La (brutta) fine di Shevchenko

[glk11]

L'attaccante è stato convocato per le due partite della nazionale ucraina contro Georgia e Italia, ma nei piani di Mourinho ancora non trova spazio. L'ex milanista si spazientisce: "Non capisco questa situazione". E saluta i rossoneri a Kiev: "Una grande famiglia"

LONDRA (Inghilterra), 6 settembre 2007 - Andry Shevchenko è uno dei misteri meglio conservati di José Mourinho, nel senso che l’attaccante continua a non giocare con il Chelsea e non sa nemmeno il perché. E’ stato lo stesso ucraino a raccontare la penosa e difficile situazione che sta vivendo a Londra, complice il viaggio a casa per le due sfide di qualificazione ad Euro 2008 contro Georgia ed Italia.
NAZIONALE - "Al Chelsea non sto giocando per nulla – ha spiegato Sheva alla stampa locale – e non so il motivo. Non ho davvero capito perché ci sia questa situazione e sto ancora aspettando la mia chance". Ufficialmente, almeno a sentire Mourinho, l’ex milanista non sarebbe ancora completamente recuperato dal un fastidioso infortunio alla schiena, ma la sua presenza nell’amichevole fra Ucraina ed Uzbekistan del 22 agosto scorso, quando giocò 55 minuti, sembra palesemente contraddire la tesi del tecnico portoghese. Non bastasse, Sheva è pure annunciato fra i titolari nella sfida contro la Georgia di sabato.
TRE PARTITE - Eppure, Mourinho continua a non convocarlo per le partite di campionato e per gli impegni ufficiali: l’attaccante ha finora, infatti, disputato tre gare durante la tournée negli Usa e le due amichevoli contro Feyenoord e Rangers, ma è stato lasciato a casa per la sfida di fine preparazione contro il Broendby in Danimarca e, benchè si aspettasse di giocare in Community Shield contro il Manchester United il 5 agosto scorso, anche in quella occasione è rimasto ancora una volta a fare da spettatore. All’epoca, il suo procuratore, Fabio Parisi, minimizzò l’esclusione, accogliendo la motivazione del tecnico: "Sheva deve recuperare gradualmente – aveva detto l’agente italiano – e Mourinho non vuole fargli correre rischi inutili".
PRESSIONI - Ma il perservare dell’ostracismo da parte del portoghese sembra ora preoccupare il bomber dei Blues, acquistato personalmente da Roman Abramovich l’estate scorsa per 30 milioni di sterline (45 milioni di euro) ma mai davvero apprezzato da Mourinho che, anzi, non gli ha mai risparmiato critiche e sberleffi. "Deve aspettare la sua chance e afferrarla quando gli capiterà – ha detto l’assistente di Mourinho, Steve Clarke – perché ci sono altri tre attaccanti bravi come lui". Ma la recente sconfitta del Chelsea e, soprattutto, le critiche al non-gioco della squadra espresse dal tycoon russo potrebbero obbligare il portoghese a schierare Shevchenko già nella prossima gara interna a Stamford Bridge, contro il Blackburn.
A KIEV - Intanto, Sheva ha presenziato all'amichevole di Kiev tra Dinamo e Milan E ha usato parole d'affetto per i rossoneri: "Il Milan è per me una grande famiglia. Anche se non gioco più in rossonero ho comunque passato sette anni con questa maglia, un periodo che mi è rimasto nel cuore. L'ucraino ha poi parlato di Pato, il gioiellino brasiliano ultimo arrivato in casa rossonera: "È molto simpatico, farà grandi cose e ha molte possibilità di diventare un grande. In questo la società lo aiuterà". Un'ultima battuta sul match del 12 settembre tra Ucraina e Italia: "Sto lavorando e spero di esserci, per noi è una partita molto importante".



L'inglese era meglio se lo imparava con un corso della DeAgostini in DVD o audiocassette

[Nirvana]

è la dimostrazione che uno ogni tanto dovrebbe accontentarsi, cosa gli mancava a Milano?