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Risultati da 1 a 10 di 53
  1. #1
    MazingaZ
    Ospite

    Predefinito Il procuratore generale: schediamo i Dna degli immigrati

    IL PROCURATORE GENERALE: DISASTRO INDULTO

    Fortuna: schediamo i Dna degli immigrati


    TREVISO. «Chiederemo a Roma più forze da impiegare sul territorio e strumenti normativi per poter schedare tutti gli immigrati, prendendone impronte digitali ed un campione di Dna». Così il procuratore generale Ennio Fortuna, dopo il vertice tenutosi ieri pomeriggio in Prefettura, con il procuratore Fojadelli e i responsabili delle forse dell’ordine.
    Fortuna ha spiegato le linee d’intervento per contrastare l’escalation di criminalità nella Marca, definita, comunque, «notevolmente al di sotto di molte altre zone del Paese», nella Marca. «Dobbiamo poter schedare chi entra nel Paese - spiega Fortuna - in modo da garantire un controllo capillare del territorio. Un controllo che, anche se l’organico attuale sembra adeguato, potrà arrivare anche da un’implementazione degli uomini e delle pattuglie da distribuire nella Marca. Mi attiverò personalmente perchè a Roma sentano le nostre richieste».
    Il procuratore generale ha attaccato duramente anche l’indulto: «All’epoca - spiega - lo sostenni perchè le carceri stavano scoppiando. Ma il Parlamento non doveva estendenderlo anche a recidivi, rapinatori, criminali abituali e professionali».

    (05 settembre 2007)

    http://espresso.repubblica.it/dettag...rati/1753567/6

  2. #2
    MazingaZ
    Ospite

    Predefinito Grazie Prodi: Dopo l'indulto colpi in banca raddoppiati

    Dopo l'indulto
    colpi in banca raddoppiati

    Uno degli arrestati per il duplice omicidio di Gorgo al Monticano è stato scarcerato grazie all'indulto
    + Coniugi uccisi, fermati tre stranieri: erano drogati, uno ha già confessato



    L'aumento dei crimini va di pari passo con il numero degli scarcerati.
    GIOVANNI MASTROBUONI
    È passato poco più di un anno dall’ultimo indulto e si torna a discutere dell’opportunità di tali strumenti per affrontare l’emergenza legata al sovraffollamento delle carceri, insostenibile sia per le condizioni psico-fisiche e igieniche dei carcerati che per il conseguente stress del personale di servizio. Uno studio recente («The Incapacitation Effect of Incarceration: Evidence From Several Italian Collective Pardons») ha analizzato statisticamente i cambiamenti nel numero e nelle tipologie di crimini successivi all’indulto del 2006 e agli atti di clemenza degli ultimi quaranta anni. Due sono i risultati inequivocabili. Dopo l’ultimo provvedimeno le rapine in banca, l’unico dato criminale già disponibile, sono quasi raddoppiate. Più in generale, a seguito di indulti o amnistie, varie tipologie di crimine subiscono improvvise impennate.In base ai dati dell’Abi, nel mese successivo all’indulto del 2006, le rapine in banca che nell’anno precedente avevano segnato una linea decrescente, sono addirittura raddoppiate per poi attestarsi su livelli leggermente più bassi, ma pur sempre significativamente più elevati di quelli antecedenti il provvedimento. Una situazione drammatica se valutata retrospettivamente perché, a seguito delle quindici tra amnistie e indulti degli ultimi quaranta anni, la popolazione carceraria si è ridotta periodicamente di una percentuale che oscilla tra il 20 e il 50 per cento. Migliaia di potenziali malfattori liberi di tornare a sfidare la legalità.

    I dati Istat mostrano che dopo i vari atti di clemenza susseguitesi dal 1962 a oggi, i crimini che aumentano più marcatamente sono le rapine in banca, lo spaccio di stupefacenti, le frodi, i furti e persino gli omicidi. Analizzando le statistiche giudiziarie penali regionali, si evince che l’aumento dei crimini denunciati alle forze dell’ordine va di pari passo con l’aumento degli scarcerati, e il fenomeno è tanto più evidente nelle regioni nelle quali si liberano più detenuti. In passato, ci sono stati casi in cui le misure di clemenza hanno letteralmente svuotato le prigioni: è avvenuto nel 1966 in Abruzzo e Molise (-85 per cento) e nel 1970 in Trentino Alto Adige (-77 per cento). Ed erano anni in cui non esisteva ancora il problema del sovraffollamento delle carceri che, è giusto ammetterlo, resta a tutt’oggi il nodo principale da sciogliere.

    Tuttavia, per non farsi fuorviare da giudizi (o pregiudizi) moralistici e facili luoghi comuni, è necessario analizzare a fondo le conseguenze che indulti e amnistie comportano sul piano sociale. A giustificazione della misura dell’indulto si adduce quasi sempre il sovraffollamento delle carceri, mentre i critici del provvedimento rispondono che sarebbe largamente preferibile costruire nuovi penitenziari. Ma entrambi gli schieramenti trascurano l’analisi dei costi-benefici. Quando viene decisa una misura eccezionale come l’indulto o l’amnistia, il legislatore mette necessariamente in conto un possibile aumento del crimine. L’importante però è che il costo legato al preventivato aumento del crimine resti ben al di sotto del beneficio derivante dal provvedimento di clemenza. Le cifre che emergono dai dati dell’Istat, così come quelle sulle rapine in banca fornite dall’Abi, indicano che il risultato raggiunto si situa largamente al di sotto delle aspettative: a fronte di una spesa media per detenuto calcolata intorno ai 70mila euro l’anno (oltre alle spese di mantenimento, in Italia è la sorveglianza dei detenuti ad avere un costo elevatissimo, con un rapporto di uno a uno tra secondini e carcerati), la società civile paga un prezzo stimato di 150mila euro in conseguenza dei crimini commessi in media dai detenuti che usufruiscono del beneficio di clemenza. E si tratta di una stima che pecca per difetto, perché non tiene conto di alcune tipologie di reati per i quali è impossibile stabilire un costo, come lo spaccio di stupefacenti, i tentativi di omicidio o la categoria residua dell’Istat «altri crimini». È dunque necessario riequilibrare il rapporto tra costi e benefici della detenzione.

    Le riflessioni suggerite dall’analisi dei dati Istat lasciano poco spazio alla fantasia, almeno nel breve periodo. Per avvicinare il rapporto costi-benefici della detenzione, al legislatore non resta molto altro da fare se non impegnarsi, con più convinzione di quanto non abbia fatto sinora, affinché eventuali nuove misure di clemenza tengano assolutamente conto della necessità di selezionare in modo rigoroso i detenuti da liberare, per escludere i criminali abituali e di professione e tutti gli appartenenti alla categoria dei recidivi, che invece hanno potuto approfittare una volta ancora dell’atto di clemenza del 2006 dopo quello del 1990. Sarebbe infatti un bel risultato se si riuscisse a stabilire preventivamente, in base alla «carriera» criminale del detenuto, chi rappresenta un costo sociale sufficientemente basso da poter essere liberato senza grave danno.

    Per decidere quali fattori incidono sulla probabilità di recidività del detenuto sarebbe auspicabile l’utilizzo di modelli econometrici. Permetterebbero di valutare l’importanza di alcuni fattori, come ad esempio l’età del detenuto, il sesso, il tipo e il numero di crimini commessi in passato. Queste informazioni potrebbero poi essere utilizzate dal giudice come strumento utile per scegliere se concedere o meno il beneficio di clemenza. Modelli simili vengono già utilizzati in ambito giudiziario negli Stati Uniti, e tributario in Italia. In fondo, l’unica differenza con i cosiddetti studi di settore è che, invece di valutare la capacità di produrre ricavi da parte di un’attività economica, si valuta la probabilità di un detenuto di commettere determinati crimini.

    Prima dell’indulto del luglio 2006 la popolazione carceraria italiana era pari a 60mila persone. Grazie all’indulto ne sono state liberate circa 26mila. Ma a giugno 2007, ultimo dato disponibile, si era già tornati alla capienza regolamentare delle carceri, e cioè 43mila detenuti. Tra pochissimo, dunque, si riproporrà il problema del sovraffollamento. Prima di riparlare di atti di clemenza, andrebbero almeno introdotte misure di selezione più efficienti di quelle adottate finora.

    http://www.lastampa.it/redazione/cms...5432girata.asp

  3. #3
    MazingaZ
    Ospite

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    domanda: ma certi danni, il governo, che ne è pienamente responsabile, non li paga?

  4. #4
    a.k.a. tolomeo
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    Citazione Originariamente Scritto da MazingaZ Visualizza Messaggio
    IL PROCURATORE GENERALE: DISASTRO INDULTO

    Fortuna: schediamo i Dna degli immigrati


    TREVISO. «Chiederemo a Roma più forze da impiegare sul territorio e strumenti normativi per poter schedare tutti gli immigrati, prendendone impronte digitali ed un campione di Dna». Così il procuratore generale Ennio Fortuna, dopo il vertice tenutosi ieri pomeriggio in Prefettura, con il procuratore Fojadelli e i responsabili delle forse dell’ordine.
    Fortuna ha spiegato le linee d’intervento per contrastare l’escalation di criminalità nella Marca, definita, comunque, «notevolmente al di sotto di molte altre zone del Paese», nella Marca. «Dobbiamo poter schedare chi entra nel Paese - spiega Fortuna - in modo da garantire un controllo capillare del territorio. Un controllo che, anche se l’organico attuale sembra adeguato, potrà arrivare anche da un’implementazione degli uomini e delle pattuglie da distribuire nella Marca. Mi attiverò personalmente perchè a Roma sentano le nostre richieste».
    Il procuratore generale ha attaccato duramente anche l’indulto: «All’epoca - spiega - lo sostenni perchè le carceri stavano scoppiando. Ma il Parlamento non doveva estendenderlo anche a recidivi, rapinatori, criminali abituali e professionali».

    (05 settembre 2007)

    http://espresso.repubblica.it/dettag...rati/1753567/6
    disperata virata a destra della sinistra, ma non servirà: l'impatto contro il muro è imminente. tutti cadaveri, come dice Bossi.
    .

    A fool and his money can throw one hell of a party.

  5. #5
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    Secondo voi sarebbe troppo futuribile proporre la creazione di un database contenente il dna di TUTTI? Cittadini comuni, axtracomunitari, nuovi nati,...

    Non penso che rivelare il proprio dna si scontri con il diritto alla tutela dei dati personali...

  6. #6
    Neuroni liberi di pensare
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    Sostenne l'indulto, e ora si lagna delle conseguenze. Che brav'uomo!

  7. #7
    Pasdar
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    Tenta di salvarsi dalla melma.
    «Non ti fidar di me se il cuor ti manca».

    Identità; Comunità; Partecipazione.

  8. #8
    decerebrato consapevole
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    Grazie berlusconi
    "Preoccuparsi e' inutile. Infatti se esiste una soluzione al problema non ha senso preoccuparsi. E se la soluzione non esiste allora perche' preoccuparsi?" - Ignoto.

  9. #9
    Qui Quoerit Paperinik
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    Citazione Originariamente Scritto da MazingaZ Visualizza Messaggio
    domanda: ma certi danni, il governo, che ne è pienamente responsabile, non li paga?
    Come proponi che vengano pagati esattamente?

  10. #10
    MazingaZ
    Ospite

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    Citazione Originariamente Scritto da antonio Visualizza Messaggio
    piu' che altro grazie berlusconi: senza i voti determinanti di forza italia, l'indulto, che non e' legge ordinaria, non sarebbe passato.
    Quello dello scarica barile è un giochino che mi mi piace. Sono fermamente incazzato con chiunque abbia votato l'indulto, ma ciò non toglie che la responsabilità di una legge così odiosa sia totalmente responsabilità del governo in carica e di chi, come gli elettori della sinistra, hanno sempre sostenuto che l'indulto potesse essere una soluzione.

    Con la CDL al governo l'indulto non avrebbe mai visto la luce.

 

 
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