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Discussione: Figurine Panini

  1. #1
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    Predefinito Figurine Panini

    Nun ce sta gnente da fa': quanno che parla Alessandro83 me se apre la capoccia e fruganno, fruganno, je tiro fori ...le peggio cose!

    Appena citate le figurine, il mio pensiero è tornato ai tempi della fanciullezza, quando ci giocavamo le figurine a "soffietto". Si stabilivano le figurine in palio, pari o dispari (vincere era fondamentale) e poi - coprendo le figurine con le mani - si soffiava sotto il mazzetto: quelle che si rivoltavano erano tue!!!

    Ovviamente c'erano le figurine "rare". Nel '63/64 (credo) fu rarissima la figurina di un tal Bacher. Costui giocava stopper al Lecco (libero era un certo Romanelli, che poi avrei incontrato come cliente a Monaco, dove lo frequentai fino alla sua dipartita: guarda tu i casi della vita!). Ora, quelle "rare" erano figurine che non mettevamo in palio volentieri: ma un po' gli sfotto', un po' quella spocchia machista che lasciava intuire i nostri futuri ardori adolescenziali, ci portava a rischiare. Persi Bacher giocandomi solo lui, contro 20 altre figurine...

    Poi però mi feci furbo. Fu il caso di Galli Ernesto - secondo portiere della SPAL. Galli era il secondo di Zoff, credo (o comunque di un grandissimo) e - a mio parere gli era superiore: capace in uscita, ma soprattutto fra i pali, si lanciava in prese aeree con voli plastici e forse anche con un po' di scena. Ma - rispetto agli altri che finirono in Nazionale Galli era àfono. Al punto di non poter essere intervistato in radio. Insomma più che àfono sembrava muto!
    Insomma quell'anno la sua figurina era introvabile. Me la giocai (35 a 1!!!!) contro un tal Paglialunga. Vinsi a pari e dispari...
    Ora quando hai un mazzetto di 36 figurine (onte e bisonte...) i casi sono 2: o con un soffio ribalti tutti il pacchetto (e allora sei EOLO in persona) oppure sei furbo e riscei a soffiare nel mezzo del mazzetto, così se ne ribaltano almeno una dozzina. Bene io non ero EOLO...
    Però ebbi la furbizia di mischiare le figurine fino ad avere Galli in cima al mazzo rovesciato. Si ribaltarono solo 5 figurine e fra loro, inevitabilmente...GALLI!!!
    Il portierone era in posa come se "j'avessero fregato li cocommeri": con le braccia sui fianchi. Guardava la macchina fotografica di tre quarti: il suo lato migliore? Sullo sfondo un cielo sereno celeste pallido: manco fosse un santino...
    Paglialunga ci rimase malissimo e per giunta lo sfottemmo in diversi. Ovviamente promise di farmi "un coso così" ed io lo irrisi. Stupidamente. La settimana dopo mi disse di aver visto in TV il mitico Cassius Clay: mi saltellava intorno e mi colpiva sfuggente: uno, due, tre cazzotti, mentre io ormai piangente, gli ricordavo che eravamo amici...E per fortuno che "m'ero fatto furbo"...

    informauro

    PS non voglio e non posso dilungarmi, ma - se proprio lo volete - potrei raccontarvi di un paio d'altre figurine mitiche.

  2. #2
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    Predefinito

    qualche anno fa invece a me è capitato un'altra storia simile, con le figurine delle cingomme.

    ce n'erano due che erano rarissime, dei certi Volpi(bari se non erro) e Poggi(udinese sempre che non mi sbagli). dei miei compaesanio avevano già finito l'"album" che dava così la possibilità di avere una maglia della "propia squadra"(se non sbaglio c'erano solo le tre sorelle, milan inter e giuve), vendevano le figurine per poter completare l'album, le rare costavano 200 lire, le rarissime 500(le cingomme 100 lire). e io cecavo tutti i modi possibili per trovare le figurine, ci avrò speso minimo 50mila lire. alla fine, ne ho trovata solo 1 , Volpi, e così ho avuto un pallone quale premio di "consolazione"

  3. #3
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    Predefinito

    Poggi: non solo ha militato nell'Udinese, ma (temo) anche nella Roma.
    Raro, rarissimo in tutti i sensi: anche vederlo segnare....

  4. #4
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    Predefinito Quella di Capello

    Fabio Capello era una di quelle figurine non rarissime, ma comunque rare.
    Ebbi la fortuna di trovarlo in una bustina, estorta a mia madre la domenica, all'uscita dalla chiesa. Accettò di comprarmi alcune bustine Panini, visto che ero stato bravo nell'Alta Funzione di...chierichetto!

    Capello militava ancora nella SPAL. Si presentava impettito, con le braccia dietro la schiena e lo sguardo serio. Già allora aveva quel volto che somigliava stranamente a Braccio Di Ferro. Insomma aveva la faccia da duro.

    Il giorno dopo a scuola arrivai impettito come la figurina che conservavo gelosamente nel sussidiario. Frequentavo la cosiddetta "scuola all'aperto" (allora succursale della Badini), in via di Porta San Sebastiano, che affacciava tra la Colombo e Piazza Numa Pompilio. All'intervallo, nel giardino portai il sussidiario, per lo stupore della maestra Pia Tubili, che non mi teneva in gran considerazione (avevo fisso 7 in condotta...).
    In realtà raccolsi un gruppetto di "eletti" attorno a me e con la lentezza che si addice ad un thriller tirai fuori Capello.
    Con sorpresa scoprii quali effetti può generare la gelosia: chi disse che la figurina non era rara ("Eh capirai...ce n'ho tre!), chi si limitò ad osservare "ammazzelo quant'è brutto"; infine chi si sbilanciò su un giudizio quanto mai temerario "Ah si...è proprio 'na sega".
    Ovviamente ci rimasi male e - fesso com'ero - mi convinsi di giocarmi Capello, a soffietto con la vera figurina rarissima di quell'anno.
    Capello + altre 9, contro la superrara.
    Una sfida della Madonna: perdo a pari e dispari, ma qul cojone di Mario (un biondino snobbino, solo perchè era il nipote di un notissimo attore, di cui era omonimo) soffia come 'na ranocchia e gli si girano solo un paio. Soffio io - alla grande, mi riprendo Capello e altre 7. Ma non la figurina rarissima....
    Arisoffia lui e stavolta si riprende le 2 rimaste. Pari e patta, dunque "ce rifamo": ariperdo a pari e dispari. Arisoffia Mario. Ma stavorta je dice bbene: se pija tutto er cucuzzaro!

    Hai capito, si? Persi pure Capello... La figurina rarissima? Un momento, aò! Quella è un'altra storia.

    informauro

  5. #5
    Viribus Unitis
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    Wow, ho titillato la memoria di Informauro con un semplice accenno alle figurine... Ottimo, ottimo, vediamo di creare un'altra bella discussione basata sui ricordi, nel caso specifico sui ricordi legati alla fanciullezza.

  6. #6
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    Io ricordo che, da ragazzino, facevo i cambi e gli scambi con i miei amichetti dell'oratorio che frequentavo all'epoca. Oddio, non frequentavo proprio l'oratorio, diciamo che la mia "comitiva" si concentrava nei dintorni della Chiesa del mio quartiere.

    Andavamo all'edicola a comprare quelle belle bustine piene di una decina, se non ricordo male, di autoadesivi con speranza, quasi ansiosi di vedere chi avremmo pescato, pensando cose del tipo "speriamo che me capita la figurina del giocatore X, così posso scambiarla con Antonio per avere il giocatore Y"...

    ...e subito si tornava a casa, ad attaccarle sull'album.

    I primi tempi, da inesperto quale ero, attaccavo le figurine all'album senza togliere la carta posta sull'autoadesivo, bensì passando sopra la stessa uno strato di colla Pritt e poi collocandola nel posto che le spettava. Poi scoprii che si doveva sollevare la summenzionata carta, ed ecco che il tutto divenne molto più semplice.

    L'operazione era eseguita con entusiasmo e curiosità di vedere che faccia aveva, sulla figurina, il calciatore che la domenica prima aveva segnato una bella doppietta, ma anche di conoscere il calciatore della serie B che, magari, sarebbe destinato a rimanere solo un nome sull'album.

    Le figurine della serie B, poi, erano fantastiche, da un punto di vista puramente "collezionistico" visto che, unendo due giocatori nella stessa figurina, ti consentivano di finire prima le squadre e, come logica conseguenza, di poter fare il "gaggio" con gli amichetti dicendo "hai visto? L'ho finita prima di te..."

    I doppioni, poi, venivano scrupolosamente messi da parte e legati con un elastico a tutti gli altri doppioni che avevano trovato fissa dimora nel cappotto che si indossava tutte le mattine per andare a scuola, ed era una sorta di "tesoretto" che veniva custodito gelosamente e che costituiva la base di partenza del "calciomercato" delle figurine, di cui parlerò più avanti...

    Grazie ad Informauro per aver aperto questo thread. Nel limite del possibile cercherò di riempirlo con i miei ricordi di quand'ero bambino.

  7. #7
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    Predefinito

    Ai miei tempi si usava la COCCOINA, colla micidiale dal buon odore. E - sembra - anche dal buon sapore, visto che alcuni di noi, fra cui il famigerato Paglialunga, la usarono come prima droga, sleccacciandola dai barattoli (regolarmente altrui).


    informauro

    PS BANDO ALLE CIANCE: E' GIUNTA L'ORA DI NARRARVI DI GHIGI E DELLA MITICA FIGURINA DI.....be' lo scoprirete fra poco.

  8. #8
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    Predefinito Mitica Ed Irreperibile!!!

    Quando finalmente la vidi mi dissi: "questo è basso!" (io, che ero alto un cazzo e un fojio de carta velina...). La foto doveva essere stata scattata da un fotografo particolarmente alto. Intendiamoci, visto che era irreperibile, l'avevo vista addirittura alla "TV dei ragazzi". La Panini voleva annunciare così l'inutilità delle migliaia di letterine ricevute con la preghiera di inviare quella - solo quella - figurina, per finire l'album. Quella figurina svuotò i portafogli di centinaia di nonni e genitori. L'irreperibilità era dunque di dominio pubblico e quella sua rarità - certamente voluta - ammantò la Panini di una nuvola di mistero, un'aureola mistica per noi che la immaginavamo lontana quanto spietatamente irragiungibile.

    La fortuna della Panini (che secondo me ogni anno ne sceglieva di rare e rarissime, un po' a caso) dipese dalle gesta dell'uomo raffigurato sulla figurina rarissima di quell'anno. E il fato volle che proprio quell'anno e tutti i lunedì, puntualmente si parlasse di questo mitico giocatore, per giunta bello e simpatico, destinatario dei sogni calcistici dei peggiori bimbi calciatori.

    Ma qui il punto è come arrivai in possesso della figurina in questione!
    Dunque, un certo Ghigi era più grande di noi, ma solo di età...
    Faceva il cascherino del panettiere, aveva una testa a pera e due denti da castoro che già lo rendevano ridicolo. Poi quando giocava a pallone (ritenendosi un misto fra Charles e Sivori - juventino com'era) aveva il vezzo - ridicolo anch'esso - di portare legato all'indice della mano destra, un fazzoletto (normalmente già incrostrato di mocciolo...): "pe' asciugamme er sudore". Chiaro, no?
    Giocavamo lungo il Tevere, sotto Castel Sant'Angelo, proprio dove oggi ci sono le piscine, la spiaggia e la discoteca. Al massimo il pallone finiva nel canneto e ripescarlo era un (grave) problema dell'incauto calciatore di turno (anche perchè "tre canneti, è rigore!").
    Nel canneto peraltro lasciavamo le nostre povere cose: 'na majetta, 'n quaderno, 'a penna cor sussidiario, er majone o er cappello. Mai le scarpe: mica c'avevamo li scarpini! Solo Ghigi c'aveva la bicicletta da cascherino (quelle con la ruota anteriore piccola e un cestone, dove portava una gran borsa)
    Ora Ghigi - visto che era più grande (e soprattutto visto che portava il pallone!) - si arrogava il diritto di fare da arbitro, ragion per cui giocar con lui era di un certo vantaggio... Ma Ghigi era anche un po' sbruffoncello, con quelle sue spalle da postino ed il suo incedere che sembrava cascasse da un momento all'altro, per cui una volta ci disse con sufficienza che di quella figurina lui ce ne aveva addirittura due "eccome no? Una pe' me e una pe' mi' fratello".
    Il progetto criminale mi si incuneò nella testa, lo elaborai, lo verificai, lo corressi ed infine, inevitabilmente lo attuai. Spietatamente.

    Quel pomeriggio prima di Pasqua ottenni di giocare in squadra con lui. E ne feci di tutti i colori. Io - normalmente correttissimo e silenzioso - ero nervoso, distribuivo calci a tutti, fermavo il pallone con le mani, alzavo la voce provocando gli avversari. Ma litigavo anche con i compagni! In una pausa Ghigi mi prese da parte: "hai rotto, alla prossima te sbatto fora!". E io gliela feci subito "la prossima": mentre scendeva falciai proprio LUI, GHIGGETTO, il fratellino!
    "Ma c'ho fatto, nun t'ho fatto gnente", mentre col ginocchio sanguinante si girava a terra, intervenne il fratellone "Gnente un cazzo! FORI, FORI SUBBITO - e co' nnoi nun ce giochi più, hai capito, si?".
    Spudoratamente mi avviai verso il canneto, triste e deluso in volto, quanto perfidamente contento nel cuore. Appena nascosto, fu un blitz: aprii la sua borsa col cuore in gola, rovistai in un attimo e per un attimo pensai di non trovarla. Poi la vidi con un tuffo al cuore E LA FECI MIA!

    Ebbi la sfacciataggine di andarmene lentamente, rispondendo male anche alle maledizioni di Ghigetto. Ma non fui così scemo da attuare il finale: sbandierare il bottino, una volta in cima al ponte.
    Così - per la prima ed unica volta - finii il mio album Panini. Negli anni a seguire avrei solo giocato con le figurine, senza mai interessarmi all'album.

    informauro

    PS Chi era costui? Chiedete ai Vostri genitori ultracinquantenni, chiedetegli della figurina che più delle altre ha tormentato i loro sonni e fatto tormentare i Vostri poveri nonnini: vi diranno subito quella, unica ed insostituibile!

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da informauro Visualizza Messaggio
    Quando finalmente la vidi mi dissi: "questo è basso!" (io, che ero alto un cazzo e un fojio de carta velina...). La foto doveva essere stata scattata da un fotografo particolarmente alto. Intendiamoci, visto che era irreperibile, l'avevo vista addirittura alla "TV dei ragazzi". La Panini voleva annunciare così l'inutilità delle migliaia di letterine ricevute con la preghiera di inviare quella - solo quella - figurina, per finire l'album. Quella figurina svuotò i portafogli di centinaia di nonni e genitori. L'irreperibilità era dunque di dominio pubblico e quella sua rarità - certamente voluta - ammantò la Panini di una nuvola di mistero, un'aureola mistica per noi che la immaginavamo lontana quanto spietatamente irragiungibile.

    La fortuna della Panini (che secondo me ogni anno ne sceglieva di rare e rarissime, un po' a caso) dipese dalle gesta dell'uomo raffigurato sulla figurina rarissima di quell'anno. E il fato volle che proprio quell'anno e tutti i lunedì, puntualmente si parlasse di questo mitico giocatore, per giunta bello e simpatico, destinatario dei sogni calcistici dei peggiori bimbi calciatori.

    Ma qui il punto è come arrivai in possesso della figurina in questione!
    Dunque, un certo Ghigi era più grande di noi, ma solo di età...
    Faceva il cascherino del panettiere, aveva una testa a pera e due denti da castoro che già lo rendevano ridicolo. Poi quando giocava a pallone (ritenendosi un misto fra Charles e Sivori - juventino com'era) aveva il vezzo - ridicolo anch'esso - di portare legato all'indice della mano destra, un fazzoletto (normalmente già incrostrato di mocciolo...): "pe' asciugamme er sudore". Chiaro, no?
    Giocavamo lungo il Tevere, sotto Castel Sant'Angelo, proprio dove oggi ci sono le piscine, la spiaggia e la discoteca. Al massimo il pallone finiva nel canneto e ripescarlo era un (grave) problema dell'incauto calciatore di turno (anche perchè "tre canneti, è rigore!").
    Nel canneto peraltro lasciavamo le nostre povere cose: 'na majetta, 'n quaderno, 'a penna cor sussidiario, er majone o er cappello. Mai le scarpe: mica c'avevamo li scarpini! Solo Ghigi c'aveva la bicicletta da cascherino (quelle con la ruota anteriore piccola e un cestone, dove portava una gran borsa)
    Ora Ghigi - visto che era più grande (e soprattutto visto che portava il pallone!) - si arrogava il diritto di fare da arbitro, ragion per cui giocar con lui era di un certo vantaggio... Ma Ghigi era anche un po' sbruffoncello, con quelle sue spalle da postino ed il suo incedere che sembrava cascasse da un momento all'altro, per cui una volta ci disse con sufficienza che di quella figurina lui ce ne aveva addirittura due "eccome no? Una pe' me e una pe' mi' fratello".
    Il progetto criminale mi si incuneò nella testa, lo elaborai, lo verificai, lo corressi ed infine, inevitabilmente lo attuai. Spietatamente.

    Quel pomeriggio prima di Pasqua ottenni di giocare in squadra con lui. E ne feci di tutti i colori. Io - normalmente correttissimo e silenzioso - ero nervoso, distribuivo calci a tutti, fermavo il pallone con le mani, alzavo la voce provocando gli avversari. Ma litigavo anche con i compagni! In una pausa Ghigi mi prese da parte: "hai rotto, alla prossima te sbatto fora!". E io gliela feci subito "la prossima": mentre scendeva falciai proprio LUI, GHIGGETTO, il fratellino!
    "Ma c'ho fatto, nun t'ho fatto gnente", mentre col ginocchio sanguinante si girava a terra, intervenne il fratellone "Gnente un cazzo! FORI, FORI SUBBITO - e co' nnoi nun ce giochi più, hai capito, si?".
    Spudoratamente mi avviai verso il canneto, triste e deluso in volto, quanto perfidamente contento nel cuore. Appena nascosto, fu un blitz: aprii la sua borsa col cuore in gola, rovistai in un attimo e per un attimo pensai di non trovarla. Poi la vidi con un tuffo al cuore E LA FECI MIA!

    Ebbi la sfacciataggine di andarmene lentamente, rispondendo male anche alle maledizioni di Ghigetto. Ma non fui così scemo da attuare il finale: sbandierare il bottino, una volta in cima al ponte.
    Così - per la prima ed unica volta - finii il mio album Panini. Negli anni a seguire avrei solo giocato con le figurine, senza mai interessarmi all'album.

    informauro

    PS Chi era costui? Chiedete ai Vostri genitori ultracinquantenni, chiedetegli della figurina che più delle altre ha tormentato i loro sonni e fatto tormentare i Vostri poveri nonnini: vi diranno subito quella, unica ed insostituibile!
    Grande.

    Ricordi di una Roma persa per sempre... Daje, daje, deliziaci ancora.

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da Alessandro.83 Visualizza Messaggio
    Grande.

    Ricordi di una Roma persa per sempre... Daje, daje, deliziaci ancora.
    Due cose:
    1) se intendi la città, be' guarda che quel luogo è molto meglio oggi: discoteca piscine, bar e gazebi-negozi. Allora il fiume puzzava e - troppo spesso - ad osservarci c'erano uomini un po' troppo grandi d'età e un po' troppo interessati a noi. E non certo per le qualità calcistiche...

    2) "deliziaci ancora", non basta: prima chiedi a tuo padre. Voglio proprio sapere se si ricorda di chi parlo.

    informauro

 

 
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