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    Predefinito Sobriamente su Storace; a futura memoria e alla luce di recente vergogna (G.Adinolfi)

    Ricordate l'eskimo di Guccini? “Scoppiava finalmente la rivolta ma io, in qualche modo m'ero già rotto...” A furia di anticipare le cose si perde il (dis)piacere di gustarsele. Ho già detto tutto quello che c'era da dire sul fenomeno storaciano tanto che ora non ho più voglia di ripetermi. Al massimo riassumo. La Destra sarà un pendant del probabile partito unico. Sarà meglio o peggio di questo? Non è dato sapere e probabilmente non ha alcuna importanza chiederselo visto che prima o poi (direi più prima che poi) si ricongiungeranno.


    Le domande hanno davvero un senso?



    Come comportarsi allora verso la Destra? Cosa temere dalla Destra? Cosa sperare dalla Destra? Queste domande avrebbero un senso se a porsele fosse un soggetto politico e non un coacervo di comitive fascio-consumanti. Se ciò fosse e se a questa caratteristica non corrispondesse si e no il 3% di quanto s'agita – non senza merito antropologico – ai margini del villaggio democratico, le risposte potrebbero essere significative.

    Ci si potrebbe allora chiedere se la nascita di questa costola di AN consentirà di far sponda istituzionale da parte dell'attivismo radicale più di quanto finora gli sia stato concesso.

    O, meglio ancora, se esistesse un'avanguardia strutturata e plurigenerazionale, ci sarebbe da puntare molto sull'attuale cambiamento della situazione che, immancabilmente, apre spazi vuoti, e si potrebbe allora identificare in zona d'ombra, in terra di confine tra le vari componenti alleanzine, miracolosi referenti potenziali in coloro che hanno il piede in due o tre scarpe.

    Per ragionare così si dovrebbe aver imparato qualcosa dal leninismo e dal gramscismo. Non che siano chissà quali dottrine strategiche, ché sono a mio avviso sopravvalutatissime, ma almeno indicano un metodo che, in qualche modo, funziona.


    Prospettive elettorali


    In mancanza di queste qualità, non si può liquidare il fenomeno Storace diversamente da un “nulla di nuovo sotto il sole”. Ovviamente ciò vale dal punto di vista politico e non elettorale, perché va da sé che il binomio Storace-Buontempo più la fiaccola del FdG andrà a far razzia di voti presso la Destra Radicale che non ha i mezzi, e in gran misura neppure la testa, per riuscire a imporre un'immagine credibile di sé all'elettorato.

    Sicché, per coloro che ritengono indispensabile una propria rappresentanza diretta nel parlamentarismo, c'è da pensare seriamente a come fare quadrato ma sarebbe buona cosa se, intanto, anticipando i tempi, pensassero anche al ritorno alla politica autonoma, non rappresentativa, perché c'è la possibilità che entro un paio d'anni sarà una scelta obbligata. Non è detto, dipende da una serie di interventi esterni (si farà permanere la Nipotini nell'agone? Si cambierà la legge elettorale e soprattutto si modificheranno le clausole sul finanziamento dei partiti? Ci sarà ancora Berlusconi al timone?). Chi però non desse per scontato che il post/parlamentarismo sarà una tappa molto probabile se non proprio obbligata non sarebbe uno stratego avveduto.


    Le discriminanti


    Intanto la Destra Radicale come si pone verso il partito Storace-Buontempo?

    Ovviamente da antagonista; è normale che sia così anche perché la rivalità oggi diviene particolarmente stretta.

    L'importante però è non perdere il senso del reale. Ha ragione Gianluca Iannone quando sottolinea tutti gli elementi sociali che alla Destra di sicuro non appartengono e rivendica, quindi, l'autonomia della tradizione squadrista. Ha ragione Roberto Fiore quando fa notare che l'adesione incondizionata del partito di Storace alla linea atlantica e al partito israeliano sono degli spartiacque abissali. Hanno ragione entrambi e con loro Giuliano Castellino a far notare che la pregiudiziale di Fiuggi resta in piedi.

    Sono, questi, argomenti politici e valoriali (valore = interpretazione contingente del Principio) che devono restare significativi e qualificanti. Argomenti sui quali, tutti, non è concesso flettere. Giustizia sociale, interventismo sociale, guerra all'usura, sovranità nazionale e popolare, opposizione all'imperialismo globale, difesa della dignità dei popoli aggrediti dai vincitori della Seconda Guerra Mondiale.


    A parte il latte in polvere


    Su questi dati, tutti, nessuno escluso, io metterei l'accento e li continuerei a ripetere fino alla nausea. Non vorrei infatti che si tornasse a intonare la triste litania già sentita nei confronti di AN. Per tanto tempo la rivalità diretta e l'animosità da parte della Destra Radicale sono state così marcate da porre in secondo piano il “perché” di tali sentimenti. E quando poi, alla prima occasione possibile, si sono ritrovati alleati con AN, i suoi principali denigratori hanno fatto finta di niente, hanno fischiettato, si sono allineati con una naturalezza che definire imbarazzante sarebbe un eufemismo. E al momento di dover definire le differenze politiche con AN queste si erano oramai tutte dimenticate; tant'è che a definirle sono state quasi esclusivamente le componenti nuove, quelle che nella polemica non c'erano mai entrate (come le Osa). Per il resto non ricordo grandi differenze programmatiche, a parte il latte in polvere gratuito per i bambini.


    Prima di tutto l'essenziale



    Io non so come evolverà esattamente la quadriglia in atto nel panorama italiano; ma visti i precedenti, non mi sento di escludere che i partiti che oggi prendono le distanze da Storace non si ritroveranno ad allearsi in futuro con lui, così come hanno recentemente fatto con AN. E allora, poiché per me non è una questione di comitive né di individui né di scuderie ma quel che è in gioco è qualcosa che ci trascende tutti, quello che auspico, qualsiasi sia il rapporto politico futuro con Storace e Buontempo (ma anche con Fassino e Veltroni) è che l'identità politica sia sempre chiara, lo sia in modo paranoico, al fine di rappresentare uno spartiacque non traversabile nelle evoluzioni future, qualunque esse siano e ovunque portino.

    Perché troppa importanza si sta dando ai nomi, alle sigle, agli atteggiamenti, agli scenari, ai dibattiti da forum e troppo poca all'essenziale che è essere nocciolo.



    Gabriele Adinolfi

  2. #2
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