Originariamente Scritto da
Niccolò
http://www.lastampa.it/redazione/cms...2529girata.asp
La popolare Lodi processa Fiorani
Ma un terzo dei soci vota contro l'azione di responsabilità. In sala moglie e figlio
LODI
La catarsi è compiuta, la banca, come sospira l’amministratore delegato Guido Gronchi, «può voltare pagina». La Banca Popolare Italiana celebra la sua ultima assemblea - prima di confluire, assieme al Bpvn, nel Banco Popolare - delibera l’azione di responsabilità nei confronti di Gianpiero Fiorani e di altri ex amministratori, prova insomma a chiudere i conti con il passato.
Ma per l’ultima volta della Bpi a Lodi, i fan di Fiorani escono dalle catacombe. A sua difesa si mobilitano anzitutto la moglie Gloria Sangalli e il figlio diciottenne Matteo, schierati nelle prime file di fronte al palco su cui siedono il presidente Dino Piero Giarda, Gronchi e il prossimo numero uno della prossima Bpl Spa, Massimo Minolfi. Accanto a loro un nutrito gruppo di amici e di vecchi conoscenti che rivestono i panni di fan di Fiorani, stringono le mani ai suoi familiari, manifestano solidarietà.
Ecco perché alla fine l’azione contro l’ex ad, l’ex presidente Giovanni Benevento, altri tre consiglieri e due sindaci passa, certo. Ma senza numeri da plebiscito. Su mille e diciannove soci che sono lì, ammassati sotto il caldo della bassa che picchia a mille su Cascina Codazza, estrema periferia lodigiana, 657 votano a favore dell’impeachment dell’ex amministratore delegato, in 20 si astengono, ma in 283 votano contro. Il 27,7% dell’assemblea, un terzo insomma, non l’ha dimenticato.
Al gruppo dei fedelissimi che ritrova il coraggio di esserci, di parlare, la mezzoretta di “requisitoria” del presidente Giarda passa inosservata. Il presidente ricorda le «iniziative e prese di posizione allarmanti» di Fiorani, inclusi gli «atti di trasferimento della proprietà di propri beni in favore di familiari», di Matteo in particolare, che ascolta tranquillo in jeans e camicia bianca accanto alla mamma. Si rifarà più tardi quando potrà ascoltare e applaudire chi ricorda, certo, le «birichinate» del banchiere di Codogno, «ma anche la crescita che ha impresso alla banca». Chi cita la Bibbia («non c’è nessun giusto, neanche uno, nemmeno noi»), come il mitico Pietro Bianchini, quello che da dietro il bancone del bar Torrione raccoglieva firme pro Fiorani e che oggi attacca «le tentazioni moraliste e giustizialiste» verso chi ha portato la banca a valere «da 300 miliardi delle vecchie lire a 7 miliardi di euro».
I toni si alzano quando un consigliere provinciale di Forza Italia, Stefano Buzzi, si schiera al fianco di Gianpiero e attacca Giarda. «Lei che dice di aver dovuto curare una banca affetta da polmonite dov’era in questi anni, all’estero? No, era a Bpl Investimenti, dove ha deliberato un prestito da 1,2 miliardi finalizzato alla buona riuscita della scalata Antonveneta». Stessa domanda da
Gianmario Invernizzi, consigliere di Forza Nuova a Sant’Angelo Lodigiano, che si sbilancia: «Dovremmo proporre Fiorani per una medaglia, altro che...». Giarda non perde l’aplomb. Pacato, si limita a dire che «ai tempi si diceva che l’operazione Antonveneta era una bella operazione e per il 75% era finanziariamente corretta. Ne restava 1/4 che è stato coperto attraverso la cessione di alcune controllate, cessioni le cui clausole sono state nascoste al consiglio». Su questo il castello è crollato. Per il resto, «sarà la storia» a esprimere il giudizio.
E voi vorreste "rinnovare la nazione?"
RIDICOLI