L'INGANNO DI ALBERT HOFMANN SUI MISTERI ELEUSINI
"Per migliaia di anni le piante allucinogene hanno conservato un ruolo di primissimo piano nella vita sociale e spirituale dell'uomo, e le profonde modificazioni percettive e interiori da esse prodotte sono state, con ogni probabilità, il denominatore comune di tutte le religioni antiche".
Con queste sconcertanti parole Gilberto Camilla, Vicepresidente della Società Italiana per lo Studio degli Stati di coscienza, inizia la sua prefazione all'edizione italiana del saggio "Alla scoperta dei Misteri Eleusini" di R. Gordon Wasson, Albert Hofmann e Carl Ruck, un saggio che, notoriamente, è teso a "dimostrare" come dietro al patrimonio sapientale e all'esperienza ecclesiale e iniziatica dell'Eleusinità nient'altro vi sarebbe che l'assunzione di sostanze allucinogene.
Di fronte a simili assurde e, come dimostreremo, del tutto infondate illazioni, la Scuola Italiana degli Eleusini-Madre non poteva certo restare indifferente e fare a meno di presentare una propria risposta che ci auguriamo possa porre fine una volta per tutte a una vergognosa sequela di speculazioni e di disinformazione che il testo sopra citato ha notevolmente contribuito a generare.
Chi scrive ha l'autorità per poterlo fare. Oltre a rappresentare un organismo laico quale la Scuola Eleusina-Madre, noi rappresentiamo per diritto storico e per esperienza familiare e personale l'Istituzione Ecclesiale Eleusina. Per questa ragione la nostra esposizione terrà conto di due diversi punti di vista: il punto di vista "laico", di studiosi di un'esperienza storica e spirituale che dal 1.216 a.C. continua fino ai giorni nostri, e un punto di vista più strettamente dottrinale e teologico, non per questo disgiunto da una corretta analisi storica e scientifica.
Gli Eleusini sono sempre stati a favore della piena libertà di espressione dell'individuo e, per la difesa di tale principio si sono storicamente battuti fino a sacrificare, con migliaia di martiri, le proprie vite in epoche in cui le libertà religiosa, di pensiero e di espressione venivano drammaticamente messe in discussione. E proprio affinché tale principio di libertà possa godere di piena attuazione anche oggi, in questa fase di grandi incognite e trasformazioni millenaristiche, gli Eleusini-Madre hanno preso la decisione di ripresentarsi ufficialmente nella società, rendendo pubblica buona parte della loro esperienza e della loro Conoscenza.
Di quello che è stato e che è il patrimonio sapientale dell'Eleusinità nel suo complesso, ci risulta sia conosciuto dagli storici neanche un dieci per cento. E questo dieci per cento risulta drammaticamente inquinato da secoli di arbitrarie interpretazioni di autori antichi e moderni, nonché da influenze dottrinali di altri culti (come, ad esempio, quello dionisiaco), che con l'Eleusinità niente hanno mai avuto a che spartire. Le ragioni di una tale esiguità di informazioni potrebbero essere comodamente imputate alla pratica del voto del silenzio a cui era tenuto chi si iniziava ai Misteri e alla necessità, da parte degli Eleusini, di occultare se stessi e la propria Conoscenza per difendersi in un momento in cui le persecuzioni cristiane di tutti i culti definiti "pagani" stavano raggiungendo l'apice. Ma questa sarebbe una spiegazione troppo semplicistica. In realtà, il voto del silenzio a cui erano tenuti gli iniziati era riferito a determinate fasi della cerimonia iniziatoria e a determinati contenuti del messaggio rivelatorio divino che in tale contesto veniva appreso. Tale voto, in sintesi, era esteso ad una minima parte dei precetti, delle nozioni e delle pratiche che il myste poteva apprendere con il primo grado dell'iniziazione. E non si trattava di un silenzio fine a se stesso, ma di una regola dettata dall'esigenza di preservare perle di sapere umano e divino che, in mani sbagliate, sarebbero state travisate o compromesse. Tutto il resto, potremmo dire un buon ottanta per cento dei precetti, delle regole e delle pratiche cerimoniali è sempre stato di dominio pubblico per ogni cittadino di età classica o dell'Impero Romano, qualunque fosse stato il suo credo religioso o il proprio indirizzo di pensiero. Semplicemente perché tutto questo era parte integrante del vivere quotidiano, della cultura e della moralità dell'epoca. Ci sono voluti duemila anni di cultura cristiana imperante perché venisse cancellato dall'ambito culturale e dalle coscienze popolari un simile patrimonio di valori e perché crescessero a dismisura la disinformazione, la travisazione storica e quell'alone di mistero e di sospetto nei confronti di quelle che, nei tempi antichi, non altro furono che ordinarie manifestazioni di quella che fu non solo una grande religione, ma soprattutto una grande scuola di pensiero, la più diffusa in tutto il bacino mediterraneo. Ed è proprio grazie a queste volute travisazioni e disinformazioni, che oggi si leggono in merito all'Eleusinità le cose più aberranti. E quello che più ci preoccupa è che certe affermazioni non provengono da semplici cittadini, bensì da docenti universitari, storici delle religioni, scrittori, scienziati ed altri "qualificati" esponenti dell'establishment accademico.
Il sonno della ragione, si sa, genera mostri. E cos'altro se non il sonno della ragione può aver partorito un'opera quale quella di Gordon-Wasson, Hofmann e Ruck?
Nella prima parte del testo è Gordon-Wasson, esperto di funghi psichedelici, e fondatore di quella disciplina che porta il nome di Etnomicologia, a prendere la parola. Partendo dai risultati di certe sue ricerche dai quali sarebbe emerso che nei siti mazatechi e zapotechi, nelle montagne a sud del Messico, gli sciamani impiegano nelle loro pratiche magico-religiose una bevanda allucinogena preparata con i semi di due diverse specie di convolvolo (la turbina corymbosa e l'ipomea violacea), e sottolineando, quasi vantandosene, di aver più volte ingerito queste sostanze subendone gli effetti, egli tenta a tutti i costi di trovare un paragone fra il delirio allucinatorio degli indios del Nuovo Mondo e il mondo classico, andando a chiamare in causa proprio i Misteri Eleusini. Perché?
A prescindere dal fatto che gli autori di questo saggio dimostrano una assai scarsa familiarità con la Storia e, in particolare, con la Storia delle religioni, essi partono dal presupposto "scientista" che qualsiasi manifestazione divina o comunque supernaturale debba per forza essere scaturita dall'uso di droghe. E, evidentemente, secondo questa loro ottica, quale religione dell'antichità meglio poteva prestarsi alle loro illazioni di quella eleusina, così circondata da quell'alone di mistero che attorno le si è sempre costruito? Come puntualizzano, andando avanti nel testo, gli altri due autori, durante l'iniziazione ai Sacri Misteri doveva accadere qualcosa di sensazionale, di eclatante, qualcosa che doveva sconvolgere a vita le menti e le coscienze degli iniziati. Non conoscendo ovviamente il contenuto della cerimonia di iniziazione e soprattutto i suoi passi più solenni, gli autori hanno ipotizzato che agli iniziandi venissero fatte assumere necessariamente dai sacerdoti delle sostanze stupefacenti. In quale momento, in quale fase della cerimonia, però? Non avendo trovato altri appigli, essi si sono concentrati sulla bevanda sacra che, effettivamente, in una fase delle cerimonia, veniva fatta bere agli aspiranti Mystai, il Kikeon. Tale bevanda, consistente in un infuso di acqua di sorgente, farina di orzo ed erbe aromatiche quali ad esempio la menta, veniva fatta bere dagli iniziandi a puro scopo rievocativo, in ricordo di quando la Dea Demetra, giunta ad Eleusi nel 1.216 a.C. sotto le sembianze di una vecchia, ospitata al palazzo del re Celeo, rifiutò il vino che le venne offerto, accettando altresì una coppa di Kikeon.
Essendo notoriamente il Kikeon l'unica bevanda che potevano assumere gli iniziandi (che non dovevano aver toccato cibo durante le fasi preparatorie dell'iniziazione), Hofmann, noto per essere stato lo scopritore del potente allucinogeno LSD), nel tentativo di avvalorare la sua ipotesi ritenne di aver identificato proprio con l'assunzione del Kikeon il momento in cui doveva essere somministrata la droga agli iniziandi. E, non essendovi traccia fra gli ingredienti del Kikeon, di funghi allucinogeni o di alcaloidi dell'acido lisergico, l'elemento "incriminato" doveva essere per forza un altro. Le attenzioni di Hofmann si sono così indirizzate sull'elemento base della bevanda: la farina d'orzo. Ma può, obiettivamente, l'orzo avere qualche proprietà psicotropa? Non occorre essere dei chimici o dei botanici per poter categoricamente rispondere di no ad un simile quesito. Allora Hofmann chiama in causa la "segale cornuta". Per "segale cornuta" si intendono le escrescenze parassitarie del fungo claviceps, che cresce nel grano e anche su erbe selvatiche come il paspalum. Le spighe colpite dal fungo formano degli sclerozi scuri, detti appunto "segale cornuta", aventi proprietà psicotrope.
Quindi, secondo i nostri tre autori, tutta la "farsa" allucinatoria di Eleusi di sarebbe retta sulla malafede dei sacerdoti, che avrebbero somministrato una bevanda tratta dalla segale cornuta agli iniziandi, al fine di dominare e devastare le loro menti con gli effetti della droga. E da Eleusi, tanto per fare nomi, sono passate le illustri menti di Cicerone, Callimaco da Cirene, Elio Aristide, Plutarco, Eschilo, nonché imperatori come Augusto, Marco Aurelio, Adriano, Traiano, Antonino Pio, Gallieno, Numeriano, Giuliano e grandi donne del passato quali Plauzia Ugulanilla e Galeria Valeria. "Abbiamo conosciuto i princìpi della vita, ed abbiamo ricevuto la dottrina del vivere non solo con letizia, ma anche con una speranza migliore nella morte" ebbe a dire Cicerone a seguito della sua iniziazione.
Non occorre essere dei geni per demolire come un castello di carte le affermazioni di Gordon-Wasson, Hofmann e Ruck. Basterà dire che la segale cornuta è un prodotto spontaneo, che cresce solo se una spiga è attaccata dal parassita. In una piantagione di cereali, statisticamente, potremmo trovare, se abbiamo fortuna, una spiga di segale cornuta su decine di migliaia. E decine di migliaia erano i fedeli che, da tutti gli angoli del Mediterraneo e del mondo allora conosciuto, si recavano ogni anno al Santuario di Eleusi per ricevere l'iniziazione ai Sacri Misteri. Ammesso e non concesso che vi fosse realmente stata l'intenzione (a che fine, poi?) di drogarli tutti, i sacerdoti di Eleusi avrebbero dovuto avere enormi quantità di segale cornuta per preparare migliaia di "dosi" di Kikeon! Peccato che l'ingrediente primario del ciceon fosse in realtà proprio l'orzo, e che tale bevanda, che veniva in antico assunta dagli iniziati a esclusivo scopo rievocativo, sia ancora oggi molto diffusa in un'area geografica che va dalla Grecia alla Bulgaria, fino alla Turchia Europea. Bevanda che i Bulgari e i Macedoni chiamano "Boza" e che si può tranquillamente chiedere in una pasticceria o in un bar di Salonicco o di Skopje, in particolare durante i mesi estivi, dato il suo potere dissetante e nutriente. Una bevanda quindi, che, se la proverete, vi toglierà senz'altro la sete, ma che non vi darà certo delle allucinazioni!
Dulcis in fundo, Hofmann arriva a sostenere quanto segue: "Un ulteriore collegamento della segale cornuta con Eleusi potrebbe essere visto anche nel fatto che uno dei riti eleusini consisteva nel mostrare una spiga di grano per mano dei sacerdoti". Una simile affermazione non può denotare altro che una profonda ignoranza riguardo ad una delle più elementari ma allo stesso tempo più profonde simbologie sacre eleusine: la spiga di grano che veniva mostrata agli iniziandi stava semplicemente a simboleggiare il ciclo delle rinascite e la perpetuità della vita umana tramite la reincarnazione. Come infatti sottolinea Guido Maria St. Mariani nel suo saggio "L'origine e le cause dei Misteri Eleusini dalla creazione dell'universo a quella dell'uomo","a Trittolemo, uno dei primi discepoli dell'Eleusinità, fu affidato secondo la tradizione da Demetra un carro volante e del grano da seminare, spargendolo dall'alto. Si trattò di un gesto, questo della Dea, teso a far comprendere all'umana gente la similitudine esistente tra il grano (il cui seme si semina e, crecendo, se ne raccoglie la spiga. Da questa si produce un nuovo seme, che sarà riseminato. E così all'infinito, il ciclo del seminare e del raccogliere per riseminare) e l'umana stirpe, che dal seme nasce, viene dagli Dei raccolta (cioè muore) e dal nuovo seme rinasce per essere nuovamente raccolta… Cioè, in poche parole, questo sta ad indicare il ciclo continuo delle reincarnazioni"
Forse resisi conto anch'essi dell'oggettiva infondatezza della loro connessione Kikeon-orzo-segale cornuta, in un passo del volume i nostri autori spostano la loro attenzione non più sull'orzo, ma su di un'erba selvatica, la paspali disticum, per il semplice fatto che anch'essa può essere attaccata dalle escrescenze parassitarie della "segale cornuta", e arrivando a ipotizzare che i sacerdoti di Eleusi ne accumulassero in quantità per aggiungerla al Kykeon.
La pubblicazione del saggio in questione, e soprattutto la capillare diffusione di cui esso è stato oggetto, è stata una delle motivazioni che hanno spinto gli Eleusini a uscire dal loro secolare isolamento e a mettere gradualmente a disposizione degli studiosi il loro patrimonio sapientale.
L'uso e gli effetti di sostanze psicotrope o psichedeliche di origine vegetale è antico quanto il mondo e sicuramente anche ad Eleusi i Maestri e i Sacerdoti ne erano a conoscenza. Tanto che esso fu rigorosamente bandito. Per un eleusino non è mai stata lecita l'assunzione di qualsivoglia sostanza tesa a deformare il proprio stato di coscienza o a determinare un estraneamento dalla realtà. I Misteri Eleusini insegnano che per comprendere i segreti della natura umana e di quella divina (segreti che, una volta svelati, tramite l'apprendimento l'iniziazione, non sono più tali. L'Eleusinità, infatti, non ha dogmi) la mente dell'uomo deve essere assolutamente limpida e pura. Tanto che, negli ambiti delle scuole sacerdotali, veniva tassativamente proibito anche l'uso del vino! L'uso di qualsiasi droga o, comunque, di qualsiasi sostanza capace di alterare le normali percezioni della mente, è sempre stata rigorosamente vietata per un eleusino e lo è ancora oggi. Chi fa uso e consumo di droghe, chi si dedica all'alcol, perfino chi assume psicofarmaci non può essere un eleusino. Per cui non ci si meravigli della nostra indignazione nei confronti di un libro quale quello di Gordon-Wasson, Hofmann e Ruck.
Proviamo a domandarci cosa sarebbe accaduto se fosse stato dato alle stampe un saggio teso a dimostrare che l'intera esperienza religiosa ebraico-cristiana poggia le sue basi su di un'esperienza allucinatoria, sulla mera assunzione di funghi allucinogeni o di altre sostanze psicotrope che avrebbero fatto credere a Mosé di aver udito la voce di Jahvé nel deserto e che avrebbero fatto credere agli Ebrei di aver visto addirittura aprirsi il mare per farli passare, oppure che i miracoli del Christo fossero stati soltanto frutto di allucinazioni collettive causate dalla droga. Passi la libertà di stampa e di espressione, ma riteniamo che qualcuno, dalle parti di Roma, si sarebbe un po' offeso…
FONTE: www.sideratau8.net