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  1. #1
    l'occasione fa l'uomo italiano
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    Predefinito per gli economisti del forum

    ricevo da Enzo Trentin e diffondo questa interessante "utopia" che sottopongo ai commenti di chi sul forum è più ferrato di me in materie economiche e finanziarie (ci vuol poco)




    <> autorevoli in materia di lavoro

    di Giacinto Auriti

    Diceva Platone che gli errori maggiormente devianti sono quelli iniziali.
    Come in artiglieria vale la regola per cui lo spostamento pur minimo della bocca da fuoco, in partenza, causa l'impossibilità che il proiettile centri l'obbiettivo, così, nella logica, l'errata valutazione delle premesse, determina errori irreparabili.
    Ebbene, tutta la problematica in materia di lavoro è oggi permeata di fesserie o perché gli addetti ai lavori non hanno letto Platone o perché non hanno fatto servizio militare in artiglieria (ovvero, pur avendolo fatto, non hanno capito un <<tubo>>).
    Dimostrerò ora la validità di questi principi soffermandomi a considerare i tre problemi più scottanti in materia di lavoro:
    la conflittualità contrattuale, la disoccupazione, l'immigrazione.


    1) La conflittualità contrattuale
    L'equivoco di fondo che impedisce ogni possibilità di sostituire alla regola della <<conflittualità>> quella del <<tener fede alla parola data>>, si basa sulla circostanza che tutta la dinamica dei contratti di lavoro risente ancora dell'equivoco della teoria del plusvalore di Marx.
    Marx disse che il datore di lavoro <<truffa>> a danno del lavoratore il margine di profitto cioè il <<reddito di capitale>>, ossia il <<plusvalore>>.
    E' sorto così il sindacato come strumento di rivoluzione per rivendicare nei confronti del datore di lavoro il <<plusvalore>> sotto forma di <<aumento dei salari>>.
    Poiché il salario non è <<profitto>>, ma <<costo>>, l'aumento dei salari non può causare distribuzione di profitto, ma solo <<aumento dei costi>>, con il conseguente <<aumento dei prezzi>> e quindi della inflazione che causa la ulteriore necessità di aumentare i salari in una spirale senza fine.
    Come il cane che si morde la coda.
    La soluzione del problema sta nell'attribuire, sotto forma di reddito, il reddito e, sotto forma di salario, il salario.
    Il reddito deve essere corrisposto al cittadino come tale senza il corrispettivo del lavoro (altrimenti sarebbe salario) e cioè nella qualità di proprietario e non di lavoratore.
    La formula del <<tutti proprietari>> enunciata nella <<Rerum Novarum>> era concettualmente esatta.
    Senonché il principio rimaneva relegato nella soffitta delle utopie, perché non poteva essere realizzato che togliendo ai ricchi per dare ai poveri.
    Di qui la contrapposizione tra destra (tendenzialmente i più ricchi) e sinistra (tendenzialmente i più poveri), in una conflittualità cronica incomponibile.
    Oggi, con la definizione del valore monetario come valore indotto, producibile senza altro costo che quello del simbolo, rendendo partecipe ogni cittadino della quota di reddito causato dall'emissione monetaria è possibile attribuire ad ognuno un <<reddito di cittadinanza>> come contenuto economico di un diritto sociale universale, superando l'antitesi fra destra e sinistra.
    In altri termini, una volta dimostrato che la moneta ha valore per il semplice fatto che ci si è messi d'accordo che lo abbia, sarà possibile garantire ad ognuno nella qualità di <<proprietario>> un diritto della persona con contenuto patrimoniale.
    Rafforzata così, una volta per sempre e definitivamente, la posizione del contraente più debole, il contratto di lavoro potrà tornare ad esistere sulla regola del <<tener fede alla parola data>> perché il lavoratore accetterà il contratto, non perché costretto dallo stato di necessità, ma perché lo ha liberamente voluto.
    Egli potrà così accettare un contratto di lavoro anche per una lira al mese.
    I contratti collettivi non avranno più ragione di esistere.
    La concorrenza della mano d'opera straniera sotto pagata, sarebbe totalmente abolita perché finalmente il mercato tornerebbe ad operare nel rispetto dei fondamentali valori etici, giuridici ed economici di un diritto sociale universale.


    2) La disoccupazione
    La disoccupazione, così come concepita dai politologi contemporanei è un falso problema.
    Il vero problema, infatti, non è la disoccupazione ma <<la voglia dilavorare che non c'è più>>.
    Nessun politico ha capito infatti che non stiamo vivendo in regime di <<democrazia>>, ma, di <<usurocrazia>>.
    Quando gli economisti ed i politici alla ribalta, pretendono di analizzare le cause della disoccupazione sul principio della insopportabilità dei costi di produzione ignorando la circostanza che la Banca Centrale, all'atto dell'emissione carica il costo del
    denaro del 200% prestando il dovuto, ossia addebitando alla collettività il denaro che ad essa dovrebbe essere accreditato, e che questo costo, già enorme di per sè, viene ulteriormente gravato degli interessi bancari e dei prelievi fiscali per raggiungere il
    traguardo del 300%, si comprende perché meritano di essere giudicati per quello che sono: un conglomerato di presuntuosi imbecilli.
    Per rendersi conto della validità di questi argomenti basti ricordare che quando la moneta era d'oro il portatore ne era il proprietario; con l`avvento dello Stato costituzionale e della moneta nominale ne è diventato inconsapevolmente il debitore.
    Solo così si comprende perché <<tutti gli usurai sono liberali anche se non tutti i liberali sono usurai>>, secondo l'intuizione poundiana.
    I liberali <<non usurai>> potevano essere perdonati per la loro ingenuità quando gli eventi storici non avevano ancora evidenziato il trionfo clamoroso dell'usura: ormai non più.
    Pretendere di sostenere la giustificazione razionale ed etica di questo regime spacciando sotto il titolo nobilissimo di <<democrazia>>, <<l'usurocrazia>>, trasforma l'ingenuo in <<trombone>> della politica.
    Il vero scopo inconfessato della Rivoluzione Francese è stata la separazione della sovranità monetaria dalla sovranità politica per attribuirla alle soggettività strumentali delle Banche Centrali e trasformare i popoli da proprietari in debitori del loro denaro,
    sostituendo alla moneta d'oro la moneta nominale,ossia alla moneta proprietà la moneta debito, ossia al <<numero dell'Uomo>>, il <<numero della bestia>>.
    Una volta si lavorava per un profitto: la speranza di conseguirlo causava l'incentivo a lavorare.
    Oggi chi più lavora più si indebita.
    Ecco perché non solo passa la voglia di lavorare, ma addirittura viene la nausea del lavoro.
    E' questa dunque la causa vera della disoccupazione: l'usura.


    3) L'immigrazione
    Il denaro per gli uomini è come l'acqua per i pesci.
    In tempi di siccità i pesci abbandonano le zone asciutte e si rifugiano nelle pozzanghere d'acqua.
    Su questa regola elementare, i banchieri dell'ottocento spostarono milioni di uomini dall'Europa all'America del Nord, creando rarità monetaria in Europa ed abbondanza di moneta-carta, di costo nullo, in America.
    Oggi i padroni del denaro hanno creato rarità monetaria nelle cosiddette aree depresse - o, per meglio dire, che hanno deciso di deprimere - sicché, come i pesci, i popoli si spostano verso le aree con minore rarità monetaria.
    Anche per questo problema dunque la soluzione è abolire l'usura, ossia fare di ogni popolo il proprietario della sua moneta in modo che ognuno possa rimanere in pace a casa sua.


    Giacinto Auriti

  2. #2
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    1.

    Ottima cosa averlo proposto.

    Si tratta della proposta di Götz Werner fatta nella semi-clandestinità alla fiera del libro di Lipsia il 25 marzo 2007. Io c'ero ed ho visto come quella conferenza da carbonari, in un' officina in periferia e sotto la nevicata, si trasformò nell' evento di gran lunga più discusso e seguito della Fiera. L' idea fu prima osteggiata da tutti, poi, viste le almeno 5.000 persone corse ad applaudirlo, Lafontaine sposò l' idea per breve periodo ed ora la tiene nel cassetto.
    Sembra a prima vista un' assurdità, ma poi, pensandoci bene, non è male come alternativa a destra e sinistra. Il problema principale è evitare abusi, tipo uno riceve il reddito di cittadinanza e lavora in nero.
    Il r.d.c. è presente anche nel vocabolario di Illy (che lo ha introdotto in F-VG), ma come aiuto sociale temporaneo, non come vitalizio per chi non vuole lavorare.

    2. Mi sembra un' accozzaglia di parole prive di senso. Soprattutto credere che i giacobini sapessero cos'era il signoraggio (NON era Colbert, se l' autore intende quello), è spararla grossa. Poi la costruzione causale dal signoraggio alla disoccupazione è un capolavorodi arrampicata sugli specchi.

    3. Non ha nessun senso. Sembra all' inizio una critica a Bolkenstein (quella sarebbe appropriata), ma poi desinit in piscem con il logicamente aberrante riferimento all' usura.

  3. #3
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    fantasie ...

    Citazione Originariamente Scritto da semipadano Visualizza Messaggio
    ricevo da Enzo Trentin e diffondo questa interessante "utopia" che sottopongo ai commenti di chi sul forum è più ferrato di me in materie economiche e finanziarie (ci vuol poco)




    <> autorevoli in materia di lavoro
    di Giacinto Auriti

    ...
    1) La conflittualità contrattuale
    ...
    La soluzione del problema sta nell'attribuire, sotto forma di reddito, il reddito e, sotto forma di salario, il salario.
    Il reddito deve essere corrisposto al cittadino come tale senza il corrispettivo del lavoro (altrimenti sarebbe salario) e cioè nella qualità di proprietario e non di lavoratore.
    La formula del <<tutti proprietari>> enunciata nella <<Rerum Novarum>> era concettualmente esatta.
    Senonché il principio rimaneva relegato nella soffitta delle utopie, perché non poteva essere realizzato che togliendo ai ricchi per dare ai poveri.
    Di qui la contrapposizione tra destra (tendenzialmente i più ricchi) e sinistra (tendenzialmente i più poveri), in una conflittualità cronica incomponibile.
    Oggi, con la definizione del valore monetario come valore indotto, producibile senza altro costo che quello del simbolo, rendendo partecipe ogni cittadino della quota di reddito causato dall'emissione monetaria è possibile attribuire ad ognuno un <<reddito di cittadinanza>> come contenuto economico di un diritto sociale universale, superando l'antitesi fra destra e sinistra.
    In altri termini, una volta dimostrato che la moneta ha valore per il semplice fatto che ci si è messi d'accordo che lo abbia, sarà possibile garantire ad ognuno nella qualità di <<proprietario>> un diritto della persona con contenuto patrimoniale.
    Rafforzata così, una volta per sempre e definitivamente, la posizione del contraente più debole, il contratto di lavoro potrà tornare ad esistere sulla regola del <<tener fede alla parola data>> perché il lavoratore accetterà il contratto, non perché costretto dallo stato di necessità, ma perché lo ha liberamente voluto.
    Egli potrà così accettare un contratto di lavoro anche per una lira al mese.
    I contratti collettivi non avranno più ragione di esistere.
    La concorrenza della mano d'opera straniera sotto pagata, sarebbe totalmente abolita perché finalmente il mercato tornerebbe ad operare nel rispetto dei fondamentali valori etici, giuridici ed economici di un diritto sociale universale.

    2) La disoccupazione
    La disoccupazione, così come concepita dai politologi contemporanei è un falso problema.
    Il vero problema, infatti, non è la disoccupazione ma <<la voglia dilavorare che non c'è più>>.
    Nessun politico ha capito infatti che non stiamo vivendo in regime di <<democrazia>>, ma, di <<usurocrazia>>.
    Quando gli economisti ed i politici alla ribalta, pretendono di analizzare le cause della disoccupazione sul principio della insopportabilità dei costi di produzione ignorando la circostanza che la Banca Centrale, all'atto dell'emissione carica il costo del denaro del 200% prestando il dovuto, ossia addebitando alla collettività il denaro che ad essa dovrebbe essere accreditato, e che questo costo, già enorme di per sè, viene ulteriormente gravato degli interessi bancari e dei prelievi fiscali per raggiungere il
    traguardo del 300%, si comprende perché meritano di essere giudicati per quello che sono: un conglomerato di presuntuosi imbecilli.
    Per rendersi conto della validità di questi argomenti basti ricordare che quando la moneta era d'oro il portatore ne era il proprietario; con l`avvento dello Stato costituzionale e della moneta nominale ne è diventato inconsapevolmente il debitore. ...

    3) L'immigrazione
    ...
    Oggi i padroni del denaro hanno creato rarità monetaria nelle cosiddette aree depresse - o, per meglio dire, che hanno deciso di deprimere - sicché, come i pesci, i popoli si spostano verso le aree con minore rarità monetaria.
    Anche per questo problema dunque la soluzione è abolire l'usura, ossia fare di ogni popolo il proprietario della sua moneta in modo che ognuno possa rimanere in pace a casa sua.

    Giacinto Auriti
    Al punto 1.
    Il conferire risorse (reddito) senza che ci sia un obbligo di scambiarlo con una prestazione (lavoro o qualunque altra cosa) è sicuramente fallimentare, com'è provato dai decenni di vita dei diversi comunismi.
    Per chiarire il concetto che voglio esprimere, vorrei richiamare alla mente il fatto che, quando non esisteva il denaro, gli uomini 'barattavano' i loro prodotti o quello che avevano raccolto o quello che avevano cacciato: in mancanza di contropartita da consegnare, col piffero che avrebbero potuto acquisire quello che serviva loro e che non possedevano.
    Visto, poi, che il baratto non era sempre possibile perché difficilmente i due 'barattieri' disponevano proprio di quanto la controparte desiderava, il denaro è nato come mezzo riconosciuto come supplente di tutto ciò che poteva essere barattato.
    Monete d'oro, banconote e quant'altro sono solo 'titoli di credito', 'supplenti' delle cose da barattare e corrispondenti ad una fornitura (oggetto o servizio) che chi ne dispone ora (del denaro) possedeva prima di 'venderla' (la fornitura).
    E' chiaro che su questo meccanismo primordiale sono stati costruite strutture finanziario-sociali anche perverse, ma il principio non può non rimanere: ad un reddito deve corrispondere una prestazione che l'ha generato! (ciò non toglie che chi si trovi nella impossibilità di fornire 'prestazioni', debba essere aiutato con fornitura di un 'reddito gratuito' chiamato 'assistenza').

    Al punto n. 2
    Piantiamola, per favore, con le balle del signoraggio e derivati: oggi i crediti (risorse monetarie) si trasferiscono benissimo anche senza le banconote emesse dalle Banche Centrali!
    Anzi! Esistono Paesi in cui l'uso del denaro liquido è considerato come comportamento che fa pensare che chi lo usa abbia qualcosa da nascondere, per il fatto che il denaro liquido è ben difficilmente 'tracciabile' (cioè è difficile definire da dove e da chi viene, e perché).

    Al punto 3.
    La 'rarità monetaria' dei Paesi da cui proviene l'immigrazione è dovuta al fatto che le risorse di quei Paesi sono da sempre oggetto dell'attenzione di chi ha soldi e potere altrove ... e con soldi e potere non è difficile sottrarre quello che fa comodo, in qualunque posto sia"
    E non è l''usura' che deprime le economie deboli: è lo spirito di rapina che permea le società 'forti'!

    cincinnatobis

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da cincinnatobis Visualizza Messaggio
    Al punto n. 2
    Piantiamola, per favore, con le balle del signoraggio e derivati: oggi i crediti (risorse monetarie) si trasferiscono benissimo anche senza le banconote emesse dalle Banche Centrali!
    Anzi! Esistono Paesi in cui l'uso del denaro liquido è considerato come comportamento che fa pensare che chi lo usa abbia qualcosa da nascondere, per il fatto che il denaro liquido è ben difficilmente 'tracciabile' (cioè è difficile definire da dove e da chi viene, e perché).
    Il punto è il debito frazionario. Non è possibile che con i soldi che io do in deposito alla banca questa garantisca un credito di 10 (e in alcuni casi anche 20) volte superiore. Così si crea una bolla economica

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da Furlan Visualizza Messaggio
    Il punto è il debito frazionario. Non è possibile che con i soldi che io do in deposito alla banca questa garantisca un credito di 10 (e in alcuni casi anche 20) volte superiore. Così si crea una bolla economica
    Esatto, questa è la subprime crisis, in fondto tutto il modello su cui si basa l' economia USA: elefantiasi del plusvalore e sua virtualizzazione. mettici i microtassi di Greenspan e vedi cosa succede appena una persona seria (Bernanke) tenta di riparare.

  6. #6
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    Bisogna riagganciare il sistema finanziario all' economia reale (il reddito) e non alla speculazione virtuale del mercato borsistico

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da cincinnatobis Visualizza Messaggio
    Al punto 1.
    Il conferire risorse (reddito) senza che ci sia un obbligo di scambiarlo con una prestazione (lavoro o qualunque altra cosa) è sicuramente fallimentare, com'è provato dai decenni di vita dei diversi comunismi.
    Per chiarire il concetto che voglio esprimere, vorrei richiamare alla mente il fatto che, quando non esisteva il denaro, gli uomini 'barattavano' i loro prodotti o quello che avevano raccolto o quello che avevano cacciato: in mancanza di contropartita da consegnare, col piffero che avrebbero potuto acquisire quello che serviva loro e che non possedevano.
    Visto, poi, che il baratto non era sempre possibile perché difficilmente i due 'barattieri' disponevano proprio di quanto la controparte desiderava, il denaro è nato come mezzo riconosciuto come supplente di tutto ciò che poteva essere barattato.
    Monete d'oro, banconote e quant'altro sono solo 'titoli di credito', 'supplenti' delle cose da barattare e corrispondenti ad una fornitura (oggetto o servizio) che chi ne dispone ora (del denaro) possedeva prima di 'venderla' (la fornitura).
    E' chiaro che su questo meccanismo primordiale sono stati costruite strutture finanziario-sociali anche perverse, ma il principio non può non rimanere: ad un reddito deve corrispondere una prestazione che l'ha generato! (ciò non toglie che chi si trovi nella impossibilità di fornire 'prestazioni', debba essere aiutato con fornitura di un 'reddito gratuito' chiamato 'assistenza').
    Qui concordi perfettamente con le classiche teorie del mercato. Avevo reagito anch'io proprio così alla manifestazione, dicevo che erano fantasie, che non si dà niente per niente...
    Ma prova per un attimo a non pensare ai comunismi (lì il meccanismo era diverso: il salario era garantito, ma a fronte di una prestazione. Il problema era, che nessuno era incentivato a "prestare" e non c' erano controlli sulla "prestazione").
    Qui si tratta di pagare gente per stare fuori dal mercato del lavoro, quindi per diminuire la domanda. Normalmente, chi accetta il salario minimo per non lavorare, appartiene a quei ceti/tipologie che formano lo zoccolo duro della disoccupazione. In un Paese normale (non l' Italia), quelli sono oggetto di corsi, riqualificazioni, seminari, fanno perdere tempo ai collocatori, agli uffici personale... e ricevono comunque del denaro per non fare nulla, sapendo benissimo che mai lavoreranno fino all' equivalente della pensione.
    Ora io mi chiedo, se tutto quell' apparato (economico del sussidio di disoccupazione permanente, altrimenti il calcolo non regge) chiude, ci sono dei risparmi e comunque si darebbero soldi a personein cambio di zero prestazione. Qui si tratta di matematica, magari diversa per ogni Paese, ma di pura matematica si tratta.

    Prendi un altro modello teorico: isola deserta che produce in modo che ogni persona valida debba lavorare 8 ote al giorno per mantenere il livello di vita.
    Improvvisamente si scopre una macchina, che fa il lavoro di 3 ore/uomo/abitante/giorno. Hai 3 scelte:
    1. ciascuno lavora 3 ore al giorno di meno (socialdemocrazia)
    2. il 33 % della gente resta disoccupata e gli altri lavorano come prima (capitalismo, a seconda di come vengono trattati i 30%, più o meno socializzato)
    3. La proposta di più sopra: chi non vuole lavorare è pagato meno di chi lavora (questa è la proposta originale) e chi lavora lo fa per un numero di ore dipendente da quanti hanno scelto l' inattività.

    Lo so che il modello ha i suoi limiti (attività differenziate), ma a me la soluzione 3. sembra migliore della 2., ma peggiore della 1.

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da Furlan Visualizza Messaggio
    Bisogna riagganciare il sistema finanziario all' economia reale (il reddito) e non alla speculazione virtuale del mercato borsistico
    Bisogna rimettere l' economia a guidare la finanza e non il contrario, come accade adesso. I microtassi sono dovuti al ragionamento di Adam Smith, secondo cui il capitale morto (risparmi, obbligazioni, BOT) va punito con tassi sotto l' inflazione, per consentire al capitale di rischio (azioni, partecipazioni...) di creare produzione, quindi lavoro, quindi domanda interna.
    La finanza che fa? Camuffa capitale morto ("società finanziarie") da capitale di rischio, quindi manda le risorse nella direzione sbagliata, agevolando il capitale di rischio "truccato" con interessi bassi. In realtà il capitale di una finanziaria classica, con sede in CH, non produce lavoro, ma solo ricchezza individuale, non "corporate". Al momento di far dipendere la ricchezza individuale da quella "corporate" (Stock options) si innesca il meccanismo delle fusioni, per massimizzare l' aumento dei dividendi o del corso di borsa dell' azione, a spese della produttività effettiva dell' azienda (trimestrali).Il risultato si chiama: outsoircing e licenziamenti di massa.

  9. #9
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    Predefinito Per quanto mi è dato capire...

    Per quanto mi è dato di capire, qui sono due i problemi sollevati.
    Nel provare a rispondere ad uno, mi riservo di trovare nel mio archivio un interessante e vecchio articolo che spiega alcune esperienze della Germania retta dalla repubblica di Weimar.


    Signoraggio

    Quanto al sistema bancario va detto che anche in questo caso si è di fronte ad un massiccio non pagamento di imposte stabilito dalla legge.
    Le banche prestano denaro virtuale senza alcun obbligo di coprirsi con riserve se non un risicato 2%.
    E su questa emissione di denaro virtuale richiedono un interesse passivo ai clienti, oltre le spese.
    Si consideri il seguente semplice esempio: si supponga di versare in banca 100 euro e che il tasso medio sugli interessi passivi sia il 6% annuo.
    Con questi 100 euro la banca può immediatamente prestarne 50 volte di tale importo, in quanto ha l'obbligo di tenere a riserva solo il 2% dei prestiti erogati.
    Pertanto a fronte dei vostri 100 euro (su cui non vi riconoscono interessi e vi addebitano le spese di gestione conto), la banca ne può erogare 5.000.
    E' denaro virtuale, che non esiste!
    Alla banca non è costato nulla.
    Ma su questi 5.000 euro virtuali, in virtù delle attuali leggi bancarie, la banca riceverà interessi per il 6% all'anno, pari a euro 300.
    In un anno, quindi, la banca ha già guadagnato il 300% del vostro versamento.
    E anche ammettendo il rischio di insolvenza da parte di alcuni, il guadagno è talmente iperbolico da garantire il rischio di qualsiasi insolvenza a qualunque istituto di credito.
    Perché allora nei bilanci delle banche di questo reddito non vi è traccia?

    Il motivo è molto semplice: una normativa che consente di non dichiarare tutto questo reddito unita alla possibilità di effettuare trasferimenti all'estero attraverso operazioni di «clearing» senza obbligo di rendicontazione nominativa degli intestatari dei conti.
    Il tutto accompagnato da un regime di sostanziale assenza di controlli.
    Chi dovrebbe controllare (Bankitalia), infatti, è posseduto da queste stesse banche.
    Un ciabattino deve predisporre gli elenchi clienti e fornitori per tutte le sue operazioni, le banche non sempre.
    Ma di questo su «Il Sole 24 ore» non ne troverete mai traccia.
    Il tabù del sistema bancario si chiama signoraggio.
    Per cui non se ne deve parlare.
    Guai a sollevare questa parola nei confronti dell'opinione pubblica.
    La diatriba sul diritto delle banche di creare denaro dal nulla (cosiddetto signoraggio secondario (1)) deve rimanere confinata in internet.
    Guai a dire che Bankitalia ha dei conti correnti alle isole Cayman.
    Guai a parlare di sovranità monetaria sottratta occultamente alle nazioni.
    Guai se il cittadino scoprisse di cosa si tratta.

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da Enzo Trentin Visualizza Messaggio
    [FONT=Times New RomanQuanto al sistema bancario va detto che anche in questo caso si è di fronte ad un massiccio non pagamento di imposte stabilito dalla legge.
    Le banche prestano denaro virtuale senza alcun obbligo di coprirsi con riserve se non un risicato 2%.
    E su questa emissione di denaro virtuale richiedono un interesse passivo ai clienti, oltre le spese.
    Si consideri il seguente semplice esempio: si supponga di versare in banca 100 euro e che il tasso medio sugli interessi passivi sia il 6% annuo.
    Con questi 100 euro la banca può immediatamente prestarne 50 volte di tale importo, in quanto ha l'obbligo di tenere a riserva solo il 2% dei prestiti erogati.
    Pertanto a fronte dei vostri 100 euro (su cui non vi riconoscono interessi e vi addebitano le spese di gestione conto), la banca ne può erogare 5.000.
    E' denaro virtuale, che non esiste!
    Qui hai chiarito molto bene il tema, meglio che nell' articolo originario. Se è così (e io non lo sapevo) allora basterebbe (in teoria, semplicisticamente) aumentare il 2% diciamo al 40%. Però allora che succede? De facto si riduce la M3, quindi gli interessi sparano alle stelle. Salutare per il futuro, ma una bastonata bestiale alle borse al momento di fare il passo.
    Bisognerebbe che chi ne sa più di me studiasse un sistema graduale.

 

 
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