Con le elezioni regionali ormai alle porte, il Front National di Jean-Marie Le Pen sembra scommettere sempre di più sulla figlia del suo leader storico, Marine. Sarà solo in occasione del congresso previsto nella prossima primavera o al più tardi nell’autunno 2011 che si deciderà formalmente il nuovo leader della formazione ultraconservatrice – in pole anche il vicepresidente Bruno Gollnisch -, ma la 41enne primogenita sembra avere già assunto un ruolo chiave all’interno del partito. È lei a parlare con i media, è lei ad aver impostato e diretto la campagna elettorale per le regionali del 14 e 21 marzo, facendo leva su temi cari alla destra xenofoba e ultraconservatrice, anche se con qualche differenza rispetto al passato. Pur avendo continuato a parlare del rischio ‘islamizzazione’ per la società francese, inserendosi a pieno titolo nel dibattito sull’identità nazionale o sul referendum svizzero anti-minareti, Marine Le Pen ha deciso di puntare soprattutto sulla linea dura in tema di immigrazione, nell’intento dichiarato di rilanciare l’estrema destra, strappando consensi a formazioni concorrenti come il Bloc Identitaire. “Se Marine Le Pen ha analizzato bene il Bloc identitaire, c’è un’ossatura di quadri anziani e di militanti giovani, anzi di giovanissimi. Ed è a questi giovanissimi che guarda – spiega Jean-Yves Camus, ricercatore associato presso l’Istituti di relazioni internazionali e strategiche (Iris) -. Sono politicamente formati ed è a loro che vuole rivolgersi”.
Ma la figlia di Le Pen sa che non è sufficiente e che occorre recuperare credibilità anche sul terreno economico e sociale. “Cerchiamo di rispondere al meglio alle problematiche quotidiane dei francesi, come il reintegro dei disoccupati, la delocalizzazione o la crisi dell’agricoltura”, ha sottolineato di recente Louise Aliot, alto esponente del Fn e collaboratrice stretta di Marine Le Pen. “Credo sia arrivato il momento di aprire un nuovo capitolo nella storia del Fronte”, ha rilanciato la stessa Marine, chiarendo, senza troppi giri di parole, di voler fare “politica per arrivare al potere e cambiare realmente le cose”. Un obiettivo che a suo dire si raggiunge facendo vera opposizione. “È all’opposizione che si può acquisire credibilità”. Insomma, l’avvicendamento alla guida del Front National si caratterizza sempre di più per un cambio generazionale che “farà dimenticare l’immagine che abbiamo avuto in passato e ci renderà più simpatici in futuro”. Le regionali di marzo rappresenteranno un primo, importante test.
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