che vuol essere grande. »

    19 giugno 1923-I:
    « Il Fascismo è un fenomeno religioso di vaste proporzioni storiche ed è il prodotto di una razza ».

    24 giugno 1923-I:
    « Roma è sempre, e domani e nei millenni, il cuore potente della nostra razza. »
    Nel discorso pronunciato dal DUCE il 28 ottobre 1923-II, per il primo anniversario della Marcia su Roma, sentiamo ancora l'elogio della razza: « Questa vecchia e meravigliosa razza italica conosce le ore tristi, ma non conobbe mai le tenebre dell'oscurità. Se qualche volta apparve oscurata, ad un tratto ricomparve in luce maggiore ». « La Rivoluzione fascista » proclamò il DUCE in quella circostanza « è la primavera, è la resurrezione della razza. »

    30 ottobre 1923-II:

    « La Monarchia ha gloriosamente incarnato la tradizione della nostra razza e della nostra nazione. »
    Anche qui, come nel discorso dell'11 marzo 1923-II, il DUCE, distinguendo fra razza e nazione, afferma che la nazione italiana è parte di una razza la quale, pur dovendosi dire italiana anch'essa, in quanto mostra i suoi puri caratteri nel nostro popolo, abbraccia tutto il grande orizzonte dell'arianesimo.

    22 novembre 1923-II:
    « Gli è che le razze bagnate dal Mediterraneo hanno germi inesauribili di vitalità. »

    25 ottobre 1924-II:
    « Siamo troppo orgogliosi della civiltà della nostra razza e siamo orgogliosi della vittoria che abbiamo strappato con immenso sacrificio di sangue, per pensare, anche lontanamente, di diventare una colonia. »

    5 dicembre 1924-III:
    « Se domani ci fosse un altro Governo più comodo, più tranquillo e più liberale, io credo che questa vecchia e giovane razza italiana esprimerebbe un nuovo Fascismo. »

    6 giugno 1925-III:
    « Il moto interventista che dilagava nelle piazze... rispondeva a un bisogno incoercibile della nostra razza. »

    15 aprile 1926-IV:
    « Capace di miracolo é stata, in ogni tempo, questa nostra razza italiana, che mi appare ognora, quando io ne faccio oggetto delle mie meditazioni, un prodigio singolare della storia umana. »

    26 maggio 1927-V:
    « Bisogna vigilare seriamente sul destino della razza, bisogna curare la razza a cominciare dalla maternità e dall'infanzia. »
    E fin dal 14 settembre 1929-VII il DUCE così definiva la bonifica integrale: « E' la terra riscattata, e con la terra gli uomini e con gli uomini la razza. »

    2 gennaio 1931-IX:
    « La preparazione della nostra gioventù è fatta per ringagliardire la razza e darle le attitudini al senso di responsabilità e di disciplina. »

    23 ottobre 1933-XI:
    « La pace con onore e con giustizia è la pace romana, quella che dominò nei secoli dell'Impero, di cui vedete qui attorno le formidabili vestigia. Pace conforme al carattere e al temperamento della nostra razza latina e mediterranea che voglio esaltare dinanzi a voi, perché è la razza che ha dato al mondo, fra i mille altri, Cesare, Dante, Michelangiolo, Napoleone. Razza antica e forte di creatori e di costruttori, determinata ed universale ad un tempo, che ha dato tre volte nei secoli e darà ancora le parole che il mondo inquieto e confuso attende. »

    18 marzo 1934-XII:
    « Entro alcuni decenni tutti i rurali italiani devono avere una casa vasta e sana, dove le generazioni contadine possano vivere e durare nei secoli, come base sicura e immutabile della razza.»
    « La giornata della madre e del fanciullo, la tassa sul celibato, e la sua condanna morale, lo sfollamento delle città, la bonifica rurale, l'Opera della maternità e infanzia, le colonie marine e montane, l'educazione fisica, le organizzazioni giovanili, le leggi sull'igiene, tutto concorre alla difesa della razza. »

    28 Ottobre 1934-XIII:
    [Agli atleti] «Chi vi ha visto sfilare ha avuto la profonda e quasi plastica impressione della nuova razza che il Fascismo sta virilmente foggiando e temprando per ogni competizione.»

    31 luglio 1935-XIII:
    « Noi Fascisti riconosciamo l'esistenza delle razze, le loro differenze e la loro gerarchia. »

    2 ottobre 1935-XIII:
    « Mai come in questa epoca storica il popolo italiano ha rivelato le qualità del suo spirito e la potenza del suo carattere. Ed è contro questo popolo, al quale l'umanità deve talune delle sue più grandi conquiste; ed è contro questo popolo di poeti, di artisti, di santi, di navigatori, di trasmigratori, è contro questo popolo che si osa parlare di sanzioni. »

    26 ottobre 1935-XIII:
    « Siete voi [i contadini] che rappresentate la razza nel suo significato più profondo e immutabile. »

    3 maggio 1936-XIV:
    « La terra e la razza sono inscindibili e attraverso la terra si fa la storia della razza e la razza domina e sviluppa e feconda la terra. »

    27 agosto 1936-XIV:
    « Hanno diritto all'Impero i popoli fecondi, quelli che hanno l'orgoglio e la volontà di propagare la loro razza sulla faccia della terra, i popoli virili nel senso più strettamente letterale della parola. »

    10 luglio 1938-XVI:
    « Il Partito è anche un potente artefice della elevazione fisica e morale della razza, attraverso le centinaia di migliaia di cimenti sportivi e attraverso l'istituzione del Dopolavoro, che permette alle grandi masse di accostarsi alle fonti più alte dello spirito nazionale. »

    30 luglio 1938-XVI:
    « Sappiate e ognuno sappia che anche nella questione della razza noi tireremo diritto. Dire che il Fascismo ha imitato qualcuno o qualcosa è semplicemente assurdo. »

    18 settembre 1938-XVI:
    « Nei riguardi della politica interna il problema di scottante attualità è quello razziale. Anche in questo campo noi adotteremo le soluzioni necessarie. Coloro i quali fanno credere che noi abbiamo obbedito a imitazioni, o peggio, a suggestioni, sono dei poveri deficienti ai quali non sappiamo se dirigere il nostro disprezzo o la nostra pietà. Il problema razziale non è scoppiato all'improvviso come pensano coloro i quali sono abituati ai bruschi risvegli, perché sono abituati ai lunghi sonni poltroni. E' in relazione con la conquista dell'Impero: perché la storia ci insegna che gli imperi si conquistano con le armi ma si tengono col prestigio. E per il prestigio occorre una chiara severa coscienza razziale che stabilisca non soltanto delle differenze, ma delle superiorità nettissime. Il problema ebraico non è dunque che un aspetto di questo fenomeno. »

    22 gennaio 1939-XVII:
    « La nostra politica rurale segue il suo corso: bonificare le terre, aumentare il reddito, migliorare le sorti degli agricoltori e dei lavoratori, conservare all'Italia una forte massa rurale che abbia l'orgoglio di vivere sulla terra, di lavorare in Italia e in Africa la terra, di conservare e tramandare le virtù intrinseche della razza e che sia pronta a difendere con le armi questa terra ormai identificata storicamente, fisicamente e moralmente con la Patria. »


    CHE COSA HA FATTO IL FASCISMO PER LA RAZZA

    Tutti i principi del DUCE affermati, ogni volta che egli ha parlato della razza, diventano direttive di azione del Regime e del Partito, e determinano la creazione e lo sviluppo di istituti, di leggi, di opere, che dimostrano come il Fascismo abbia svolto costantemente una politica razziale.

    Il Fascismo attraverso l'opera del P.N.F. ha ridato a tutti gli Italiani quel costume, improntato a uno stile virile, guerriero, energico, costruttivo, che è tipico della razza italiana in tutti i tempi.

    Il Fascismo ha creato l'Opera nazionale per la maternità è l'infanzia allo scopo di assistere le madri nel tempo in cui esse arricchiscono di nuovo sangue la razza; e di assistere i fanciulli perché crescano sani.

    Il Fascismo ha svolto una politica demografica, per mantenere feconda la razza, incoraggiando materialmente e moralmente il matrimonio e la creazione dei figli; appoggiando con molti provvedimenti le famiglie numerose, riunite in apposita associazione.

    Il Fascismo ha preso efficaci misure contro l'urbanesimo - ossia contro l'ingiustificato ed eccessivo affluire di popolazione dalle campagne alle città - per impedire che il popolo rurale, nerbo della razza, perda la propria fecondità.

    Il Fascismo ha promosso il ritorno alla terra, per ricondurre alla vita dei campi, molte famiglie e renderle sane e prolifiche.

    Il Fascismo ha trasformato modernamente l'agricoltura italiana e ha intrapreso la bonifica integrale del suolo della Patria, perché la razza si attacchi alla terra e possa trarne il nutrimento per le future generazioni.

    La battaglia del grano è una battaglia della razza, perché assicura il primo e sacro cibo: il pane, « cuore della casa, profumo della mensa, gioia del focolare », « il più soave dono di Dio, il più santo premio alla fatica umana ».

    Il Fascismo ha organizzato la lotta contro le malattie sociali: malaria, tubercolosi, lue, per conservare la salute e la vigoria della razza.

    Il Fascismo ha sviluppato enormemente l'assistenza e la previdenza sociale per dare agli individui e alle famiglie la serenità del lavoro, la tutela contro l'infortunio, la disoccupazione, le malattie, l'invalidità, la vecchiaia, diffondendo un benessere che giova allo sviluppo delle doti essenziali della razza, alla sua capacità produttiva e guerriera e alla sua resistenza morale e fisica.

    Il Fascismo ha fondato il Dopolavoro, per offrire ai lavoratori di tutte le categorie un lieto riposo, che diventa una fonte di nuove energie per la razza.

    Il Fascismo ha rinnovato l'educazione nazionale, introducendovi il culto e la cura di quelle doti, di quelle inclinazioni, di quelle attitudini che sono patrimonio ereditario della razza.

    Il Fascismo ha dato il massimo incremento all'educazione fisica e agli esercizi sportivi, per migliorare fisicamente la razza e temprarla ai compiti del lavoro e dei combattimento.

    Il Fascismo ha creato, con la Gioventù Italiana dei Littorio, una grande organizzazione nella quale tutte le capacità spirituali e fisiche della razza vengono sviluppate armonicamente fin dalla prima età.

    Il Fascismo ha fatto culminare tutte queste sue provvidenze nella esaltazione dello spirito guerriero della razza, che deve essere sempre in grado di impugnare validamente le armi, per difendersi e per mantenere il suo primato.

    E finalmente il Fascismo ha dettato le leggi necessarie per la tutela della purità e del prestigio della razza.


    IL FASCISMO E GLI EBREI

    Gli ebrei sono un popolo di razza non ariana disperso in tutto il mondo.

    Gli ebrei sono detti semiti, perché, secondo la denominazione biblica, sono una delle stirpi discendenti da Sem, figlio di Noè.

    Gli ebrei sono perfettamente distinguibili. Essi hanno sempre mantenuto i loro caratteri razziali e non si sono mai assimilati con la popolazione dei paesi ove dimorano.

    Gli ebrei godettero in Italia la più larga ospitalità fin dall'epoca del Risorgimento e riuscirono ad assicurarsi cospicue posizioni.

    Secondo la loro indole inalterabile, gli ebrei, pur essendo in Italia un'infima minoranza, mirarono tenacemente a dominare la coscienza nazionale e la vita politica ed economica.

    Nonostante la generosità del trattamento fascista verso gli ebrei, l’ebraismo internazionale si pose contro il Fascismo, alleandosi con tutti i suoi nemici e capeggiando le congiure straniere ordite ai danni dell'Italia.

    « L'ebraismo mondiale » ricordò il DUCE nel discorso di Trieste del 18 settembre 1938-XVI « è stato, durante sedici anni, malgrado la nostra politica, un nemico irreconciliabile del Fascismo. In Italia la nostra politica ha determinato negli elementi semiti quella che si può oggi chiamare - si poteva chiamare - una corsa vera e propria all'arrembaggio. »

    Godendo di tutti i diritti dei cittadini italiani, gli ebrei credettero di poter sfruttare, e sfruttarono la generosità fascista, per impadronirsi di posti di comando, accaparrare la ricchezza nazionale e inquinare lo spirito del nostro popolo.

    La vasta e subdola opera di corruzione svolta tenacemente dagli ebrei, con tutti i mezzi, nella vita politica, sociale, economica, nei campi dell'arte, della letteratura, della scienza, rappresentava un pericolo per il domani dell'Italia.

    Le leggi fasciste riguardanti gli ebrei sono state emanate per eliminare questo pericolo e per ricondurre il popolo italiano alla sua completa purezza fisiologica e spirituale.


    LE LEGGI FASCISTE SULLA RAZZA

    Prima che le leggi fasciste sulla razza fossero promulgate, un gruppo di scienziati italiani indicò le basi di una concezione nostra del razzismo.

    Questi scienziati affermarono, in modo particolare, l'esistenza di razze umane differenti, e di grandi e piccole razze. Popoli e nazioni si distinguono, nella razza a cui appartengono, per una serie di differenze, dovute alla diversa proporzione degli elementi che li hanno composti.

    Gli scienziati affermarono che una popolazione a civiltà ariana abita da diversi millenni il nostro suolo e che « l'origine degli Italiani attuali parte essenzialmente da elementi di quelle stesse razze che costituiscono e costituirono il tessuto perennemente vivo dell'Europa ».

    Mentre per altre nazioni europee la composizione razziale è variata notevolmente in tempi anche moderni, per l'Italia nelle sue grandi linee la composizione razziale di oggi è quella che risultò dalla unificazione romana.

    « Una purissima parentela di sangue unisce gli Italiani di oggi alle generazioni che da millenni popolano l'Italia. »

    « Questa antica purezza di sangue è il più grande titolo di nobiltà della Nazione italiana. »

    « Il carattere puramente europeo degli Italiani sarebbe alterato dall'incrocio con qualsiasi razza extraeuropea e portatrice di una civiltà diversa dalla millenaria civiltà degli ariani. »

    EBREI STRANIERI

    La prima legge fascista sugli ebrei fu quella del 7 settembre 1938-XVI, con la quale venne vietato agli stranieri di razza ebraica di fissare stabile dimora nel Regno, in Libia e nei possedimenti dell'Egeo.
    Fu tolta la cittadinanza italiana a quegli stranieri ebrei che l'avevano per qualunque titolo ottenuta dopo il 1° gennaio 1919 e fu fatto obbligo agli ebrei stranieri venuti in casa nostra posteriormente a tale data, di lasciare il nostro territorio.

    MATRIMONI MISTI

    Nella seduta del 6 ottobre 1938-XVI il Gran Consiglio del Fascismo dichiarò « l'attualità urgente dei problemi razziali e la necessità di una coscienza razziale », ricordando che « il Fascismo ha svolto da 16 anni e svolge un'attività positiva, diretta al miglioramento quantitativo e qualitativo della razza italiana, miglioramento che potrebbe essere gravemente compromesso, con conseguenze politiche incalcolabili, da incroci e imbastardimenti ».

    Il Gran Consiglio stabilì:
    - il divieto di matrimoni di italiani e italiane con elementi appartenenti alle razze camita, semita e altre razze non ariane;
    - il divieto per i dipendenti dallo Stato e Enti pubblici personale civile e militare - di contrarre matrimonio con donne straniere di qualsiasi razza;
    - e che il matrimonio di italiani e italiane, non dipendenti dallo Stato o da Enti pubblici, con stranieri di razza ariana, debba avere il preventivo consenso del Ministero degli Interni.

    FONDAMENTO DELLA LEGISLAZIONE RAZZIALE FASCISTA

    Il Gran Consiglio del Fascismo, nello stabilire i principi della legislazione in materia razziale, partì dalla constatazione che « l’ebraismo mondiale, specie dopo l'abolizione della massoneria, è stato l'animatore dell'antifascismo in tutti i campi ».

    CHI E’ EBREO?

    In seguito alle decisioni dei Gran Consiglio, la legge del 17 novembre 1938-XVII precisò che è di razza ebraica, o considerato tale:
    - colui che è nato da genitori entrambi di razza ebraica, anche se appartenga a religione diversa da quella ebraica;
    - colui che è nato da genitori di cui uno di razza ebraica e l'altro di nazionalità straniera;
    - colui che è nato da madre di razza ebraica qualora sia ignoto il padre;
    - colui che. pur essendo nato da genitori di nazionalità italiana, di cui uno solo di razza ebraica, appartenga alla religione ebraica, o sia, comunque, iscritto a una comunità israelitica, ovvero abbia fatto, in qualsiasi modo, manifestazioni di ebraismo.
    Non è considerato di razza ebraica colui che è nato da genitori di nazionalità italiana, di cui uno solo di razza ebraica, che, alla data del l° ottobre 1938-XVI, apparteneva a religione diversa da quella ebraica.

    LIMITAZIONI ED ESCLUSIONI

    I cittadini italiani di razza ebraica non possono essere iscritti al Partito Nazionale Fascista e sono esclusi:
    - dal servizio militare;
    - dalla tutela o curatela di minorenni o di incapaci di razza non ebraica;
    _- dal possesso, dalla gestione e dalla direzione di aziende interessanti la difesa nazionale o che impieghino cento e più persone;
    - dal possesso di terreni che abbiano un estimo superiore a lire 5.000;
    - dal possesso di fabbricati urbani che abbiano un reddito imponibile complessivo superiore a lire 20.000;
    - dagli impieghi.dello Stato, del Partito e delle organizzazioni da esso dipendenti, delle provincie, dei comuni e in genere delle amministrazioni, enti e servizi pubblici parastatali, sindacati, delle banche e delle assicurazioni.
    - e non possono avere alle loro dipendenze, in qualità di domestici, cittadini italiani di razza ariana;

    La legge 17 novembre 1938-XVII prevede anche il caso che il genitore di razza ebraica possa essere privato della patria potestà sui figli che appartengano a religione diversa da quella ebraica, qualora risulti che egli impartisca ad essi una educazione non corrispondente ai loro principi religiosi o ai fini nazionali.

    Con altra legge (15 novembre 1938_XVII) i cittadini italiani di razza ebraica furono esclusi completamente dall'insegnamento nelle scuole pubbliche e private di qualsiasi ordine e grado e dagli impieghi nelle scuole stesse; dalle accademie, dagli istituti e associazioni di scienze, lettere e arti; dalle libere docenze.
    Gli alunni di razza ebraica sono esclusi da ogni ordine e grado di scuole pubbliche e private, stabilendosi però l'apertura di scuole elementari e medie ad essi riservate.

    Successivamente fu stabilita l'esclusione degli ebrei dall'esercizio delle professioni (giornalismo, avvocatura, medicina, farmacia, ostetricia, ingegneria, ragioneria), eccezion fatta per le prestazioni di carattere professionale a favore di altri ebrei.

    DISCRIMINAZIONI

    Il DUCE però, nel suo discorso di Trieste del 18 settembre 1938-XVI, aveva annunciato che « gli ebrei di cittadinanza italiana, i quali abbiano indiscutibili meriti militari o civili nei confronti dell'Italia e del Regime, troveranno comprensione e giustizia ». E la promessa fu mantenuta.

    Il Gran Consiglio stabili alcune « discriminazioni », che vennero poi precisate e regolate dalla legge. Esse riguardano:
    - i componenti le famiglie dei caduti nelle guerre: libica, mondiale, etiopica, spagnuola;
    - i mutilati, invalidi, feriti, volontari di guerra o decorati al valore nelle guerre suddette;
    - i combattenti che in tali guerre abbiano conseguito almeno la croce al merito;
    - i mutilati, invalidi, feriti della causa fascista;
    - gli iscritti al P.N.F. negli anni 1919 '20 '21 '22 e nel secondo semestre del 1924;
    - i legionari fiumani;
    - coloro che abbiano acquistato eccezionali benemerenze, valutabili da una commissione appositamente istituita.
    - I cittadini italiani di razza ebraica che abbiano uno o più dei requisiti suddetti, e le loro famiglie, non possono contrarre matrimonio con ariani e restano comunque esclusi dall'insegnamento e dagli impieghi pubblici o considerati tali, nonché dalle banche di interesse nazionale, né possono essere iscritti al P.N.F.; ma possono prestare servizio militare, possedere senza limitazioni terreni e fabbricati, possedere, gestire, dirigere aziende di.qualsiasi genere, esercitare le professioni e tenere domestici italiani di razza ariana.


    RAZZA E IMPERO

    Il popolo italiano è, per sua natura e in conseguenza della sua storia, un popolo colonizzatore.

    Per l'Italia, le colonie non sono semplicemente territori da sfruttare, ma da popolare e da civilizzare.

    « Altri popoli » chiarì una nota della Informazione diplomatica del 5 agosto 1938-XVI « mandano nelle terre dei loro imperi pochi e sceltissimi funzionari; noi manderemo in Libia e in A.0.I. con l'andar del tempo e per assoluta necessità di vita, milioni di uomini. »

    La colonizzazione, come è intesa e praticata dagli Stati ricchi di capitali ma poveri di braccia e di energie lavorative, può paragonarsi a quel sistema di sfruttamento che, nel linguaggio minerario, è detto « a rapina » e consiste nel ricavare il più possibile col minimo impiego di mezzi, di strumenti e di uomini. Invece la colonizzazione fascista è basata soprattutto sull'impiego di eserciti di lavoratori.

    Il contatto di una massa di popolazione italiana ariana con masse di razza diversa deve essere regolato da leggi precise e severe, per mantenere alto il prestigio italiano e per impedire miscugli di sangue.

    Il meticcio, ossia il figlio di due individui dei quali uno di colore, è un essere moralmente e fisicamente inferiore, facile vittima di gravi malattie e inclinato ai vizi più riprovevoli.
    L'incrocio fra due razze è nocivo all'una e all'altra razza.
    Col proibire ogni miscuglio di sangue fra Italiani e genti di colore, il Regime non soltanto tutela l'integrità fisica e il prestigio della nostra razza, ma al tempo stesso preserva dall'imbastardimento le razze che vivono sui territori a noi soggetti.

    La storia della colonizzazione dimostra che, ovunque il meticciato non sia stato impedito, gli imperi della razza ariana sono caduti o decaduti, e le popolazioni indigene sono discese a bassi livelli di civiltà e di forza.

    Ripetiamo e ricordiamo sempre le parole del DUCE: gli imperi si conquistano con le armi, ma si tengono col prestigio.

    Se la razza conquistatrice non sa conservare il proprio prestigio dinanzi alle popolazioni indigene, perderà prima o poi l'impero.

    La razza conquistatrice deve alternare in ogni momento e in ogni aspetto dell'esistenza pubblica e privata, nei rapporti con le altre razze, la propria superiorità.

    Il prestigio di razza non si mantiene, se viene mischiato il sangue.

    La superiorità della nostra razza è una realtà storica e attuale, tanto nell'ordine fisico quanto nell'ordine morale; una realtà tangibile e indiscutibile, che non contrasta con la certezza della origine unica e divina dell'umanità, ma dimostra l'esistenza di una gerarchia fra le razze determinatasi per un complesso di cause nel corso di migliaia dì secoli.

    Il Fascismo ha dettato le leggi necessarie a tenere alto il nostro prestigio e a impedire la mescolanza del nostro sangue nell'Impero; ma il rispetto di queste leggi deve essere imposto anzitutto, a ogni Italiano, dalla voce della coscienza.

    La coscienza di appartenere a una razza che ha affermato la propria superiorità ed ha assunto la missione di guidare la civiltà del mondo, ricorda all'Italiano i doveri verso questa razza e lo mantiene forte e vigile, contro ogni cedimento, in qualsiasi condizione e circostanza.

    Perché la vita degli Italiani nell'Impero possa svolgersi col necessario prestigio, senza dar luogo a miscugli di sangue, il Regime non soltanto ha dettato apposite leggi, ma ha preparato e prepara la donna a seguire l'uomo nelle terre d'oltremare, per costituire nuove famiglie italiane.

    Nelle organizzazioni del Partito è particolarmente curato l'addestramento della donna ai compiti della vita coloniale, con corsi di preparazione, e con viaggi e campeggi in colonia.

    I corsi di preparazione coloniale, inquadrati nelle organizzazioni femminili della Gioventù Italiana dei Littorio, hanno appunto lo scopo di formare nelle giovani una coscienza coloniale, preparandole ai compiti e alle esigenze della vita in colonia. La parte teorica comprende: storia e religione dei nostri possedimenti coloniali, geografia, etnografia ed economia coloniale, problemi del, l'espansione coloniale e difesa della razza, economia coloniale nella lotta per l'autarchia nazionale, igiene tropicale e puericultura. La parte pratica studia: l'ammobiliamento, l'igiene della casa, la cucina, la lavorazione dei latticini, la confezione del pane, la coltivazione dell'orto e dei giardino, la confezione del vestiario, l'artigianato.


    CHE COSA DEVO SAPERE SULLA RAZZA

    D. Che cosa si intende per razza?
    R. La razza è una massa di uomini simili per caratteri fisici e psichici che furono ereditati e continueranno a ereditarsi.

    D. A quale razza appartieni?
    R. Appartengo alla razza ariana.

    D. Perché dici di essere di razza ariana?
    R. Perché la razza italiana è ariana.

    D. Le razze sono tutte eguali?
    R. Vi sono fra le razze differenze fisiche e spirituali.

    D. Quale è la missione della razza ariana?
    R. La razza ariana ha la missione dì civilizzare il mondo, e di farne. incessantemente progredire la civiltà.

    D. A quale razza sono dovute le più alte espressioni della civiltà mondiale?
    R. Le più alte espressioni della civiltà mondiale sono dovute alla razza ariana.

    D. I caratteri fisici e spirituali che distinguono una razza dalle altre, si ereditano?

    R. Si. I caratteri fisici e spirituali sono trasmessi di padre in figlio e di generazione in generazione negli individui di una stessa razza.

    D. Come si chiama l'individuo nato da genitori di razza diversa?
    R. L'individuo nato da genitori di razza diversa, dei quali uno di colore, si chiama meticcio.

    D. Quali sono i caratteri del meticcio?
    R. Il meticcio è un individuo fisicamente e moralmente inferiore.

    D. E’ permesso ai cittadini italiani, maschi e femmine, di sposarsi con persone di razza non ariana?
    R. No. La legge vieta e punisce i matrimoni misti. Ogni individuo che procrea un meticcio offende la dignità della razza e condanna il proprio figlio a uno stato di inferiorità fisiologica, morale e sociale.

    D. Il matrimonio dei cittadini italiani con persone di razza ariana, ma di nazionalità straniera, è permesso?
    R. Sì, ma occorre il consenso del Ministero dell'Interno. Invece i dipendenti dallo Stato e dalle organizzazioni e amministrazioni pubbliche non possono, in nessun caso, sposare persone di nazionalità straniera.

    D. Gli ebrei nati in Italia appartengono alla nostra razza?
    R. No. Gli ebrei, ovunque siano nati, non appartengono alla razza ariana.

    D. Gli ebrei di nazionalità straniera possono risiedere in Italia?
    R. No.

    D. Chi è considerato ebreo?
    R. E’.considerato ebreo chi è nato da genitori di razza ebraica, anche se professa una religione diversa, o se, essendo nato da un matrimonio misto, professa la religione ebraica, appartiene a una comunità israelitica, o fa manifestazioni di ebraismo. Quando uno dei genitori è ebreo e l'altro straniero il figlio è considerato ebreo; anche il figlio di madre ebrea e di padre ignoto è considerato ebreo.

    D. Gli ebrei possono essere iscritti al P.N.F.?
    R. No.

    D. Possono prestare servizio militare in pace e in guerra?
    R. No.

    D. Possono ricoprire cariche pubbliche?
    R. No.

    D. Possono esercitare pubbliche professioni?
    R. No. E’ soltanto ammesso che il professionista ebreo dia la propria assistenza professionale ad altri ebrei.

    D. I giovani ebrei possono essere ammessi nelle scuole pubbliche e private frequentate da alunni ariani?
    R. No. Per gli alunni ebrei vi sono apposite scuole elementari e medie.

    D. Possono gli ebrei insegnare nelle scuole pubbliche e private?
    R. Gli ebrei possono insegnare soltanto nelle scuole elementari e medie per alunni ebrei.

    D. E’ consentito agli ebrei il possesso di case e terreni?
    R. Sì, purché il valore della proprietà non superi il limite fissato dalla legge.

    D. Possono gli ebrei essere proprietari, gestori, direttori di aziende
    R. Sì purché queste aziende non abbiano carattere di servizi pubblici, non interessino la difesa nazionale, e non occupino cento o più persone.

    D. Possono gli ebrei essere impiegati negli uffici pubblici o di interesse pubblico?
    R. No.

    D. Possono gli ebrei tenere a servizio, in qualità di domestici, cittadini italiani di razza ariana?
    R. No.

    D. Possono gli ebrei praticare pubblicamente la loro religione?
    R. Sì.

    D. Perché il Regime fascista ha preso i provvedimenti riguardanti gli ebrei?
    R. I provvedimenti razziali del Regime sono stati presi per tutelare la purezza del sangue italiano e dello spirito italiano e per difendere lo Stato contro le congiure dell'ebraismo internazionale.

    D. Quando cominciò l'azione fascista di difesa della razza?
    R. Fin dalle sue origini il Fascismo fu un movimento di difesa della razza.

    D. Quale è lo scopo essenziale della politica sociale dei Fascismo?
    R. Scopo essenziale della politica sociale del Fascismo è quello di rendere sempre più pura, forte e potente la razza italiana.

    D. Che cosa fa il P.N.F. per la razza?
    R. Tutta l'attività del Partito, attraverso le organizzazioni giovanili, femminili, sportive, culturali e dopolavoristiche è volta al raggiungimento di un supremo obiettivo: il miglioramento fisico e spirituale della razza.

    D. Quale è l'obbligo fondamentale di ogni Italiano verso la razza?
    R. Obbligo fondamentale di ogni Italiano verso la razza è il matrimonio e la prole.

    D. E’ ammesso, per il fascista, rimaner celibe senza legittimo impedimento?
    R. No, la legge fascista colpisce moralmente e materialmente il celibato ingiustificato.

    D. Quali sono i provvedimenti contro il celibato ingiustificato?
    R. Questi provvedimenti consistono nella tassa sui celibi e in una serie di disposizioni, per le quali i celibi non possono ascendere a determinati gradi negli uffici e non possono ricoprire determinate cariche pubbliche.

    D. Quale è il primo dovere dell'Italiano che vive sui territori dell'Impero?
    R. Il primo dovere dell'Italiano che vive sui territori dell'Impero è quello di mantenere il prestigio della razza, mostrandone costantemente la superiorità agli indigeni.

    D. Quale è in generale, secondo la legge, l'atto lesivo,del prestigio di razza?
    R. E’ l'atto commesso dal cittadino italiano, sia nei territori dell'Impero che nelle isole dell'Egeo o anche nel territorio metropolitano, di fronte ai nativi dell'Africa italiana, abusando della sua qualità di appartenente alla razza italiana o venendo meno ai doveri che da tale appartenenza gli derivano sempre di fronte ai nativi, così da sminuire nel loro concetto la figura morale dell'Italiano. La legge considera, d'altra parte, lesivo del prestigio della razza italiana l'atto del nativo diretto ad offendere il cittadino nella sua qualità di appartenente a questa razza, o, comunque, in odio alla razza stessa. Perciò tutti i reati commessi sia da Italiani a danno di nativi, sia da nativi a danno di Italiani - quando ledano il prestigio della razza - sono puniti con pena più grave dell'ordinaria.

    D. L’italiano che sui territori dell'Impero contrae relazioni coniugali con indigeni, che cosa commette?
    R. Commette un delitto punito dalla legge e si degrada moralmente e fisicamente.

    D. L'Italiano che sui territori dell'Impero assume costumi indigeni, si pone al livello della popolazione indigena, si mischia con essa senza necessità e senza dignità, si ubriaca in presenza di nativi, o presta servizi avvilenti, che cosa commette?
    R. In questi casi l'Italiano commette un attentato al prestigio della razza e perciò è punito dalla legge.

    D. Perché la legge punisce con pene particolarmente severe l'Italiano che commette o progetta un qualsiasi delitto in correità con indigeni o istiga quest'ultimi a delinquere o a contravvenire alla legge?
    R. Perché in tal caso il delitto è aggravato, nell'Italiano che se ne rende reo, dall'abbassamento del prestigio della razza.

    D. Perché la legge è particolarmente severa contro l'Italiano che commette un delitto a danno dell'indigeno, o, per trarne profitto, abusa della di lui credulità?
    R. Perché anche in questo caso, oltre a delinquere contro le persone, l'Italiano delinque contro la razza, che deve sempre rappresentare, per l'indigeno, il complesso delle virtù morali e civili.

    D. Esiste dunque un vero e proprio delitto contro la razza?
    R. Sì. Vien commesso un delitto contro la razza, tutte le volte che il puro sangue di questa razza, illuminatrice del mondo col pensiero e con le opere, è mischiato, inquinato, contaminato; e tutte le volte che il prestigio di questa razza superiore e dominatrice è avvilito per mancanza di quella dignità e di quella fierezza, di quel senso di onore e di giustizia di cui ogni Italiano deve dar esempio, ovunque, ma, in modo speciale, fra genti di diverso sangue e di inferiore civiltà.

    // http://digilander.libero.it/SOIME/page10.html



  2. #2
    email non funzionante
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    Aprile 1941~XIX
    In seguito al tradimento della Jugoslavia che, subito dopo avere aderito al Patto Tripartito, si getta dalla parte degli inglesi, le forze dell'Asse, in soli dodici giorni di guerra, frantumano l'organismo militare e statale jugoslavo. La Croazia proclama la propria indipendenza, subito riconosciuta dall'Italia e dalla Germania.
    Maggio 1941~XIX
    Operando in perfetta armonia, le forze dell'Asse schiacciano la Grecia e mettono in rovinosa fuga le forze imperiali britanniche avventuratesi nel territorio ellenico.
    - La provincia ex-jugoslava di Lubiana è annessa al Regno d'Italia.
    - Delimitati i confini fra l'Italia e il nuovo Stato croato, vengono costituite e annesse al Regno d'Italia le province di Spalato e Cattaro in Dalmazia; il Principe Aimone di Savoia-Aosta, Duca di Spoleto, è designato Re di Croazia.

  3. #3
    Boh..
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