Ramiro Ledesma Ramos fu il fondatore della JONS ed era un sindacalista rivoluzionario che per alcuni anni guidò la "Falange" con l'aristocratico Primo de Rivera, infatti fra loro non furono pochi i dissensi.
Ramiro Ledesma incarna decisamente l'ala più socialisteggiante del falangismo, ossia del fascismo spagnolo che poi sarà definitivamente emarginato durante l'Alzamiento e la successiva dittatura franchista.
Ora passo ai link: http://zentropaitalia.splinder.com/archive/2006-10
Ramiro Ledesma Ramos nacque a Alfarz de Sayago (Zamora, in Spagna) il 23 maggio 1905, figlio di un maestro di scuola. A sette anni, traslocò a Madrid dove lavorò come impiegato delle Poste. Autodidatta, cominciò ad interessarsi ai filosofi tedeschi di cui imparò la lingua leggendo i loro testi. La sua abilità nella lingua di Goethe raggiunse vette che gli permisero di tradurre in spagnolo diversi trattati di filosofia in seguito pubblicati a Madrid.
Ancora adolescente, aveva manifestato delle preoccupazioni letterarie. Tra il 1923 ed il 1925 scrisse diversi testi minori e mai editi, come “Il Vuoto”, “Il giovane suicida” e “La sconfitta di Eva”. Il suo primo libro vide la luce nel 1924, pubblicato dalle Edizioni Reus di Madrid, grazie ad un contributo finanziario di suo zio: un’autobiografia dal titolo “Le Sceau della morte”, un’opera dai chiari riferimenti esistenzialisti e irrazionali. Poco dopo, lo stesso anno, scrisse “Il Quichotte dei giorni nostri”, questa volta un omaggio a Unamuno, in cui il suo stile e la sua visione erano già radicalmente cambiati. Il testo resterà inedito.
Nel 1926 si iscrisse all’università di Madrid, alla Facoltà di Lettere e Filosofia, di cui terminò il corso nel 1930. Furono questi anni di studio e lettura instensi, durante i quali tradusse ed introdusse in Spagna autori del calibro di Einstein, Heidegger, Scheler e scuole di pensiero quale, ad esempio, la fenomenologia.
Durante gli studi si immerse nel mondo della filosofia, scoprendo i movimenti delle avanguardie, nella letteratura come nell’arte.
Partecipò a tale nuovo movimento con il desiderio di distruggere il “vecchio mondo” dell’arte al fine di promuovere le avanguardie nel suo paese.
L’anno 1931 fu decisivo per la sua vita. A venticinque anni, quella che era una promettente traiettoria filosofica mutò in attivismo e militanza politica: si proclamò “fascista”.
Fondò il settimanale “La Conquista dello Stato” (nel 1931) e successivamente i JONS (Giunte d’attacco nazional -sindacalista). Nel 1934, queste ultime si fusero con la “Falange” di José Antonio Primo de Rivera.
Dopo aver lasciato la “Falange”, pubblicò “La Patria libera”, poi rimpiazzata nell’estate 1936 da “La Nostra rivoluzione”, di cui uscì un solo numero, all’inizio di luglio.
Durante l’estate 1936, Ramiro Lesdesma Ramos venne imprigionato nella Madrid repubblicana e il 29 ottobre venne giustiziato dalle milizie del fronte Popolare ed il suo corpo gettato in una fossa comune ad Araveca, alla periferia della capitale.
In spagnolo: http://es.wikipedia.org/wiki/Ramiro_Ledesma_Ramos
http://www.ramiroledesma.com/
Trovi qualcosa anche qui: http://www.liceovoltacomo.it/ipertes...ia/falang.html
Qualche considerazione la trovi su questo 3d con un camerata spagnolo: http://www.politicaonline.net/forum/...d.php?t=330988
con la testa nel 2007 è facile dire di essere contrari alla dittatura, ma in periodi di guerre civili e di violenze diffuse la dittatura poteva rappresentare il male minore o la fine di un periodo di anarchia e violenze, chi blatera di condanne a dittature del passato non conosce la storia e il contesto storico in cui esse avvennero
Pur dando per buono quello che tu dici, un regime dittatoriale, per un dovere morale, dovrebbe riconsegnare al Paese la legittimità democratica, una volta raggiunta la stabilità che sostieni sappia portare in momenti di crisi. A parte qualche caso sporadico nella Roma repubblicana , ti sfido a darmi un esempio del verificarsi di una tale situazione.
Così come tutte le dittature comuniste dell'Est Europeo. Il punto è: i dittatori in questione il potere l'hanno riconsegnato spontaneamente dopo anni di governo indolore per il bene del Paese?? O hanno mollato quando il tributo di vite umane e di sangue è diventato intollerabile??
E quanto solide si possono considerare queste democrazie?
Sei consapevole del fatto che in Turchia negli ultimi quarant'anni ci sono stati tre colpi di stato (considerato che Kemal Ataturk è morto nel 1938)?
Di disquisire sulla stabilità politica ad Haiti non mi sembra il caso, scadremmo nel ridicolo, la cronaca recente parla da sè, mentre in Thailandia vige tuttora una dittatura militare, che a me risulti.
Il Cile merita un discorso a parte, Pinochet indisse le elezioni perchè ormai pressato dall'opinione pubblica internazionale, nonchè scaricato dagli USA stessi.
Venom - Lista Repubblicana