Il Gazzettino Venerdì, 20 Luglio 2007
LINGUE MINORITARIE
An schierata contro la legge di tutela del friulano
Trieste
(fr.ca.) An torna a formulare il suo netto rifiuto alla legge sulla lingua friulana. Il dissenso arriva proprio dai consiglieri regionali friulani, propensi alla tutela delle forme di cultura ma in contrasto con norme in odor di bilinguismo e con pesanti oneri economici in chiave di applicazione: «Diciamo intanto no alla lingua friulana veicolare per le varie materie scolastiche - ha sottolineato ieri in conferenza il capogruppo regionale di An, Luca Ciriani, nativo di Zoppola - che l'insegnamento sia su base volontaria, quindi non obbligatoria, e con la possibilità di un supplemento didattico di lingue moderne per chi rifiuti l'opzione del friulano».
An sottolinea inoltre la contrarietà agli altri punti che caratterizzano la legge, dall'uso di una grafia ufficiale all'allestimento della toponomastica, sino alla costosa formazione dei docenti. È di 500 euro a seduta il compenso previsto per un traduttore in lingua friulana (ce ne sono due in Aula) e il mese di luglio comporta sei giornate di Consiglio regionale. Costi ingenti ma non solo: «Facciamo un referendum sul tema - ha proposto il consigliere Bruno Di Natale, codroipese - emergerebbe sicuramente la contrarietà popolare. Si tratta di una manovra "khomeinistica" della sinistra al governo, affiancata al disegno di slavizzazione della regione». «Nell'era della conoscenza planetaria - fa eco Paolo Ciani , di Buia - la nostra Regione, anziché puntare sull'eccellenza nelle lingue straniere internazionali, con queste leggi si richiude in se stessa e si allontana dal resto dell'Europa e del mondo».