La mente, essendo un bene o un fardello dell’uomo che in una qualche misura esprime la sua umanità, quindi la sua essenza, non è un monolito immutabile il cui funzionamento, che si traduce in un processare le informazioni ricevute dall’esterno attraverso i sensi (anche quelli interiori dovuti all’intuizione), possa essere ricondotto e costretto entro uno schema universale. L’uomo, come genere ed anche in quanto singolo individuo, si distingue per la sua mutevolezza, per la sua policromia. La sua azione è fortemente plagiata dall’ambiguità del “fattore U”, che la variabile indipendente e folle che travalica la regola. Lo scandaglio operato da Freud ha reso evidente quest’elemento, ma non può arrivare a violare le regole occulte sottese al suo funzionamento, perlomeno non è in grado, perché geneticamente impossibilitato, a com_prenderle nella loro compiutezza. Ogni analisi, per quanta luce proietti sull’agire e reagire, lascia intonsa una zona d’ombra ove s’annida l’imponderabile e l’ambiguità, la polisemia a discapito del canto monocorde. Al di là degli innegabili pregi ascrivibili al lavoro di Freud, è indiscutibile che l’aver ridotto a norma universalizzante il complesso processo mentale ne ha, al contempo, impoverito la meraviglia, riducendola ad un semplice complessissimo meccanismo che risponde a delle leggi universali. Freud traduce l’inconsulto sempre e solamente come l’emersione decodificabile di una sintamotologia afferente ad una patologia. Freud ricusò il ctonio, il luciferino e la follia, tutti ingredienti inalienabili, pena l’alienazione da sé, dell’uomo ed iscritti tutti entro quell’area coartante che più sopra ho definito “Fattore U”, cioè la variabile folle, inconsulta, imponderabile e non segrezionabile del nostro agire.
Non abbuiamo una parte scema, come la definisci tu, piuttosto un grano di follia che s’intercala con gli altri di razionalità, e che insieme vanno a comporre la multiforme collana dell’umanità insita in ciascuno di noi… negarla o terapeutizzarla equivale a negare e terapeutizzare l’uomo. Egli osservò la mente perdendo di vista l’umanità, osservò il particolare e svanì il generale.
Ciao