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  1. #1
    Toh Cazzo in Culo alla DC
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    Rendite dell'impresa vs. rendite finanziare - Comunicato Fiamma Tricolore

    Roma, 30 settembre 2007

    Tra le contestazioni interne ad un esecutivo preso tra i due fuochi del potere ricattatorio dei vetero comunisti e le pressioni di influenti ambienti finanziari, di cui lo stesso Prodi e Tommaso Padoa Schoppa sono diretta espressione, le dichiarazione del sottosegretario Grandi, ritenute estemporanee dal premier, costretto a calmare le acque sempre più turbolente della maggioranza di governo, non rappresentano altro che la coerente e conseguente applicazione del programma dell’unione stilato prima delle elezioni 2006 più che scandalizzarsi adesso gli italiani avrebbero dovuto farlo allora innanzi alle urne. Ma al di là di sterili polemiche da ombrellone, il MS-FT sostiene l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie, come è possibile che il lavoratore dipendente vede trattenuto oltre il 30% del suo reddito o che un’impresa che alimenta la produzione e crea posti di lavoro è costretta a versare all’erario quasi il 45% di tasse, quando lo speculatore o la banca d’affari di turno pagano solo il 12,5%? L’adeguamento della trattenuta dal 12,5% al 20% sulle rendite finanziarie provenienti da interessi e plusvalenze su titoli di stato, azioni e obbligazioni, investe si anche i piccoli risparmiatori, ma in che misura? Quanti italiani e in che termini riescono ancora a risparmiare? Sono sempre meno quelli che investono in titoli di stato e sono lontani gli anni d’oro in cui i bot rendevano percentuali a doppia cifra.
    E’ molto più facile che i pochi residui di risparmi vengano mantenuti su di un conto corrente, un certificato di deposito o al massimo in obbligazioni sotto i 18 mesi, sempre pronti all’uso e non vincolati, investimenti i cui interessi attualmente tassati al 27% attraverso l’adeguamento al 20% porterebbero piccoli vantaggi al risparmiatore. Il tanto baccano creato attorno a questa proposta è la palese dimostrazione che ad essere colpite non sono tanto le famiglie, toccate solo marginalmente, ma il grande capitale finanziario.
    Tra i titoli di stato immessi sul mercato dal ministero del tesoro, a garanzia di un debito pubblico non dovuto, la quota detenuta dalle famiglie si attesta poco oltre il 10%, mentre gran parte della torta è in mano alla banca centrale, ad altre banche, a fondi comuni o ad investitori esteri. Vogliamo ulteriormente tutelare il piccolo risparmiatore perché è vero che i piccoli risparmiatori hanno rendite da bot o titoli di stato, ma basterebbe mettere una franchigia, una soglia oltre la quale scatta la tassazione al 20%,se non oltre. Perché il signor Rossi con una famiglia a carico e un mutuo da pagare, non può essere equiparato al Soros di turno! Sempre che i “nostri” governanti non abbiano maggiormente a cuori gli interessi dei mercati finanziari...

    Piero Puschiavo
    Segreteria Nazionale
    Responsabile linea politica

  2. #2
    Toh Cazzo in Culo alla DC
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    Questo è fare politica, questa è la Fiamma!

  3. #3
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    Predefinito Condividete?

    ROMA - Rendite d’Impresa vs rendite finanziarie

    Tra le contestazioni interne a un esecutivo preso tra i due fuochi del potere ricattatorio dei vetero comunisti e le pressioni di influenti ambienti finanziari, di cui lo stesso Prodi e Tommaso Padoa Schoppa sono diretta espressione, le dichiarazione del sottosegretario Grandi, ritenute estemporanee dal premier, costretto a calmare le acque sempre più turbolente della maggioranza di governo, non rappresentano altro che la coerente e conseguente applicazione del programma dell’unione stilato prima delle elezioni 2006: più che scandalizzarsi adesso gli italiani avrebbero dovuto farlo allora innanzi alle urne. Ma al di là di sterili polemiche da ombrellone, il MSFT sostiene l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie, come è possibile che il lavoratore dipendente vede trattenuto oltre il 30% del suo reddito o che un’impresa che alimenta la produzione e crea posti di lavoro è costretta a versare all’erario quasi il 45% di tasse, quando lo speculatore o la banca d’affari di turno pagano solo il 12,5%? L’adeguamento della trattenuta dal 12,5% al 20% sulle rendite finanziarie provenienti da interessi e plusvalenze su titoli di stato, azioni e obbligazioni, investe si anche i piccoli risparmiatori, ma in che misura? Quanti italiani e in che termini riescono ancora a risparmiare? Sono sempre meno quelli che investono in titoli di stato e sono lontani gli anni d’oro in cui i bot rendevano percentuali a doppia cifra.
    E’ molto più facile che i pochi residui di risparmi vengano mantenuti su di un conto corrente, un certificato di deposito o al massimo in obbligazioni sotto i 18 mesi, sempre pronti all’uso e non vincolati, investimenti i cui interessi attualmente tassati al 27% attraverso l’adeguamento al 20% porterebbero piccoli vantaggi al risparmiatore. Il tanto baccano creato attorno a questa proposta è la palese dimostrazione che ad essere colpite non sono tanto le famiglie, toccate solo marginalmente, ma il grande capitale finanziario. Tra i titoli di stato immessi sul mercato dal ministero del tesoro, a garanzia di un debito pubblico non dovuto, la quota detenuta dalle famiglie si attesta poco oltre il 10%, mentre gran parte della torta è in mano alla banca centrale, ad altre banche, a fondi comuni o ad investitori esteri. Vogliamo ulteriormente tutelare il piccolo risparmiatore perché è vero che i piccoli risparmiatori hanno rendite da bot o titoli di stato, ma basterebbe mettere una franchigia, una soglia oltre la quale scatta la tassazione al 20%,se non oltre. Perché il signor Rossi con una famiglia a carico e un mutuo da pagare, non può essere equiparato al Soros di turno! Sempre che i “nostri” governanti non abbiano maggiormente a cuori gli interessi dei mercati finanziari... (Piero Puschiavo - Segreteria Nazionale
    Responsabile linea politica MS-Fiamma Tricolore)

    http://www.fiammatricolore.net/fiamm...lo.asp?id=1035

  4. #4
    Crocutale
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    Condivido nell'attesa che si trovi una soluzione per cancellare del tutto la figura del renter.

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da Perseo Visualizza Messaggio
    Condivido nell'attesa che si trovi una soluzione per cancellare del tutto la figura del renter.
    Forse non hai capito la serie di errori formali e sostanziali di quel comunicato, ma non importa.

    La Fiamma mi sembra sempre più simile a RC, a quando un bel manifesto "Anche i Ricchi piangono"?.

  6. #6
    Crocutale
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    Le differenze con RC sono abissali, ma si trovano su di un altro piano.
    Mentre se ci si ferma al campo dell'economia la somiglianza c'è, e non mi da fastidio, anzi sono contento se anche loro vogliono cancellare dal mondo la renter class.
    L'usuraio non ha diritto di esistere.

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Perseo Visualizza Messaggio
    Le differenze con RC sono abissali, ma si trovano su di un altro piano.
    Mentre se ci si ferma al campo dell'economia la somiglianza c'è, e non mi da fastidio, anzi sono contento se anche loro vogliono cancellare dal mondo la renter class.
    L'usuraio non ha diritto di esistere.
    Sono sempre più antifascista.

  8. #8
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    Questa volta condivido in pieno quanto sostenuto dalla MS-Fiamma Tricolore.
    Secondo me le famiglie italiane è da un pezzo che non risparmiano più. Altrimenti non farebbero i finanziamenti per comprare i libri ai figli.
    Se i redditi da lavoro sono tassati che lo siano almeno in egual misura le rendite finanziarie, come avviene in tutta Europa.
    Ma il governo non farà nulla che possa scontentare il grande capitale, l'unico soggetto che avrebbe da rimettere da una tassazione di questo tipo.

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da Giusto-Scatboy Visualizza Messaggio
    ROMA - Rendite d’Impresa vs rendite finanziarie

    Tra le contestazioni interne a un esecutivo preso tra i due fuochi del potere ricattatorio dei vetero comunisti e le pressioni di influenti ambienti finanziari, di cui lo stesso Prodi e Tommaso Padoa Schoppa sono diretta espressione, le dichiarazione del sottosegretario Grandi, ritenute estemporanee dal premier, costretto a calmare le acque sempre più turbolente della maggioranza di governo, non rappresentano altro che la coerente e conseguente applicazione del programma dell’unione stilato prima delle elezioni 2006: più che scandalizzarsi adesso gli italiani avrebbero dovuto farlo allora innanzi alle urne. Ma al di là di sterili polemiche da ombrellone, il MSFT sostiene l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie, come è possibile che il lavoratore dipendente vede trattenuto oltre il 30% del suo reddito o che un’impresa che alimenta la produzione e crea posti di lavoro è costretta a versare all’erario quasi il 45% di tasse, quando lo speculatore o la banca d’affari di turno pagano solo il 12,5%? L’adeguamento della trattenuta dal 12,5% al 20% sulle rendite finanziarie provenienti da interessi e plusvalenze su titoli di stato, azioni e obbligazioni, investe si anche i piccoli risparmiatori, ma in che misura? Quanti italiani e in che termini riescono ancora a risparmiare? Sono sempre meno quelli che investono in titoli di stato e sono lontani gli anni d’oro in cui i bot rendevano percentuali a doppia cifra.
    E’ molto più facile che i pochi residui di risparmi vengano mantenuti su di un conto corrente, un certificato di deposito o al massimo in obbligazioni sotto i 18 mesi, sempre pronti all’uso e non vincolati, investimenti i cui interessi attualmente tassati al 27% attraverso l’adeguamento al 20% porterebbero piccoli vantaggi al risparmiatore. Il tanto baccano creato attorno a questa proposta è la palese dimostrazione che ad essere colpite non sono tanto le famiglie, toccate solo marginalmente, ma il grande capitale finanziario. Tra i titoli di stato immessi sul mercato dal ministero del tesoro, a garanzia di un debito pubblico non dovuto, la quota detenuta dalle famiglie si attesta poco oltre il 10%, mentre gran parte della torta è in mano alla banca centrale, ad altre banche, a fondi comuni o ad investitori esteri. Vogliamo ulteriormente tutelare il piccolo risparmiatore perché è vero che i piccoli risparmiatori hanno rendite da bot o titoli di stato, ma basterebbe mettere una franchigia, una soglia oltre la quale scatta la tassazione al 20%,se non oltre. Perché il signor Rossi con una famiglia a carico e un mutuo da pagare, non può essere equiparato al Soros di turno! Sempre che i “nostri” governanti non abbiano maggiormente a cuori gli interessi dei mercati finanziari... (Piero Puschiavo - Segreteria Nazionale
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    http://www.fiammatricolore.net/fiamm...lo.asp?id=1035
    Tesi condivisibile ma con qualche ritocchino, ad esempio tutela dei piccoli risparmiatori, lasciando la tassazione dei bot all'attuale livello (12%) mentre per chi supera un certo limite scatterebeuna tassazione regolata al 20% insomma un asorta di dopio binario, tutelando così i piccoli rispsrmiatori e dando respiro alle famiglie .

 

 

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