I razzi intelligenti degli Israeliani. Ultima tragedia per una bambina.

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Mariya, paralizzata da un razzo israeliano
Ora rischia di perdere le cure mediche

Il dipartimento della Difesa: "Non siamo responsabili, colpita durante un atto di guerra"
I dottori e il padre della bambina: "A Ramallah non ci sono strutture in grado di seguirla"


La piccola Mariya durante la terapia in acqua all'ospedale Alyn a Gerusalemme

GERUSALEMME - Un razzo israeliano le ha sterminato la famiglia e l'ha lasciata paralizzata dal collo in giù. Ora Mariya Aman, che ha sei anni, rischia anche di perdere le cure mediche che le permettono di sopravvivere: il governo israeliano vuole sospenderle la terapia presso la struttura a Gerusalemme che la sta seguendo attualmente, per trasferirla in un ospedale in Cisgiordania. Teme infatti che il trattamento riservato alla piccola vittima palestinese possa diventare uno scomodo precedente, applicabile anche ad altri palestinesi rimasti feriti durante operazioni militari.

La storia di Mariya raccontata dall'International Herald Tribune, è tristemente esemplare: stava viaggiando con la famiglia diretta a Gaza City per andare a trovare una zia, quando un razzo lanciato da un aereo israeliano è finito vicinissimo alla loro auto, uccidendo sul colpo la madre, il fratello, la nonna e lo zio. Lei è rimasta colpita da una scheggia sul retro del capo e sbalzata fuori dalla macchina, con gravissime lesioni.

Per tutto lo scorso anno, il dipartimento della Difesa israeliano ha pagato per le cure mediche di Mariya, affidata a terapisti israeliani presso il centro di riabilitazione pediatrica Alyn a Gerusalemme. Qui ha imparato a muovere gli unici muscoli che riesce a controllare della testa e del collo: può manovrare con il mento la sedia a rotelle elettrica e digitare su un computer. Progressi che le permetterebbero di poter essere curata a casa, secondo i medici. Il ministero della Difesa ha colto la palla al balzo, proponendo di continuare a pagare per la sua assistenza medica trasferendola però in Cisgiordania, presso strutture palestinesi. Che però non sono adeguate a fornire un'assistenza specialistica come quella di cui lei ha bisogno.


Immediate le proteste dei suoi medici curanti e del padre, Hamdee Aman, che la assiste quotidianamente. La accompagna in piscina per la fisioterapia che la bimba fa ogni giorno e guarda dal bordo mentre la terapista entra in acqua con lei, controllando continuamente che il liquido non entri nel foro che ha all'altezza dell'esofago, cui sono attaccati i tubi del respiratore artificiale che Mariya deve indossare sempre.

All'inizio, lo stato israeliano non voleva neppure permettere al padre della bambina di entrare nel Paese, ma dopo una campagna di stampa e la mobilitazione di diverse associazioni, ora Hamdee ha una stanza pagata per sé e l'unico altro figlio che gli è rimasto, Mohaman, di quattro anni, nello stesso ospedale dove è curata Mariya.

Per il ministero della Difesa, però, l'assistenza a Mariya non si può considerare un obbligo, visto che la bambina è rimasta ferita durante "un atto di guerra", delle cui conseguenze Israele non è responsabile. Assicura anche che i medici palestinesi verranno formati appositamente per curare la bambina in modo adeguato, riconoscendo però così implicitamente - secondo l'avvocato della famiglia Aman - che la struttura non è in grado di fornire le cure necessarie.

La sorte di Mariya è ora appesa ad un filo, ma per l'avvocato che la segue, l'israeliana Adi Lustigman, la soluzione non è che una: "Israele deve assumersi la responsabilità delle persone innocenti che vengono ferite durante gli attacchi contro i miliziani. Ora devono darle la cittadinanza israeliana".

http://www.repubblica.it/2007/07/sez...a-israele.html

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Mi fate schifo!

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[MaRcO88]

povera bambina...