PADOVA - Don Sante Sguotti, il parroco di Monterosso, al centro delle cronache per le voci che lo dicono padre di un bambino di nove mesi, si è tolto il peso del suo segreto dal pulpito: parlando a cuore aperto ai suoi fedeli in Chiesa, ha spiegato di non voler fare come Adamo ed Eva "che si nascosero al richiamo di Dio dopo il peccato originale".
"Il frutto della propria fecondità - ha aggiunto il sacerdote - è una cosa che deve dare gioia". Ma anche ammesso che "forse hanno ragione quelli che dicono che i preti sono tutti falsi. Io mi sento falso, perché non è facile percorrere da soli la strada della ricerca della verità. A volte bisogna trovare qualcuno con cui camminare assieme".
Parole con le quali il sacerdote 41enne padovano, che si batte contro la regola del celibato, ha aperto l'omelia nella chiesa di San Bartolomeo a Monterosso, piccola comunità di 800 abitanti sui colli Euganei, vicino a Padova. Don Sante, che ha dalla sua parte la stragrande maggioranza dei parrocchiani - alcuni giovani portavano magliette con la scritta 'Don Sante e' mio padré -, non ha però sfidato apertamente la Curia. Il vescovo Antonio Mattiazzo, dopo il diffondersi delle chiacchere su don Sante, lo aveva invitato a dimettersi e inoltre a non celebrare più messa. Il sacerdote così si è presentato ugualmente sull'altare ma ha optato per una Liturgia della Parola, senza quindi il rito della Comunione. In abito talare, prima della celebrazione, don Sante Sguotti ha spiegato agli oltre 200 fedeli che assiepavano la piccola chiesa che "questa non poteva essere una celebrazione normale, officerò la liturgia della Parola, e pronuncerò l'omelia, ma non il rito dell'Eucarestia". "E' un dono troppo grande - ha concluso - per essere strumentalizzato in un volgare braccio di ferro".
ANSA