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Discussione: Agursky . Terza Roma

  1. #11
    legione muti
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    Citazione Originariamente Scritto da ulver81 Visualizza Messaggio
    Solgenitzin smantella il bolscevismo e le sue contraddizioni con il romanzo "Padiglione Cancro", che gli costò il definitivo allontanamento....Ma cade pienamente in fallo quando da tali forze estranee venne accolto a braccia aperte e tutt'ora molti russi sono restii a perdonarlo.Il secondo suo grande errore fu la sua linea riguardo i russi della diaspora di matrice nazionalista e revanscista,ossia riprendersi quei territori o enclavi in maggioranza composti da russi in caso di crollo del sistema sovietico, dimenticandosi che se fosse stata presa in considerazione , sarebbe stata una carneficina al pari di quella bosniaca .L'URSS mantenne i confini del periodo zarista e molti russi della cosiddetta diaspora appartenevano ai coloni "Kulaki" mandati dagli Zar, dal Caucaso all'Asia Centrale, che ritenevano e ritengono tutt'ora l'unione sovietica, come baluardo del predominio russo all'infuori dei propri confini.L'interesse per tali pensatori non può che far piacere, dipende però per quali scopi verranno utilizzati....L'anima del pensiero russo più puro per me è in Dostoievskj e nel suo messianismo, non a caso strumentalizzato da tante correnti politiche, bolscevismo compreso.
    L'immiserimento della popolazione in tali politiche era inevitabile....Un sistema incentrato esclusivamente sul proprio comparto militare (e Gorbaciov rivelò che una buona fetta del Pil rispetto a quello dichiarato, finiva nella difesa) e in una mastodontica classe di burocrati composta da 40 milioni di individui, non avrebbe mai potuto reggere in un confronto nei riguardi di un sistema legato indissolubilmente a quello più flessibile del capitalismo....Ma che il bolscevismo resterà insito nell'anima russa, seppur soppiantato da altre tendenze, è un dato di fatto, nel bene e nel male.

    Rispondo a questa e a quella sopra.

    1) Esistono espressioni leniniste ferocemente, ferocemente, russofobe. Il fine di Lenin, NON russo, ricordalo, peraltro mezzo ebreo, era a mio avviso l'annientamento dell'anima nazionale russa. Quando, in vari passi, deride il patriottismo grande russo (che chiama significativamente "sciovinismo grande russo"), quando si fa beffe delle tradizioni spirituali del grande popolo russo, quando arriva a legittimare il più bieco materialismo, il più bieco americanismo e il più feroce capitalismo schiavistico anglosassone indicando in questo la via per mettere una volta per tutte alla frusta questi subumani slavi buoni solo a bere ed a pregare, Lenin certamente è l'esponente principale dell'ANTIRUSSIA - come sottolinea a ragione l'attuale corrente neoslavofila (non solo Solzenicyn, anche Safarevic, anche Rasputin, anche il vecchio "Pamjat" Glazunov ad esempio..). Non esiste, è falsissima in questo caso la tesi della variante nazionale del bolscevismo.
    2) Lo stalinismo è un fenomeno a sè per certi versi; staremmo a parlarne fino a domani. Comunque ritengo abbastanza equilibrati gli studi dei neo- slavofili attuali (compreso quello di Solzenicyn su "Due secoli insieme" sui rapporti tra Russi ed Ebrei..) i quali sostengono che Stalin fu nazionalista a metà e , soprattutto, in modo tortuoso e machiavellico. La loro stima va soprattutto al Generale Zukov, vero rappresentante , secondo loro, della vera Russia, che Stalin non a caso mandò in esilio - in pratica - dopo l'immensa popolarità conquistata nella Grande Guerra Patriottica.
    3) E verò quando dici che Solzenicyn fu accolto in Occidente, ma è altrettanto vero che dai "Discorsi di Harvard" inizia nei suoi saggi, nelle conferenze a descrivere l'Occidente come il regno dell'Anticristo, addirittura peggiore della Russia che aveva abbandonato. E' un uomo molto coraggioso e, almeno per me, un vero nazionalista russo.

  2. #12
    legione muti
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    Citazione Originariamente Scritto da Lombardoveneto Visualizza Messaggio
    Dostoievskij stesso indicava, nei suoi diari, che il più grande pericolo per la Russia erano le idee radicali "occidentali", portate in Russia dagli intellettuali socialisti ed ebrei...

    Tempo fa leggevo il "Mito del XX secolo" di Alfred Rosemberg (la classica lettura estiva), un'opera piena di citazioni del grande scrittore russo, che l'ideologo nazional-socialista conosceva benissimo (non a caso Rosemberg nacque nell'allora russa Tallin e studiò a Riga e Pietroburgo).
    Sì avevano però idee un po' diverse sul destino della Russia i due...(intendo Rosemberg e Dostoievskij...).

  3. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da Lombardoveneto Visualizza Messaggio
    Dostoievskij stesso indicava, nei suoi diari, che il più grande pericolo per la Russia erano le idee radicali "occidentali", portate in Russia dagli intellettuali socialisti ed ebrei...

    Tempo fa leggevo il "Mito del XX secolo" di Alfred Rosemberg (la classica lettura estiva), un'opera piena di citazioni del grande scrittore russo, che l'ideologo nazional-socialista conosceva benissimo (non a caso Rosemberg nacque nell'allora russa Tallin e studiò a Riga e Pietroburgo).
    Ma esiste in traduzione italiana?

  4. #14
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    Citazione Originariamente Scritto da legione muti Visualizza Messaggio
    Rispondo a questa e a quella sopra.

    1) Esistono espressioni leniniste ferocemente, ferocemente, russofobe. Il fine di Lenin, NON russo, ricordalo, peraltro mezzo ebreo, era a mio avviso l'annientamento dell'anima nazionale russa. Quando, in vari passi, deride il patriottismo grande russo (che chiama significativamente "sciovinismo grande russo"), quando si fa beffe delle tradizioni spirituali del grande popolo russo, quando arriva a legittimare il più bieco materialismo, il più bieco americanismo e il più feroce capitalismo schiavistico anglosassone indicando in questo la via per mettere una volta per tutte alla frusta questi subumani slavi buoni solo a bere ed a pregare, Lenin certamente è l'esponente principale dell'ANTIRUSSIA - come sottolinea a ragione l'attuale corrente neoslavofila (non solo Solzenicyn, anche Safarevic, anche Rasputin, anche il vecchio "Pamjat" Glazunov ad esempio..). Non esiste, è falsissima in questo caso la tesi della variante nazionale del bolscevismo.
    2) Lo stalinismo è un fenomeno a sè per certi versi; staremmo a parlarne fino a domani. Comunque ritengo abbastanza equilibrati gli studi dei neo- slavofili attuali (compreso quello di Solzenicyn su "Due secoli insieme" sui rapporti tra Russi ed Ebrei..) i quali sostengono che Stalin fu nazionalista a metà e , soprattutto, in modo tortuoso e machiavellico. La loro stima va soprattutto al Generale Zukov, vero rappresentante , secondo loro, della vera Russia, che Stalin non a caso mandò in esilio - in pratica - dopo l'immensa popolarità conquistata nella Grande Guerra Patriottica.
    3) E verò quando dici che Solzenicyn fu accolto in Occidente, ma è altrettanto vero che dai "Discorsi di Harvard" inizia nei suoi saggi, nelle conferenze a descrivere l'Occidente come il regno dell'Anticristo, addirittura peggiore della Russia che aveva abbandonato. E' un uomo molto coraggioso e, almeno per me, un vero nazionalista russo.

    1)Ma infatti ho citato due cose che vengon messe in risalto nel testo in questione: la prima che tutte quelle tendenze scioviniste che Lenin critica apertamente in "Stato e Rivoluzione", divennero in molti casi lettera morta in tante componenti e militanti del bolscevismo, persino tra i militanti cekisti....Non a caso lo stesso Trotskij si rivelò preocuppato dinanzi a tali deviazioni e ai pogrom ucraini.E non a caso Lunacarskj rinfacciò a Lenin certe sue esaltazioni degli americani nei confronti dell'anima russa.La più feroce delle tendenze anti-russe la trovo più incarnata in un Trotskij.A volte non mi soffermo più di tanto sull'origine ebraica o meno di un individuo (nel caso di Lenin i nonni materni se ricordo bene).Ancora qualcuno ci specula sul cognome Rosenberg o sull'arianizzazione dei Krupp.
    2)Su Zukov concordo, basti pensare che un analogo trattamento o tentativo di rimozione, lo subì anche Patton......Per non parlare di Rommel, su cui andrebbe aperto un capitolo a parte.....Ironia della sorte a tanti grandi capi militari il destinò non riservò una sorte indegna....
    3)I discorsi di Harvard non ho avuto occasione di leggerli......Il coraggio indubbiamente lo ebbe, ma cosa sperava che sarebbe avvenuto in Russia con il crollo del centralismo sovietico?Quando vi fu il suo ritorno in Russia, fu eliminato dai palinsesti televisivi dopo qualche mese......Ma ciò è accaduto in tanti altri paesi ove gli intellettuali dissidenti dopo esser stati esaltati dall'opinione pubblica avversa, vengon inevitabilmente snobbati.

  5. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da Lombardoveneto Visualizza Messaggio
    Dostoievskij stesso indicava, nei suoi diari, che il più grande pericolo per la Russia erano le idee radicali "occidentali", portate in Russia dagli intellettuali socialisti ed ebrei...

    Tempo fa leggevo il "Mito del XX secolo" di Alfred Rosemberg (la classica lettura estiva), un'opera piena di citazioni del grande scrittore russo, che l'ideologo nazional-socialista conosceva benissimo (non a caso Rosemberg nacque nell'allora russa Tallin e studiò a Riga e Pietroburgo).
    Lettura di fuoco...Un testo che mai son riuscito a leggere integralmente in quanto anni fa vidi solo il primo volume in circolazioneAnima russa contro il ruolo nefasto dell'ebraismo(nel maledetto diario di uno scrittore....Non dimentichiamoci che Dostoievskij aveva ascendenze tatare...) contro la rinascita del mito nordico.Ultimamente mi stavo rileggendo invece "La nuova nobiltà di sangue e suolo" di Darrè

  6. #16
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    Citazione Originariamente Scritto da Peucezio Visualizza Messaggio
    Ma esiste in traduzione italiana?
    Non integrali purtroppo...

    Io ho scaricato l'opera in inglese e in francese.

  7. #17
    CIAVARDINI LIBERO
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    Citazione Originariamente Scritto da Sabotaggio Visualizza Messaggio
    Agursky. Terza Roma
    • Agursky Mikhail, La Terza Roma.Il nazionalbolscevismo in Unione Sovietica, il Mulino, 1989, Bologna
    Qualcuno ha letto questo libro? Cosa ne pensa?
    Sono interessato ad un commento anche approfondito.
    Se qualcuno ha qualche recensione o critica è pregato di postarlo...
    se riesci a trovarlo in qualche biblioteca leggi "La Nuova Destra Russa" di Alexandr Yanov (dissidente ebreo), un libro del 1981 che rintraccia già a quell'epoca convergenze ideologiche fra dissidenza nazionalista e settori "patriottici" dell'apparato sovietico.

  8. #18
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    O Hitler a Mosca, o Stalin a Lisbona! Fuori gli yankee!!
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    Citazione Originariamente Scritto da Lombardoveneto Visualizza Messaggio
    se riesci a trovarlo in qualche biblioteca leggi "La Nuova Destra Russa" di Alexandr Yanov (dissidente ebreo), un libro del 1981 che rintraccia già a quell'epoca convergenze ideologiche fra dissidenza nazionalista e settori "patriottici" dell'apparato sovietico.
    l'ho già comprato...aspetto di leggerlo dopo la tesi...

  9. #19
    legione muti
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    Citazione Originariamente Scritto da Lombardoveneto Visualizza Messaggio
    se riesci a trovarlo in qualche biblioteca leggi "La Nuova Destra Russa" di Alexandr Yanov (dissidente ebreo), un libro del 1981 che rintraccia già a quell'epoca convergenze ideologiche fra dissidenza nazionalista e settori "patriottici" dell'apparato sovietico.


    ...anche Yanov era un sionista e vengono "amplificate" a dismisura tendere presenti nella società sovietica, ma non in modo cosi' massiccio, come voglion far credere loro. Era la tipica russofobia dei sionisti, così ben descritta dal grandissimo Safarevic....

  10. #20
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    Citazione Originariamente Scritto da legione muti Visualizza Messaggio
    ...anche Yanov era un sionista e vengono "amplificate" a dismisura tendere presenti nella società sovietica, ma non in modo cosi' massiccio, come voglion far credere loro. Era la tipica russofobia dei sionisti, così ben descritta dal grandissimo Safarevic....
    Cè da dire anche che un'alta percentuale di dissidenti, alla ribalta delle cronache dopo il rapporto Khruscev (incentrato anche sulla questione dell'antisemitismo) erano tali, a partire da casi emblematici come quello di Pasternak.

    Senza voler dimenticare attualmente il caso Zhirinovsky....

 

 
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