di Nando Ventra
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Nella vita ci siamo incontrati una sola volta. A Palazzo Butera,Marzio Tricoli stava dicendoti: ti presento Nando Ventra e tu , mentre ci stringevamo la mano, dicesti .” e chi non conosce il mitico Nando Ventra.”

La frase mi fece piacere e mi sorprese perché pensavo di essere stato dimenticato da quelli della tua generazione come poi mi ha confermato la breve polemica che ho avuto con Nicola Rao . Quando tu, Fini e Storace cominciaste a farvi politicamente le ossa nella redazione del Secolo d’Italia erano gia’ passati troppi anni da quando io andavo di notte in via Milano, gratutitamente e volontariamente, a dare una mano al povero Almirante con cui correggevamo le bozze che dopo poco sarebbero entrate in macchina……

Da quel momento ti ho sempre seguito con una grande simpatia che mi ha portato a stimarti personalmente anche quando dissentivo. Da tutto questo e’ forse nato il senso di delusione che mi ha colpito leggendo l’articolo da te firmato , di spalla a quello di Bonocore alla pag11 del quotidiano Libero del 18 luglio 2007. Già l’immagine di Fini al centro pagina nell’atteggiamento in cui chiunque sembra grattarsi le corna, in questo momento, mi era parsa di cattivo gusto e l’articolo di Bonocore un piagnucoloso rimpianto per non essere riuscito a far restare Storace in AN e un’analisi basata su presupposti storicamente sbagliati, gli stessi che stanno portando Storace ad incamminarsi lungo una strada in salita che non porta da nessuna parte.

Bonocore inizia dicendo che “ le dimissioni di Storace chiudono definitivamente quella meravigliosa esperienza politica che fu la nascita di AN” e prosegue dicendo che l’idea di una grande destra di Pinuccio Tatarella che fu anche di Almirante è fallita miseramente, non per colpa di Pinuccio ma per l’uscita da AN di Fiore Fisichella e Storace….Qui Bonocore fa già un primo errore perche’ la destra pensata da Almirante era completamente diversa da quella sognata da Tatarella a sua volta completamente diversa da quella tentata da Fini.

Ho iniziato a leggere il tuo articolo ripensando al tuo importantissimo intervento tenuto in occasione della terza riunione programmatica di AN a Roma che piacque molto a tutti , ma non a Fini , che in quel momento si accorse di quanto eri cresciuto e senti’ il tuo fiato sul suo collo. Mi sono preparato a seguirti in una seria analisi di una situazione politica certamente delicata e invece, dopo poche righe, mi sono accorto che avevi deciso di non volare, e restare terra terra i in una polemichetta di bassa lega che, evitando di affrontare il problema politico coraggiosamente, ti impantanava in una serie di considerazioni personalistiche con cui cercavi di negare il diritto a qualcuno di criticare i metodi che aveva perseguito lui stesso per fare il ministro, arroccandoti in un semplicistico discorso con cui ti limitavi a dire:: va tutto male ma nessuno ha diritto di dirlo. Chi e’ senza peccato scagli la prima pietra, non mi pare proprio il livello che ti si addice. Tu ti domandi se serve più democrazia in AN e ti rispondi “certo” e poi anziche’ proporre qualcosa per correggere il difetto ( che nonostante la tua benevolenza di giudizio in AN è ai massimi livelli , rappresentato da un blocco oligarchico in cui l’arroganza del presidente non ammette “niente” su cui lui stesso non sia d’accordo), liquidi l’argomento dicendo che Storace non ha diritto di lamentarsene perché di quel metodo è stato complice e beneficiario. Con questo tuo modo di ragionare, visto che tutti, chi piu’ chi meno ne siete stati beneficiati chi potrebbe avere il diritto di proporre una medicina adatta? E senza medicine come si puo’ sperare in una guarigione di AN dalla forma di dittatura arrogante imposta dal suo presidente?

Veramente pensi che i gravi problemi di AN e delle “destre” in genere si possano risolvere senza disturbare il manovratore che, come dice Bonocore, forse pensa di risolverli facendo la corte alla Mussolini per compensare la perdita di Storace e domani la corte a qualcun altro per compensare la perdita annunciata e forse imminente di qualche altro pezzo importante? Tu rivendichi ad AN di essere la “destra” e argomenti citando che al governo vi siete battuti contro la droga( e questo e’ stato giusto e meritevole e in questi giorni ho apprezzato la tua solidarietà a Don Gelmini) e per recuperare pagine di storia strappate,quelle sulle foibe che, secondo me, non va bene ed è solo un modo di arrampicarsi sugli specchi perchè sarebbe come sostenere che Pansa è “ la destra” perche’ ha recuperato alcune pagine di quella “storia” che Fini invece avrebbe voluto “consegnare alla storia” ben impacchettate come erano state scritte, in modo vergognoso e falso.

Bonocore sbaglia , e tu non puoi e non vuoi smentirlo per ovvie ragioni, quando dice che” AN ha rappresentato la nascita di una meravigliosa esperienza politica” “ fallita miseramente con l’uscita dei suoi costituenti…” “ salutati solo da un sorriso cinico” e senza la commozione che aveva accompagnato l’uscita di Mussi e compagni dai DS.

Per ciò che riguarda la commozione era inutile sperarla, per chi conosce Gianfranco Fini allergico a ogni emozione o sentimento (parole di Altero Matteoli quando Fini era ancora segretario)

Il problema vero, a mio parere, è che Bonocore ritiene AN finita mentre tu ci credi ancora ma entrambi sbagliate la diagnosi perche’ AN,se non è finita, mostra tutti i segni di un coma irreversibile ma questo, non perche’ qualcuno se ne è andato come pensa Bonocore,ma perché è nata morta o moribonda, nella culla ha rinnegato il padre e ha rifiutato il latte della madre e così è nata rachitica e destinata a morte prematura.

La verità , che mi rendo conto sia difficile accettare, anche di fronte ad una situazione drammatica, da chi ha dedicato ad AN, in buona fede, tanti anni della propria vita e per sua fortuna ne ha potuto anche trarre vantaggi che non erano nemmeno nelle speranze di quelli della mia generazione, è che il destino aveva messo nelle mani di Fini una di quelle occasioni che capitano a pochi uomini nella Storia. Mentre tutto il mondo dei partiti dal PLI al PCI era crollato improvvisamente, le loro sigle erano sparite dal parlamento ed erano costretti a cambiare nomi e bandiere, lui aveva la fortuna di rappresentare un Partito che, grazie ai mille sacrifici fatti da quelli della mia generazione e di quella precedente, si presentava con le mani pulite, il proprio simbolo purificato dal sangue di tanti giovani martiri che avevano dato la loro vita per le Idee che quella Fiamma aveva rappresentato, raggiungeva un consenso popolare che lo portava ad un passo da divenire sindaco di Roma e avrebbe potuto rilanciare fino alle piu’ grandi affermazioni la destra, quella destra che per tutta l’opinione pubblica era stata negli ultimi cinquant’anni l’unica vera riconosciuta destra in Italia. Non ci ha creduto o ne ha avuto paura.

Avrebbe potuto scegliere un’altra strada: tagliare tutti i ponti con il proprio stesso passato senza rinnegarlo e proclamare l’avvento di una nuova destra rinnovata, emancipata, liberaldemocratica , senza equivoche fiamme, che chiedeva legittimamente il potere in alternativa alla sinistra che stava con difficoltà riorganizzando le fila dopo la propria Caporetto.

Ma non ha avuto nemmeno il coraggio di fare questo e ha dato origine a un grande pasticcio, a un compromesso che ha cercato di far convivere uno come Buontempo con uno come Publio Fiori. Si e’ trascinato dietro la Fiamma per paura di perdere un certo elettorato e poi ha iniziato a rinnegare tutti i significati che rappresentava demolendone memorie sacre e grandi ideali. Il successo di Berlusconi gli ha dato la possibilità di partecipare a un banchetto al quale si è seduto al posto di ministro degli esteri e vicepresidente del consiglio . Forse, ancora in futuro avrà altre possibilita’ personali magari di livello molto più modesto..Ma da quelle altezze non si e’ accorto ( o forse e’ stato proprio lui il piromane ? )che nella sua casa stava bruciando anche l’ultima sedia riducendola un vuoto contenitore dove poterci mettere quello che si vuole senza che fosse uno scomodo e indocile fardello da trascinare nelle sue spregiudicate evoluzioni alla ricerca dell’affermazione personale. Un contenitore dove poterci far convivere la Mussolini e Fisichella a condizione che fosse buono per soddisfare le loro aspirazioni personali dato che, in caso contrario, non avrebbero esitato a cercarne la soddisfazione sotto qualunque altra bandiera.

Adesso, lo stesso errore, con le debite proporzioni lo sta facendo Storace al quale mi pare l’esperienza del passato non abbia insegnato abbastanza. Anche a lui è capitato in sorte di potersi proporre come grande alternativa ma anche a lui mi pare manchi il coraggio necessario e faccia difetto in questo momento la chiarezza di idee su quello che vuole fare.Sta infatti rischiando di far nascere un altro bambino morto o moribondo. L’ennesimo partitino che potrebbe arrivare a crescere per diventare un piccolo progetto elettorale con aspirazioni intorno al 3 per cento, una cosa che potrebbe anche essere interessante per soddisfare qualche appetito personale ma che certo non risolverebbe i problemi della destra, anzi potrebbe complicarli se la perdita diuturna di consensi per AN dovesse continuare.Anche Storace deve avere il coraggio di una decisione radicale, senza compromessi e ha due strade davanti a se. Puo’ lasciare la Fiamma in mano a Fini e chiedendo un prezzo minore potrebbe scavalcarlo a sinistra proponendosi come la destra del centro-destra, ma credo avrebbe molto piu’ facilmente l’opportunità di rivolgere un appello a tutto ciò che c’e’ a destra di AN, gruppi piu’ o meno organizzati e centinaia di migliaia di voti che da Fiuggi in poi sono andati ad aumentare il numero delle schede bianche o nulle.L’importante e’ prendere una strada chiaramente,senza paura di perdere e senza la pretesa di mettere insieme tutto e il contrario di tutto. Nel primo caso è puerile e ridicolo rispolverare una ennesima scopiazzatura della fiamma magari con riferimento al simbolo che a suo tempo affidammo alla Giovane Italia . Sarebbe un’altra delle inutili imitazioni dell’originale gia’ tentata con una specie di fiamma a carciofo o a diamante o a forma di freccia che hanno dimostrato la loro inutilità. Se deve proporre una destra liberaldemocratica meglio lasciar perdere le fiamme che fanno solo confusione e non hanno niente da spartire con quel mondo e cercarsi un simbolo fra le tante piante o i mille fiori che ancora non hanno un proprietario nell’arco politico che si e’ limitato a egemonizzare querce ,edere , garofani e rose lasciando una infinita possibilità di scelta. (Che ne dici Francesco di un bel pino ombrellifero che potrebbe assurgere a simbolo di una forte liberaldemocrazia mediterranea…)Nel secondo caso è indispensabile riappropriarsi del simbolo originale dichiarando chiaramente che se ne rivendica il diritto, dal momento che ci si assume tutta la responsabilità di rappresentare la continuità con quel partito che ha interpretato per oltre mezzo secolo la Destra, l’unica vera destra italiana che non è quella del “blocco sociale” di riferimento, ma quella che, nel rispetto della lotta democratica, sostiene come strategia finale, non uno Stato di diritto ma lo Stato dei diritti e dei doveri, dove il risultato da perseguire come unico traguardo prioritario sia la giustizia sociale, uno Stato etico dove il rispetto di tutti sia la base della morale comune e della collaborazione fra tutte le categorie per la costruzione del futuro migliore possibile per i nostri figli. Figli che devono crescere nel rispetto dei loro nonni che, contrariamente a quanto racconta la storiografia ufficiale scritta nel dopoguerra nelle sedi del partito comunista, vissero e morirono, magari sbagliando ma sempre accarezzando il sogno di fare grande la propria Patria,l’Italia che hanno sempre amato disperatamente.

NANDO VENTRA