tempo perso i voti al nord la sinistra li recupera quando sara' all'opposizione
Ha.. illusioni non me ne faccio di certo, se sono riusciti a far votare per Prodi...possono amndare al governo anche il mago Zurlì.
Poi Berlusconi, Veltroni, sono praticamente intercambiabili...
I problemi dell'italia non sono risolvibili in quanto è l'italia stessa il problerma.
Non si possono gestire differenti modelli di società applicando le stesse regole.
E quanto alla presunzione, ti riporto un interessante articolo (su cui ho basato il mio precedente intervento, a riprova che di presuntoso non c'è proprio niente):
Le località preferite dal business internazionale
Capitali e multinazionali
in cerca di 'un posto al sole'
Cina e India fanno il pieno: il 2004 sarà l'anno del ritorno delle tigri
asiatiche nell'economia globale. L'Europa resta nelle classifiche
ma grazie ai nuovi membri Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria
La ricetta che seduce investitori e aziende transnazionali: un'infrastruttura finanziaria autorevole ed equilibrata, un ambiente pro-business e un capitale umano di elevata qualità. E il fisco? Conta, ma non è l'unico fattore che orienta i grandi flussi finanziari e la migrazione delle multinazionali.
E' questo il dato principale che emerge dalle analisi condotte dall'Unctad e dalla A.T. Kearney, rispettivamente sui flussi degli investimenti esteri diretti e sui movimenti delle grandi aziende internazionali nel prossimo biennio. Naturalmente, scorrendo le graduatorie realizzate dai due gruppi di ricerca, non mancano novità e conferme.
Le località preferite dai capitali internazionali, il boom dell'Asia, la new entry dei Paesi dell'Est-Europa
Innanzitutto, per quanto riguarda i capitali internazionali, e in particolare quelli esteri diretti, ovvero i Foreign Direct Investments (Fdi), nel corso del 2004 allungheranno il passo e ritorneranno dunque a correre dopo il raffreddamento del 2003. Anzi, secondo gli 87 esperti interpellati dagli analisti dell'Unctad, il trend positivo dovrebbe estendersi anche al 2005.
La località preferita, quella cioè che risulta quest'anno più seducente per gli Fdi è la Cina. Si tratta dunque di una conferma rispetto agli anni precedenti. Al secondo posto è invece l'India, l'altro gigante asiatico emergente. Sul podio salgono anche gli Usa, ma al quarto posto gli esperti interpellati indicano ancora un Paese asiatico, la Thailandia, che sembra essersi ormai messa alle spalle la crisi economica che ne devastò l'economia alla fine degli anni Novanta e sembra ora sulla via del recupero, sia in termini economici che di stabilità politica.
Con la sorprendente Malesia che si piazza all'ottavo posto, lasciandosi dietro Singapore al nono, si conclude la performance positiva dei Paesi asiatici, tanto che il 2004 potrebbe essere per gli esperti l'anno del ritorno delle tigri asiatiche sui mercati internazionali.
Una novità riguarda invece due nuovi membri dell'Unione europea, Polonia e Repubblica Ceca, che la graduatoria ci consegna rispettivamente al quinto e al sesto posto. Le garanzie dell'ingresso nell'Unione allargata, il saldo ancoraggio a Bruxelles e la disponibilità di un capitale umano di rango eccellente e a costi competitivi sembrano aver convinto gli investitori internazionali sulla profittabilità dei mercati emergenti dell'Est-Europa.
Paesi con il maggiore appeal per gli investimenti esteri diretti
Graduatoria globale (*)
1 - Cina
2 - India
3 - Usa
4 - Thailandia
5 - Polonia
6 - Rep. Ceca
7 - Messico
8 - Malesia
9 - Regno Unito
10 - Singapore
11 - Corea del Sud
Graduatoria per singole aree geografiche
Paesi con economie avanzate
1 - Usa
2 - Uk
3 - Canada
4 - Francia
Africa
1 - Sud Africa
2 - Angola
3 - Tanzania
Asia
1 - Cina
2 - India
3 - Thailandia
America Latina
1 - Messico
2 - Brasile
3 - Cile
Europa Orientale
1 - Polonia
2 - Rep. Ceca
3 - Russia
4 - Romania
(*) Ranking globale e per macroaree geografiche delle destinazioni con le migliori possibilità di attrarre investimenti esteri diretti nel corso del biennio 2004-2005. Fonte: il parere degli esperti in movimenti di capitali raccolto dall'Unctad (United Nations Conference on Trade and Development) nella oramai classica Corporate location 2004 worldwide survey of 87 FDI location experts.
Località che seducono le imprese, l'India meglio della Cina
Le destinazioni preferite dalle imprese divergono invece da quelle degli Fdi. Le aziende, infatti, sembrano preferire l'India alla Cina, mentre dal podio scompaiono gli Usa e al terzo posto si fa strada la sorprendente Malesia. Al quarto posto, la Repubblica Ceca si conferma come la sorpresa europea delle due analisi, anche per quanto riguarda le mete preferite dalle aziende internazionali.
Nella graduatoria costruita dagli analisti della A.T. Kearney, si inserisce alla top ten delle località maggiormente attraenti per le multinazionali anche Budapest che si affianca a Praga e Varsavia, segnalando il rafforzamento parallelo delle tigri danubiane che sembrano tenere il passo di quelle asiatiche.
Novità assoluta è invece rappresentata dalle Filippine. In questo caso, l'incremento di lavoratori altamente qualificati (oltre 15mila neo-laureati all'anno in materie scientifiche), la conoscenza dell'inglese e dello spagnolo e i costi contenuti sembrano poter giocare un ruolo decisivo nell'orientare le scelte di alcuni grandi gruppi industriali, in particolare, americani.
Classifica dei Paesi più seducenti
per le imprese internazionali (**)
1 - India
2 - Cina
3 - Malesia
4 - Rep. Ceca
5 - Singapore
6 - Filippine
7 - Brasile
8 - Canada
9 - Cile
10 - Polonia
11 - Ungheria
12 - Nuova Zelanda
13 - Thailandia
14 - Messico
15 - Argentina
16 - Costa Rica
17 - Sud Africa
18 - Australia
19 - Portogallo
20 - Vietnam
21 - Russia
22 - Spagna
23 - Irlanda
24 - Israele
25 - Turchia
(**) Fonte: A.T. Kearney, 2004 Offshore Location Attractiveness Index.
Cina e India, la strana coppia
Entrambe le ricerche pongono ai primi due posti Cina e India, anche se a parti invertite. Si tratta dunque dei due maggiori mercati emergenti che, nei prossimi anni, continueranno ad attrarre un numero consistente di imprese e di capitali.
Ma si tratta anche di due modelli politicamente diversi. L'india è la più popolosa democrazia del pianeta, la Cina invece è ancora nel mezzo di una difficile transizione dalle rigidità e dalla chiusura del regime comunista del passato a un approdo che ancora oggi è difficile da immaginare, dato che il traghettatore resta il medesimo, ovvero, il partito comunista, ieri anti, oggi pro capitalismo.
In ogni caso, Cina e India sembrano sedurre investitori e imprese, utilizzando la stessa ricetta: un mercato vasto e ricco di opportunità, un capitale umano eccellente e a costi stracciati e, infine, un ambiente economico che, in maniera più accelerata a Nuova Delhi che a Pechino, sembra sempre più disposto al business.
Lo scorso anno in India il numero dei laureati in materie scientifiche ha raggiunto quota 2 milioni, una cifra impressionante che per molte aziende internazionali risulta essere un richiamo irresistibile.
E l'Europa? Salva grazie ai Paesi dell'Est
L'Europa non sembra godere di grande favore. Bruxelles non seduce, apparentemente almeno. La presenza dell'Ue all'interno delle due graduatorie nelle posizioni migliori è, paradossalmente, garantito da alcuni dei nuovi membri accolti soltanto di recente, in pratica a partire dallo scorso 1° maggio, nell'euroclub allargato.
Tre i fattori che influenzano la scelta delle imprese transnazionali
L'importanza strategica di un'infrastruttura finanziaria efficiente
"Va dove ti porta il cuore" è certamente l'indicazione meno utile per chi, anche per mestiere, cerca di intercettare in anticipo le nuove rotte sulle quali si spostano le mandrie dei capitali internazionali, soprattutto i Foreign Direct Investments (Fdi), con al seguito il naturale corollario degli uffici e dei manager delle aziende transnazionali.
Infatti, secondo gli ultimi dati disponibili, raccolti dall'Unctad e dalla A.T. Kearney, le dinamiche dei flussi degli Fdi e delle multinazionali hanno a che fare più con le logiche dell'economia che con le ragioni del cuore. E forse è meglio così. Non è detto infatti che, assecondando emozioni e sentimenti, le aziende e gli investitori internazionali finiscano automaticamente per fare l'interesse dei consumatori.
Anche le ragioni del calcolo economico meritano dunque di essere svelate. Nell'ambito delle due ricerche, è chiaro quali siano le leve che orientano in maniera significativa i flussi dei capitali e gli spostamenti strategici dei grandi gruppi industriali. Innanzitutto, la struttura finanziaria propria di ciascuna giurisdizione. Naturalmente, non si tratta soltanto di imposte e tasse, ovvero, del cuneo fiscale e delle aliquote, piuttosto sotto il termine struttura si intende una serie di soggetti istituzionali, capaci di garantire equità di trattamento a chi opera all'interno del mercato, anche a coloro che provengono dall'estero. Banche centrali autorevoli, amministrazioni tributarie efficienti, ministeri e authority che garantiscono il corretto movimento dei capitali e la gestione ottimale delle attività economiche.
La struttura finanziaria di un Paese si rivela quindi come un concetto strategico d'insieme, ordinamentale piuttosto che meramente fiscale, e sta alle ragioni dell'economia come un luogo suggestivo sta alle ragioni del cuore, ovvero, ne costituisce la scena sulla quale i sentimenti saranno i protagonisti.
Il capitale umano
Il secondo elemento è il capitale umano, ovvero, la disponibilità all'interno di un dato mercato nazionale di lavoratori qualificati, meglio se in numero abbondante e meglio ancora se a un costo contenuto. India e Cina sono due esempi scolastici, ma anche molti Paesi dell'Europa Orientale soddisfano tale requisito. Anche la conoscenza della lingua ufficiale del mercato globale, ovvero dell'inglese, costituisce una risorsa in più che può influenzare le scelte di aziende e investitori internazionali.
Naturalmente, la ragione del cuore gemella rispetto a quella economica del capitale umano sta nei protagonisti stessi dei sentimenti, nella loro fisicità e nelle loro profondità, nelle qualità che arrivano in superficie e nella parola che aiuta a farle affluire richiamandole dalla periferia del corpo.
L'infrastruttura normativa, solida e business-oriented
Infine, un ambiente vocazionalmente orientato a intercettare le necessità delle aziende, ovvero business-prone oppure friendly to business o ancora business oriented. Negli ultimi anni, il lessico economico si è arricchito in proporzione all'importanza in ascesa dei cosiddetti mercati aperti. Si tratta di Paesi e di giurisdizioni che offrono una infrastruttura normativa e regolamentare esplicitamente disegnata per agevolare le attività di imprese e investitori internazionali. Codici e leggi che garantiscono il rispetto della rule of law economica, norme a presidio dei profitti, a garanzia degli investimenti e della vasta gamma di diritti legati alla proprietà intellettuale e alla sicurezza dell'azienda (data security and intellectual property).
Singapore è l'esempio giusto per far comprendere il rilievo di tale infrastruttura nell'influenzare la scelta degli investitori internazionali. Un mercato con costi apparentemente proibitivi, ma con diritti e regole aperte e certe soprattutto in materia di data security e proprietà intellettuale. Un ambiente quindi ottimale, nonostante i costi, per essere scelto come sede di una rappresentanza regionale da parte di un grande gruppo.
In pratica, la rule of law economica sta alle ragioni del mercato come le regole del matrimonio e della convivenza famigliare e sociale stanno alle ragioni del cuore. Non sono necessarie ma, in certi casi e a certe condizioni, aiutano.
Stefano Latini