Comunicato stampa

Busato: “La politica italiana è una prostituta.
La Venetia ha bisogno di una voce in Europa e nel mondo”

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Treviso, 1 agosto 2007

I veneti sono primi in molti settori. Ma come se la cavano in politica? Ne abbiamo parlato con Gianluca Busato (“I Veneti”).


Redazione Veneti: Busato, i veneti sono primi in tutto, economia, ospedali, solidarietà, senso civico, ora sono anche i più felici secondo una ricerca dell’Associazione Atena.
Busato: è vero, i veneti xè i mejo, come che dixemo naltri. Semo i mejo, ma no in tuto. In połitica semo i pexo. Lei si ricorda l’ultimo politico veneto di peso? Glielo ricordo io: si chiamava Toni Bisaglia. Ecco, lo sappiamo tutti: Toni Bisaglia è stato ucciso dallo stato italiano e noi nemmeno abbiamo mai protestato, neanche uno straccio di comitato è nato. Quella è stata l’ultima opportunità per i veneti di accontentarsi di qualche autonomia, o parvenza di federalismo. Ora non ci basta più.

Redazione Veneti: quindi i veneti sono poco rappresentati nel parlamento di Roma?
Busato: Vado controcorrente. Secondo me no. Per usare un tema di questi giorni, la politica italiana è come un prostituta. Basta pagare per avere. Noi veneti ora i soldi li abbiamo. Quando ci serve qualcosa andiamo lì e paghiamo quel che serve. Non è un atteggiamento da condannare, perché noi paghiamo per lavorare. Il parlamento foresto di Roma è qualcosa che non interessa ai veneti, a parte quelli che ci stanno dentro per i loro interessi.

Redazione Veneti: Ma se non c’è un problema di rappresentanza politica a Roma, allora a cosa serve l’indipendenza?
Busato: a parte che ci costa troppo stare in Italia, il fatto è senza indipendenza, noi veneti siamo assenti dai tavoli decisionali che contano: l’Unione Europea, le Nazioni Unite, gli organismi internazionali, dove vengono prese le decisioni che contano e che ora non vedono rappresentati gli interessi veneti.

Redazione Veneti: Se la Venetia fosse indipendente, entrerebbe a far parte dell’Unione Europea?
Busato: la Venetia è già nell’Unione Europea e vi sarà anche dopo l’indipendenza. Lo sancisce l’articolo 34 della Convenzione di Vienna del 1978 sulla successione degli Stati rispetto ai trattati. Essendo già in Europa all’interno dell’Italia, di diritto lo siamo anche da stato indipendente. Non molti sanno che come stato indipendente la Venetia nel consiglio dei ministri europei avrebbe diritto da un minimo di 7 voti – se consideriamo solo l’attuale Veneto – a un massimo di 10 voti – se invece consideriamo tutto il territorio storico della Venetia, da Bergamo a Trieste. Oggi ne ha zero. Anzi, non ne ha mai avuto uno negli ultimi quindici anni. Vale a dire che come stato indipendente avremo la stessa influenza di stati indipendenti come l’Irlanda, la Finlandia, l’Austria, o la Svezia. Oggi non abbiamo alcuna influenza e dobbiamo ratificare decisioni prese da altri, senza tener conto degli interessi veneti in Europa e nel mondo.

Redazione Veneti: ma cosa succede se l’Italia, o un altro stato prova a bloccare l’ingresso della Venetia in UE?
Busato: Come Le ho già detto, ciò è impossibile. Anche nell’ipotesi assurda di un tentativo del genere, per bloccare l’adesione della Venetia all’Unione Europea, è richiesta l’unanimità di tutti gli stati membri della UE, compresa la Venetia.

Redazione Veneti: Che cosa succederà ai lavori che dipendono dal commercio con l’Italia?
Busato: L’Italia sarà sempre un importante mercato di esportazione per la Venetia e un partner commerciale vitale. “I Veneti” sostengono fortemente lo sviluppo e l’espansione di tali legami, in continuità con il secolare spirito mercantile veneto. Ma non c’è bisogno di condividere il governo con un paese per avere commerci con esso. Ad esempio, l’’indipendente Austria è un importante partner commerciale dell’Italia, ma lo fa in modo più efficiente della Venetia, perché è essa stessa a prendere le decisioni chiave sulla propria economia. Nessuno nell’Europa e nel mondo odierno considera i confini politici come barriera al commercio internazionale e in effetti la Venetia deve considerare come proprio mercato domestico l’Unione Europea e non solo l’Italia.


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