There is no calamity greater than lavish desires.
There is no greater guilt than discontentment.
And there is no disaster greater than greed.
Lao-Tzu
Un'incidente, cose che capitano. Purtroppo...
Syntax error.
Incredibile....l'illuminazione è giunta...ciò che nessuno nemmeno dopo secoli di studi e dissertazioni è riuscito a dimostrare tu l'hai reso for dummies in 3 righe...
Nessuno ha la certezza di sapere quando inizi la vita nessuno...c'è chi si arroga la responsabilità di discernere a proprio insindacabile giudizio chi o cosa ha il diritto di vivere,ciò che non è perfetto non piace...allora diventa aborto selettivo (termine orribile) vi riporto come l'ultima volta che se ne è discusso alcune parole:
queste parole non sono di una militante antiabortista...anzi....si tratta di Adriana Seroni la madrina della 194...forse meditare un po' di più su quello che sono i diritti di tutti non sarebbe male....il ricorso all´aborto non può essere letto come una affermazione di libertà per la donna, ma al contrario come il prezzo pesante che le donne sono chiamate a pagare a causa della deresponsabilizzazione del partner e della insufficiente tutela offerta alla maternità dalle nostre istituzioni.
«Questa è eugenetica Arrivato il momento di rivedere la 194»
MILANO— Paola Binetti, cattolica, senatrice della Margherita e componente del comitato nazionale di bioetica, ha appena finito di leggere «sotto l’ombrellone» il libro di Kim Edwards Figlia del silenzio: «Il libro racconta la storia di due gemelli, un maschietto sano e una femminuccia down che alla nascita viene abbandonata. Il primo cresce in famiglia senza gioia, la seconda allevata da un’infermiera regalando felicità e amore a tutti». Ecco, dice: «Io penso che la vita valga sempre la pena. Certo, la legge lo consente ma io sono profondamente contraria ad ogni tipo di interruzione di gravidanza. In questo caso, poi, aggiungerei subito come premessa che quello che è stato praticato al San Paolo non è un aborto terapeutico ma un aborto eugenetico. Sì, insomma, si è voluto appositamente uccidere il feto malato e salvare quello sano. Quello che non ha funzionato è proprio la selezione». Paola Binetti dà una lettura tutta personale a quello che è successo: «Credo che questa brutta vicenda dimostri come l’uomo non può arrogarsi il diritto di decidere della vita». Quindi aggiunge: «La sofferenza che questa donna, che questa coppia, sta affrontando, è molto più grande di quella che avrebbe potuto portare la nascita di un bambino down. Purtroppo a volte, nel tentativo di evitare la sofferenza, ci si cade dentro con tutti e due i piedi. Cercando scorciatoie, si finisce poi in un precipizio ». La famiglia delle due gemelle ha denunciato i medici che le hanno praticato l’aborto. «Francamente non me la sento di prendermela con imedici — afferma la Binetti —. Questi sono errori prevedibili, perché non ci sono garanzie. I bimbi si sa che si muovono, bisognerebbe marcarli per avere certezze. E poi si effettuano così pochi aborti di questo tipo. No, io non parlerei proprio di un errore. La gravità è l’aborto in sé, la non accettazione di un bambino down. I numeri dicono molto di più delle parole».
I numeri sono quelli riferiti agli aborti e alle nascite del San Paolo: «Settecento aborti a fronte di 2.000 bambini messi al mondo: ogni due venuti alla luce, uno non è mai nato», afferma la senatrice. «Credo che, dopo quasi trent’anni, sia indispensabile la rivisitazione della legge 194. Alla luce dei progressi scientifici, diagnostici e terapeutici. Ma soprattutto penso che si debba dare voce a tutta quella parte della normativa che sta già sotto il titolo "tutela della maternità"». Vale a dire: «Prevedere personale qualificato che prima aiuti le donne a scegliere in piena libertà ma in modo consapevole, e che poi, ad esempio, affianchi le famiglie nella crescita di bimbi handicappati». Forse, aggiunge, «se la 194 fosse applicata nella sua interezza oggi non saremmo qui a parlare di questa tragica fatalità». Guai però a provare a dire che in questi casi anche le indagini preimpianto forse potrebbero aiutare. Perché quantomeno sorprende che in Italia una legge consenta l’aborto selettivo e un’altra vieti queste indagini. «L’incongruenza dovrebbe essere sottoposta agli abortisti —afferma—. Io sono contraria ad ogni tipo di aborto così come alle indagini preimpianto: non offrono garanzie assolute e possono causare a loro volta malformazioni e aborti. I bambini malati vanno curati, non cancellati. La vita vale sempre la pena».
A. Ma.
27 agosto 2007
http://www.corriere.it/Primo_Piano/C...egge_194.shtml