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La nascita e i primi anni
La Sampdoria è nata l'1 agosto 1946 dalla fusione di Andrea Doria e Sampierdarenese.
La formazione ligure viene immediatamente iscritta al campionato di serie A debuttando il 22 settembre 1946 nella gara Roma-Sampdoria 3-1 in cui il primo gol blucerchiato della storia è realizzato da Adriano Bassetto.

I primi due campionati vengono conclusi nella seconda metà della classifica, mentre il miglior risultato del periodo è ottenuto nella stagione 1948/49 quando i liguri chiudono al quinto posto.

Sempre nel 1949 avviene l'esordio del primo calciatore sampdoriano in nazionale A: si tratta di Giuseppe Baldini che proprio nello stadio di casa gioca da titolare l'amichevole contro il Portogallo, vinta per 4-1 dagli azzurri. L'8 giugno 1958 la Sampdoria fa il proprio debutto in coppa Italia vincendo per 5-0 contro il Vigevano.Gli anni '60: dall'esordio in Europa alla serie BL'inizio degli anni '60 è decisamente positivo per la Sampdoria che fa il proprio esordio assoluto in una competizione europea partecipando, nella stagione 1962/63, alla coppa Fiere/Uefa.

La gara di debutto coincide con una vittoria casalinga per 1-0 sui lussemburghesi dell'Aris (26 settembre 1962): il primo gol internazionale dei blucerchiati è firmato da Sergio Brighenti. La Sampdoria esce di scena al secondo turno, eliminata dagli ungheresi del Ferencvaros con un pesante 0-6, ancor oggi la massima sconfitta internazionale del club ligure.

E' l'inizio di un lento declino che porta i blucerchiati a rischiare la retrocessione per due anni consecutivi: nel 1963/64 la salvezza arriva soltanto dopo uno spareggio vinto a Milano sul Modena per 2-0; nel 1964/65 con il pareggio per 0-0 a Bergamo all'ultima giornata di campionato.

La retrocessione è nell'aria ed arriva ufficialmente il 22 maggio 1966 con una sconfitta nell'ultima gara di campionato in casa della Juventus (1-2), mentre la Spal conquista a Brescia il punto salvezza (2-2).










Il ritorno in serie A: inizia un ciclo decennale
La serie B dura lo spazio di dodici mesi: nel torneo cadetto 1966/67 la Sampdoria si classifica al primo posto. Sono comunque anni difficili per il club ligure che, sebbene tornato in serie A, dove resterà per dieci stagioni consecutive, centra come miglior risultato un ottavo posto nel 1971/72, non salendo mai oltre la decima posizione negli altri tornei.

Nel 1973/74, in realtà, la Sampdoria sarebbe anche retrocessa sul campo essendosi classificata al penultimo posto, ma un illecito che coinvolse Verona e Foggia, la prima retrocessa a tavolino, la seconda penalizzata di 6 punti, ripescarono i blucerchiati.

La seconda retrocessione in serie B avviene al termine della stagione 1976/77.Il più lungo periodo in serie BIl periodo difficile prosegue in casa sampdoriana anche alla fine degli anni '70: a differenza di dieci anni prima la formazione ligure non riesce a risalare immediatamente in serie A piazzandosi nell'ordine ottava, nona, settima e quinta.

Nel frattempo cambia l'azionista di maggioranza: a partire dalla stagione 1979/80 presidente della Sampdoria diventa Paolo Mantovani che assume come direttore sportivo Claudio Nassi, all'epoca uno dei migliori in circolazione.

La Sampdoria riesce a risalire in serie A al termine della stagione 1981/82 classificandosi al terzo posto grazie ad un eccellente girone di ritorno: la festa esplode il 6 giugno 1982 con un pareggio interno per 0-0 contro il Rimini.










L'era Mantovani ed i primi trionfi
Nell'estate 1982 il tandem Mantovani-Nassi conclude uno dei più grandi acquisti nella storia blucerchiata: dal Bologna viene prelevato il diciottenne Roberto Mancini che ancor oggi resta l'alfiere blucerchiato in serie A (424 presenze) ed il cannoniere in massima serie (132 reti). La Sampdoria vuol diventare grande e, dopo aver chiuso al settimo posto le stagioni 1982/83 e 1983/84, nel 1984/85 porta a termine la prima vera stagione di grande gloria.

Concluso il campionato al quarto posto, vince la coppa Italia sconfiggendo nella doppia finale il Milan: 1-0 a S. Siro l'andata e 2-1 a Marassi nel ritorno con le reti di Mancini su rigore e Vialli, prelevato dalla Cremonese nell'estate 1984, anch'egli destinato ad entrare nella galleria delle stelle blucerchiate.Gli anni '80 si chiudono con 3 successi consecutiviDopo un undicesimo posto nel 1985/86 ed un sesto l'anno successivo, la Sampdoria vive tre grandi stagioni vincendo un titolo in ognuna di esse.

Nel 1987/88 arriva a Genova la seconda coppa Italia, vinta contro il Torino, battuto 2-0 nell'andata a Marassi e superato grazie ad una rete di Salsano nei tempi supplementari nel match di ritorno (1-2 per i granata).

L'anno successivo è ancora coppa Italia: perduta la finale di andata a Napoli (0-1), la Sampdoria ribalta il risultato sul neutro di Cremona imponendosi per 4-0.

Nel 1989/90 la Sampdoria partecipa per la terza volta alla coppa delle Coppe: nel 1985/86 aveva abbandonato il torneo al secondo turno, nel 1988/89 era arrivata addirittura in finale ma, a Berna, si trovò la strada sbarrata dal Barcellona che con Salinas e Rekarte regolò agevolmente la pratica (0-2).

Il cammino sampdoriano nell'edizione 1989/90 vede eliminati nell'ordine: i norvegesi del Brann (1-0 in casa e 2-0 fuori), i tedeschi del Borussia Dortmund (2-0 a Genova e 1-1 in Germania), gli svizzeri del Grasshopper (doppio successo: 2-0 interno e 2-1 esterno) ed i francesi del Monaco (2-0 a Genoa e 2-2 nel Principato).

E' di nuovo finale ma il 9 maggio 1990 il verdetto è diverso da un anno prima: la Sampdoria alza la coppa a Goteborg battendo i belgi del'Anderlecht per 2-0 con una doppietta di Gianluca Vialli.








19 maggio 1991: è scudetto
Nella stagione 1990/91 la Sampdoria non ha un cammino felice in Europa: prima perde la Supercoppa contro il Milan (1-1 a Marassi e 0-2 a S. Siro), poi esce nei quarti di coppa delle Coppe contro i modesti polacchi del Legia Varsavia.

Ben diverso il cammino in campo nazionale: il 28 ottobre 1990, vincendo 1-0 in casa del Milan, la Sampdoria scavalca i rossoneri e balza al comando della classifica restandoci fino al 13 gennaio 1991 quando, una sconfitta per 0-1 a Lecce, permette al Milan un nuovo sorpasso. Al termine del girone d'andata la Sampdoria è terza alla pari di Juventus e Parma ad un punto dal Milan secondo e a due dall'Inter capolista.

Il 3 febbraio 1991 la Sampdoria torna in vetta, in condominio con le due milanesi, sconfiggendo 1-0 la Fiorentina. Il 17 febbraio 1991 la Sampdoria supera 1-0 la Juventus e rimane solitaria al primo posto.

Dopo una nuova parità con l'Inter alla 23.a e 24.a giornata, il 17 marzo 1991 prende il via la cavalcata che porterà i blucerchiati al primo scudetto. Quel giorno i liguri vincono 3-0 a Pisa, mentre l'Inter non va oltre lo 0-0 a Parma. Il 5 maggio 1991, quart'ultima giornata di campionato, la Sampdoria fa visita all'Inter, immediata inseguitrice a 3 lunghezze di distacco. I liguri sbancano S. Siro con un 2-0 firmato da Dossena e Vialli e quindici giorni dopo, battendo in casa il Lecce per 3-0 (Cerezo, Mannini, Vialli), festeggiano aritmeticamente il titolo.

La Sampdoria non finisce di stupire e arriva ad un passo dall'accoppiata scudetto-coppa Italia: in finale è la Roma a sbarrarle il passo imponendosi 3-1 all'Olimpico e pareggiando 1-1 a Marassi. Gli ultimi trionfi ed il lento declino; inizia l'era-GarroneLa Sampdoria vive ancora stagioni di gloria nel 1991/92 quando batte 1-0 la Roma e si aggiudica la Supercoppa di Lega ed arriva in finale di Coppa Campioni perdendo a Wembley 0-1 dal Barcellona con un gol di Ronald Koeman a 7' dalla fine dei tempi supplementari. Nel 1993/94 vince la sua quarta coppa Italia superando in finale, a Marassi, l'Ancona per 6-1 (andata 0-0): nel medesimo anno cambio alla presidenza della società con Paolo Mantovani che lascia il testimone al figlio Enrico.

Inizia un periodo di cessioni dolorose ma inevitabili: Vialli lascia la Sampdoria nel 1992, Vierchwod nel 1995, Mancini nel 1997. Partito anche il tecnico Eriksson la squadra viene affidata all'argentino Luis Cesar Menotti che viene esonerato dopo poche giornate del campionato 1997/98. La squadra è riaffidata a Boskov, ma nella stagione 1998/99 arriva il patatrac. Ingaggiato l'emergente Luciano Spalletti, la squadra si trova ben presto nei bassifondi della classifica: a dicembre viene chiamata in panchina l'accoppiata Platt-Veneri. I due restano in sella sei giornate, nelle quali non vincono alcuna partita; la retrocessione è ad un passo e non serve il ritorno di Spalletti: il 16 maggio 2000 la Sampdoria pareggia 2-2 a Bologna, raggiunta in tempo di recupero da un dubbio rigore concesso dall'arbitro Trentalange di Torino e trasformato dallo svedese Ingesson. Dopo 22 anni la Sampdoria retrocede nuovamente in serie B.

Quinta nel 1999/00 e nel 2000/01, la formazione ligure conosce il rischio serie C nel corso della stagione 2001/02: l'arrivo di Garrone come nuovo proprietario e di Marotta come direttore generale danno alla squadra la sufficiente serenità per scongiurare il pericolo retrocessione.








La risalita nel grande calcio
L'accoppiata Garrone-Marotta, nell'arco di una sola estate, allestisce un organico di prim'ordine affidando il comando delle operazioni ad uno specialista delle promozioni in A, Walter Alfredo Novellino. La campagna acquisti della società blucerchiata è roboante. A Genova arrivano giocatori di grande fama e con curriculum di tutto rispetto come Turci, Paganin, Pedone, Volpi, Bazzani, Bettarini, Valtolina ai quali si aggiungono alcuni giovani dalle indubbie doti tecniche come Colombo, Palombo, Rabito, Domizzi e Gasbarroni. Fin da inizio stagione la Samp è accreditata come la protagonista del campionato cadetto e la squadra non tradisce le attese dimostrandosi fin da subito pronta al grande salto.

Servono appena due mesi al nuovo allenatore Walter Novellino per assemblare al meglio una rosa completamente rivoluzionata, con la presenza di 16 nuovi giocatori: alla prima uscita contro il Lecce, il 14 settembre, è subito spettacolo: un pirotecnico 4-2 con il quale viene regolato un avversario di prim'ordine, in un incontro che rivela la classe di Andrea Gasbarroni e tutta la potenza di Fabio Bazzani, per la prima volta a segno con la maglia della Samp. Arriva quindi un'impressionante serie positiva di undici giornate, culminate con la bella vittoria per 2-1 nel derby (che replica il successo estivo di Coppa Italia ad inizio stagione e come ad agosto ad andare in gol sono Bazzani e Flachi).

Sergio Volpi comincia ad essere conosciuto come "Il geometra" per la maestria con cui registra il centrocampo blucerchiato, in collaborazione con la rivelazione Palombo. La Samp viene sconfitta per la prima volta a Siena, uno 0-1 che ha dell'incredibile, con i toscani ridotti in nove uomini per le espulsioni di Pinga e Cavallo. E' il 23 novembre, e di lì in poi si apre una piccola crisi di risultati che frutta alla Samp un solo punto (lo 0-0 casalingo contro il Vicenza) in quattro partite disputate. La Samp dilapida in un mese i punti di vantaggio che aveva saputo conquistare, e per la prima volta dall'inizio del campionato è fuori dalle prime quattro posizioni.

Il momento è di quelli difficili, ma la squadra ha il grande merito di non disunirsi e riesce ad uscire dal tunnel, grazie alla vittoria interna con il Verona (3-2) nell'ultima gara prima della sosta, riprendendo a marciare in perfetta media inglese: vittoria a Marassi e pareggio fuori casa. Vengono superate indenni pericolose trasferte come Messina (3-3), Palermo (0-0 il 6 gennaio del nuovo anno, nel recupero della prima giornata) e sul campo di un Livorno (1-1) all'epoca in piena corsa per la promozione. La sconfitta di Lecce, 0-1 l'8 febbraio, precede una lunga serie di 15 risultati utili, dando inizio all'entusiasmante corsa verso la serie A.

In più di un'occasione emerge il carattere della squadra di Novellino, ed emblematica in tal senso è la strepitosa rimonta di Trieste, dove Bazzani e Volpi riescono a rimediare il risultato, dopo lo 0-2 maturato alla fine del primo tempo. Le ultime partite della stagione imprimono l'accelerata decisiva: arriva la terza vittoria stagionale nel derby (2-0 firmato Zivkovic e Conte) e quella decisiva di Vicenza (2-1) in una partita ad alta tensione in cui sale in cattedra Gigi Turci con alcuni interventi strepitosi.

La promozione matematica arriva il 17 maggio 2003, una data che tutti i tifosi blucerchiati ricorderanno a lungo. Il Cagliari, avversario di turno, viene battuto per 3-1 (doppietta di capitan Flachi e sigillo del bomber Bazzani) al "Ferraris", ribollente di tifo e colori ed esaurito in ogni ordine di posti. Le restanti tre partite servono solo per aumentare i punti in classifica e consolidare il secondo posto, traguardo che impreziosisce ancor di più l’eccezionale campionato disputato dalla squadra. La festa può cominciare, bentornata Samp!A un passo dall'impresa europeaTocca alla Sampdoria inaugurare il campionato di serie A 2003/04, nell'anticipo che la vede di scena a Reggio Calabria, opposta agli amaranto locali. Il 2-2 conclusivo, dopo che il primo tempo era terminato sul 2-0 per la Reggina, lascia intravedere il grande carattere della formazione di Novellino; sarà una costante dimostrata durante tutto l'arco del torneo.

Il calendario propone un avvio di stagione decisamente in salita, e nelle prime sette giornate sono arrivano soltanto 6 punti. La classifica non rende però merito ai blucerchiati, capaci di affrontare alla pari grandi squadre come Lazio, Inter e Parma; soltanto il Milan, che si laureerà Campione d'Italia, riesce a far proprio il risultato imponendosi con merito al "Ferraris" con un netto 3-0. E' il 26 ottobre 2003, e sarà l'ultima sconfitta dell'anno per la Sampdoria. Dal successivo 2 novembre, data della vittoria per 1-0 sul campo del Bologna, arriva infatti un'impressionante striscia positiva - 18 punti in 8 turni - che porta i blucerchiati subito a ridosso delle prime posizioni.

Il girone di andata viene chiuso da due immeritate sconfitte contro Juventus e Roma, in due partite che hanno visto gli uomini di Novellino penalizzati da alcuni episodi sfortunati. Nelle prime quattro giornate del girone di ritorno arrivano ancora una vittoria (2-0 alla Reggina) e tre pareggi (contro Lazio, Inter e Brescia); la partita successiva, in casa contro il Parma, potrebbe lanciare definitivamente la Samp verso le zone alte della classifica. Arriva invece una sconfitta per 2-1, in un match giocato su un campo impossibile per via della pioggia; la partita lascia uno strascico di polemiche per via di un calcio di rigore apparso evidente e non assegnato ai blucerchiati in piena zona recupero. Quindi 6 punti in tre partite, due vittorie in casa (contro Chievo e Bologna) intervallate dalla sconfitta (1-3) a San Siro contro il Milan, vera bestia nera della Samp in questa stagione (ad opera dei rossoneri era arrivata anche l'eliminazione in Coppa Italia).

L'obiettivo della salvezza a questo punto può dirsi virtualmente raggiunto, e i blucerchiati possono cominciare a guardare in avanti, alla ricerca di quel settimo posto che significherebbe la qualificazione UEFA, traguardo straordinario quanto impensabile a inizio campionato. E' l'Udinese l'unica antagonista per l'ingresso in Europa, e la Samp, dopo aver raccolto altri 9 punti in sei giornate, arriva allo scontro diretto (in programma domenica 2 maggio 2004 al "Ferraris") con un punto di svantaggio. I bianconeri si impongono con un 3-1 che lascia l'amaro in bocca: a fine partita è il portiere friulano De Sanctis a risultare il migliore in campo.

L'ottavo posto conclusivo è ormai consolidato, e le restanti partite contro Juventus (0-2) e Roma (0-0) servono solo alle statistiche. Una grande stagione, quindi, che sarebbe potuta diventare indimenticabile con un pizzico di buona sorte in più. E una stagione ulteriormente impreziosita dell’esordio nella nazionale maggiore di Bazzani, Bettarini, Volpi e Diana, senza dimenticare le convocazioni di Palombo, Donati, Pagano e Floro Flores con l'under 21.











Siamo ai giorni nostri: il ritorno in UEFA
La rincorsa decisa ad un posto europeo riparte di slancio la stagione successiva. Walter Novellino può contare su una rosa ulteriormente rinforzata dagli innesti di Pavan, Pisano, Castellini, Tonetto, Rossini e Kutuzov e il cammino dei blucerchiati è un’ascesa continua.

La Samp chiude il girone d’andata al quinto posto, alla pari del Palermo, tre punti in meno dell'Inter, quarta, sei in meno dell'Udinese, terza. Nella seconda parte di stagione Flachi e compagni innestano la quarta: dopo l'ottava giornata di ritorno la Sampdoria si issa al terzo posto della classifica generale, dietro i colossi Juventus e Milan.

Poi, complice un calo ed un ritorno prepotente della concorrenza, la Sampdoria esce dai posti che valgono i preliminari di Champions League, ma la lotta resta serrata. La Sampdoria centra la matematica qualificazione all'Europa nella gara interna contro il Lecce, vinta per 3-0: è l' 8 maggio 2005. Resta da decidere se si tratti di Uefa o Champions League.

L'Udinese dell'ex Luciano Spalletti è ancora una volta l'avversaria designata dei blucerchiati nella corsa al grande sogno; lo scontro diretto decisivo si gioca a tre turni dal termine del campionato. Si gioca al "Friuli". Un match molto tattico che si chiude sull'1-1 in virtù delle reti segnate da Marcello Castellini per la Samp e da una sfortunata autorete di Marco Pisano per i bianconeri. I friulani operano comunque il sorpasso alla penultima giornata, impattando 1-1 a Cagliari mentre i blucerchiati vengono sconfitti in casa da un'Inter molto battagliera, nonostante la qualificazione già certa alla Champions League: è 1-0 per i nerazzurri dell'ex Mancini. All'ultima giornata Udinese-Milan e Bologna-Sampdoria finiscono in pareggio (1-1 e 0-0, rispettivamente) ed il sogno della Champions sfuma per i blucerchiati che comunque possono festeggiare il ritorno in Europa a distanza di nove anni dall’ultima avventura a dodici stelle.

L'exploit del 2004/05 non viene bissato la stagione successiva. Dopo un discreto girone d'andata infatti, concluso all’ottavo posto con 28 punti in classifica alla pari della Lazio, nel girone di ritorno arriva il pesante crollo. Un ruolino di marcia contraddistinto da sei sconfitte consecutive (eguagliato il record negativo del 1965/66) ed una serie di tredici incontri senza vittorie relegano la Samp ad un anonimo quattordicesimo posto finale in coabitazione con la Reggina. Un'annata in sintesi decisamente storta per la banda Novellino che però ha dovuto anche pagare un pesante dazio in termini di sfortuna e infortuni.

Prima gli stop di Falcone e Bazzani, quindi i k.o. di Bonazzoli e ancora Bazzani, costringono spesso il tecnico di Montemarano a fare di necessità virtù. Un destino malevolo che colpisce i blucerchiati anche in campo europeo: dopo aver eliminato al primo turno i portoghesi del Vitoria Setubal, la Sampdoria esce di scena nel girone della seconda fase comprendente anche Steaua Bucarest, Halmstads, Hertha Berlino e Lens. Proprio contro i francesi arriva la sconfitta decisiva. Al "Felix Bollaert" l'1-2 finale e decisivo arriva proprio all'ultimo minuto di gioco. Jemaa fulmina Castellazzi e la Samp dice addio alla UEFA.

Siamo così ai giorni nostri con la quinta stagione della gestione “Monzon” che si inaugura con un profondo maquillage della rosa. L’inizio di campionato è tentennante, ma alla lunga la Samp trova un discreto ruolino di marcia, specie tra le mura amiche e scopre quel talento rispondente al nome di Fabio Quagliarella. Ma i problemi nel reparto offensivo, a causa di squalifiche e infortuni tornano a riproporsi ed alla lunga il rendimento della squadra ne risente. Le assenze tolgono alla Samp l’opportunità di battersi ad armi pari con Fiorentina, Empoli e Palermo per la conquista di una piazza europea. Alla fine comunque la Samp aggancia il nono posto finale che le vale un lasciapassare per l’Intertoto e arricchisce la sua annata con una sempre prestigiosa semifinale di Coppa Italia. Il resto è storia da scrivere, un nuovo romanzo con tanti nuovi protagonisti e un inedito condottiero: Walter Mazzarri.