[SEN] Politiche per la gestione dell'immigrazione

[Maria Vittoria]

poliandrici non esistono al mondo, credo...:sofico:

l'omosessualità tende a essere promiscua, quindi poligamica e poliandrica quando ci riesce; anche a noi donne comunque non dispiacerebbe la poliandria

[Maria Vittoria]

Maria Vittoria, certi paesi come credo l'Australia in casi in cui un residente chieda il ricongiungimento dei genitori o parenti incapaci di lavorare credo che imponga una dichiarazione scritta che le eventuali cure mediche dovranno essere coperte da assicurazioni private

ecco, intendevo proprio che bisogna prestare attenzione alla casistica

:mmm:

[merello]

Il reato di clandestinità mi sembra una sciocchezza, e vorrei non fosse citata nella discussione in senato.

[occidentale]

poliandrici non esistono al mondo, credo...

Esistono, esistono.....ad esempio il Tibet.
Mai sentito parlare della poliandria adelfica?
Va bene che al solito la giustificazione è data dalla necessità di salvaguardare gli interessi del maschio,......:sofico:

[Gilbert]

Io aggiungerei ai temi in dibattito anche un ripensamento su Shengen...

inoltre andrebbero calibrati diversi tipi di accoglienza a seconda che si tratti di immigrati di religione cattolica oppure genericamente "cristiana" oppure appartenenti ad altre religioni e/o filosofie

aggiungerei inoltre una critica alle sovvenzioni statali per l'edificazione di luoghi di culto di queste "religioni" esotiche, se non addirittura la proibizione (sul modello del referendum svizzero antiminareti), o per lo meno la possibilità di prevedere referenda su questo argomento

inoltre parlerei volentieri anche dell'introduzione di una "preferenza nazionale" nell'assegnazione di alloggi popolare, asili etc etc...

Assolutamente d'accordo, come d'accordo anche sui punti elencati da Merello.

[codino]

Esistono, esistono.....ad esempio il Tibet.
Mai sentito parlare della poliandria adelfica?
Va bene che al solito la giustificazione è data dalla necessità di salvaguardare gli interessi del maschio,......:sofico:

esatto quello è l'unico caso che si conosce...

tra l'altro è tutt'altro che una cosa che "favorisce" le donne... in pratica più fratelli pastori si comprano una moglie da "spartire"...

cmq non credo ci siamo molti immigrati pastori tibetani in Italia...:sofico:

[Popolare]

Cerco di dare anch'io il mio contributo:
- si ai CIE a patto che non diventino carceri in cui vengono violati i diritti umani.
- No ai respingimenti immediati dei barconi, garantire loro assistenza verificando se essi sono perseguitati politici e persone che realmente vogliono farsi una vita
- Più attenzione agli immigrati che arrivano da nord, visto che sulle coste siciliane ne arriva solo una piccola percentuale
- Cittadinanza agli immigrati di II generazione che sono cresciuti attraverso l'istruzione italiana dall'"infanzia" alle medie.
- No al reato di clandestinità
- a livello locale collaborazione tra comuni e caritas per insegnamento di italiano e storia agli immigrati.
- Tempi più brevi per la consegna del permesso di soggiorno.

[Generale gothic]

Nessuno vuole che l'Italia diventi terra d'immigrazione ma almeno non creiamo ghetti nè cittadini di serie B in coloro che si integrano e rispettano le regole, vorrei dire che chi lavora a prescindere dal colore, poi paga le pensioni alle vecchie generazioni ma so che questo argomento vi dà fastidio

Ma infatti non ho nulla in contario se chi lavora regolarmente rispetta le regole e cerca di integrarsi, viene trattato col dovuto rispetto.
Però vedi , quando dici nessuno vuole che l'Italia diventi terra d'immigrazione, temo tu sia troppo ottimista.....
Sul discorso poi del pagare le pensioni alle vecchie generazioni,son convinto che sarebbe salutare per questo paese che le sue nuove generazioni riscoprano la dignità di un lavoro onesto anche se in fabbrica,invece di trastullarsi con l'idea di campare rimanendo fuori corso all'università fino a 35 anni o tentare la fortuna come tronista...forse avremmo meno bisogno di manodopera straniera e ci troveremmo un paese di principi un pò più sani.
Tieni comunque conto che può sembrare paradossale, ma sono gli immigrati che devono dire GRAZIE alle nostre vecchie generazioni, che si sono rimboccate le maniche riscostruendo il paese dalle macerie della seconda guerra mondiale ed è per merito loro che nel bene o nel male, pur con tutti i suoi difetti, questi immigrati, hanno trovato una nazione che può offrir loro lavoro ed infrastrutture che nei loro paesi d'origine si sognano.

[merello]

Cerco di dare anch'io il mio contributo:
- si ai CIE a patto che non diventino carceri in cui vengono violati i diritti umani.
- No ai respingimenti immediati dei barconi, garantire loro assistenza verificando se essi sono perseguitati politici e persone che realmente vogliono farsi una vita
- Più attenzione agli immigrati che arrivano da nord, visto che sulle coste siciliane ne arriva solo una piccola percentuale
- Cittadinanza agli immigrati di II generazione che sono cresciuti attraverso l'istruzione italiana dall'"infanzia" alle medie.
- No al reato di clandestinità
- a livello locale collaborazione tra comuni e caritas per insegnamento di italiano e storia agli immigrati.
- Tempi più brevi per la consegna del permesso di soggiorno.

I respingimenti, laddove fosse possibile, andrebbero fatti direttamente nelle coste africane e della Turchia. Io credo che servano, e se ci sono rifugiati politici questi devono essere controllati in loco, cioè non qui.

Il problema della cittadinanza è reale. Se uno è nato qui, e ha sempre vissuto qui, è difficile continuare a ritenerlo un non italiano.

[Ironman]

Ringrazio per l’invito a partecipare al dibattito al quale, spero, di dare contributo.

Prima di dare la mia “ricetta”, trovo utile una breve premessa, a tutto vantaggio delle motivazioni che ne sono all’origine.

Ritengo difficile, se non impossibile, impedire la migrazione dei popoli e, per tale presupposto, considero necessario orientarsi verso politiche di controllo del fenomeno, che siano in grado di gestire i flussi regolando gli accessi.
Un approccio che realizza la mediazione tra gli opposti estremismi di chi vorrebbe chiudere le frontiere ricacciando indietro, a prescindere, lo “straniero” e quanti, al contrario, vorrebbero spalancare le porte a tutti, per un malinteso senso di ospitalità e di solidarietà.

Dovrebbe essere evidente che nessun paese occidentale può reggere, da solo, l’impatto di una migrazione che, negli ultimi anni, ha assunto dimensioni bibliche.
Fame, guerre, persecuzioni, spingono una massa di disperati ad abbandonare la propria terra, e ad affrontare il massacrante viaggio verso l’ignoto.
A loro, dal punto di vista umano, va accordata la massima attenzione, senza mai, però, perdere di vista gli effetti che derivano da una presenza superiore alle possibilità economiche ed organizzative, che possono essere messe in campo. Senza dimenticare che le differenze culturali non giocano a favore dell’integrazione, col rischio di renderla irrealizzabile, laddove una massiccia presenza di immigrati fuori controllo, finisce per dare vita a ghetti, una sorta di zona franca, configurabile come emanazione del paese d’origine.

Occorre dunque affidarsi al pragmatismo nell’affrontare il fenomeno, senza paura di apparire insensibili. Il problema va affrontato con poche, ma chiare norme, vigilando sulla loro puntuale applicazione.
Nessuno spazio deve essere lasciato all’interpretazione, se necessario, cancellando o modificando quelle [norme] già presenti nella legislazione corrente e che possono costituire alibi a decisioni non corrispondenti.
Il primo passo dovrebbe essere la creazione di una “Agenzia sull’Immigrazione”, a cui andrebbe affidata la gestione dell’intero processo:
• stabilire le quote annuali;
• valutare le richieste in termini quantitativi e qualitativi, in base alla domanda di manodopera;
• vagliare la validità delle domande d’asilo politico;
• disporre l’immediato respingimento per quanti non possiedano i requisiti, che verranno avviati ai CIE, solo nel caso in cui non sia immediatamente possibile procedere all’identificazione del paese d'origine.

All’Agenzia si affiancherebbe una branca della magistratura, appositamente istruita a trattare esclusivamente queste problematiche, così come già avviene per le controversie riguardanti il lavoro.
Il controllo sul territorio andrebbe integrato con uno specifico corpo delle Forze dell’Ordine, specializzato nella ricerca dei clandestini e di coloro che li utilizzano come manodopera.
La concessione del visto, dovrebbe comportare l’iscrizione dell’immigrato in una apposita anagrafe, che integrerà le normali informazioni, con impronte digitali e DNA, al fine di poter avere riscontri certi nei casi di coinvolgimento in attività criminose.
All’immigrato dovrebbe essere imposta la conoscenza della cultura e della lingua italiana, condizione indispensabile - unitamente al possesso di un lavoro adatto a garantire una esistenza dignitosa - al futuro rinnovo del visto.

La contropartita, a fronte di tali obblighi, potrebbe essere la concessione (a termine), di un sostegno economico alle spese di alloggio e di prima sistemazione, che saranno erogate direttamente al proprietario dell'alloggio, in percentuale del canone stabilito tra le parti e con un massimo prestabilito.
I corsi di lingua e cultura italiana saranno offerti gratuitamente: la partecipazione e il superamento dell’esame finale, dovrebbe essere vincolante al rilascio del visto.