Il vescovo di Pinerolo: «La preghiera è la via per aprire la porta all'azione dello Spirito»
Il pastore della diocesi con più protestanti: «I santi hanno permesso il vero "disgelo". Necessarie nuove energie»
Dall’Inviato A Torre Pellice (R.Macc.)
Nel messaggio inviato alla sua diocesi ha chiesto di pregare per il Sinodo. Un evento – ha scritto – che «coinvolge anche noi cattolici e ci impegna a cercare insieme risposte perché il Vangelo sia sale, luce e lievito del nostro vivere quotidiano». Perciò nei giorni scorsi e soprattutto domenica – data d’apertura del Sinodo – in tutte le chiese di Pinerolo s’è pregato per la sua riuscita. Il vescovo Piergiorgio Debernardi è pastore della diocesi nel cui territorio vive la stragrande maggioranza degli evangelici italiani. «Il clima è buono», spiega; «la nostra è una collaborazione felice, pur nelle differenze. C’è amicizia, collaborazione, rispetto».
Vista l’impossibilità a partecipare del vescovo Vincenzo Paglia, presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo (al lavoro per preparare l’Assemblea europea di Sibiu), è stato Debernardi ieri mattina a portare i saluti della Cei, assieme ai suoi personali, ai sinodali. Un discorso in cui non sono mancati riferimenti alla stagione «non facile» che sta vivendo l’ecumenismo. Ma anche un invito a non ripiegarsi nel pessimismo, a puntare sulla preghiera, autentica forza dei credenti e porta aperta alla fantasia dello Spirito. «Non è evasione la preghiera – sottolinea Debernardi –. Non è mettersi fuori dalla storia, anzi è credere fermamente che il Signore, solo Lui, ha le mani salde sul timore della storia. È la preghiera che facilita il cammino verso l’unità». Nessuna intenzione di negare i problemi, dunque. Semmai il desiderio, la necessità di collocarli nella loro giusta dimensione.
«Negli anni passati abbiamo imparato a conoscersi, abbiamo vissuto l’entusiasmo di ritrovarci – prosegue Debernardi –. Oggi c’è bisogno di una ricarica, di nuove energie. Direi che c’è bisogno di nuovi profeti. Sono loro che aprono strade nuove». E c’è bisogno di preghiera. «Quella che ha preceduto il "disgelo" è stata una stagione di grande preghiera. Basterebbe pensare ai santi che hanno dato la loro vita per la causa dell’unità». E rileggere l’insegnamento dei maestri. «Calvino – ha detto Debernardi nel suo saluto – afferma che "la preghiera è il principale esercizio della fede". E Gregorio di Nazianzo scrive: "La preghiera è l’incontro della sete di Dio con la nostra sete. Dio ha sete che noi abbiamo sete di Dio". Queste espressioni ci fanno capire che la preghiera è quello spazio prezioso dove noi vediamo tutto nella luce di Dio».
Fonte: Avvenire, 28.8.2007