Sciopero fiscale/ "Deve essere il fine, non un mezzo per fare cadere Prodi". Su Affari l'intervento dell'ex ministro ed ex leghista Pagliarini
Sciopero fiscale, pagamento delle tasse alle Regioni e non allo Stato, federalismo fiscale: l'ex ministro del Bilancio del primo governo Berlusconi, Giancarlo Pagliarini, ex leghista, ha scritto un intervento per Affari. Corredato di numeri, proposte e un appello a Bossi.
In questi giorni molti parlano di tasse e vedo che molti confermano quello che ha scritto Sergio Romano “Ma la politica italiana, a sinistra come a destra, preferisce i proclami ideologici e le reciproche accuse”. Ecco qualche considerazione di cui non ho trovato traccia nel dibattito.
1 - La conoscenza, la consapevolezza, la trasparenza. Ho sentito e letto tante dichiarazioni e tanti proclami, ma pochi numeri e pochissimi progetti concreti.
2 - Nel 2006 gli italiani hanno versato alle pubbliche amministrazioni circa 415 miliardi di tasse. Questa cifra, che esclude le tasse che alcune PA versano ad altre PA, è stata generata da ben 67 tasse diverse, tra dirette, indirette e in conto capitale. 67 fattispecie diverse. E’ una follia! Irpef e IVA da sole danno il 55,9% del totale e le prime 10 tasse danno l’88,2%. Nel dibattito non ho sentito parole serie per semplificare questa situazione grottesca. Anzi, la cosiddetta legge sul federalismo fiscale approvata dal consiglio dei ministri all’inizio di agosto ha aggiunto assurde complicazioni.
3 - Di quei 415 miliardi il 78,1% è andato allo Stato e il 21,9% a Regioni, Comuni ed enti locali. Dei suoi 324 miliardi lo Stato centrale ne deve usare 93
(il 29%) per pagare gli stipendi dei dipendenti delle PA centrali (per la cronaca, i dipendenti di Regioni ed enti locali sono costati altri 70 miliardi), 42 miliardi (il 13%) li deve trasferire tutti gli anni all’INPS e agli altri enti previdenziali perchè con i soli contributi sociali non sono in grado di pagare le pensioni, e 67 miliardi ( il 20%) li deve spendere per pagare interessi passivi sul suo debito pubblico. Dunque, delle tasse che lo Stato centrale incassa, ben 202 miliardi (il 62%) sparisce immediatamente. Il bilancio dello Stato centrale è “ingessato”, e resta ben poco per i poveri e i più deboli a cui ha fatto riferimento il Cardinale Bertone. Nel dibattito nessuno, proprio nessuno, con le sole eccezioni di Capezzone con “decidere” e la Lega, ha proposto cosa è necessario fare per cambiare l’organizzazione del paese.
4 - L’indice di povertà delle famiglie italiane continua a peggiorare. Siamo sempre più poveri e meno competitivi. Eppure il nostro DNA non è significativamente peggiore di Inglesi, Spagnoli o Tedeschi. Se da noi ci sono più poveri vuol dire che siamo organizzati peggio. Devo confessare che sarei stato molto più contento se il Cardinale invece della necessità di aiutare i più poveri e i più deboli avesse sottolineato la necessità di cambiare l’organizzazione del paese in modo da ridurre in modo veramente molto significativo il numero dei più poveri e dei più deboli. Serve un fortissimo sistema federale, come in Svizzera. E servono cittadini più informati e consapevoli. Ma come si fa con queste televisioni e con questi giornali (con poche eccezioni, tra le quali voglio citare il bellissimo Libero Mercato di Oscar Giannino).
5 - Bossi ha detto una cosa molto giusta: versare le tasse alle Regioni e non allo Stato centrale. Ma questo progetto, che si chiama “inversione dei flussi fiscali” e di cui esiste l’articolato fin dal 1992, deve essere il fine, non un mezzo per fare cadere il governo Prodi. Spero che la Lega resti con Berlusconi e con la CdL (o come si chiamerà) solo se questo principio verrà inserito nel programma elettorale della CdL (ho dei dubbi e naturalmente spero di sbagliarmi). Altrimenti resteranno solo malinconiche discussioni degne del principe di Salina nella residenza estiva di Donnafugata: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”. Il problema non è sostituire Prodi con Berlusconi, oppure con Veltroni oppure con Fini, Letta o con chi volete voi. Il problema del paese è cambiare in profondità la sua struttura: la Repubblica Italiana deve diventare la Repubblica Federale Italiana.
6 - E se invece questo progetto verrà inserito nel programma del Pd (ho gli stessi identici dubbi, perché non vedo nessuna differenza tra gli statalisti di
destra e gli statalisti di sinistra) spero che la Lega aderisca a quel programma.
Giancarlo Pagliarini