ma stiamo parlando di Romagnoli o di Romagonoli ?
ma stiamo parlando di Romagnoli o di Romagonoli ?
PINO Rauti torna in An. Anzi, più che un ritorno sarebbe un vero e proprio ingresso visto che il leader storico della destra se ne andò sbattendo la porta non appena il Movimento Sociale chiuse i battenti a Fiuggi nel 1995. E non aderì ad An che nacque il giorno dopo. Ritirò la delegazione e nel suo personale aventino decise di fondare la Fiamma Tricolore che dopo mille vicissitudini è finito a Luca Romagnoli, che invece flirta con Storace. Rauti no. Ormai è a un passo dall’adesione ad An. Lui frena: «Non ci sono novità». Ma a via della Scrofa si aspettano che si faccia vedere anche all’assemblea nazionale del partito che si terrà domani. Sempre che le condizioni di salute glielo consentano visto che Rauti viene da una convalescenza dovuta a una caduta al termine di un convegno a Napoli. Il suo riavvicinamneto non è un caso. Rauti ormai va a braccetto con Alessandra Mussolini, la quale ha da pco siglato la nuova pace con Fini. Ma ha smentito il suo ingresso nel suo ex partito: «Ogni ipotesi circa un suo possibile rientro in Alleanza nazionale è quanto meno fantasioso». Rauti sembra più avanti. Che si stesse avvicinando ad An era chiaro ormai da tempo. Ma il segnale preciso è arrivato dal Secolo d’Italia, il giornale di An, di mercoledì scorso. Con una lunga intervista in cui l’ultimo sfidante di Fini (e l’ultimo che lo ha battuto nella corsa alla guida della destra nel 1990) ha confessato: «Forse nel ’95 sarebbe stato più utile fare altre cose», piuttosto che dare luogo alla scissione. E ha aggiunto: «L’esperienza e il senno di poi ci dicono che a destra di An non c’è stato spazio che per i personalismi, rivalità, rancori. In quel periodo, nel ’95, sarebbe stato forse utile seguire i suggerimenti che provenivano dalla destra culturale sulla falsariga della proposta lanciata da L’Italia settimanale. Avremmo forse dovuto fondare un centro studi nazionale, per raffinare le analisi strutturali del sistema e mantenere un’area vasta di destra, temperando così l’aprezza delle divisioni che si andavano delineando». Gli è stato chiesto che ne pensava della Destra. E Rauti ha risposto serafico: «Un nome così non mi potrebbe mai piacere. E poi questo movimento riprende tesi politiche che definirei ottocentesche, non adeguate alla sfida di portata planetaria che ci attendono». Una bocciatura senz’appello che arriva dal capo della destra radicale, l’ideologo di ciò che finora si è voluto costituire alla destra di Fini. Che ha aggiunto: «Tutti i partiti a destra di An, messi insieme, potrebbero arrivare al massimo al 2-3 per cento senza dimenticare che sono flaggellati da troppe liti e poca elaborazione di progetto». E nel finale è arrivata una promessa: «Proseguirò per coerenza il discorso politico intavolato con alessandra Mussolini per riunire l’area a destra di An, con l’obiettivo di costituire un soggetto che possa dialogare responsabilmente con Fini». Nessun apprezzamento a Storace, nessuno a Buontempo. Verso i quali invece si scaglia Fabio Rampelli, deputato romano di An: «Quando incontrerò Buontempo e Storace per strada o davanti a un caffè, gli racconterò del mio rammarico, della delusione di tanti nostri militanti che stanno assistendo increduli a questa operazione fallimentare e personalistica». E ancora: «Ora invece mi piacerebbe sapere da loro come si possa andar via da un partito dopo essere stati, in suo nome, ai vertici dello Stato, alla Presidenza della Regione, nella Segreteria della Camera dei Deputati, nei seggi parlamentari. An non ha cambiato nome né simbolo né programma dalle elezioni di un anno fa, nelle quali lorsignori hanno accettato di essere nominati parlamentari dal nostro partito. Si tratta di un’operazione trasformistica bella e buona che può essere coerente solo se seguita da dimissioni immediate dalle cariche elettive ricoperte». Rampelli ricorda a Buontempo quando Storace gli bloccò la scalata alla federazione romana di An cinque anni fa. E Teodoro Buontempo risponde per le rime: «Rampelli dice che An non ha perso nulla, ma forse non si è accorto che ha perso una cosa essenziale: ha perso l’anima». «Rampelli mi conosce troppo bene - conclude Buontempo - per sapere che dietro la mia decisione non c’è nulla di trasformistico; si è trattato solo di una grande voglia di libertà». F. D. O.
venerdì 27 luglio 2007
http://www.iltempo.it/approfondiment...spx?id=1247537
fini : ci puoi riprendere ................con la telecamera !
penso che sia arrivato il punto per i camerati seri e onesti di uscire da tutti i partiti...ormai la militanza nei partiti per fini politici non ha più senso. il nostro obiettivo dev'essere una rivoluzione culturale o quantomeno (concedetemela) una resistenza culturale rispetto a questa società ipocrita e corrotta
gentaglia...
Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui.
Evidentemente Fini questa volta e' molto piu' preoccupato di perdere consensi elettorali (e si sente piu' minacciato)di quanto non appaia ufficialmente: la crisi deve essere piu' profonda di quel che sembra se si trova costretto a fare queste manovre politiche estreme da ultima spiaggia
Forse è la volta buona che ci liberiamo di un po' di rottami...
Bazooka!!!