Cassazione: "Punizioni per il suo bene"
Un'altra sentenza che farà discutere emessa dai giudici della Cassazione i quali hanno assolto una famiglia islamica accusata di picchiare la figlia ribelle. La ragazza, che frequentava un ragazzo e "aveva uno stile di vita alla loro cultura", veniva picchiata e segregata in casa. La Cassazione ha deciso di assolvere padre, madre e fratello perché le punizioni non erano abituali ma "motivati dai comportamenti della figlia ritenuti scorretti".
I tre, di origine magrebina, picchiavano e immobilizzavano la giovane Fatima R. per punirla. La Cassazione - nonostante un vigoroso ricorso della Procura di Bologna che chiedeva le condanne per sequestro di persona e maltrattamenti - ha confermato le assoluzioni (sentenza 31510, Quinta sezione). In pratica, i supremi giudici hanno condiviso la tesi della Corte di Appello di Bologna, che (mentre i giudici di primo grado avevano condannato i tre picchiatori) ha dato per buona la tesi difensiva in base alla quale la ragazza era stata legata per il suo bene (avendo minacciato di suicidarsi per paura delle violenze) e i maltrattamenti non erano da ritenersi abituali, essendo accaduti solo tre volte.
Senza successo, dunque, il Pg di Bologna Enrico Di Nicola ha inoltrato reclamo alla Suprema Corte contro l'assoluzione decisa il 26 settembre 2006 nonostante Fatima - ha sottolineato - fosse "stata segregata e liberata solo per essere poi brutalmente picchiata dai congiunti che la volevano punire per la frequentazione di un amico e più in generale per il suo stile di vita, non conforme alla loro cultura".
Quanto al venir meno dell'accusa di sequestro, la Cassazione replica che "nessun vizio è riscontrabile" in quanto "dall'istruttoria dibattimentale del primo giudizio era emerso con certezza che Fatima, terrorizzata dalle possibili ritorsioni dei familiari perché non si era recata al lavoro incontrandosi con un uomo, aveva minacciato di suicidarsi". Dunque, i familiari sono stati costretti a legarla per evitare che la ragazza commettesse "atti di autolesionismo".
Quanto al reato di maltrattamenti, la Cassazione dà per buono il punto di vista della Corte di Appello che ha ritenuto che non sussistesse la "piena abitualità delle condotte violente", in particolare quelle del padre che - in maniera provata - l'aveva già picchiata in "tre soli episodi nell'arco della vita di Fatima, peraltro - soggiunge la Suprema Corte - tutti motivati da comportamenti della figlia ritenuti scorretti e quindi non esprimenti il necessario requisito di volonta' di sopraffazione e disprezzo".
http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca...lo373585.shtml
http://newscontrol.repubblica.it/ite...figlia-assolti
http://www.giustiziagiusta.info/inde.645&Itemid=29
http://www.centomovimenti.com/2007/a...3_sentenza.htm
http://www.gazzettino.it/VisualizzaA...ATTUALIT%C3%80