L'ultimo intervento di Prodi su Famiglia Cristiana espone la fotografia di quello che è il momento politico del paese e dei livelli di assurdità a cui si è arrivati con un signore che solo grazie a 25.000 voti (con votazioni tutt'altro che limpide dal punto di vista delle regolarità) governa o meglio regna, visto che si permette di sculacciare la Chiesa perchè non esorterebbe i fedeli a pagare le tasse!!!
Io so solo che hanno incassato più tasse loro negli ultimi mesi che tutti i governi dal dopoguerra ad oggi! Il tutto a suon di minaccie di sequestri, senza indagare se il cittadino disponeva di tali somme o no.
Ma del resto a Prodi se c'è gente che è andata a finire sotto i ponti che gli frega? Lui sta bene nel suo castello che ha fatto risultare casa rustica...
Dopo tutto quello che lui e l'allegra congrega hanno rubato finora hanno ancora il coraggio di parlare!!
L'unica è la democrazia diretta, altrimenti l'alternativa è Berlusconi a vita (visto che il csx non ritornerà mai più al potere nel governo) e ben vi starà a voi "comunisti", che tutto siete tranne che comunisti visto che il popolo v'interessa solo quando si tratta di spennarlo....
Su TG5 il Monsignor Forte risponde al p.d.m. che se i cittadini non pagano le tasse evidentemente è perchè voi politici non ne fate buon uso! Ciappa sù!
Prodi: nelle omelie mai una parola sulle tasse A Famiglia Cristiana il premier parla di evasione fiscale : «È un tema etico. La Chiesa dovrebbe fare la sua parte» ROMA — Lo dice a se stesso, agli alleati e anche a Walter Veltroni, che qualche giorno fa ha indicato nell'instabilità politica il punto debole del governo. «Non ho nessuna intenzione di cadere. La lezione che ho imparato quando saltò il mio primo governo è questa: guardare meno agli interessi delle categorie e di più a quelli del Paese». Romano Prodi, in un'intervista a «Famiglia Cristiana», conferma l'intenzione di lasciare nel 2011 («Potete esserne certi»), ma non nasconde la ragionevole certezza di durare fino ad allora alla guida dell'esecutivo: «Ci siamo dimenticati troppo in fretta che il governo Berlusconi andò sotto in Parlamento decine di volte, pur disponendo di una maggioranza schiacciante: altro che la mia al Senato!». Riconosciuta l'importanza per il governo di «un Pd forte», il premier elogia la candidatura di Veltroni: «Lavora lealmente al rafforzamento dell'esecutivo».
Sul tema tasse, Prodi invita la Chiesa a mobilitarsi sul fronte dell'evasione fiscale: «Un terzo degli italiani evade. È inammissibile. Per cambiare mentalità occorre che tutti, a partire dagli educatori, facciano la loro parte, scuola e Chiesa comprese. Perché, quando vado a Messa, questo tema non è quasi mai toccato nelle omelie? Eppure ha una forte carica etica. Possibile che su 40 milioni di contribuenti sono solo 300 mila quelli che dichiarano più di 100 mila euro l'anno?». Il governo ha tra i suoi obiettivi «l'abbassamento delle imposte », ma, aggiunge il premier, «non sono uno scialacquatore: lo farò nel momento giusto, perché non voglio che la comunitá internazionale ci metta di nuovo in difficoltà. Preferisco essere impopolare piuttosto che passare per illusionista». Immediate le reazioni. «Concordo col premier che bisogna pagare le tasse», ha detto il vescovo di Savona Domenico Calcagno, nominato dal Papa segretario dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica. Mentre la deputata azzurra Elisabetta Gardini attacca: «Il cattolico adulto Romano Prodi si permette di dare lezioni di etica persino alla Chiesa e detta regolette per la buona omelia».
Prodi non nasconde la fragilità del suo esecutivo. Ma la imputa solo parzialmente all'eterogeneità della maggioranza: «La precarietà in Senato è il frutto avvelenato di una legge elettorale voluta dal Polo, che consente ai perdenti di rendere difficile l'attività di governo di chi ha vinto. A sentire la Cdl, non saremmo arrivati al panettone, alla colomba e alle ferie. Siamo qui, invece. E prima o poi i risultati ci daranno ragione». Nell'attesa, il premier lancia un messaggio al leader degli Industriali, con il quale i rapporti non sono sempre distesi: «Al presidente Montezemolo ho detto che non pretendo che Confindustria parli bene di noi, nonostante abbiamo fatto cose molto più concrete rispetto al precedente governo per il rilancio delle imprese. Ho chiesto solo che investano in innovazione, ricerca e potenziamento delle esportazioni e che approfittino dell'elevato livello dei guadagni».
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/08_Agosto/01/alberti_chiesa_prodi_.shtml