Ricordo qualche mese fa alcuni pecorones che si ostinavano a scrivere che non era vero, che i provvedimenti contenuti nella finanziaria, in materia di tassazione locale, non avrebbero influenzato le nostre tasche.
Invece, puntuale, arriva l'ennesima resa dei conti.
Solo per chi ancora non si era accorto dell'ulteriore prelievo.....:
dal sole 24 ore di lunedì 6 agosto 2007
Il fisco regionale vola sopra i 50 miliardi.
Di Gianni Trovati
Il 2007 si conferma l'anno delle tasse locali. Anche il Fisco regionale ha spiccato il volo e per la prima volta sfonda la barriera dei 50 miliardi di euro.
Tante sono le risorse messe a preventivo dai Governatori per il 2007, anche se (con pochissime eccezioni, come il Veneto), i conti regionali non tengono, in genere, in considerazione il taglio sull'Irap per il cuneo fiscale. L'aumento rispetto all'anno scorso, comunque, è di 2,6 miliardi (5,4%), e quindi finisce per neutralizzare le risorse liberate dall'intervento sul cuneo.
Tornando ai preventivi, ogni italiano (neonati compresi) farà i conti quest'anno con 856 euro di tasse regionali. Ma per avere una misura statistica più reale del peso fiscale dalle Regioni è opportuno attribuire le risorse ai 29 milioni di contribuenti capienti ai fini dell'addizionale Irpef: in questo modo il conto corre fino a 1.729 euro a testa.
Protagoniste assolute del finanziamento regionale, in realtà, si confermano le imprese, che con l'Irap verseranno nelle casse delle Regioni 35,2 miliardi di euro. Ma una spinta vivace viene anche dai singoli contribuenti, che in termini di addizionale Irpef porteranno una dote di poco superiore ai 7 miliardi di euro, staccando del 5,4% il prelievo subìto nel 2006. Ancora più in crescita, poi, le varie imposte che le singole Regioni applicano ai casi più diversi (dalla tassa sul combustibile per riscaldamento a quella per il deposito in discarica dei rifiuti, per citare due esempi), e che finiscono nel capitolo degli «altri tributi propri»: in valore assoluto raccoglieranno quest'anno 6,4 miliardi, staccando del 7,9% il risultato dello scorso anno.
Le tasse regionali abitano soprattutto nel Nord-Ovest, con piemontesi e lombardi chiamati a pagare quasi 1.200 euro a testa. I 1.545 euro risultanti in Valle D'Aosta, invece, per una quota consistente vengono dalle tasche dei turisti che affollano il Casinò di Saint Vincent. Senza i 65 milioni della tassa di concessione il conto procapite scende infatti fino a quota 1.042 euro.
Le cifre emergono da un'analisi del centro Studi Sintesi realizzata sui dati dei bilanci di previsione rilevati da Unioncamere Veneto nell'ambito degli studi condotti per stimare i «costi del mancato federalismo». E i costi fiscali, come si vede, non sono da poco, soprattutto quando si calcola il fatto che le Regioni sono solo un albero nella foresta locale del prelievo. Che in prima fila vede anche i Comuni, la cui addizionale sul reddito chiederà agli italiani 732 milioni in più dell'anno scorso (+45,1%).
Se per i Comuni l'impennata si spiega con lo sblocco delle aliquote, che erano congelate dal 2002 e hanno colto l'occasione per "recuperare" il ritardo, nelle Regioni il rincaro ha due "padri": l'innalzamento automatico di Irap e Irpef al livello massimo nelle cinque Regioni (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania e Sicilia), «punite» per lo sforamento del deficit sanitario, e l'ampliamento delle basi imponibili dell'addizionale Irpef, conseguente all'abbandono delle deduzioni per carichi familiari stabilito dalla Finanziaria 2007.
Si spiega così la palma dei rincari che finisce all'Abruzzo (+21,1% di gettito in un anno), dove nel 2006 era stato previsto di mantenere l'aliquota base dell'Irap al 4,25% e l'addizionale Irpef allo 0,9. L'automatismo tributario ha spinto al massimo il prelievo, che quest'anno porterà all'Aquila un miliardo di euro invece degli 841 milioni messi in conto a inizio 2006. Diverso il caso della Liguria (che l'anno scorso aveva evitato per un soffio la punizione fiscale), dove il balzo dell'Irap rispetto alle previsioni 2006 è dovuta alla fiscalizzazione dei trasferimenti che coprono il Fondo sanitario regionale. Niente automatismi, invece, in Emilia Romagna, dove la Regione è intervenuta motu proprio aumentando l'Irpef (è stata introdotta un'aliquota variabile tra l'1,1 e l'1,4% a seconda del reddito) e ritoccando l'Irap, che si alza al 5,25% per le aziende del comparto finanziario, petrolifero e della comunicazione.
Ben fatto!
La redistrubuzione della povertà continua.......
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