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albiy
Il procuratore capo di Genova Francesco Lalla ha delegato i dirigenti della Digos a compiere alcuni accertamenti preliminari sulle dichiarazioni che Andrea Pescino, 63 anni, militante dell’estrema destra, ha rilasciato al quotidiano «Il Secolo XIX», su una presunta compravendita di firme, acquistate da alcuni partiti per la presentazione delle liste elettorali per le regionali. Il magistrato ha aperto un fascicolo per atti relativi e si tratta delle prime fasi dell’indagine.
Gli investigatori della Digos dovranno adesso sentire Pescino e valutare la fondatezza delle sue dichiarazioni: in che circostanze e con quali modalità sarebbero avvenuti gli acquisti e chi sono i policiti che avrebbero commissionato il lavoro. Pescino aveva raccontato di avere venduto sette mila firme ai candidati dei partiti dei due schieramenti principali. Da questa vendita, che ha indicato come «una prassi ormai consolidata nell’estrema destra per autofinanziarsi», avrebbe ricavato 20 mila euro.
Le rivelazioni di Pescino:
«Ho venduto oltre 7 mila firme».
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Le firme sospette:
Dc - Pli:
Uno dei casi al vaglio dei Pm è quello di una lista che poi non è stata ammessa alla tornata elettorale. È il gruppo “Democrazia Cristiana - Partito Liberale”, consegnata il 26 febbraio. Delle 1931 firme trasmesse alla commissione ne sono state ritenute ammissibili 1666. Ma su tutte grava l’ombra del sospetto segnalato anche da un esposto al Palazzo di Giustizia.
Nuovo Psi:
Il sostituto procuratore Stefano Puppo ha inoltre sequestrato le firme per la presentazione della lista del Nuovo Psi, depositata il 26 febbraio e poi non ammessa alle elezioni del 28 e 29 marzo. Il pm ha aperto un fascicolo per falso materiale e falso ideologico. Secondo la procura, ci sarebbero almeno una ventina di firme stilate tutte dalla stessa persona e con la stessa penna, anche se attribuite a elettori diversi. Al momento non ci sono indagati, ma nei prossimi giorni il magistrato sentirà la persona che ha attestato l’autenticità delle firme. I documenti relativi al Nuovo Psi erano stati inviati dal presidente della commissione elettorale che aveva riscontrato l’irregolarità. Era stato il procuratore capo di Genova Francesco Lalla ad aprire un fascicolo e a trasmetterlo successivamente al sostituto procuratore.
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Firme false per le elezioni Partono le inchieste dei Pm| Liguria | Genova| Il SecoloXIX