Originariamente Scritto da
nuvolarossa
Per il momento cadono le foglie
Allarmi inutili, tutto è stato già trafugato. È maledettamente vero: “Al peggio non c’è mai fine”. Credevo che fosse la classica topica con la quale si mette una toppa alla reticenza cui il politically correct ci obbliga per necessità di cose, invece è veramente così: al peggio non c’è mai fine. Avevo letto d’un sorso “La Casta”, di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, e m’ero messo l’anima in pace, rassegnato, sperando che il Dio della democrazia mandasse all’inferno della democrazia i reprobi che affamano questa nostra democrazia: speranza inane.
Scopro oggi, 23 agosto 2007, sul mio internet, sotto la cappa afosa dello scirocco che imperversa su Napoli, l’anticipazione che “L’espresso” m’invia: CONSULENTI D’ORO.
Di che si tratta? Una bazzecola, una pinzillacchera avrebbe detto Totò: un miliardo e mezzo l’anno speso da Stato e regioni (e i Comuni?) per incarichi inutili, futili direi. Concesso ad amici, politici, faccendieri. Un miliardo e mezzo di euro, tremila miliardi di vecchie e deprecate lire. (Ma bisogna ringraziare “La Bassanini”).
A dirla in euro la cifra fa quasi ridere, sulle prime mi son detto: embè?
Poi c’ho fatto mente locale (come diciamo qui a Napoli), c’ho riflettuto, ho tradotto in lire la cifretta,… e m’è venuto un colpo.
Porca miseria! ma questi giocano a far male, qua se non si sta guardinghi si fregano pure le coperte e quest’inverno si dormirà all’addiaccio: allarmi! Allarmiii! Cittadini alle armiii!.
Una città di 261 mila abitanti, tanti sono i consulenti esterni della nostra pubblica amministrazione. Un numero enorme di “Hirudo medicinalis” (mignatte) che succhia ogni anno un miliardo e mezzo dalle nostre vene esangui già salassate dal Visco.
Architetti, ingegneri, avvocati, commercialisti, incompetenti esclusivamente raccomandati, figli di ministri, cuccioline lussuriose, clienti, famigli, politici trombati, manager arrestati e da arrestare, una variegata umanità che pappa dalla grande torta allestita per il baccanale.
Così mi son ricordato di Gian Antonio Stella e l’ho quasi compatito: che credeva d’aver scoperto?
Poveretto lui se ha creduto d’aver fatto come l’oche del Campidoglio.
Italiani!, grida il felice Prodi (l’attuale condottiero), in alto i cuori e le forchette: “accà se magne!”
Celestino Ferraro
tratto da
http://www.nuvolarossa.org/modules/n...p?storyid=4239